martedì 29 marzo 2016


GOLDIE HAWN ( Goldie Jeanne Hawn, 21/11/45, Washington, DC, USA-....)
Sua madre una proprietaria di una scuola di danza, suo padre un musicista: GOLDIE HAWN nacque nel 1945, un fratello che morì prima ancora che lei nascesse, e una sorella. A tre anni cominciò a imparare lezioni di tip tap e a dieci, ballava nel Ballet Russe di Monte Carlo: a diciannove abbandonò il college e mise su, a sua volta, una scuola di danza, già frequentando una scuola di teatro. Prima di esordire al cinema, era già una ballerina professionista. Esordì sullo schermo nel 1968,a  ventitrè anni, in "UNA PAZZA BANDA DI FAMIGLIA", con appunto un piccolo ruolo da ballerina. Subito dopo, giunse una grande occasione, con un ruolo da comprimaria, per quanto importante, in "FIORE DI CACTUS", accanto a WALTER MATTHAU e INGRID BERGMAN. Addirittura, alla seconda parte al cinema, fu nominata all'Oscar come miglior attrice non protagonista, e lo vinse. Subito dopo, fioccarono occasioni per la giovane Goldie, come "MI E' CADUTA UNA RAGAZZA NEL PIATTO", "LE FARFALLE SONO LIBERE", sia nella commedia che nel dramma. Arrivarono le proposte di registi importanti come STEVEN SPIELBERG ( al primo vero e proprio film per il cinema) e HAL ASHBY con "SUGARLAND EXPRESS" e "SHAMPOO".  Nel 1978 colse un forte successo personale con la commedia "GIOCO SLEALE" accanto a CHEVY CHASE, così come due anni dopo in "SOLDATO GIULIA AGLI ORDINI". Negli anni Ottanta girò diverse commedie, di minor successo, fino al 1987, in cui "UNA COPPIA ALLA DERIVA" negli USA fu un insuccesso sonoro, anche se lo girò insieme a KURT RUSSELL, con cui dal 1983 ha una relazione ormai ultratrentennale. Prima, l'attrice è stata sposata due volte, con GUS TRIKONIS, attore e regista, dal 1968 al 1973, e poi con il musicista BILL HUDSON, dal 1975 al 1979, da cui ha avuto la figlia KATE HUDSON. Ha tre figli, in tutto, due dal secondo matrimonio, e uno con Kurt Russell. Nel 1990 la sua carriera ebbe un rilancio con la commedia d'azione "DUE NEL MIRINO", con MEL GIBSON, e due anni dopo colse un altro ottimo risultato in "LA MORTE TI FA BELLA" di ROBERT ZEMECKIS. In una decade che la vide tornare protagonista, fu anche in "MOGLIE A SORPRESA" con STEVE MARTIN,in "TUTTI DICONO I LOVE YOU" e ne "IL CLUB DELLE PRIME MOGLI". A questi sono seguite altre pellicole, perlopiù commedie. Insieme al partner, Kurt Russell, ha recitato anche in "Una pazza banda di famiglia", "TEMPO DI SWING" e "UNA COPPIA ALLA DERIVA". A 39 anni, nel 1985, posò per la copertina di "Playboy".  E' molto amica di SALLY FIELD. Nel 1972 ha pubblicato un album di musica country, intitolato "Goldie". Con Kurt Russell e la figlia Kate Hudson ha dato vita alla Cosmic Entertainment, piccola casa di produzione. La sua autobiografia si intitola "A Lotus grows in the mud". Tende a lavorare più volte con gli stessi colleghi: al momento ha girato tre film con BETTE MIDLER, Kurt Russell e WARREN BEATTY, due con Steve Martin, Chevy Chase e DIANE KEATON. Ritiene la sua interpretazione di "Sugarland Express" come la migliore che ha dato. 
COSI' PARLO' GOLDIE HAWN:
"La società, onestamente, non mi ha tentato di fare tanto."
"Ho una personalità leggera ed una mente di pensieri profondi. Sono due cose molto diverse."
"Una faccia riposata è una bella faccia. Comunque tu possa, cerca un posto per riposo e pace."

domenica 27 marzo 2016


DISTRICT 9 ( District 9, SA 2009)
DI NEILL BLOMKAMP
FANTASCIENZA
NEILL BLOMKAMP aveva diretto dei cortometraggi che erano circolati a livello internazionale, ed erano stati apprezzati largamente: dopo che il film tratto dal videogame "HALO", che doveva essere affidato appunto a Blomkamp, venne abortito, PETER JACKSON offrì al regista sudafricano 30 milioni di dollari per girare il suo lungometraggio d'esordio. "DISTRICT 9" fu ciò che ne venne fuori: fu l'ampliamento del corto del regista "ALIVE IN JOBURG", girato nel 2005. Blomkamp si ispirò in parte ai suoi ricordi d'infanzia nel Sudafrica sotto l'apartheid. Il titolo del lungometraggio è un riferimento ad una vicenda avvenuta nel 1966, a Città del Capo: era infatti la zona con popolazione mista, che venne demolita per far costruire appartamenti per bianchi. Le baracche che si vedono nel film erano reali, in un'area di Johannesburg che venne evacuata dal governo per spostare la popolazione residente in luoghi migliori, come descritto dal soggetto. L'unica catapecchia creata appositamente è quella in cui vive Christopher Johnson. Il protagonista SHARLTO COPLEY non aveva mai girato un film prima di questo, salvo partecipare ai corti di Blomkamp, e non aveva intenzione di intraprendere una carriera cinematografica: la sua prova in questa pellicola fu così apprezzata, che Copley divenne un attore di cinema che ha preso parte a diverse produzioni USA importanti. L'unico attore americano presente nel film è WILLIAM ALLEN YOUNG. Il linguaggio degli alieni venne creato dal suono di zucche che venivano sfregate. Tuttavia, molte tribù africane, compresi gli Zulu, usavano dei suoni onomatopeici simili al linguaggio alieno includendoli nei dialoghi. Copley aggiunse spontaneamente le frasi espresse quando il suo personaggio gira il documentario. Tutti gli extraterrestri furono creati con la computer graphic, eccetto quello disteso sul tavolo da laboratorio: per tutti gli alieni "parlanti" recitò JASON COPE, unicamente. L'idea dell'ossessione degli alieni per il cibo dei gatti provenne da due fonti d'ispirazione: in zone molto povere di Johannesburg il regista aveva visto persone che ponevano cibo scadente in grandi borse, e da uno dei produttori esecutivi, che usava appunto cibo per gatti come esca per pescare. Vennero creati, oltre a quello che poi conosciamo, altri cinque diversi finali. La nave extraterrestre starebbe sulla Terra per 28 anni: nel film si dice che sia arrivata il primo Giugno del 1982, e l'operazione per la cacciata degli alieni parte l'8 Settembre 2010. Il regista Neill Blomkamp appare brevemente, dà le coordinate per Wikus. Nel film muoiono 21 uomini dell'esercito, 15 nigeriani e 3 alieni. Verso la fine, quando Tania, la moglie di Wikus parla alla videocamera tenendo in mano il fiore di metallo, si può notare diverse lastre nello specchio, che suggerirebbero uno stato di gravidanza. Nella sua trasformazione, Wikus ha le antenne più corte, ed è di una trentina di centimetri più basso degli alieni. Per lanciare il film, in USA e in Gran Bretagna, vennero messi dei poster su bus, raffiguranti parti di edifici, aree ristrette per gli umani, con un numero di telefono fittizio sopra, per comunicare gli avvistamenti di non-umani: non c'era il titolo del lungometraggio. In Nigeria il film fu bandito perchè rappresentava i nigeriani come delinquenti e cannibali. Le riprese si svolsero tra l'Ottobre del 2007 ed il Marzo del 2008. Costato trenta milioni di dollari, come citato sopra, ne incassò 115 negli States, e 95 nel resto del mondo, giungendo a totalizzare 210 milioni. Fu, dai tempi di "QUALCOSA E' CAMBIATO", del 1997, il primo titolo Tri-Star a ricevere la nomination come miglior film agli Oscar. E' stato il primo film girato come fosse un documentario, ad essere candidato come miglior film. Le candidature agli Oscar furono quattro, oltre per il miglior lungometraggio, fu nominato anche per la migliore sceneggiatura non originale, montaggio e effetti visivi. Ebbe una nomination ai Golden Globes per la migliore sceneggiatura. Ai BAFTA invece ottenne sette candidature, compresa quella per il miglior regista.

