mercoledì 20 novembre 2019

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GUARDIA DEL CORPO ( The Body guard, USA 1992)
DI MICK JACKSON
AZIONE/SENTIMENTALE/THRILLER
Lo script di "GUARDIA DEL CORPO" venne proposto a metà degli anni Settanta, prevedendo, come star, STEVE MCQUEEN nel ruolo del gorilla, e DIANA ROSS in quello della cantante di successo minacciata, ma non trovò produttori in quanto reputato troppo controverso, venendo rifiutato per ben 67 volte. KEVIN COSTNER vide lo script di questo film per la prima volta sul set di "SILVERADO", che girò con LAWRENCE KASDAN, sceneggiatore di questa pellicola.Per il ruolo di Rachel Marron erano in lizza PAT BENATAR, MADONNA, OLIVIA NEWTON-JOHN, JOAN JETT, DEBBIE HARRY, JANET JACKSON, TERRI  NUNN, KIM CARNES e DOLLY PARTON: Kevin Costner, che era tra i produttori di questo film, si oppose alla scelta di Madonna, in quanto la popstar, in "A LETTO CON MADONNA", lo prende in giro. Invece, fu proprio Costner che fece molta pressione per avere WHITNEY HOUSTON come co-star. Costner ha asserito che aveva basato la sua interpretazione del proprio personaggio su Steve McQueen, volendo anche un taglio di capelli che richiamasse la celeberrima frangia dell'attore scomparso nel 1980. La villa di Rachel è la stessa in cui ne "IL PADRINO" viene messa la testa di cavallo nel letto del produttore Jack Woltz. A fine 2015 quella di questo lungometraggio risultava la colonna sonora più venduta di sempre, superando anche quella per anni record de "LA FEBBRE DEL SABATO SERA", arrivata a circa 10 milioni di copie vendute: "The Body Guard" ne ha vendute più di 37 milioni di copie. Fu un'idea di Kevin Costner far partire "I WILL ALWAYS LOVE YOU" con Whitney Houston  "a cappella". Originariamente la canzone- simbolo avrebbe dovuto essere "What becomes of brokenhearted", ma l'utilizzo della versione interpretata da PAUL YOUNG in "POMODORI VERDI FRITTI ALLA FERMATA DEL TRENO", fece cambiare idea ai produttori e adottare "I will always...". Per ringraziare Costner dei consigli sulla recitazione, la Houston avrebbe voluto dargli lezioni di canto. La cantante affermò che Costner le suggerì di usare maggiormente lo sguardo per "ascoltare e comunicare. Sia MICK JACKSON che Kevin Costner vollero che la popstar non prendesse lezioni di recitazione per apparire più "naturale". Jackson suggerì alla Houston di pensare a ogni scena da girare come ad una canzone da interpretare. Durante la lavorazione del film, Whitney Houston ebbe un aborto spontaneo, e per due settimane le riprese dovettero essere interrotte. Nel film, Frank e Rachel vanno al cinema a vedere "YOJIMBO. LA SFIDA DEL SAMURAI", che in USA uscì reintitolato "The Bodyguard". Un terribile incidente funestò il set: durante la preparazione della scena del garage sotterraneo, l'autista che faceva parte della troupe BILL VITAGLIANO rimase in mezzo a due mezzi che si scontrarono, uccidendolo. Solo recentemente Kevin Costner ha rivelato che la donna che egli ha in braccio nella scena che divenne il manifesto del film non è Whitney Houston, bensì la sua controfigura, cui egli disse di voltare il proprio viso sulla sua spalla, in modo da confondere gli spettatori. Whitney Houston dovette posticipare otto concerti del suo "Bodyguard Tour", che intraprese dopo l'uscita del lungometraggio, per problemi alla gola. Costner ebbe a dichiarare che, se avesse potuto cambiare qualcosa dello script, non avrebbe ambientato la resa dei conti alla notte degli Oscar. Sono corse voci su un sequel, che avrebbe visto Frank apprendere della morte di Rachel, mentre proteggeva un nuovo cliente, e le cose avrebbero dovuto essere collegate, ma poi non è stato girato. Tuttavia, si parla da un pò di tempo di un remake. Costato 25 milioni di dollari, incassò 122 milioni nei soli USA, ed altri 289 nel resto del mondo, arrivando alla grossa cifra di 411 milioni totali.