martedì 22 marzo 2016


BATMAN FOREVER ( Batman Forever, USA 1995)
DI JOEL SCHUMACHER
AZIONE
Le voci sul terzo episodio del Batman della Warner Brothers, dopo i grossi risultati commerciali dei primi due capitoli, si susseguirono lungo il 1993 ed il 1994: nella sostanza, pareva che infine TIM BURTON avesse acconsentito a girare un terzo film, ma quando allo studio venne percepito che la linea più dark intrapresa sarebbe stata acuita ulteriormente, nonostante un abbozzo di quel che sarebbe stato il soggetto era stato definito,  con MICHAEL KEATON nuovamente nei panni di Bruce Wayne/Batman, l'Enigmista come cattivo, prendendo in considerazione MICKY DOLENZ e ROBIN WILLIAMS per il ruolo, anche se Williams, ai tempi valutato come potenziale Joker, prima dell'ingaggio di JACK NICHOLSON, declinò perchè riteneva che avrebbe dovuto in pratica ripetere un personaggio simile al gangster dai capelli verdi, e sarebbe apparso anche lo Spaventapasseri, interpretato da BRAD DOURIF. In più, sarebbe tornata MICHELLE PFEIFFER come Catwoman, e RENE RUSSO avrebbe impersonato la psicologa Chase Meridian, mentre Robin sarebbe stato interpretato da MARLON WAYANS. Poi l'intesa con Burton saltò, e la Warner valutò altri registi, come SAM RAIMI, ma poi venne fatta l'offerta vera e propria a JOEL SCHUMACHER, il quale, a differenza di Burton, era un fan dei fumetti di Batman. Ad un certo punto il titolo della nuova pellicola era annunciato come "Batman triumphant", e successivamente "Batman continues....", poi venne scelto "BATMAN FOREVER", che Tim Burton, benchè avesse voluto essere il produttore del film, pubblicamente definì "come quei tatuaggi idioti che uno si fa quando è sballato". A dire il vero, Joel Schumacher inizialmente aveva in mente un adattamento della miniserie "Batman:Year One": poi voleva sviluppare un soggetto attorno ad una crescente insofferenza di Bruce Wayne circa il ruolo che Batman lo obbligava ad assumere, ma alla Warner insistettero perchè la serie virasse su un versante più leggero. Michael Keaton, quando parlò con Schumacher e lesse un trattamento di quello che sarebbe stato poi lo script, chiese dapprima 15 milioni di dollari ed una percentuale sugli incassi, poi rifiutò di fare il film, perchè gli sembrava troppo cartoonesco, e che avesse reso una versione troppo sgargiante di Batman. Cominciò allora la ricerca di un nuovo volto per l'eroe notturno: DANIEL DAY-LEWIS, KEANU REEVES, WILLIAM BALDWIN,  ETHAN HAWKE, TOM HANKS, JOHNNY DEPP, KURT RUSSELL, ma gli attori su cui puntava fortemente Schumacher erano RALPH FIENNES e VAL KILMER, ed infatti quest'ultimo venne scelto. Il ruolo venne offerto a Kilmer mentre si trovava in Africa per fare delle ricerche, per girare "SPIRITI NELLE TENEBRE", che avrebbe girato l'anno successivo: l'attore accettò senza neanche leggere la sceneggiatura. Con l'abbassamento dell'età di Bruce Wayne/Batman, inevitabile che Rene Russo non potesse interpretare Chase Meridian, personaggio inventato appositamente per questo film, tra l'altro: dopo la presa in considerazione di ROBIN WRIGHT, CINDY CRAWFORD e SANDRA BULLOCK, fu scelta NICOLE KIDMAN. Tra gli attori valutati per interpretare Robin, MARK WAHLBERG, LEONARDO DI CAPRIO, COREY HAIM, MATT DAMON, TOBY STEPHENS,  ma poi fu CHRIS O' DONNELL ad essere scelto. Nelle prime versioni delle sceneggiature dei due capitoli precedenti, Robin era presente, ma poi eliminato per aumentare i toni dark dei due episodi di Tim Burton. TOMMY LEE JONES fu la prima scelta del regista, che aveva apprezzato lavorare con lui ne "IL CLIENTE": l'attore accettò l'offerta perchè il figlio Austin, all'epoca undicenne, gli disse che "Due Facce" era il suo personaggio preferito del mondo di Batman. Eppure, nel primo film della serie, Harvey Dent, colui che successivamente diviene "Due Facce" era stato interpretato da BILLY DEE WILLIAMS, il quale aveva firmato con la promessa che in capitoli seguenti avrebbe interpretato il villain: la Warner Bros. dovette sistemare legalmente la cosa, per non incorrere in una causa da parte di Williams. Per essere truccato da "Due Facce" Jones doveva sottoporsi a quattro ore di make-up. A un certo punto, Schumacher pensò a includere anche Poison Ivy nella storia, ma tre cattivi erano troppi, e il personaggio venne incluso nel titolo successivo della serie, "BATMAN & ROBIN", e venne interpretato da UMA THURMAN. Per il personaggio dell'Enigmista, voci parlarono di MICHAEL JACKSON, ma erano infondate: MATTHEW BRODERICK espresse interesse, ma la Warner volle scritturare JIM CARREY dopo lo strabiliante successo di "ACE VENTURA-L'ACCHIAPPANIMALI" e "THE MASK". Jim Carrey e Tommy Lee Jones non andavano d'accordo, sembra che il secondo trattasse in modo sprezzante l'altro, dicendogli che pensava fossero mediocri lui e i suoi film. Schumacher fu molto irritato per i frequenti battibecchi tra i due, al punto che si ripromise di non lavorare mai più con l'uno e l'altro, salvo smentirsi girando con Carrey  "NUMBER 23". Anche tra Schumacher e Kilmer ci furono diverse discussioni, al punto che l'attore per due settimane non parlò, in pratica, al regista, salvo seguire le indicazioni: Joel Schumacher definì Val Kilmer infantile e impossibile, però a film finito dichiarò che aveva comunque dato una buona interpretazione. Invece, sul set divennero buoni amici Kilmer e Carrey, forse anche perchè da poco entrambi avevano perso il padre. Carrey propose di rasarsi la testa, in pratica avendo un punto interrogativo fatto di capelli, ma nel periodo delle riprese dovette presenziare in tribunale per via del divorzio, e quindi ci ripensò. Il costume di Batman era così pesante, che Val Kilmer perse 2 kili solo girando la sequenza iniziale di lotta. Per imparare a roteare il bastone dell'Enigmista, Jim Carrey ne ruppe una dozzina e strappò più volte la propria tuta. Il costume di Robin, invece, non è la sua versione più conosciuta, ma la sua terza "incarnazione", quella portata da Tim Drake, nel 1990. La scelta di porre la forma dei capezzoli sui pettorali della tuta di Batman trovò sconcertati molti fans del personaggio, e anche il suo creatore, BOB KANE, ebbe da ridire pubblicamente; al che Joel Schumacher, che aveva deciso personalmente per questo look, ribattè che si era ispirato alle statue degli dei greci per l'aspetto di Batman e Robin. Ad un certo punto Dick Grayson suggerisce il nome "Nightwing", prima di accettare Robin come nome di battaglia: nei fumetti Nightwing è l'eroe impersonato da Grayson in versione adulta, dopo appunto essere stato Robin. Dick Grayson/Robin e l'Enigmista non si incontrano in pratica mai durante il film: ci vanno vicini quando Batman scopre prigionieri Robin e Chase nella grotta dell'Enigmista. Questi, nella versione franco-canadese della pellicola, viene chiamato "Le Sphinx", "La Sfinge". Di solito la Batmobile veniva guidata da stuntmen, ma Chris O'Donnell volle insistere per condurla; ne perse il controllo, e frenando andò a sbattere contro una parte di scenografia, ammaccando un paraurti. Vennero adoperati 100 costumi tra quelli di Batman e Robin perchè gli scontri, le cadute in acqua, le esposizioni al fuoco ne sciuparono parecchi. In questo film, per la prima volta, appare l'Arkham Asylum, il celebre manicomio di Gotham City. Ad oggi, l'unico film con Batman in cui si vede il supereroe nuotare, ed è il primo film in cui Batman viene definito "Il Cavaliere Oscuro". Bob Kane disse in un'intervista che, secondo lui, Val Kilmer aveva dato l'interpretazione migliore di Batman, più di Michael Keaton e ADAM WEST. GEORGE MARTIN, il celeberrimo produttore dei BEATLES, rimase talmente colpito dall'interpretazione di Jim Carrey da proporgli di cantare "I am the Walrus" nel disco celebrativo "IN MY LIFE", e l'attore canadese accettò.  Val Kilmer, dopo l'uscita del film, affermò di aver girato, praticamente, un cartoon altamente commerciale, e che era sorpreso di quante offerte per ruoli in più gli avesse portato un film che aveva voluto fare esclusivamente per soldi e per essere in un progetto molto pubblicizzato. Il lungometraggio venne girato tra il Settembre del 1994 ed il Marzo del 1995. Costò 100 milioni di dollari, e ne incassò 183 negli Stati Uniti, ed altri 152 nel resto del pianeta, per un totale di 336 milioni. Rispetto ai primi due episodi, la critica fu più severa. Ricevette tre nominations agli Oscar, per la miglior fotografia, miglior sonoro e migliori effetti sonori, ed una nomination ai Golden Globe per la miglior canzone ( degli U2, "Hold me, thrills me, kiss me, kill me").