martedì 8 ottobre 2019

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INDIANA JONES E L'ULTIMA CROCIATA
( Indiana Jones and the last crusade, USA 1989)
DI STEVEN SPIELBERG
AVVENTURA/FANTASTICO
Definito dallo stesso STEVEN SPIELBERG come il suo favorito della saga sull'archeologo-avventuriero, "INDIANA JONES E L'ULTIMA CROCIATA" fu voluto fortemente dal regista per due motivi: per rispettare l'accordo con GEORGE LUCAS, sul mettere insieme almeno una trilogia con protagonista il personaggio, e per recuperare sulle critiche negative riscosse da molti recensori per il secondo capitolo, "INDIANA JONES E IL TEMPIO MALEDETTO". Lucas propose, quando fu tempo di mettere in cantiere questo terzo episodio, di ambientarlo in un castello maledetto, ma Spielberg, che aveva terminato da non molto la lavorazione di "POLTERGEIST", voleva fare altro: fu un'idea di Lucas inserire la ricerca del Sacro Graal come motore della vicenda, e di Spielberg quella di mettere a confronto il protagonista con la figura paterna. Fu HARRISON FORD a indicare RIVER PHOENIX per impersonare Indy da ragazzo, avendo lavorato accanto a lui poco prima in "MOSQUITO COAST"; quando venne chiesto al giovane attore come si fosse preparato a interpretare il personaggio, Phoenix rivelò che non aveva guardato attentamente i primi due film, bensì si era concentrato nell'osservare Ford fuori dal set. Nel film la cicatrice sul mento di Indiana Jones viene spiegata mostrando il personaggio che se la procura facendo schioccare la frusta per la prima volta: in realtà, Harrison Ford se la fece in un incidente d'auto quando aveva circa vent'anni. In questo film viene rivelato anche come mai Henry Jones, jr. si chiama "Indiana": è in omaggio al suo cane, così come è un reale omaggio al cane di razza Alaskan Malamute, di proprietà di George Lucas negli anni Settanta. Un esemplare di questo tipo è visibile in casa Jones nel prologo. Spielberg volle omaggiare i propri trascorsi da boy scout nel rappresentare un giovanissimo Indiana Jones in tal veste, a inizio film. SEAN CONNERY è sempre stato nella mente di Spielberg e Lucas l'attore che avrebbe dovuto ricoprire il ruolo del padre del loro eroe: proprio perchè Indiana Jones nasce anche come omaggio a James Bond, l'attore scozzese era per forza il suo genitore. Se Connery non avesse accettato, GREGORY PECK era l'alternativa. LAURENCE OLIVIER venne considerato per impersonare il cavaliere custode del Santo Graal, ma l'attore inglese era troppo mal messo con la salute per prender parte alla lavorazione; inoltre, Olivier morì poco dopo l'uscita del lungometraggio. Connery, essendo nato nel 1930, aveva solo dodici anni più del figlio cinematografico HARRISON FORD, nato nel 1942. Per girare questo episodio, Steven Spielberg non accettò la regia di "BIG", nè di "RAIN MAN". RIVER PHOENIX è stato il primo attore ad impersonare il giovane Indiana Jones, nel prologo di questo episodio: nella serie televisiva che ne venne generata, venne chiesto a Phoenix di tornare a interpretare il personaggio, l'attore non accettò, e la parte andò a SEAN PATRICK FLANNERYDENHOLM ELLIOTT e JOHN RHYS-DAVIES compiono la loro ultima apparizione nella serie di Indiana Jones, rispettivamente nei panni del professor Marcus Brody e di Sallah: i due personaggi vennero inseriti nella sceneggiatura per alleggerire con dell'umorismo il capitolo. Ad Elliott avevano appena diagnosticato l'Aids, e le sue peggiorate condizioni di salute resero più complicata la sua partecipazione al film. La parte di Elsa venne offerta a AMANDA REDMAN, che decise di non accettare, quando scoprì che c'era la scena nella fogna con i ratti, da cui era terrorizzata; fu scelta allora ALISON DOODY, modella e attrice irlandese, che al cinema si era vista solo in "007 BERSAGLIO MOBILE" e "UNA PREGHIERA PER MORIRE".  Nella sceneggiatura originale, viene menzionato Abner Ravenwood, padre di Marion e mentore di Indy, che viene citato ne "I PREDATORI DELL'ARCA PERDUTA". Come in molte scene d'azione, Ford girò quasi senza controfigure, al punto da indurre lo stuntman VIC ARMSTRONG a dire in un'intervista "Se non fosse divenuto una star, sarebbe diventato una gran controfigura!". TOM STOPPARD venne ingaggiato, pagandolo 120,000 dollari per riscrivere dialoghi, specialmente quelli tra i due Jones: dopo l'uscita del film, e il conseguente grande successo internazionale, gli venne dato un aggiuntivo milione di dollari come pattuito se la pellicola avesse superato certe cifre. Secondo Steven Spielberg, aver preso a bordo Stoppard aveva contribuito a mantenere ironico il tono del rapporto tra Indiana Jones ed il padre, senza voler diventare troppo sentimentali. Quando Indiana Jones sceglie il Graal sostiene che la coppa di un falegname deve dare idea di umiltà, anche se nella Bibbia non viene mai indicato che Gesù Cristo facesse tale mestiere, bensì lo è San Giuseppe. Nel film, correttamente, viene detto che il nome in latino di Geova si scrive Ievah, dato che il cavaliere era partecipante alla prima crociata. Durante l'intera scena del dirigibile, per il calore sia Ford che Connery girarono senza indossare i pantaloni, con gran divertimento della troupe.  Molte delle uniformi dei soldati nazisti nella scena dei libri messi al rogo sono autentiche, ne venne trovata una grossa quantità dal costumista ANTHONY POWELL, che riuscì a ottenerne l'utilizzo. Il cappello, la giacca e la frusta originali di Indy sono conservati allo Smithsonian National Museum of American History. Per Powell fu una sfida trovare il giusto look per il padre di Indiana Jones: nella sceneggiatura, il personaggio avrebbe dovuto indossare più o meno gli stessi abiti per tutta la pellicola. Il costumista tenne allora presente suo nonno, e fece adottare al personaggio vestiti di tweed e cappelli da pescatore; Powell ritenne necessario che Henry Jones portasse occhiali, ma non voleva coprire lo sguardo di Connery, così fece preparare una montatura apposita, con lenti adatte all'uopo. Fu l'ultimo film cui lavorò DOUGLAS SLOCOMBE, leggendario direttore della fotografia, perchè poco dopo la fine delle riprese, questi perse l'utilizzo dell'occhio destro. Durante la lavorazione delle sequenze veneziane, la produzione ebbe a disposizione il Canal Grande dalle sette del mattino alle tredici per un giorno. La chiesa di S. Barnaba, a Venezia, in realtà, è molto ordinaria, e non contiene la maestosa biblioteca visibile nel film. Duecento ratti vennero allevati in modo "speciale" per girare le scene nelle fogne a Venezia, in quanto, se fossero stati presi direttamente avrebbero portato problemi come malattie e altro. Ci fu una questione a proposito dei topi, in quanto la compagnia assicurativa cui si era rivolta la produzione, la Fireman's Fund, aveva messo nel contratto penali molto forti, che riguardavano eventuali incidenti o addirittura indisposizioni degli animali: se si fosse perso anche un solo giorno di riprese, ciò avrebbe comportato una forte perdita di denaro. Le due parti trovarono un compromesso, utilizzando anche un migliaio di topi meccanici. I quattro cavalli che si vedono furono prestati alla produzione dal re Hussein di Giordania. Quando il professor Jones fa spiccare il volo ai gabbiani sulla spiaggia con l'ombrello, in realtà sono piccioni gli uccelli, perchè i gabbiani non sono addestrabili. Durante la lotta di Indiana Jones con il colonnello Vogel sul tank, il soldato al periscopio dice all'equipaggio, in tedesco "Gli americani combattono come ragazze!".  Per girare la sequenza occorsero una decina di giorni di riprese, e due carri armati, di cui uno costruito completamente in alluminio. Le difficoltà dei carri armati nell'essere manovrati erano reali. I due tank sono adesso ai Disney Studios a Orlando, in Florida, seppure non costituiscano attrazione vera e propria. Uno dei libri che si vedono bruciare dai nazisti è "Il Capitale" di KARL MARX. E' il film della serie in cui ci sono più inseguimenti, contenendone ben sei, su mezzi diversi.  Il tempio del finale della pellicola esiste veramente, ma si trova a Petra, in Giordania, e non ad Alessandretta. La ferita di Henry Jones senior venne realizzata con bicarbonato, versandoci aceto sopra. Il tecnico del suono HENRY BURTT voleva un forte suono di eco per il colpo di pistola che colpisce Jones sr., così registrò un colpo di una Magnum 357 in un parcheggio sotterraneo, nonostante la pistola usata nel film sia una Walter PPK, altro omaggio alla serie di 007. La morte di Donovan, il cattivo della storia, venne realizzata con tre mesi di preproduzione con computer graphic per simularne l'accelerata decomposizione e tramutazione in uno scheletro. JULIAN GLOVER, così come in "SOLO PER I TUOI OCCHI", si presenta come un personaggio positivo inizialmente, per rivelare la sua natura malvagia nella seconda parte del racconto. Benché si fosse trovato bene sia con Spielberg che con Ford, Connery declinò la proposta di tornare ad interpretare Henry Jones, Senior, nel quarto episodio della serie, "INDIANA JONES E IL REGNO DEL TEMPIO DI CRISTALLO". La storia viene ambientata nel 1912 ( prologo) e nel 1938. Ad oggi, con le sue due ore e sette minuti di durata, è il più lungo episodio della saga. Nel film muoiono cinquanta persone, tredici delle quali per mano di Indiana Jones. Costato 47 milioni di dollari, ne incassò 197 negli USA, ed altri 277 nel resto del mondo, totalizzando 474 milioni. Ottenne tre nominations agli Oscar, per miglior colonna sonora (JOHN WILLIAMS, alla decima collaborazione con Steven Spielberg), miglior sonoro, e migliori effetti speciali, vincendo la statuetta per quest'ultima categoria. L'unica candidatura ai Golden Globes fu invece per Sean Connery come miglior non protagonista. Ai BAFTA tre nominations: a Connery, al suono e agli effetti speciali

sabato 10 agosto 2019

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VISITE A DOMICILIO ( House calls, USA 1978)
DI HOWARD ZIEFF
COMMEDIA
"VISITE A DOMICILIO" fu la prima di due commedie che videro protagonisti WALTER MATTHAU e GLENDA JACKSON: la seconda fu "DUE SOTTO IL DIVANO", del 1980, e questa generò una serie tv ispirata al plot, lunga quarantanove episodi, in cui il nome del personaggio principale mutò da Charley Nichols a Charley Michaels. Anche con ART CARNEY Matthau aveva già lavorato, nella prima versione a Broadway de "I RAGAZZI IRRESISTIBILI". Fu l'ultima apparizione cinematografica per THAYER DAVID. Nel film è presente CHARLES MATTHAU, figlio di Walter, nei panni del figlio del personaggio della Jackson. Probabilmente per questioni legate ai diritti di sfruttamento, la canzone "Something" cantata da GEORGE HARRISON era presente nei trailers e nel VHS della prima edizione di questa pellicola, ma poi rimossa sia dalla versione laser disc che dai Dvd. Il brano che Matthau tenta di cantare sotto la doccia è la romanza di Cherubino da "LE NOZZE DI FIGARO". E' l'unico lungometraggio in cui Walter Matthau appare vestito da donna. Negli USA l'incasso fu di oltre 28 milioni di dollari. 