domenica 20 marzo 2016


IL GRANDE UNO ROSSO ( The big red one, USA 1980)
DI SAMUEL FULLER
GUERRA 
"IL GRANDE UNO ROSSO" è basato sulle esperienze belliche di SAMUEL FULLER, che militò nei G.I., il corpo soprannominato come nel titolo, e fin dalla fine degli anni Cinquanta aveva preso a scrivere una sceneggiatura che avrebbe dovuto trasformarsi in un'opera filmica con protagonista JOHN WAYNE. Per vari motivi, soprattutto finanziari, realizzarlo sarebbe stato continuamente rimandato, finchè, alla fine degli anni Settanta, il produttore GENE CORMAN propose di girare il film quasi del tutto in Israele, ed in questo modo avrebbe trovato sia il modo di realizzarlo con meno denaro, che con maggior libertà d'azione. Il film fu girato nel 1978, ed erano nove anni che Sam Fuller non girava un lungometraggio per il cinema: tra varie complicazioni, non venne fatta uscire che due anni dopo. Venne scelto, per il ruolo principale, LEE MARVIN, ed un appunto di molti recensori, quando la pellicola uscì, era che l'attore era troppo in avanti con gli anni per essere credibile come sergente impiegato in prima linea. Samuel Fuller avrebbe voluto nel cast MARTIN SCORSESE nel ruolo del soldato Vinci, e KRIS KRISTOFFERSON: il primo doveva girare "L'ULTIMO VALZER", e l'altro stava lavorando a dei progetti musical. Pare che inizialmente il ruolo di Griff fosse stato assegnato a ROBERT CARRADINE, ma quando la produzione scritturò MARK HAMILL, che veniva dal grande successo di "GUERRE STELLARI- STAR WARS- EPISODIO IV: UNA NUOVA SPERANZA", Hamill ebbe quella parte e Carradine interpretò invece Zab, con meno battute. Quando Hamill, Carradine e BOBBY DI CICCO incontrarono Lee Marvin per la prima volta, la star non profferì parola: presero un taxi in quattro, e l'unica cosa che Marvin disse, fu chiedere chi di loro fosse un Carradine, e quando il discendente di John si fece riconoscere, l'altro disse "Fottiti, Carradine!". Quando, giorni dopo, Robert Carradine chiese a Lee Marvin perchè avesse detto così, si sentì rispondere che il suo era l'unico cognome che conosceva. Il cognome del personaggio di Carradine è Rab, dal nome originario della famiglia di Fuller, Rabinovitch, che venne cambiato a Coney Island.  Le scene in cui i soldati sono nascosti nelle buche e, mentre i tank passano sopra, gridano come pazzi, possono apparire fuori luogo, ma Fuller affermò che era proprio così che accadeva, forse per sfogare il terrore dei militari sotto terra. Durante le riprese, Lee Marvin e PERRY LANG ebbero una forte discussione: mentre giravano la sequenza in cui la squadra al centro del film sale la collina in cui i nazisti stanno organizzando un'imboscata, Lang continuava a parlare gesticolando animatamente, e il collega più anziano, alla fine, lo rimproverò, perchè secondo lui stava facendo scadere la scena. I due non si parlarono per una settimana, poi Lee Marvin riprese a parlare con l'altro, rispettandolo perchè gli aveva tenuto testa. La scena in cui il Sergente viene ferito, venne realizzata ricreando la vera esperienza di Marvin, nel Pacifico, a Saipan, che venne colpito alla schiena e cadde in ginocchio, facendo rivivere all'attore la sensazione. Fu, in pratica, l'ultimo film di guerra girato per il cinema da Marvin. Fuller fa un cameo, apparendo nei panni di un cameraman che riprende le truppe. Dato che la maggior parte delle riprese vennero realizzate in Israele, per il regista era abbastanza inquietante che diversi figuranti vestissero, anche nelle pause, delle uniformi delle SS e dell'esercito nazista e passassero il tempo leggendo la Torah e parlando in ebraico. Fuller presentò alla produzione una versione lunga quattro ore e una lunga due, ma entrambe vennero rifiutate: alla fine venne accettata una versione di un'ora e cinquantatrè minuti. E' uno dei cult di guerra degli ultimi quarant'anni.

venerdì 18 marzo 2016


E' RICCA, LA SPOSO E L'AMMAZZO ( A new leaf, USA 1971)
DI ELAINE MAY
COMMEDIA
Nella sceneggiatura originale di "E' RICCA, LA SPOSO E L'AMMAZZO", c'è una sottotrama che riguarda una persecuzione della coprotagonista, Henrietta, da parte dell'avvocato: questo però portava il film a durare circa tre ore, cosa impensabile per una commedia, e con un finale diverso, più tradizionale. ROBERT EVANS, quindi, fece rimontare drasticamente il lungometraggio, portandolo a 1 ora e 42 minuti di durata. Il personaggio del persecutore, interpretato da WILLIAM HICKEY fu del tutto eliminato dal film. ELAINE MAY accettò la scelta della produzione non entusiasticamente, avendo anche co-scritto la sceneggiatura, oltre a dirigere ed interpretare questo film, e oggi non è possibile reperire le parti tagliate. JOHNNY MANDEL scrisse una colonna sonora, di cui però vennero inclusi solo alcuni stralci, e la maggior parte venne rigettata dallo studio. Secondo una classifica di settore, WALTER MATTHAU era al settimo posto tra le star del box-office, nel 1971. Ne venne tratto un musical, off-Broadway, nel 1997, intitolato "THE GREEN HEART". Ebbe due candidature ai Golden Globes, per il miglior film, nella sezione commedia e musical, e per la miglior attrice protagonista (May). E' un piccolo classico molto amato da alcuni, che meriterebbe un'ampia riscoperta. 

giovedì 17 marzo 2016


SUSPENSE ( The innocents, GB 1961)
DI JACK CLAYTON
HORROR
Sebbene "SUSPENSE" sia considerato l'adattamento cinematografico per antonomasia de "IL GIRO DI VITE" di HENRY JAMES, la maggior parte della sua sceneggiatura è tratta dal dramma teatrale "THE INNOCENTS", di WILLIAM ARCHIBALD del 1950. CARY GRANT si offrì per interpretare lo zio, ma JACK CLAYTON gli disse di no. Anche HAROLD PINTER e JOHN MORTIMER misero mano allo script, consigliando il regista di non usare flashbacks per aiutarsi nel raccontare la storia, e il secondo contribuì a rendere più "vittoriana" l'atmosfera. DEBORAH KERR ha sempre indicato questa come la sua performance più riuscita. Clayton era molto preoccupato perchè i piccoli attori MARTIN STEPHENS e PAMELA FRANKLIN non avessero a che fare con gli aspetti più morbosi della storia, e così non videro mai, durante la lavorazione, la sceneggiatura completa: venivano loro date solo le pagine che li riguardavano, il giorno prima di effettuare le riprese. Alla 20th Century Fox erano molto tesi per la sequenza del bacio sulle labbra tra Deborah Kerr e Martin Stephens. Un'altra cosa che metteva in tensione il regista, era che la percezione di pubblico e critica circa il suo lungometraggio, fosse di accomunarlo alle pellicole della Hammer che stavano riscuotendo molto successo, con simili tematiche. Anche da qui la scelta di girare in bianco e nero, per differenziarsi dai colori marcati dei film della casa specializzata in horror. Nella scena in cui la governante giunge alla casa in cui è ambientato il racconto, è una giornata splendida, in cui il sole irradia l'ambiente: infatti FREDDIE FRANCIS, il direttore della fotografia, fece pitturare gli alberi di colori luminosi perchè riflettessero maggiormente la luce. Deborah Kerr doveva, talvolta, utilizzare occhiali da sole nelle pause di lavorazione perchè il set era pieno di forti lampade per creare contrasti tra le scene buie e le scene di giorno: per scherzo, girava la voce che Freddie Francis, con tutta l'elettricità diffusa sul set, avrebbe un giorno dato fuoco gli Shepperton Studios. E nella sequenza dove la protagonista gira intorno alla casa, munita di un candelabro, di notte, si ha la sensazione di notare qualcosa nel margine dell'inquadratura: infatti, c'è il ciak di scena, che Jack Clayton scelse di lasciare perchè l'occhio dello spettatore registrasse qualcosa di anomalo, per far crescere la sua inquietudine vedendo la pellicola. L'apparizione di Quint alla finestra venne creata spingendo PETER WYNGARDE su un carrello avanti e indietro rispetto al vetro. L'insistenza dello studio per far uscire il lungometraggio in CinemaScope trovò irritato Clayton: a suo giudizio, avere un'immagine estesa in larghezza diminuiva molto l'oppressione data dagli spazi alti in cui si svolgevano le scene di interni. Nei dialoghi si fa riferimento al "reverendo Fennell": è uno scherzo di Jack Clayton, perchè il nome di un produttore esecutivo era ALBERT FENNELL. Il film si apre con lo schermo buio per circa 45 secondi, in cui è possibile sentire una voce infantile che intona la canzone-chiave: molti proiezionisti, all'epoca, pensarono che fosse un errore della stampa della pellicola, e tagliarono questa introduzione! La qualità della fotografia è divenuta proverbiale per decenni, al punto che in un videoclip dei Nine Inch Nails, "The perfect drug", la imita, e riprende, per omaggiare il film, l'inquadratura dell'uomo sulla torre. A proposito di omaggi, in "THE RING", nel video maledetto si può percepire la voce di un ragazzo che canticchia: è un pezzo di audio estratto da questo film. KATE BUSH, nel suo album del 1980, "Never for ever", si ispirò a questo classico del cinema per scrivere la canzone "The infant kiss". Il film è ambientato nel 1898. Per FRANCOIS TRUFFAUT, il miglior film britannico dopo che ALFRED HITCHCOCK si trasferì in America per girare i propri lavori. GUILLERMO DEL TORO lo ha citato come uno dei suoi sei film spaventosi preferiti. Al festival di Cannes Jack Clayton fu candidato a vincere la Palma d'Oro. Ai BAFTA il film ricevette la candidatura come miglior film britannico e come miglior film in generale.

mercoledì 16 marzo 2016


IL GRANDE PAESE ( The big country, USA 1958)
DI WILLIAM WYLER
WESTERN
Il romanzo "IL GRANDE PAESE" di DONALD HAMILTON divenne un film considerato, poi, il primo western con morale pacifista, sottogenere che si sarebbe affermato negli anni Sessanta. Per GREGORY PECK, il regista WILLIAM WYLER aveva voluto girare una metafora sulla Guerra Fredda, con ottica di sinistra. Sembra, comunque, che i due si scontrarono spesso durante la lavorazione: dopo un ennesimo litigio, Peck abbandonò il set momentaneamente, e Wyler dichiarò ad alcuni giornalisti che non avrebbe mai più diretto la star neanche per un milione di dollari. E' stato l'unico film che ha visto sullo schermo Gregory Peck ed i suoi figli Jonathan, Carey Paul e Stephen. Inizialmente CHARLTON HESTON rifiutò di prendere parte alla pellicola, nel ruolo di Steve Leech: riteneva che la parte non avesse abbastanza peso nel racconto, ma il suo agente lo convinse, insistendo sull'opportunità di poter lavorare, nella stessa occasione, con Gregory Peck e William Wyler. BURL IVES al tempo delle riprese aveva 47 anni, solo 11 più di CHUCK CONNORS, che interpretava suo figlio sullo schermo. Fu l'ultimo film di ALFONSO BEDOYA, che spirò prima dell'uscita della pellicola. Il presidente USA Dwight D. Eisenhower fu così entusiasta della visione del film, che se lo fece proiettare per quattro volte consecutive alla Casa Bianca, dichiarando poi che era il suo lungometraggio preferito: il maggiore Henry Terrill, interpretato da CHARLES BICKFORD, era in pratica rappresentante Eisenhower. Una delle critiche più frequenti mosse al film quando uscì, fu che le 2 ore e 45 minuti di durata erano troppe. Ebbe due nominations agli Oscar, per il miglior attore non protagonista (Ives) e miglior colonna sonora, vincendo quello andato a Burl Ives. L'attore vinse anche il Golden Globe e il film ebbe anche la candidatura al BAFTA come miglior lungometraggio. 

martedì 15 marzo 2016


FURIA  ( Fury, USA 1936)
DI FRITZ LANG
DRAMMATICO
Il soggetto di "FURIA" era basato sul rapimento e la successiva uccisione, nel 1933, di Brooke Hart, figlio del proprietario dell'Hart Department Store a San Jose, in California: i due rapitori vennero tirati fuori dal carcere da dei vigilantes, che li portarono per la strada vicino al St.James Park, e li linciarono entrambi. Fu il primo film girato in America da FRITZ LANG, arrivato solo da un anno, dopo aver vissuto in Francia, per allontanarsi dal regime nazista. Il regista avrebbe voluto che il personaggio principale di SPENCER TRACY fosse un avvocato, ma la produzione spinse perchè fosse un proletario, quindi divenne un meccanico di automobili. Fu l'unico film girato da SILVIA SIDNEY per la MGM, fortemente voluta dal regista, prima ancora che venisse a conoscenza che era sotto contratto con un altro studio. Non essendo uso delle regole, Lang non considerava che durante le riprese erano obbligatorie le pause per consentire i pasti di troupe e cast. Alcuni membri protestarono con Spencer Tracy, perchè il regista non accennava a voler fermare la lavorazione per la pausa-pranzo: fu così che l'attore, consapevole che per essere truccato per girare, aveva bisogno di circa novanta minuti, si passò la mano sul viso, struccandosi malamente, e gridando "Pranzo!", dette modo alla troupe di rifocillarsi. Non solo: BRUCE CABOT fu trattenuto dall'avventarsi sul director, dopo che questi fece lanciare dei fumogeni veri nella scena della rivolta.Lang fu il primo regista che utilizzò riprese dal vero mostrate durante una sequenza ambientata in un tribunale, addirittura prima ancora che veramente, in un'aula giudiziaria, diventasse una pratica normale. WALTER BRENNAN, che interpretava "Bugs" Meyers, aveva all'epoca problemi di salute, per cui parte delle sue battute vennero invece date a GEORGE CHANDLER, che interpretava Milton Johnson. Il cane che il protagonista raccoglie all'inizio del film, mentre piove, era più famoso nel "ruolo" di Toto, il cagnolino di Dorothy ne "IL MAGO DI OZ": si chiamava in realtà Terry. Nel film recitarono anche WARD BOND, JACK PERRY, CLARA BANDICK e LEW HARVEY, ma i loro personaggi vennero eliminati al montaggio. Venne candidato all'Oscar per la migliore sceneggiatura. 