venerdì 26 luglio 2019

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LO STRANGOLATORE DI BOSTON
( The Boston strangler, USA 1968)
DI RICHARD FLEISCHER
THRILLER
La 20th Century Fox affidò, inizialmente, il compito di scrivere una sceneggiatura sulla vicenda dello strangolatore di Boston, colpevole di 13 delitti di donne, a TERENCE RATTIGAN, basandosi sul libro di GEROLD FRANK: ma Rattigan mise troppi elementi umoristici nel suo lavoro, come la rivelazione dell'identità del killer, trovata da un computer, nella personalità del produttore DARRYL F. ZANUCK, e quindi la casa di produzione lo rimpiazzò con EDWARD ANHALT. Per il ruolo di Albert DeSalvo, l'uomo che si rivelò essere lo psicopatico autore degli omicidi, vennero presi in considerazione ROBERT REDFORD, WARREN BEATTY, HORST BUCHHOLZ, STUART WHITMAN, ma venne alla fine scelto TONY CURTIS, nonostante fosse noto per film avventurosi o brillanti. Nel 1968, la rivista Variety lo aveva inserito tra i dieci attori hollywoodiani troppo pagati. Una critica spesso ripetuta, era sull'età del divo, che veniva ritenuto troppo anziano per la parte, dato che DeSalvo aveva compiuto i delitti fino ai primi trent'anni di vita: in realtà, Curtis aveva solo sei anni più dell'assassino che avrebbe impersonato sullo schermo. Per l'attore questa fu un'importante possibilità per dimostrare più strati da interprete, e un cambio di passo in generale nella sua carriera. L'interpretazione che fornì fu poi apprezzata molto. Nel film passa un'ora di proiezione, prima che egli appaia: e fino all'undicesima vittima, non viene rivelato chi sia il killer. ROBERT SHAW fu in predicato per dar volto all'investigatore Phil Di Natale, poi interpretato da GEORGE KENNEDY. Il ruolo di Edna fu l'ultima parte al cinema per ENID MARKEY, dopo una carriera di oltre sessant'anni. Il film rappresentò l'esordio per EDWARD WINTER. Curtis si fratturò il naso girando una scena di inseguimento. La musica composta da ARTHUR NEWMAN, "Peter the Poole" consisteva in una sola traccia, peraltro udibile soltanto negli ultimi ventidue secondi di proiezione. Poco prima che le riprese cominciassero, il vero DeSalvo fuggì dall'istituto di igiene mentale ove era rinchiuso, e non fu ripreso prima di trentatrè ore dopo. Costato 4 milioni e 100,000 dollari, ne incassò 17 milioni e 800,000 nei cinema americani. Il film ottenne una nomination per i Golden Globes per l'interpretazione di Tony Curtis.

giovedì 25 luglio 2019


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SINUHE L'EGIZIANO ( The Egyptian, USA 1954)
DI MICHAEL CURTIZ
STORICO
Alla base di questo film c'era il successo del romanzo storico pubblicato nel 1945, "THE EGYPTIAN" del finlandese MIKA WALTARI, incentrato sulla figura realmente esistita di Sinuhe. Nel 1955, lo stesso Waltari pubblicò un romanzo intitolato "The Etruscan", e nel 1964 "The Roman", a completare un'ideale trilogia. Quando venne annunciato questo film tra i grossi progetti della 20th Century Fox in Cinemascope per il 1954, c'erano i nomi di MARLON BRANDO, BURT LANCASTER, KIRK DOUGLAS: l'unico che era veramente in predicato di essere nel cast, era Brando, che si sfilò appena prima che le riprese cominciassero, pare per via del suo disappunto sia circa il regista, il ruolo e la sceneggiatura. Venne allora contattato DIRK BOGARDE, per il ruolo di Sinuhe, che non accettò, poi venne chiamato EDMUND PURDOM, che accettò. MARILYN MONROE insistette molto per avere il ruolo di Nefer, ma il produttore DARRYL F. ZANUCK non volle saperne, e assegnò la parte alla sua amante di allora, BELLA DARVI. Sir PETER USTINOV fu inizialmente accantonato per il proprio ruolo, perchè considerato troppo giovane: lo stesso attore, dopo aver compiuto ricerche su Kaptah, il personaggio storico che avrebbe dovuto interpretare, venne a sapere che era solo di pochi anni più anziano di lui. Ne informò i produttori, che a quel punto cambiarono idea. Uno dei pochi kolossal hollywoodiani a mettere il nome di una star femminile, JEAN SIMMONS, su titoli e manifesti. Vennero utilizzati due compositori, BERNARD HERRMANN, e ALFRED NEWMAN, e infatti nella colonna sonora si possono rintracciare entrambi gli stili dei due musicisti.  A riprese ultimate, lo studio cercò di recuperare parte dei costi sfruttando i grandi set costruiti per girare scene de "I DIECI COMANDAMENTI". Era stato messo in cantiere un seguito, che riportasse VICTOR MATURE e GENE TIERNEY insieme nel cast, ma, pur risultando un buon incasso, non fu abbastanza da giustificare l'avvio della produzione per il secondo capitolo. Fu considerato il primo flop del  Cinemascope, anche se le cifre che incassò non furono disastrose. Il costo finale della pellicola fu di 5,000 dollari. Fu il primo film a uscire in Blu-Ray per la casa Twilight Time. Ottenne una nomination agli Oscar per la miglior fotografia a colori, e vinse un Golden Globe (unica candidatura) per la miglior esordiente femminile (Bella Darvi).

lunedì 15 luglio 2019

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ACQUE DEL SUD ( To have and have not, USA 1944)
DI HOWARD HAWKS
AVVENTURA/DRAMMATICO/COMMEDIA
"ACQUE DEL SUD" nacque con illustrissime fondamenta: infatti, il soggetto viene da un racconto di ERNEST HEMINGWAY, e la sceneggiatura venne firmata da WILLIAM FAULKNER: come rivelò quest'ultimo, in realtà il regista HOWARD HAWKS, girando il film, riscrisse notevolmente il suo lavoro, lasciando ben poco dell'originale preparato da Faulkner. Hawks aveva scommesso personalmente con Hemingway che sarebbe riuscito a fare un buon film anche dal peggior scritto dell'autore,e scelse "To Have, and have not", scremando molto del lavoro originale, evitando, per esempio, la sottolineatura delle differenze di classe, e "incontrando" i personaggi principali più avanti nelle loro vite, di come descritto nel romanzo. Molti dei dialoghi vennero improvvisati, sul set, dagli attori. Per il ruolo femminile principale era in predicato di aggiudicarsi la parte DOLORES MORAN, ma il regista le preferì la ventiduenne LAUREN BACALL, qui all'esordio sul grande schermo. Fu la prima pellicola girata insieme dalla Bacall e da HUMPHREY BOGART, e ne seguirono altre tre: i due si conobbero su questo set, e l'attrice rivelò che alla terza settimana di lavorazione si era già innamorata del collega. Howard Hawks, notoriamente un corteggiatore di donne, soffrì la scelta della giovane, che sperava fosse attratta da lui, e invece iniziò una relazione con Bogey: pare che Hawks se la fosse talmente presa da cercare di far rescindere il contratto alla Bacall o di cederlo ad una compagnia dai pochi mezzi, la Monogram. Lauren Bacall era terrorizzata quando le riprese incominciarono: fu l'atteggiamento sciolto di Bogart a darle tranquillità, con umorismo e consigli sull'impostazione della recitazione. Per Hawks, l'attrice aveva un potenziale recitativo simile a quello di MARLENE DIETRICH, e chiese allo sceneggiatore JULES FURTHMAN di scriverle battute che ricordassero la diva tedesca, dato che Furthman aveva collaborato agli script di "VENERE BIONDA", " MAROCCO" e "SHANGHAI EXPRESS", con la Dietrich. Molti aspetti del personaggio della Bacall furono modellati proprio su di lei: il soprannome "Slim", essendo la futura star magra e agile, gli abiti eleganti, la voce da fumatrice e uno sguardo particolare e misterioso.  Hawks trovava non utile un finale con una sparatoria a bordo di una barca, e passò lo stratagemma a JOHN HUSTON, che non sapeva come far concludere "L'ISOLA DI CORALLO". HOAGY CARMICHAEL girò tutte le sue scene con un fiammifero tenuto tra i denti: il primo giorno di riprese, Bogart disse al collega che era una buona idea, e avrebbe contribuito a rendere memorabile al pubblico il personaggio. Carmichael fu stupito quando vide che anche Bogart e WALTER BRENNAN avevano voluto girare una sequenza con fiammifero in bocca. L'unico film, ad oggi, tratto da un romanzo di un premio Nobel con sceneggiatura scritta da un altro Nobel. Al funerale del marito, Lauren Bacall pose nella bara di Bogey un fischietto, in omaggio alla scena in cui si incontrano in questo film. Nel 1946 venne realizzato un adattamento radiofonico per il "Lux Radio Theater" di 60 minuti, in cui Bogart e Bacall ripresero i ruoli qui interpretati. Il film incassò oltre tre milioni e 600,000 dollari negli Stati Uniti.