domenica 13 marzo 2016


ROBERT DONAT ( Friedrich Robert Donath, 18/03/05, Withington, Manchester, GB-09/06/58, Londra, GB)
Da ragazzo, ROBERT DONAT andò a lezioni di dizione perchè balbettava, e questo incise sulla sua voce piacevole e senza particolare accento inglese. Inoltre, soffriva di un'asma acuta, ma che comunque non gli vietò di debuttare a 16 anni sul palcoscenico, girando per tutta l'Inghilterra recitando opere shakespeariane, e di altri autori. Nel 1924 fu membro della compagnia di Frank Benson, e poi entrò alla Liverpool Repertory Theatre. Venne notato da ALEXANDER KORDA, che gli fece avere un contratto triennale. Esordì in "LE SEI MOGLI DI ENRICO VIII", nel ruolo di Thomas Culpepper, l'amante di Katherine Howard, e poi seguirono tre film di poco conto; il suo talento espressivo, e la capacità di adattarsi sia a ruoli brillanti che drammatici, avviarono bene il suo percorso attoriale. Fu chiamato a Hollywood per interpretare "IL CONTE DI MONTECRISTO", nel 1934, però non si sentiva a proprio agio con lo stile di vita del mondo del cinema del posto: tuttavia, la pellicola lo mise in risalto, e gli venne offerto il ruolo di protagonista per "CAPITAN BLOOD", ma non accettò. Problemi di salute, poi, gli intralciarono la carriera, dato che diverse majors volevano accaparrarsi il giovane attore inglese. ALFRED HITCHCOCK lo volle come protagonista del suo giallo "IL CLUB DEI 39", che ebbe un notevole successo. La sua bravura nel porre elementi ironici in un personaggio comunque proiettato in una storia avventurosa e con molta suspence, lo fece apprezzare molto dal regista, che avrebbe voluto averlo nel cast anche dei suoi successivi "SABOTAGGIO", "AMORE E MISTERO",  e "REBECCA", ma ancora problemi di salute fecero sì che Donat dovesse rinunciare a tutti e tre i progetti. L'attore si dedicò al teatro, suo primo amore, ma a Hollywood riuscirono a convincerlo a tornare sul set per recitare in "LA CITTADELLA", per cui ottenne la sua prima nomination all'Oscar. L'anno dopo, nel 1939, Robert Donat venne nuovamente candidato per "ADDIO, MR.CHIPS" e questa volta vinse l'Oscar, contro ogni previsione, che sembrava dare per scontata la vittoria di CLARK GABLE per la prova in "VIA COL VENTO". A differenza di molti colleghi britannici che avevano avuto successo in USA, Donat preferiva vivere in Inghilterra, ove si dedicava per la maggior parte del tempo al teatro. Recitò ancora in soli dieci lungometraggi, dei quali uno con Korda e uno con CAROL REED. Nel 1949 debuttò nella regia, con "THE CURE FOR LOVE", che pure interpretò e coprodusse. Un altro grosso successo fu colto con "STUPENDA CONQUISTA". Dal 1955, però, la salute dell'attore andò a picco, costringendo Donat a recitare a teatro con una bombola per l'ossigeno appena fuori dal palco. La sua carriera si concluse con "LA LOCANDA DELLA SESTA FELICITA' ", in cui le sue peggiorate condizioni erano piuttosto evidenti, ed infatti morì poco dopo la lavorazione del lungometraggio. Ebbe una citazione speciale postuma dalla National Board of Review, ed una nomination al Golden Globe. E' stato sposato due volte, dal '29 al '46 con Ella A. Vosley, dalla quale ebbe tre figli, e dal '53 fino alla sua morte con Renèe Asherson. Lasciò l'eredità interamente ai tre figli, e niente alla Asherson. Era zio di PETER DONAT. Per PETER SELLERS, e JUDY GARLAND, l'attore preferito. I suoi invece erano CHARLES CHAPLIN, PAUL MUNI, SPENCER TRACY e GRETA GARBO.
COSI' PARLO' ROBERT DONAT:
"Non ho mai avuto reali sicurezze nella vita, finchè non ho trovato la falsa sicurezza dell'essere una star."
"Una delle ragioni per cui certi attori hanno successo sia in teatro che al cinema, è perchè ritengono che recitare per lo schermo sia un pò noioso, ma ben pagato. Le loro prove davanti ad una macchina da presa, per quanto noiose, per loro non sono molto più di uno scherzo."
"La cosa principale nella mia mente era che dovevo apparire focoso. Ricordo distintamente che sul set de "Il conte di Montecristo" tenevo le spalle dritte e cercavo di sembrare molto bello."

sabato 12 marzo 2016


ELIZABETHTOWN ( Elizabethtown, USA 2005)
DI CAMERON CROWE
COMMEDIA/DRAMMATICO
Scrivendo "ELIZABETHTOWN", CAMERON CROWE ha sempre avuto in mente ORLANDO BLOOM e KIRSTEN DUNST per i ruoli principali: quando offrì all'attore il ruolo di Drew Baylor, Bloom era impegnato con la lavorazione de "LE CROCIATE", così la parte venne offerta a ASHTON KUTCHER, il quale accettò. Però il regista notò che non si formava alchimia tra Kutcher e la Dunst, necessaria per la riuscita della pellicola: Kutcher abbandonò il film, e  vennero fatti provini a SEANN WILLIAM SCOTT, CHRIS EVANS, JAMES FRANCO e COLIN HANKS, ma Crowe fece slittare le riprese da Gennaio all'Estate, per poter avere Orlando Bloom. Per quanto riguarda la Dunst, invece, voleva prendere parte a questo lungometraggio, ma aveva già firmato per "THE VILLAGE": all'ultimo momento, però, uscì dal progetto, lasciando posto a EVAN RACHEL WOOD, ed entrando invece nel cast di questa pellicola, nonostante JESSICA BIEL e SCARLETT JOHANSSON avessero fatto dei provini per il ruolo di Claire. Per la parte di Hollie Baylor venne contattata JANE FONDA, ma quando le riprese vennero rimandate, lei abbandonò il film, e fu scritturata SUSAN SARANDON. Fu l'ultimo film per GAILARD SARTAIN, che poi si ritirò dal cinema. JUDY GREER interpreta la sorella più piccola di Drew, ma l'attrice ha due anni di più di Orlando Bloom.  La foto di Susan Sarandon che stringe un bambino è la stessa utilizzata in "NEMICHEAMICHE". Riprese esterne del 747 vennero "sottratte" a "AIRPORT 75". Costato 57 milioni di dollari, ne incassò 27 negli Stati Uniti, ed altri 13 nel resto del mondo, non riuscendo a riprendere i costi: fu apprezzato da gran parte della critica, e per molti è divenuto una commedia di culto. 

giovedì 10 marzo 2016


LA MOGLIE DEL SOLDATO ( The crying game, GB 1992)
DI NEIL JORDAN
NOIR
Molte case di produzione rifiutarono di finanziare "LA MOGLIE DEL SOLDATO" perchè ritenevano che la "sorpresa" al centro del film avrebbe allontanato gli spettatori grazie ad un passaparola negativo. Da interviste fuori dalle sale in cui era proiettato, risultò invece che era uno dei motivi principali per cui la gente andò a vedere il lungometraggio. Il produttore STEPHEN WOOLLEY si invaghì subito del copione, ma nonostante le conoscenze, non riusciva a trovare studios che lo aiutassero economicamente in America; l'opinione generale degli executives era che non si trovassero attori adatti al ruolo di Dil, e che un film che parlasse di terrorismo e sesso non spingesse il pubblico a volerlo vedere. Altra preoccupazione di chi leggeva lo script per poi non accettarlo, era che la stampa divulgasse la "sorpresa" sciupando buona parte dell'effetto della pellicola. Woolley non si dette per vinto, e riuscì ad assemblare un budget esiguo quanto si vuole, ma sufficiente da finanziatori europei, britannici e giapponesi: purtroppo, la sua compagnia di produzione, la Palace Pictures, ebbe un tracollo finanziario proprio quando la pellicola stava per essere ultimata  Fortuna volle che la Miramax Pictures, che era stata tra gli studios che non avevano voluto prendersi il rischio di un'operazione del genere, dopo la visione del film finito, si offrì di distribuirlo in USA, e di creare una campagna promozionale per gli Oscar. Ci sono prove filmate di Woolley che prendeva denaro del suo cinema antologico "Scala" per tenere su la produzione di questo lungometraggio. In effetti, come avevano avvisato alcuni produttori esecutivi interpellati, non fu affatto facile trovare un interprete per il ruolo di Dil:STANLEY KUBRICK, che era amico di NEIL JORDAN, disse al collega che probabilmente era una parte troppo complessa, difficile da rivestire per un attore conosciuto. Ciò cambiò quando DEREK JARMAN mandò un messaggio alla direttrice del casting, SUSIE FIGGIS, circa JAYE DAVIDSON: ad un party per promuovere "EDOARDO II" di Jarman, la Figgis incontrò Davidson proponendogli la parte, ottenendo un "sì" non molto convinto dal giovane, che pensava si trattasse di uno scherzo, era piuttosto ubriaco, e che accettò più che altro per potersi comprare un paio di stivali su un numero di Vogue e che desiderava fortemente. Poco dopo che le riprese erano iniziate, Jaye Davidson prese una forte influenza, e venne chiamato un dottore per visitarlo. Il medico lo visitò e chiamò da una parte Neil Jordan, chiedendo al regista se avevano preso in considerazione che potesse avere una gravidanza, al che Jordan rise sonoramente, spiegando che era un ragazzo. Il critico del "Time Magazine" Richard Corliss, poco professionalmente, rivelò la "sorpresa" del plot recensendo la pellicola, scrivendo "She is a He.". Stanley Kubrick consigliò a Neil Jordan di non cambiare il titolo originale "THE CRYING GAME" in "The soldier's wife" (il titolo italiano, in pratica), perchè riferimenti militari nel titolo erano potenzialmente rovinosi per il cinema, che non fosse di guerra. Jordan veniva da due insuccessi come "UN AMORE, FORSE DUE" e "NON SIAMO ANGELI". E' stato decretato come uno dei 50 film indipendenti migliori di tutti i tempi da Entertainment Weekly. Le riprese si svolsero tra il Novembre ed il Dicembre del 1991. Costato 2 milioni e mezzo di dollari, ne incassò 62 nei soli States. Venne candidato a sei Oscar, tra cui miglior film, regia, attore protagonista (STEPHEN REA) e attore non protagonista (Davidson), vincendone uno, per la miglior sceneggiatura originale. La sceneggiatura ebbe anche una nomination ai Golden Globes, e al BAFTA su sette candidature, tra cui miglior film, regia, attore protagonista, attore non protagonista e attrice non protagonista (MIRANDA RICHARDSON), vinse il premio come miglior film britannico. Fu considerato il successo imprevisto della stagione '92/93.