lunedì 10 giugno 2019

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DAVID HEMMINGS (David Leslie Howard Hemmings, Guilford, Surrey, Inghilterra, GB 18/11/1941- Bucarest, Romania, 03/12/2003)
Nato il 18 Novembre 1941 nella provincia inglese, figlio di un commerciante in biscotti e di una casalinga, DAVID HEMMINGS fin da bambino mostrò entusiasmo ed interesse per l'intrattenimento: studiò al Glyn College,a Epson, e per le buone doti canore, da tenore infantile, si esibì con l'English Opera Group, ottenendo applausi soprattutto quando intonava lavori di BENJAMIN BRITTEN. Il giovane David si dette alla pittura, in età adolescenziale, e a quindici anni si produsse in una prova di recitazione per la prima volta su un palco, anche se, in realtà, era già apparso in un film a tredici anni, in "THE RAINBOW JACKET"; a sedici prese parte a "SANTA GIOVANNA", di OTTO PREMINGER. Tuttavia, la passione per il canto riprese e quando passò i venti anni, Hemmings si esibì in vari club notturni, anche in Austria, per poi tornare al palcoscenico e al set: l'aspetto cool, con grandi occhi azzurri, palpebre tendenti a socchiudersi, gli conferiva un'aria tra il moderno ed il decadente, con un'aura fragile che lo rendeva del tutto particolare. Dopo aver recitato in due film giovanilisti come "LIVE IT UP!" e "BE MY GUEST", si fece notare anche in "THE PROGRAM", diretto da MICHAEL WINNER. Questo lo lanciò, facendolo scegliere da MICHELANGELO ANTONIONI come protagonista del film che voleva girare a Londra, "BLOW UP", che divenne immediatamente uno dei lungometraggi "da vedere" degli anni Sessanta, e Hemmings diventò una star. Fu ingaggiato per interpretare Mordred nel musical "CAMELOT", e nel 1968 fu nel cast di due titoli di forte appeal per il pubblico come "I SEICENTO DI BALAKLAVA" e "BARBARELLA". Contemporaneamente all'uscita di "Camelot", Hemmings tornò all'antico amore per la musica, incidendo il disco "David Hemmings Happens", con il singolo "Back Street mirror" che entrò in posti alti dell'hit parade. Nel 1969 recitò da protagonista in "ALFREDO IL GRANDE", e, in qualche modo, questo periodo è considerato l'apice della carriera dell'attore inglese: anche STANLEY KUBRICK avrebbe voluto dirigerlo, e avrebbe voluto assegnargli il ruolo di Napoleone Bonaparte nel film che voleva realizzare su di lui, e non è mai riuscito a imbastire. Quasi subito dopo, all'inizio degli anni Settanta, Hemmings si interessò alla regia, e nel 1972 esordì con "RUNNING SCARED", thriller che vedeva protagonista la moglie GAYLE HUNNICUTT ( si è sposato in tutto quattro volte, e ha avuto sei figli), e prese residenza a Malibu, in California. Girò alcuni film come "LA RAGAZZA CON IL BASTONE", "FRAMMENTI DI PAURA", "MORTE DI UN PROFESSORE", poi apparve nel kolossal "JUGGERNAUT". Nel 1975 gli venne assegnato il ruolo di Bertie nel musical di Broadway "JEEVES", di ANDREW LLOYD WEBBER, ma fu un grosso insuccesso, uno dei non molti della carriera del compositore. Il caso volle che Hemmings venisse scelto per sostituire come protagonista di "PROFONDO ROSSO", il film che vedeva DARIO ARGENTO tornare trionfalmente al thriller, LINO CAPOLICCHIO, che rimase gravemente ferito in un incidente d'auto prima di cominciare le riprese: probabilmente, due fattori furono decisivi per far ricadere la scelta sull'attore britannico, la sua interpretazione in "Blow Up", che in qualche modo rimandava al personaggio di Marc Daly, che avrebbe interpretato in questo titolo, sia il fatto che Hemmings fosse un buon pianista. Questo lungometraggio fu un grande successo internazionale, e rilanciò la carriera di Hemmings, che nella seconda metà degli anni Settanta fu molto più attivo; interpretò diverse pellicole, tra cui "IL RACKET DEI SEQUESTRI", "SQUADRA ANTITRUFFA", "ISOLE NELLA CORRENTE". Nel 1978 il ritorno alla regia, con "GIGOLO'", che ebbe per protagonista DAVID BOWIE, ma con Hemmings solo dietro alla macchina da presa: con JOHN DALY, l'attore fondò la compagnia di produzione Hemdale, finanziando appunto il suo primo film da regista. Dopo due altri titoli diretti, "IL TESORO DELLO YANKEE ZAPHIR" e l'adattamento del romanzo di JAMES HERBERT, "THE SURVIVOR", per quanto riguardava la regia Hemmings preferì lavorare per la tv. Infatti, firmò vari episodi di serie di successo degli anni Ottanta come "MAGNUM, P.I.", "A-TEAM", "IN VIAGGIO NEL TEMPO", "AIRWOLF". Durante la decade successiva, l'attore e regista volle tornare a vivere nel Regno Unito, limitandosi ad apparire in ruoli di contorno in produzioni per la tv: molto appesantito nel fisico, rispetto alla figura tonica che lo aveva caratterizzato per buona parte della sua carriera, Hemmings tornò a recitare per il grande schermo per "IL GLADIATORE", comparendo poi in altri titoli importanti come "SPY GAME", "GANGS OF NEW YORK", "LA LEGGENDA DEGLI UOMINI STRAORDINARI". Ma la miglior prova della fase matura come attore l'ha data in "L'ULTIMO BICCHIERE", con altre vecchie glorie del cinema inglese come TOM COURTENAY e MICHAEL CAINE: David Hemmings fu colpito da infarto dopo aver girato tutte le sue scene in "BLESSED", girato in Romania, e morì nel Dicembre del 2003.
COSì PARLO' DAVID HEMMINGS:
"Tutto sommato mi piace essere perseguitato. Dopo tutto, è piacevole essere riconosciuti. E' quello che ci piace dell'essere attori: essere riconosciuti."
"Se date un'occhiata a chi compra e vende film a Cannes, è come guardare un gruppo di venditori di scarpe, che si danno da fare per essere commercianti di calzature da poco o scarpe di lusso l'anno dopo."
"La gente pensava che fossi morto, ma non lo ero. Stavo solo dirigendo "A-Team"!"