mercoledì 9 marzo 2016


SUPERMAN III( Superman III, USA 1983)
DI RICHARD LESTER
FANTASTICO 
Il titolo originale della sceneggiatura di "SUPERMAN III" era "Superman versus Superman": i produttori di "KRAMER CONTRO KRAMER" minacciarono di intentare una causa prima ancora che la produzione iniziasse, e nonostante ILYA SALKIND cercasse di spiegare che nei fumetti era cosa consueta un titolo che contrapponesse i nomi di due personaggi, si preferì evitare di andare allo scontro. RICHARD DONNER aveva suggerito di affidare la regia a TOM MANKIEWICZ, ma lo sceneggiatore era stato licenziato durante la realizzazione di "SUPERMAN II", e quindi fu confermato RICHARD LESTER, che aveva già firmato il secondo ( con diverse scene girate da Donner). Fu la prima volta che CHRISTOPHER REEVE ebbe il nome come interprete principale del film, nella serie: nel primo film veniva dopo MARLON BRANDO e GENE HACKMAN, nel secondo dopo Hackman. E' l'unico film di Superman con Christopher Reeve come protagonista, che non contempla la presenza di Lex Luthor, e uno dei tre film su Superman che non vede la presenza della nemesi dell'eroe: gli altri due sono "SUPERMAN CONTRO GLI UOMINI-TALPA" del 1951 e "L'UOMO D'ACCIAIO" del 2013.  Dopo che ebbe dichiarato il suo disprezzo per la produzione, che aveva preferito non fare rientrare Donner nel terzo capitolo della serie di Superman, MARGOT KIDDER si vide ridurre il ruolo di Lois Lane a dodici sole battute, presenziando meno di cinque minuti nell'intero lungometraggio. Salkind, tuttavia, disse che semplicemente non era previsto nel copione un grande coinvolgimento di Lois nella storia, perchè lei e Clark Kent/Superman avevano concluso la loro relazione alla fine del secondo film. Oltre a Christopher Reeve e Margot Kidder, i soli attori che compaiono nei quattro film di Superman con Reeve protagonista, sono JACKIE COOPER  e MARC MCCLURE, che interpretano Perry White e Jimmy Olsen: McClure apparirà anche in "SUPERGIRL-LA RAGAZZA D'ACCIAIO" nel 1985.  RICHARD PRYOR, in una serata al "SATURDAY NIGHT LIVE", il celebre show che dal 1975 ha fatto da rampa di lancio per tanti comici ed intrattenitori, aveva detto che gli sarebbe piaciuto partecipare ad un film con Superman: venne così scelto per fare il programmatore falso villain, che crea il doppio cattivo del supereroe kryptoniano. Nella sua autobiografia, l'attore ammise che lo script secondo lui era veramente terribile, ma che fece il film perchè gli offrirono cinque milioni di dollari. Per interpretare Ross Webster, si era pensato a ALAN ALDA, anche se poi fu ROBERT VAUGHN ad avere il ruolo: nelle intenzioni degli sceneggiatori, doveva essere un tipo che non perdeva il suo charme neanche quando diveniva spietato, ed infatti si era pensato anche a FRANK LANGELLA. Il quale interpretò invece Perry White in "SUPERMAN RETURNS", nel 2006. In una delle prime versioni della sceneggiatura erano previsti, come cattivi, Brainiac e Mr. Mxyzptlk, e doveva apparire la cugina di Superman, Supergirl, per poi avviare lo spin-off e la serie dedicata a lei: per il curioso personaggio Mr.Mxyzptlk era stato pensato di affidarlo a DUDLEY MOORE. ANNETTE O'TOOLE, l'attrice che impersona Lana Lang, vecchia fiamma di Clark Kent, avrebbe poi preso parte anche a "Smallville", interpretando Martha Kent, la madre adottiva di Kent. Dato che Lana Lang è una madre single, venne fatto uscire prontamente un albo della serie che spiegava il perchè. Per interpretare Lana, venne contattata JENNIFER JASON LEIGH, la quale però non accettò, perchè si sentiva troppo giovane per la parte. Il film uscì nel 1983, 45° anniversario della nascita di Superman. Dei quattro episodi con Reeve, è l'unico in cui non si fanno accenni alla Fortezza della Solitudine, a Jor-El e altre cose che riguardano le origini del supereroe. Se vi si fa caso, i capelli di Reeve in questo film sono marrone scuro, e non neri come nei primi due episodi: sia in questo, che nel film successivo, l'attore indossò una parrucca, infatti. La sequenza in cui Superman rimette dritta la torre di Pisa e nel finale la rimette pendente, doveva avvenire in "Superman II". Nel film, il personaggio di Pryor ruba ad ogni impiegato della compagnia mezzo cent, raggiungendo una cifra di 85,000 dollari ogni volta che lo fa: quindi, la compagnia avrebbe 17 milioni di dipendenti.... Per realizzare il mini impianto sciistico di Webster vennero utilizzate 17 tonnellate di sale per simulare la neve, e occorsero 3 mesi di lavori a Pinewood. Il videogame cui Ross Webster gioca fu creato dalla Atari: un videogame "Superman III" venne in effetti creato dalla casa giapponese per l'Atari 5200, ma non venne mai fatto uscire.  Il ragazzino che aspetta le foto fuori dalla cabina fotografica è lo stesso che impersonò Kal-El (Superman) nel primo film della serie, cinque anni prima. Le scene di Smallville vennero girate a Calgary. Le riprese furono realizzate tra il Giugno e l'Agosto del 1982. Costato 39 milioni di dollari, ne incassò 60 negli USA. Benchè i primi due capitoli avessero ottenuto cifre più importanti, i produttori non ricordano questo film come un flop: resse il confronto con titoli che al box-office avevano già ottenuto alti incassi come "IL RITORNO DELLO JEDI" e " OCTOPUSSY". "SUPERMAN IV" venne realizzato nel 1987, ma fu un fiasco clamoroso, e oggettivamente considerato come il più brutto della serie. Nel 2006 BRYAN SYNGER provò a fare ripartire la serie con "Superman Returns", ma il film non andò bene. La vera ripartenza della saga di Superman è avvenuta con "L'uomo d'acciaio", seguito da "BATMAN V SUPERMAN:DAWN OF JUSTICE" del 2016. 

domenica 6 marzo 2016


IL GIORNO DELLO SCIACALLO (The day of the Jackal, GB/F 1973)
DI FRED ZINNEMANN
THRILLER
Il romanzo "IL GIORNO DELLO SCIACALLO", che FREDERICK FORSYTH scrisse in sei settimane, divenne un best-seller internazionale, e FRED ZINNEMANN fu il cineasta scelto per dirigerne il film che ne sarebbe stato tratto. Per il ruolo del killer professionista "Lo Sciacallo", vennero fatti i nomi di JACK NICHOLSON, ROBERT REDFORD, MICHAEL CAINE, ROGER MOORE, con quest'ultimo fortemente desiderato dalla produzione, ma il regista fu categorico nel volere un attore non famoso, proprio perchè, nella sua visione, l'assassino doveva essere anonimo, comune, non riconoscibile. Scelse EDWARD FOX dopo averlo visto in "MESSAGGERO D'AMORE". Anni dopo, Zinnemann ammise, intervistato, che forse con un attore già celebre, il film avrebbe avuto più successo di pubblico. DEREK JACOBI interpretò, dopo questo, un altro titolo da un romanzo di Frederick Forsyth: "DOSSIER ODESSA". In questo film MICHAEL LONSDALE interpreta un agente segreto che cerca di eliminare un killer professionista inglese, con un fucile ad alta precisione: cinque anni dopo, in "MOONRAKER" Lonsdale interpretò Hugo Drax, nemico di James Bond che cercherà di far fuori la celebre spia nello stesso modo. Nella scena in cui il killer si reca a Genova per incontrare chi gli vende le armi, una copertina di una rivista italiana mostra John F.Kennedy in visita in Europa: è il 2 Agosto 1963, tre mesi prima dell'assassinio del presidente USA. La prima scena girata fu quella in cui lo Sciacallo incontra i membri dell'OAS: occorsero tre giorni per realizzarla, perchè Fox faticava un pò ad entrare nel ruolo. Zinnemann spiegò all'attore che se non gli fosse venuta bene questa scena, non avrebbe di certo compromesso la sua carriera, e servì a far calare la tensione per l'attore inglese. I tre personaggi femminili principali hanno i capelli rossi. Durante le riprese della sequenza che chiude il film, con il presidente che consegna le medaglie ai veterani di guerra, le comparse non erano al corrente di quanto ADRIEN CAYLA-LEGRAND assomigliasse a De Gaulle, e quando l'attore scese dalla limousine in molti ebbero un moto di stupore, e uno dei figuranti più anziani addirittura ebbe un malore per l'emozione. Le sequenze del Giorno della Liberazione vennero create riprendendo una vera parata, e molti dei presenti non si resero conto di venir filmati: quando scattarono i finti arresti della pellicola, ci furono un pò di problemi, perchè in molti si accalcarono per guardare cosa stesse succedendo. De Gaulle era ancora vivo quando lo scrittore finì il romanzo nel 1970, ma morì nel 1971, appena prima che venisse pubblicato. Casson menziona un'impresa dello Sciacallo in Congo, alludendo, probabilmente, all'omicidio di Patrick Lumumba, primo presidente congolese, probabilmente ucciso da un europeo. E' anche un'accenno al terzo romanzo di Forstyth, "I MASTINI DELLA GUERRA", che parla di interventi dei mercenari nell'Africa degli anni Sessanta e Settanta: ne venne tratto un film da JOHN IRVIN nel 1980. Uno degli obiettivi del sicario è un certo Trujillo: forse la sceneggiatura ammicca a Rafael Trujillo, presidente della Repubblica Dominicana, considerato un tiranno, che venne assassinato nel 1961. Il romanzo ed il film spinsero la London Public and Records a controlli più stretti, affinchè nessuno utilizzasse i documenti di persone decedute, come fa lo Sciacallo in alcune scene. Il governo francese dette una mano alla produzione, fornendo soldati e aiutando a liberare luoghi per le riprese. Ci sono, nella pellicola, 31 diverse inquadrature di orologi: e dire che "MEZZOGIORNO DI FUOCO", sempre di Zinnemann, che è considerato uno dei film in cui vengono più mostrati quadranti di orologio, ne contiene solo 13. Quando Lebel spara allo Sciacallo, si vede il killer cadere a braccia alzate, senza fucile; quando viene inquadrato dall'altro angolo, si nota che ha il fucile nella destra. Il poliziotto che viene ucciso nella scena della parata per la Liberazione venne interpretato da PHILIPPE LEOTARD, il quale curiosamente morì nel giorno della Liberazione del 2001.Nel lungometraggio, a parte i primi cinque minuti, non c'è praticamente musica, se si escludono fanfare in scena, radio accese. Sebbene al box-office il film non sfondò come desiderato, ebbe negli anni un successo solido, e Edward Fox divenne un comprimario di lusso per cinema e tv. Zinnemann, girando la pellicola, era preoccupato perchè molti lettori del romanzo, chiaramente, conoscevano il finale, ma fu sollevato quando ricevette molte congratulazioni per l'adattamento. Ricevette una nomination all'Oscar per il montaggio. Ai Golden Globes ebbe tre candidature: miglior film drammatico, regia e sceneggiatura. Ai BAFTA, su sei candidature, tra cui miglior film, riuscì a vincere quella per il montaggio. Nel 1997 ne venne fatto un parziale remake, "THE JACKAL", con l'assassino interpretato da BRUCE WILLIS

sabato 5 marzo 2016


BILLY IL BUGIARDO ( Billy Liar, GB 1963)
DI JOHN SCHLESINGER
COMMEDIA
"BILLY IL BUGIARDO" era all'origine un romanzo di KEITH WATERHOUSE, ispirato dal cartoon "Walter Mitty", che ne trasse poi una commedia, insieme a WILLIS HALL, che ebbe un rimarchevole successo: ALBERT FINNEY interpretò il ruolo principale con grande approvazione di pubblico e critica, ma quando JOHN  SCHLESINGER mise su la versione cinematografica, scelse TOM COURTENAY, probabilmente perchè il più minuto Courtenay gli sembrava più credibile del prestante Finney come commesso che vive una vita scontenta e con la testa tra le nuvole. Tuttavia, Courtenay aveva già anch'egli interpretato il ruolo sul palcoscenico: vennero scelte dalla versione teatrale, nei medesimi ruoli ricoperti, anche ETHEL GRIFFIES e MONA WASHBOURNE. Courtenay rivelò in un'intervista che, prima di girare le scene, la Griffies era solita rimuovere la propria dentiera. Fu il film d'esordio per GEORGE INNES. Per interpretare Liz venne ingaggiata TOPSY JANE, che però si ammalò non appena si partì con le riprese (l'attrice appare tuttavia in scene in campo lungo, come quando Billy e Liz si spostano dal balcone verso le persone di Ambrosia) e venne sostituita da JULIE CHRISTIE: nonostante non compaia nella pellicola per più di 12 minuti, si può dire che questo film lanciò la Christie come nuova star. Nei primi giorni sul set, Julie Christie era quasi nel panico, perchè riteneva di essere inappropriata per la parte. Non si sa se sia vero o meno, ma pare che la prima scena in cui appare Liz venne girata in piena strada, riprendendo gente comune, nello stile del cinema-veritè: in tanti uomini voltarono la testa seguendo con lo sguardo la bellissima Julie, e la loro reazione appare molto genuina. Appena prima di cominciare a recitare nel lungometraggio, FINLAY CURRIE perse l'ultima figlia che gli era rimasta: comprensibilmente, era distratto, e gli venne concesso di stare a riposo. Quando tornò sul set, ricordò Schlesinger, era spesso confuso e aveva problemi a ricordare le battute. MURIEL DAY finse di cantare "Twisterella", perchè la vera vocalist aveva dovuto abbandonare il set perchè incinta. Il film utilizzò un linguaggio abbastanza azzardato, che contribuì a portare avanti il livello di tolleranza di parolacce nel cinema inglese. "Billy il bugiardo" ebbe un grosso successo in patria e presso le platee internazionali, fu candidato  a sei BAFTA, tra cui miglior film anazionale, attore protagonista e attrice, ma non vinse:John Schlesinger fu candidato alla vittoria del Leone d'Oro a Venezia, ma non riuscì a vincerlo, e il film  generò anche un telefilm, nel 1973.

venerdì 4 marzo 2016


ANASTASIA ( Anastasia, USA 1956)
DI ANATOLE LITVAK
DRAMMATICO 
Il dramma teatrale "ANASTASIA"  di MARCELLE MAURETTE debuttò a Broadway alla fine di Dicembre del 1953, e resse per 272 repliche. La storia si basa su Anna Anderson, una donna che diceva di essere la granduchessa Anastasia, perchè della famiglia Romanov, gli zar di Russia all'inizio del XX secolo,  su undici membri, vennero trovati solo i resti di nove, ad Ekaterinemburgo, nel 1991: nessuno ha mai saputo con certezza che fine avessero fatto la granduchessa ed il fratello Aleksey Nikolaevitch Romanov.  Come venne accertato dall'esame del DNA, la Anderson, in realtà, non era Anastasia. Al momento in cui la pellicola entrò in produzione, i produttori non erano al corrente che Anna Anderson fosse ancora in vita: quando ne vennero a conoscenza, si recarono in Germania per chiedere alla donna il permesso di usare il suo nome e la sua storia.  Uno dei personaggi è indicato come "Il monaco pazzo": è un riferimento a Grigory Rasputin, il religioso fanatico che si trovava a corte degli zar, guaritore per il figlio del regnante, e, si dice, di grande ascendente sulla zarina Alexandra. Rasputin morì ucciso, probabilmente dai parenti degli zar per il troppo potere acquisito. Il trio di cospiratori formato da Bounine, Chernov e Petrovin è del tutto frutto di fantasia.   Il film rappresentò il ritorno a Hollywood per INGRID BERGMAN, che era stata in pratica messa sulla lista nera, per via della relazione "proibita" con ROBERTO ROSSELLINI, e del figlio avuto con lui senza esserne la moglie. Prima di ANATOLE LITVAK, fare un film su questo tema aveva interessato MICHAEL POWELL, che aveva in mente JENNIFER JONES come protagonista. Costato oltre tre milioni e mezzo di dollari, ne incassò circa dieci nei soli Stati Uniti. Ebbe due candidature agli Oscar, per la miglior attrice protagonista (Bergman) e la miglior colonna sonora, vincendone uno. Quando venne dato l'Oscar alla Bergman, fu CARY GRANT ad andare a ritirarlo, data la lunga e forte amicizia tra i due. Ai Golden Globes, altrettante nominations, sia per Ingrid Bergman, che per HELEN HAYES come non protagonista: fu l'attrice svedese a vedersi consegnare il premio. La Bergman trionfò anche al David di Donatello. 