domenica 28 aprile 2019


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THE AVENGERS ( The Avengers, USA 2012)
DI JOSS WHEDON
FANTASTICO/AVVENTURA/AZIONE
JOSS WHEDON, che si incaricò di co-scrivere e dirigere questo film (dopo che, in un primo momento, era sembrato che toccasse a JON FAVREAU, che poi rimase nel progetto come produttore esecutivo), atto finale della prima fase del "Marvel Cinematic Universe", era stato preso in considerazione a fine anni Novanta per dirigere "X-MEN".  Anche JOE CARNAHAN era un nome che circolava alla Marvel come potenziale sceneggiatore e regista della pellicola. Whedon, grande appassionato di fumetti, scrisse anche una sceneggiatura, della quale furono usate soltanto due battute nella versione finale del film, diretto da BRYAN SYNGER. Joss Whedon spiegò nelle conferenze stampa che due membri fondatori degli "Avengers" originali, come Ant-Man e Wasp fossero stati esclusi dalla pellicola, in quanto la storia presentava fin già troppi personaggi. CHRIS HEMSWORTH, per irrobustirsi e mantenere il fisico messo su per "THOR", adottò una "dieta" composta perlopiù da petto di pollo, pesce, bistecche e uova ogni giorno. SCARLETT JOHANSSON rinunciò a prendere parte a "TOTAL RECALL" per prendere parte a questo film. Per prepararsi al ruolo di Hawkeye, JEREMY RENNER venne addestrato da arcieri che avevano partecipato alle Olimpiadi; Renner è ambidestro, e infatti usa l'arco con tutte e due le mani. MARK RUFFALO era stato la prima scelta di LOUIS LETERRIER per "L'INCREDIBILE HULK", prima che venisse invece scritturato EDWARD NORTON. Norton condusse una trattativa con la Marvel per riprendere il ruolo del gigante verde, ma non ci fu un accordo economico, quindi venne stipulato un contratto con Ruffalo, dopo la presa in considerazione di JOAQUIN PHOENIX. COBIE SMULDERS fu ingaggiata dietro suggerimento di ALYSON HANNIGAN, che aveva lavorato con lei nella serie "BUFFY-L'AMMAZZAVAMPIRI". MORENA BACCARIN, AMANDA PEET, JESSICA LUCAS e MARY ELIZABETH WINSTEAD fecero provini per il ruolo. GWYNETH PALTROW girò da scalza tutte le scene accanto a Robert Downey, Jr., per far sembrare il collega più alto di lei. Durante le riprese fu raro veder tutti gli attori principali sul set insieme, ma una sera Chris Evans mandò un sms agli altri che diceva semplicemente "Assemble", un pò il motto della pellicola in lavorazione: dopo aver passato una serata divertente con il resto del cast, CLARK GREGG affermò in un'intervista che era il miglior messaggio che avesse mai ricevuto. Robert Downey jr., quando Whedon scriveva il film, provò a convincere lo sceneggiatore e regista di dare più peso a Tony Stark rispetto agli altri personaggi, ma Whedon gli dimostrò che questa idea non era funzionale, dato che il team era composto con equilibrio, " ognuno come ogni braccio di un polpo". Secondo un calcolo, Capitan America è il personaggio più presente in scena (37 minuti e 42 secondi), Hawkeye quello meno (12 minuti e 44 secondi). L'espressione di TOM HIDDLESTON dopo che Loki viene sbattuto violentemente a terra da Hulk, fu ottenuta facendo scuotere abbondantemente l'attore da MARK CHU, direttore dell'animazione. Fu invece un'intuizione di Mark Ruffalo il far risvegliare dallo svenimento Tony Stark/ Iron Man da un ruggito di Hulk. Bruce Banner non si trasforma in Hulk prima di un'ora e quattordici minuti di proiezione. Thor non compare prima che siano passati quarantacinque minuti dall'inizio. L'esclusione di Hank Pym, alias Ant-Man e Wasp, a favore dell'inserimento di Hawkeye e della Vedova Nera ha a che fare con la scelta di far nascere il team di supereroi come organizzazione imbastita dallo S.H.I.E.L.D. . L'idea di fondo, che Loki fosse il "villain", ma che, in definitiva, fosse manovrato da un personaggio più potente, e quindi Thanos, fu di Whedon, che consigliò questo stratagemma narrativo alla Marvel. In fase di sceneggiatura, Whedon era contrario a includere personaggi di ogni rispettiva saga degli eroi, perchè nella sua visione questo lungometraggio doveva concentrarsi solo sui supereroi: STELLAN SKARSGARD, Gwyneth Paltrow e PAUL BETTANY furono annessi in seconda battuta. La scena che si svolge in Germania fu realizzata, invece, nella periferia di Cleveland, in Ohio. Il nome dei mostri alieni, "Chitauri", viene dalla mitologia Zulu, che indicano "serpenti che provengono dal cielo". Se ci si fa caso, nella sequenza in cui Loki è a colloquio con "L'Altro", queste due creature hanno due pollici per mano. Nel film, Thor viene messo al tappeto quattro volte: due da Iron Man, e due da Hulk.  Il montatore del suono CHRISTOPHER BOYES ammise che non era stato facile dare una voce a Hulk: il risultato finale fu includere parte del ruggito riprodotto da Mark Ruffalo, parte da LOU FERRIGNO, che aveva impersonato il personaggio nella serie tv negli anni Settanta, e parte da un paio di aborigeni neozelandesi. Fu Whedon a voler includere Thanos nella scena post- titoli di coda, in quanto lo riteneva il cattivo di maggior fascino dell'universo marvelliano. Dopo aver musicato "CAPTAIN AMERICA- Il primo vendicatore", ALAN SILVESTRI è stato il primo compositore ad aver scritto la colonna sonora per più di un film della Marvel. Secondo Whedon, il primo montaggio contemplava un film lungo oltre tre ore. Fu il primo film della Marvel a incassare più di un miliardo di dollari. Nel Regno Unito il titolo è "Marvel Avengers Assemble" per non creare confusione con la serie e il film "AVENGERS- AGENTI SPECIALI". Erano previsti novantatre giorni per completare le riprese, e terminarono un giorno prima. Il primo film a superare i 200 milioni di dollari di incasso in tre giorni di programmazione in USA. La prima pellicola della Marvel ad essere distribuita dalla Disney Pictures. E' stato il maggior incasso negli Stati Uniti del 2012. Costato 220 milioni di dollari, ne ha incassati 623 negli States, più altri 896 nel resto del mondo, totalizzando ben un miliardo, 519 milioni di dollari in totale. Ha ottenuto la candidatura per i migliori effetti speciali sia agli Oscar che ai BAFTA. Ha, ad oggi, generato tre sequel: "AVENGERS: AGE OF ULTRON", "AVENGERS-INFINITY WAR" e "AVENGERS: ENDGAME".

sabato 23 marzo 2019

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A PROPOSITO DI HENRY ( Regarding Henry, USA 1991)
DI MIKE NICHOLS
DRAMMATICO
Inizialmente, HARRISON FORD declinò l'offerta di interpretare il protagonista di "A PROPOSITO DI HENRY", perchè veniva dall'aver appena dato volto ad un avvocato, in "PRESUNTO INNOCENTE", e temeva di ritrovarsi intrappolato in un ruolo; cambiò idea e accettò solo quando comprese che avrebbe, in pratica, ricoperto il ruolo di un uomo di legge solo per i primi dieci minuti di film. Per prepararsi meglio al personaggio, Ford incontrò un uomo che aveva avuto una sorte non dissimile da quella del protagonista di questa pellicola: era, infatti, un ex avvocato importante che, dopo un pauroso incidente d'auto, aveva realizzato che la carriera lo aveva allontanato moltissimo dalla sua famiglia, e che, nonostante il danno ricevuto nel sinistro, si sentiva cambiato in meglio. Secondo JOHN LEGUIZAMO, che lo scrisse nella propria autobiografia, molti fans di Harrison Ford gli scrissero lettere infuriate, perchè nel film l'attore più giovane sparava alla star. Il personaggio di Linda, interpretata da REBECCA MILLER, venne aggiunto appena due giorni prima dell'inizio delle riprese. ROB REINER ricoprì un piccolo ruolo, come cortesia per il collega MIKE NICHOLS, ma il personaggio finì escluso al montaggio. Fu la seconda collaborazione tra Mike Nichols e Harrison Ford, dopo "UNA DONNA IN CARRIERA". La sceneggiatura fu firmata da J.J. ABRAMS, che coprodusse anche la pellicola: il futuro regista e produttore, sette anni dopo l'uscita di questo titolo, chiamò il suo primo figlio Henry. Abrams compare anche in un cameo, nei panni di un giovane che consegna pasti. Costò 23 milioni di dollari, e ne incassò 43 solo negli Stati Uniti.

mercoledì 20 marzo 2019

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U-BOOT 96 ( Das boot, RFT 1981)
DI WOLFGANG PETERSEN
GUERRA
"DAS BOOT" fu un successo letterario ad opera di LOTHAR G. BUCKHEIM: il libro conobbe una buona affermazione internazionale, al punto da essere presa in considerazione da alcune majors, per trarne una grossa co-produzione tra USA e Germania, affidando a DON SIEGEL la regia, e a ROBERT REDFORD o PAUL NEWMAN il ruolo centrale del Capitano. Poi, venne deciso che sarebbe stato prodotto un kolossal tutto tedesco, finanziato da  GUNTER ROHRBACH   e diretto da WOLFGANG PETERSEN, che all'epoca aveva diretto un solo film per il cinema, "DIE KONSEQUENZ", e aveva un buon curriculum come regista di film per la tv. Il ruolo principale venne offerto a RUTGER HAUER, che non accettò per girare invece "BLADE RUNNER", e la parte andò a JURGEN PROCHNOW.  Il cast venne volutamente tenuto al chiuso prima delle riprese, per rendere meglio il pallore di soldati che vivevano in un ambiente non all'aperto per la maggior parte del proprio tempo. La maggior parte delle spese per la produzione della pellicola, un totale corrispondente a 15 milioni di dollari, occorsero per la costruzione dei sottomarini: dettagli cruciali per la ricostruzione del VII-C U-Boot furono reperiti al Museo della Scienza e dell'Industria di Chicago. I progetti vennero ripresi dall'originale costruttore del sommergibile, che ne ricostruì una replica che potesse andare in acqua, e un'altra per girare le scene all'interno. Alcuni di questi sommergibili vennero utilizzati anche per le riprese de "I PREDATORI DELL'ARCA PERDUTA". Invece, vennero utilizzate delle versioni in miniatura, e per quelle dei sommergibili lunghe circa 14 metri, per riprendere i militari da lontano vennero invece inquadrati dei Big Jim e dei Ken (pupazzi Mattel) riadattati.  Per simulare la tempesta nell'Atlantico, una riproduzione della torretta del sottomarino venne colpita violentemente in un grosso serbatoio; JAN FEDDER fu sbalzato via, rompendosi qualche costola nell'impatto a terra, e il panico che gli si leggeva in faccia nella sequenza era reale.  Nella scena del bar di La Rochelle, OTTO SANDER era realmente ubriaco. Per dare più autenticità al lungometraggio e ai personaggi, le scene vennero girate in sequenza, lo si può constatare anche da come via via le barbe crescono sui volti degli attori. I nomi del Capitano, dell'Ingegnere Capo, e dei primi due ufficiali non vengono mai specificati nel lungometraggio. Il film venne girato in tedesco, nonostante gli attori principali conoscessero l'inglese: quando la pellicola venne distribuita in Inghilterra e USA, questi si doppiarono per la versione per il mercato anglofono. A causa delle critiche per la miniserie originale, che dipingeva i militari tedeschi con fin troppa indulgenza, l'attesa per il responso fu molto inquieta: ritrarre un esercito nemico cercando di non inciampare in schematismi, poteva essere molto rischioso per l'esito commerciale della pellicola. In segno di approvazione per la qualità dell'opera, a molte prime in USA ci furono standing ovations da parte degli spettatori, con sonoro sollievo da parte dei produttori. Quando Wolfgang Petersen dovette adattare la pellicola uscita nelle sale tramutandola in una miniserie per la tv, dovette intervenire pesantemente sull'utilizzo delle musiche, e il compositore KLAUS DOLDINGER, in pratica, remixò le maggiori arie utilizzate su sei piste sonore. Il film ottenne sei nominations agli Oscar, che stabilì all'epoca un record, destinato a durare diversi anni, per un film straniero: venne poi battuto prima da "LA VITA E' BELLA", e poi da "LA TIGRE E IL DRAGONE": fu l'unico titolo con la candidatura per la miglior regia, a non avere anche la nomination come miglior film. Costò 31 milioni di marchi tedeschi, e rimase la più costosa produzione messa su in Germania, fino al 2006, quando "PROFUMO-Storia di un assassino", coprodotto con Francia e Spagna, ma per la maggior parte con finanziamenti tedeschi, lo superò come budget. Il film ottenne anche la candidatura come miglior film straniero ai Golden Globes, e ai BAFTA. Nel 2018 è stata fatta una sorta di sequel, in una serie tv.

sabato 23 febbraio 2019

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L'AGENTE SPECIALE MACKINTOSH  ( The Mackintosh man, USA/GB 1973)
DI JOHN HUSTON
THRILLER
Per "L'AGENTE SPECIALE MACKINTOSH" WALTER HILL venne accreditato come unico sceneggiatore, ma, in realtà, scrisse solo la prima metà dello script tratto dal romanzo di DESMOND BAGLEY: pare che alla sceneggiatura abbiano apportato contributi lo sceneggiatore WILLIAM FAIRCHILD, il romanziere GERARD HANLEY, lo storico ALAN MOREHEAD, e il longevo assistente di JOHN HUSTON GLADYS HILL. Sia il romanzo originario, che questo film, si basavano su un fatto di cronaca accaduto qualche anno prima, che riguardava l'identificazione, l'arresto e la fuga di una spia sovietica nel Regno Unito, George Blake, che lavorava per i servizi inglesi, ma faceva il doppio gioco. La storia è la medesima di un episodio della serie "IL SANTO", con ROGER MOORE nel ruolo di Simon Templar, che in pratica agisce come quello di Newman, e DONALD SUTHERLAND in quello che qui ricopre IAN BANNEN . Bannen fu ingaggiato perchè era piaciuto molto in un ruolo difficile in "RIFLESSI IN UNO SPECCHIO SCURO". Si trattò del primo film americano per la francese DOMINIQUE SANDA. Il titolo è dovuto al fatto che un uomo di nome Mackintosh (HARRY ANDREWS) assume per un'operazione pericolosa un agente segreto, Rearden (Newman). Pare che Huston mostrasse veramente scarso entusiasmo verso questo suo lavoro affidatogli dalla produzione, e che apprezzasse solo il fatto di poter girare nella "sua" Irlanda, al punto da protrarre più possibile i tempi delle riprese, mettendosi in contrasto con i produttori, che lamentavano che il regista se la prendesse troppo comoda, sforando sul budget. PAUL NEWMAN era sconcertato dallo strano atteggiamento, molto poco professionale, di un regista di lungo corso come John Huston, che arrivava spesso tardi sul set, senza idee sul come impostare le inquadrature, e poco concentrato; i due avevano già collaborato l'anno precedente per "L'UOMO DAI SETTE CAPESTRI", ma in tale occasione Huston era molto più "sul pezzo". Fu l'ultimo lungometraggio sia per NOEL PURCELL che per NIALL MCGINNIS. E' stato il primo film in cui lavorarono insieme Paul Newman e JAMES MASON: sempre come antagonisti, comparvero insieme anche nove anni dopo ne "IL VERDETTO". Probabilmente, il primo lungometraggio in cui una donna riceve un calcio nell'inguine. Nella breve scena al pub, sono riuniti alcuni dei più famosi attori irlandesi fino a quell'epoca, come Purcell, EDDIE BYRNE e DONAL MCCANN. Nella scena chiave dell'incendio del castello, John Huston dette alle fiamme per la seconda volta questo antico maniero, già bruciato cinquanta anni prima nella guerra civile irlandese. Questo è stato l'ultimo film girato da Huston in Irlanda: anche se "THE DEAD" è ambientato in tale nazione, fu girato perlopiù in studio, con la seconda troupe che girò alcune sequenze sull'isola a nord dell'Europa, essendo il regista troppo in cattive condizioni di salute. Alcune critiche sottolinearono che l'americano Paul Newman fosse un irlandese abbastanza opinabile.