giovedì 3 marzo 2016


LA CARICA DEI SEICENTO ( The charge of the light brigade, USA 1936)
DI MICHAEL CURTIZ
AVVENTURA
"LA CARICA DEI SEICENTO" prende le mosse dal poema di Lord ALFRED TENNYSON, che esaltava l'impresa della cavalleria inglese durante la battaglia di Balaklava, nella Guerra di Crimea, che vedeva schierati su opposti versanti una coalizione formata da Regno Unito, la Francia e l'Impero Ottomano, e l'Impero Russo. Nella sceneggiatura originale, la motivazione dietro all'attacco che dà il titolo al film era l'assedio di un forte inglese a Cawnpore, ed il successivo sterminio degli assediati, da parte di soldati indiani che si erano ribellati: ma qualcuno della produzione fece notare che questo avvenne tre anni dopo la battaglia di Balaklava, quindi storicamente infondato. Fu il secondo di nove film interpretati in coppia da ERROL FLYNN e OLIVIA DE HAVILLAND per la Warner Brothers: per l'attore fu il vero e proprio lancio come star. Durante le riprese, MICHAEL CURTIZ, essendo di origine ungherese e non propriamente ancora padrone della lingua inglese, impartiva l'ordine "Avanti con i cavalli vuoti!", che avrebbe voluto significare "Cavalli senza cavaliere", suscitando la nascosta ilarità di buona parte di troupe e cast: DAVID NIVEN, presente tra gli attori, usò la frase "Bring on the empty horses!" come titolo della propria autobiografia.... Niven rivelò che durante una pausa delle riprese, Flynn si trovava a cavallo, ritoccandosi il trucco con una mano, reggendo uno specchio con l'altra. Uno degli stuntmen, per burla, urtò con la lancia il cavallo sul quale era la star, facendola cadere: quando Errol Flynn si rialzò, volle sapere chi era stato, e dette un sonoro ceffone allo stunt. Poi, i due divennero amici! Per i ruoli poi ricoperti, rispettivamente, da OLIVIA DE HAVILLAND, C.HENRY GORDON  e J.CARROL NAISH, vennero fatti provini a ANITA LOUISE, BELA LUGOSI e MISCHA AUER. Per girare la scena dell'attacco della cavalleria, ci furono in scena 125 cavalli, dei quali, purtroppo, 25 dovettero essere soppressi per incidenti occorsi durante le riprese. Le considerevoli, e giustificate, proteste infuriate degli animalisti americani, alla notizia dello scempio, causò provvedimenti da parte del Congresso USA, che istituì leggi affinchè gli animali utilizzati per girare film fossero cautelati. Errol Flynn, provetto cavallerizzo, fu indignato e addolorato per quel che era successo, mentre Curtiz pareva non curarsene granchè, e ci furono discussioni sul set circa l'argomento: i due lavorarono insieme non solo questa volta, ma su ogni set insieme andarono quasi alle mani. Da amici, collaborarono nuovamente, ma parlandosi solo durante le riprese realizzate insieme. Anche uno stuntman ci rimise la vita, girando la sequenza della battaglia: venne sbalzato via dal cavallo su cui si trovava, e si ferì a morte su una spada lasciata sul campo con la lama verso l'alto. Durante la sequenza-chiave della carica, alcune musiche sono di PYOTR TCHAYKOVSKY, come "1812 Ouverture". Alcune immagini vennero utilizzate nel videoclip "The trooper" della band IRON MAIDEN. Nel 1968, in Gran Bretagna, venne realizzato "I SEICENTO DI BALAKLAVA", non proprio un remake, ma per molti versi una rilettura dei fatti qui narrati. Costò 1 milione e 200,000 dollari, le riprese vennero svolte dal Marzo al Luglio del '36. Candidato a tre Oscar, tutti tecnici, ne vinse uno, per la miglior assistenza alla regia( categoria poi sparita) ,andato a JACK SULLIVAN .

martedì 1 marzo 2016


SIMONE SIGNORET ( Henriette Charlotte Simone Kaminker, 25/05/21, Wiesbaden, Hesse, D - 30/10/85, Autheuil-Authouillet, F)
Nata in Germania nel 1921, SIMONE SIGNORET, che nacque Henriette Charlotte Simone Kaminker, e adottò Signoret, il cognome da nubile della madre, per evitarsi problemi con le autorità naziste fino al 1945,  per anni rimase ai bordi della celebrità, apparendo in molti film, anche con una sola battuta, nonostante la sua notevole bellezza: andata a vivere in Francia, lavorava senza regolare permesso durante l'occupazione nazista, dato che il padre, di origine ebrea, era andato a vivere in Inghilterra all'avvento del nazismo. Per aiutare la madre e i tre fratelli, l'attrice si accontentava di presenziare anche per pochi fotogrammi, pur di portare dei soldi a casa. Nel 1948, a ventisette anni, interpretò una prostituta che incontrava un uomo e se ne innamorava in "DEDEE D'ANVERS", di YVES ALLEGRET, che fu il suo primo marito. Nel 1952, la vera svolta con "CASCO D'ORO", che divenne anche il suo soprannome. Uno dei ruoli più importanti della sua carriera fu quello di Nicole Horner ne "I DIABOLICI", uno dei grandi thriller della storia del cinema. In America divenne particolarmente celebre a 38 anni, con il successo riscontrato per la sua prova in "LA STRADA DEI QUARTIERI ALTI", in cui il suo personaggio, una donna infelicemente sposata, incontrava il primo vero amore della vita. Successivamente, si divorziò, e si risposò con YVES MONTAND: ai due venne negato il visto per gli Stati Uniti, negli anni Cinquanta, per il loro attivismo di sinistra, inviso alla preponderante corrente di pensiero filomaccartista. Poterono andare in USA nel 1960, quando Montand si esibì in concerto a New York e San Francisco, e poi girò "FACCIAMO L'AMORE" con MARILYN MONROE . I due presero in affitto un bungalow vicino alla Monroe e ARTHUR MILLER, all'epoca marito della bionda star americana: ebbero ottimi rapporti, e si vociferò di una relazione tra Montand e la Monroe, ma pare che non accadde, e che Miller volesse scrivere una pièce teatrale sulla vicenda. Nello stesso anno, Simone Signoret vinse l'Oscar proprio per "La strada dei quartieri alti", diventando la prima attrice a vincere come miglior protagonista per un film non statunitense, e la seconda francese a ottenere il riconoscimento (prima di lei CLAUDETTE COLBERT per "ACCADDE UNA NOTTE"), e in Italia fu la protagonista di uno dei film più amati degli anni Sessanta, "ADUA E LE COMPAGNE". Nel 1961 avrebbe dovuto interpretare "PAESE SELVAGGIO" accanto a ELVIS PRESLEY, ma poi non accettò il ruolo, e così fu scritturata HOPE LANGE. Un altro personaggio che rese memorabile, fu quello della contessa in "LA NAVE DEI FOLLI", nel 1965. Scrisse un romanzo, "Adieu Volodia", che narrava di un gruppo di immigrati ebrei dall'Ucraina e dalla Russia, e dei loro figli, sullo sfondo del mondo della recitazione in teatro ed al cinema; nel 1976 pubblicò un'autobiografia, "La nostalgie n'est plus qu'elle etait". Fu molto amica di DELPHINE SEYRIG e di ROMY SCHNEIDER, che riuscì a convincere a tornare sullo schermo per un'ultima apparizione dopo la tremenda vicenda della morte del figlio dell'attrice austriaca, in "LA SIGNORA E' DI PASSAGGIO". Parlava bene francese, inglese e tedesco.  La figlia, CATHERINE ALLEGRET, è divenuta attrice: la Signoret aveva già avuto un bambino, morto purtroppo dopo soli nove giorni di vita, nel 1945. Nonostante fosse invecchiata precocemente, e negli ultimi anni dimostrasse più della sua vera età, Simone Signoret è stata un mito vero e proprio, con canzoni dedicate, e NINA SIMONE che scelse il nome d'arte in omaggio alla diva del cinema. E' stata sepolta vicino al marito, Yves Montand, nel celeberrimo cimitero parigino "Père-Lachaise". 
COSI' PARLO' SIMONE SIGNORET:
"Colleziono le recensioni di tutti i film che ho rifiutato. E quando ne parlano male, sorrido."
"Sono invecchiata nel modo in cui le donne, che non sono attrici, invecchiano."
"Orde di ragazzine non si sono mai pettinate come me, o hanno imitato il modo in cui parlo, o come mi vesto. Ho avuto quindi il sollievo di non dover perpetuare un'immagine che sarebbe l'equivalente di una particolare canzone, che cristallizza un esatto momento della gioventù di qualcuno."