giovedì 21 febbraio 2019

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IL FAVOLOSO DOTTOR DOLITTLE ( Doctor Dolittle, USA 1967)
DI RICHARD FLEISCHER
MUSICALE/COMMEDIA
Per ripetere il successo di "MY FAIR LADY", la 20th Century Fox voleva riunire per questo musical tratto dai romanzi di HUGH LOFTING del ciclo "IL DOTTOR DOLITTLE" REX HARRISON, ALAN JAY LERNER e FREDERICK LOEWE: ma Loewe si era ritirato e non intendeva più comporre musiche, e ARTHUR P. JACOBS licenziò Lerner per ritardi nel lavoro di scrittura della sceneggiatura. JOHN HUSTON venne preso in considerazione per la regia, ma Jacobs fu contrario: anche VINCENTE MINNELLI e WILLIAM WYLER furono tra i papabili, però Minnelli era considerato troppo all'antica per questa pellicola, e Wyler era ritenuto un cineasta troppo dispendioso per la mania di girare molte volte le scene. Venne scelto allora RICHARD FLEISCHER, esperto nel gestire set magniloquenti e grosse produzioni. Per il ruolo di Matthew Mugg vennero presi in considerazione DANNY KAYE, BING CROSBY, e DAVID WAYNE, per poi scegliere il più giovane ANTHONY NEWLEY. Sir RICHARD ATTENBOROUGH entrò nel cast all'ultimo minuto, prima che le riprese cominciassero. SAMANTHA EGGAR venne doppiata, nelle scene di canto, da DIANA LEE. Per interpretare Bumpo, i produttori pensarono a SIDNEY POITIER, che cassò prontamente l'offerta, e fu così che il personaggio venne proposto a SAMMY DAVIS, jr., ma Rex Harrison pose un veto, giacché consapevole che Davis era un cantante-entertainer, e quindi avrebbe sfigurato nel confronto con il membro del "Rat Pack". Il personaggio non venne così inserito nella versione cinematografica dei romanzi. La sequenza in cui viene cantato "The reluctant vegetarian" è stata una delle più difficoltose da girare, giacché ogni animale avrebbe dovuto sedere e stare fermo: la troupe ed il cast sono stati per ore pronti, finchè le riprese non sono iniziate. La prima stava funzionando a puntino, quando Harrison smise di cantare, improvvisamente: Richard Fleischer gli chiese come mai, e l'attore rispose che aveva sentito distintamente "Cut!", che è analogo al nostro "Stop!" quando si gira un film. Regista e protagonista avevano cominciato a discutere, quando, ancora si sentì il grido: il colpevole era stato il pappagallo Polynesia. La canzone più conosciuta della colonna sonora è "Talk to the animals", che riuscì a vincere l'Oscar come miglior brano: nessuno dello staff era però favorevole al pezzo, e Harrison dichiarò che "Una canzone umoristica dovrebbe essere divertente. E questa non lo è!". Due canzoni vennero scritte appositamente per la pellicola, e vennero girate le sequenze in cui venivano cantate: "Where are the words?" e "Something in your smile", cantate, rispettivamente da Newley e Harrison, ma al montaggio non vennero incluse nel film, sebbene presenti nei dischi. Sul set, Rex Harrison creò diversi problemi e fu molto scorbutico, al punto da guadagnarsi il soprannome di "Tyrannosaurus Rex": diversi membri giovani del set volevano far licenziare Harrison per i frequenti atteggiamenti di insofferenza e villania. Diverse volte, membri della troupe vennero morse da più animali utilizzati per il film. La stroncatura critica, e il fiasco al box-office di questo film, in pratica finì la carriera di Harrison come protagonista cinematografico: l'attore continuò comunque a presenziare assiduamente sui palcoscenici teatrali come star. Peraltro, nonostante il contratto firmato, Rex Harrison tentò, non convinto delle potenzialità dell'operazione, e approfittando dell'abbandono del compositore Lerner, di mollare la lavorazione: lo studio mise in preavviso CHRISTOPHER PLUMMER, minacciando cause rovinose a Harrison, riuscendo a farlo tornare sui suoi passi. Tra i capricci del prim'attore, ci fu il rovinare deliberatamente una ripresa, presenziando con il proprio yacht sullo sfondo di una scena girata su una spiaggia, rifiutandosi di muovere il natante. Inoltre, sembra che Harrison, ingelosito dal troppo spazio, secondo lui, concesso a Newley, si lasciasse andare spesso sul set a commenti anti-semiti, essendo il collega ebreo. Dopo il trionfo, tra Oscar e grandi incassi, di "TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE", la 20th Century Fox programmò tre musical ad alto budget, che in tre anni consecutivi avrebbero dovuto sbancare e rimpolpare le casse dello studio: questo film, "UN GIORNO...DI PRIMA MATTINA!" e "HELLO, DOLLY". Purtroppo, tutti e tre andarono malissimo al box-office, causando la perdita del lavoro per molti produttori esecutivi e manager. Nessuno, sul set, si aspettava che girare una scena con delle anatre sarebbe stato così difficile: messi in acqua, gli uccelli avevano molta difficoltà nel muoversi. Era la parte sbagliata dell'anno, quando la muta di piumaggio delle anatre non era idrorepellente, e quindi non riuscivano a nuotare.  La prima proiezione in anteprima, a Minneapolis nel Settembre 1967, fu un fallimento: il pubblico era in prevalenza adulto, che non era esattamente il target cui questa produzione puntava. La pellicola fu valutata poco coinvolgente e troppo lunga, e una versione più breve presentata a San Francisco, non andò comunque meglio, mentre un'altra edizione accorciata, proposta a San Jose andò bene e quindi questa versione rimase quella definitiva. Quando al film arrivò la candidatura quale miglior lungometraggio dell'anno agli Oscar, ci furono diverse polemiche e articoli derisori per questa scelta: pare che dietro alle nove nominations totalizzate dalla pellicola, ci fosse stato un gran lavoro "clandestino" organizzato dalla Fox con cene per i giurati della Academy con abbondanti dosi di cibo e vino... Questo film fu una delle prime grosse operazioni per lanciare un enorme merchandising legato alla produzione: puzzle, ristampe dei romanzi originari di Lofting, giocattoli e pupazzi, articoli per la scuola, una linea alimentare per animali, e ovviamente dischi. Non furono venduti granchè: dieci anni dopo, il flop di questa iniziativa fu una delle ragioni per cui GEORGE LUCAS ottenne a basso prezzo i diritti per il merchandising del suo "STAR WARS: EPISODIO IV- UNA NUOVA SPERANZA". Un altro problema per la produzione furono gli attacchi della stampa progressista britannica, che definirono razzisti molti contenuti dei libri del Dr. Dolittle, al punto da caldeggiarne l'esclusione dai testi scolastici: e per una produzione che puntava a portare famiglie intere nei cinema, questa fu una bella grana. L'uscita del lungometraggio fu in concomitanza con il disneyano "IL LIBRO DELLA JUNGLA", che stravinse quanto a critiche positive e incassi. In totale, occorsero quattro anni per portare a termine questa produzione. Dopo la travagliata produzione di questo film, Arthur P. Jacobs ottenne il via libera per girare "IL PIANETA DELLE SCIMMIE", a patto di non sforare il budget di 5 milioni di dollari. Costato 17 milioni di dollari, ne incassò 9 negli Stati Uniti. Su nove candidature, tra le quali quella per il miglior lungometraggio, agli Oscar portò via due statuette: quella per i migliori effetti speciali, e per la miglior canzone. Ai Golden Globes, invece, cinque le nominations, tra cui miglior film sezione commedia/musical, e un premio vinto, quello andato a Richard Attenborough come migliore non protagonista. 

sabato 26 gennaio 2019

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RIO BRAVO ( Rio Grande, USA 1950)
DI JOHN FORD
WESTERN
"RIO BRAVO" venne tratto da un racconto pubblicato da JAMES WARNER BELLAH sul "Saturday Evening Post Story": JOHN FORD accettò di girare questa pellicola, più che altro per poter realizzare "UN UOMO TRANQUILLO", progetto a cui teneva particolarmente, per l'ambientazione irlandese. Si accordò con HERBERT J. YATES, a capo della Republic Pictures, assicurandosi che avrebbe avuto anche per l'altro film JOHN WAYNE e MAUREEN O'HARA nel cast: Yates riteneva che il film da girare in terra d'Irlanda rischiava di essere un flop commerciale, e pensava che questo western avrebbe compensato le perdite causate dall'altro titolo. Per Ford fu un film di passaggio, avendo la metà del budget de "IL MASSACRO DI FORT APACHE", e nessuno, tra produttori, regista, cast e troupe, parve prendere troppo sul serio questo lavoro. Fu la prima pellicola interpretata insieme da Wayne e la O'Hara, che avrebbero preso parte ad altri quattro film, in tutto, divenendo una delle accoppiate favorite del pubblico. Fu il debutto sullo schermo per PATRICK WAYNE. A ventinove anni, Maureen O'Hara era solo di 14 anni più anziana di CLAUDE JARMAN, jr., che interpretava suo figlio. John Wayne, per sembrare più anziano nel ruolo dell'ufficiale di cavalleria, indossò un piccolo parrucchino. In "Tis herself", l'autobiografia di Maureen O'Hara, si parla della morte di alcuni stuntmen su questo set, caduti dai cavalli durante l'attraversamento del fiume, i cui cadaveri non vennero mai recuperati. Le critiche più veementi a questo film furono causate dalla ricostruzione in studio dei paesaggi, troppo marcata, e dalle troppe canzoni presenti, per un western: HARRY CAREY, Jr. difese in interviste questa decisione, affermando che era molto tipico della cavalleria nordista vedere soldati che cantavano insieme nelle pause dalle missioni. La storia è ambientata nel 1879. Sul set ci furono tensioni tra il regista e i produttori: Ford fu particolarmente irritato con Yates e il produttore esecutivo RUDY RALSTON, che avevano preferito fare più riprese possibili in studio, dicendo ai due di accomodarsi fuori dal set. Nella scena della cena con il generale Sheridan, John Wayne indossa una Medaglia d'Onore. Per girare delle scene di massa nel Moab, vennero reclutati cinquanta pellerossa Navajo per impersonare membri di una tribù Apache, con LEE BRADLEY a fare da interprete: quando le riprese vennero effettuate, uno dei Navajo, BILLY YELLOW disse che se avessero saputo che erano stati chiamati per impersonare "rivali" Apache, non si sarebbero resi disponibili. Per  molti cinefili e fans di John Ford, l'ultimo film del regista sulla Cavalleria, giacchè "SOLDATI A CAVALLO" viene considerato un dramma sulla Guerra di Secessione. Per Wayne il tema della pellicola era una metafora della guerra in Corea: l'attore, notoriamente repubblicano ultraconservatore, era per estendere l'intervento contro la Cina, che fece attraversare il fiume Yalu alle proprie truppe. Di tutte le locations utilizzate nella pellicola, nessuna è vicina al Rio Grande, che tocca solo Colorado, New Mexico e Texas. Nonostante la scarsa convinzione dei realizzatori, è considerato oggi tra i grandi western di sempre. Costò oltre un milione e 200,000 dollari. 

giovedì 17 gennaio 2019

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C'ERA UNA VOLTA UN PICCOLO NAVIGLIO
( Saps at sea, USA 1940)
DI GORDON DOUGLAS
COMICO
E' l'unico film con STAN LAUREL e OLIVER HARDY diretto da GORDON DOUGLAS: Douglas, negli anni Trenta, aveva diretto diversi episodi delle comiche "SIMPATICHE CANAGLIE". Fu Laurel a volere che il film fosse girato in sequenza. Nel film, il professor O'Brien parla italiano. Molte delle gags furono aggiunte girando, senza che fossero scritte in sceneggiatura. Fu l'ultima volta per molte cose: BEN TURPIN, CHARLEY CHASE e HARRY BERNARD, caratteristi che avevano lavorato più volte con Stanlio e Ollio,  si spensero pochi mesi dopo le riprese, ALFRED FINLAYSON e CHARLIE HALL non girarono più altre pellicole con le due star comiche, fu l'ultimo lungometraggio girato da Laurel & Hardy per HAL ROACH, per l'ultima volta MARVIN HATLEY compose una colonna sonora per un loro lavoro, l'ultimo lungometraggio girato a Hollywood dal celebre cameraman ART LLOYD, con cui Stan Laurel aveva grande intesa: Lloyd ruppe il contratto con Roach, per firmarne uno con una compagnia indipendente, che però non riuscì mai a finanziare un singolo film. Lloyd poi seguì l'esercito americano in Europa per riprese documentarie di azioni di guerra: dopo esser colto da un ictus alla fine degli anni Quaranta, si ritirò dal cinema. Narciso, la capra, è il quarto animale in un film di Stanlio e Ollio ad avere un nome proprio: prima c'erano stati Laughing Gravy, un cane, Ethel, uno scimpanzé, e Dinah, un mulo. Per molti fans di Stanlio e Ollio, l'ultimo film davvero significativo del duo. 

domenica 13 gennaio 2019

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JEAN HARLOW ( Harlean Harlow Carpenter, 03/03/11, Kansas City, Missouri, USA- 07/06/37, Los Angeles, California, USA)
Nata Harlean Carpenter, JEAN HARLOW nacque nel Marzo 1911 a Kansas City, figlia di un noto dentista. A sedici anni, chiesta in moglie da un giovanotto benestante, di sette anni più vecchio, abbandonò la casa paterna, trasferendosi a Los Angeles: la giovane trovò lavoro come comparsa in alcuni film, ottenendo un ruolo piccolissimo in "MORAN OF THE MARINES". Da quel momento in poi, Jean rispose alle chiamate dei casting, tutte le volte che poteva: nel solo 1929, prese parte a undici pellicole. Due anni dopo la "fuga", il matrimonio naufragò, e i due sposi divorziarono. A diciassette anni si fece fotografare nuda nel Los Angeles Griffith Park, dal fotografo professionista Edwin Bosser Hesser. La grande occasione per la ragazza giunse nel 1930, quando entrò nel cast di "GLI ANGELI DELL'INFERNO", film di guerra prodotto e diretto da HOWARD HUGHES, che ottenne un bel successo commerciale. Hughes cedette il contratto firmato dalla bionda attrice alla MGM per 60,000 dollari, e la carriera della Harlow poté decollare. Ne "LA DONNA DI PLATINO" il pubblico si accorse che era esploso un nuovo sex-symbol, e nel 1932, accanto a CLARK GABLE nel film di JOHN FORD, "LO SCHIAFFO" la sua fama trovò consolidamento. Accanto a Gable avrebbe girato sei film in tutto. Fu girando questo lungometraggio che le arrivò sul set la tremenda notizia che il suo secondo marito, il produttore esecutivo PAUL BERN, si era suicidato. Le riprese rischiarono di arenarsi, e lo studio valutò l'ipotesi di rimpiazzarla con TALLULLAH BANKHEAD, se la Harlow non si fosse ripresa dallo shock. Ma l'attrice tenne duro e finì di girare il film, che si rivelò un altro grande successo: seguirono altri hits del botteghino, come "PRANZO ALLE OTTO", in cui lavorò per la prima volta con un'altra star con cui avrebbe condiviso affermazioni forti, come WALLACE BEERY, "ARGENTO VIVO", "SUI MARI DELLA CINA", "GELOSIA" e " SARATOGA". Fu proprio durante le riprese di quest'ultima pellicola, che Jean Harlow venne ricoverata in ospedale per un avvelenamento uremico, e nel giugno del 1937, morì per aggravamento dell'infezione, di edema cerebrale, a soli ventisei anni. Nel 1933 Jean Harlow si era risposata, per la terza volta, con il produttore HAROLD ROSSON: nonostante Rosson sia vissuto fino al 1990, e si fossero divorziati nel 1936, non si è mai risposato. L'attrice conobbe WILLIAM  POWELL nel 1935, e i due ebbero una relazione: si sarebbero probabilmente sposati, se Jean Harlow non avesse incontrato il proprio tragico destino. La Harlow è stata madrina di Millicent Siegel, figlia del famigerato gangster Ben "Bugsy" Siegel. Frequentò per un periodo un altro gangster piuttosto conosciuto, Abner Zwillman, che la aiutò a firmare un contratto con il boss della Columbia HARRY COHN, per due film: Zwillman le regalò anche un braccialetto di gioielli, e una Cadillac rossa. Molto superstiziosa, indossava due portafortuna: una cavigliera sulla caviglia sinistra, che si può notare in alcune pellicole, e uno specchio in camerino, nel quale si contemplava almeno una volta, prima di girare una ripresa. Era una convinta democratica, e nel '37 visitò il presidente Franklin Delano Roosevelt, il giorno del compleanno di questi. E' stata la prima attrice messa in copertina dal periodico "Life", nel Maggio 1937. Per mantenere il fisico sensuale, seguiva una stretta dieta di verdure e insalate. Ammetteva di dormire nuda, e di non portare biancheria intima. lei e HEDY LAMARR furono le principali ispirazioni per BOB KANE nel disegnare Cat Woman. Rifiutò il ruolo principale in "KING KONG", andato poi a FAY WRAY, e quello di "FREAKS", che ebbe invece OLGA BACLANOVA. Per MARILYN MONROE, fu l'idolo e l'ispirazione. E' stata sepolta al Forest Lawn Memorial Park a Grendale, in California: venne vestita con l'abito che aveva ne "LA DONNA DEL GIORNO".
COSI' PARLO' JEAN HARLOW
"Per me, amore ha sempre significato soprattutto amicizia."
"Non ero nata per recitare. Nessuno lo sa meglio di me. Se c'era un talento latente, ho dovuto lavorare duro, ascoltare attentamente, fare le cose fino allo sfinimento per spuntarla."
"C'è un Dio, anche a Hollywood."

mercoledì 9 gennaio 2019

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FAHRENHEIT 9/11 ( Fahrenheit 9/11, USA 2004)
DI MICHAEL MOORE
DOCUMENTARIO
Inizialmente, avrebbe dovuto essere la Icon di MEL GIBSON a finanziare la produzione di "FAHRENHEIT 9/11", l'accordo venne stretto nel 2002, ma la casa improvvisamente ruppe il contratto, ed intervennero la Miramax e Wild Bunch, che permisero la realizzazione del documentario. Moore registrò un'intervista con il contractor statunitense Nick Berg, che successivamente venne rapito ed ucciso in Iraq: d'accordo con la famiglia di Berg, il regista tagliò al montaggio la parte con lui. Come rileva Moore all'interno della pellicola, solo un politico del Congresso aveva un figlio sotto le armi, in zona di guerra: era Tim Johnson, democratico del South Dakota. Dopo la proiezione ufficiale al Festival di Cannes del 2004, il film ottenne la più lunga "standing ovation" mai registrata alla manifestazione: benchè non sia mai stata accertata l'effettiva durata, i giornalisti presenti parlarono di un tempo tra i 15 ed i 25 minuti di applausi. Michael Moore approvò che la pellicola fosse scaricabile da subito su Internet, in quanto era suo desiderio che più persone possibile potessero vederla. RAY BRADBURY, autore di "Fahrenheit 451" contestò pubblicamente Michael Moore per aver parafrasato il titolo del suo romanzo. E' stato il primo documentario a debuttare al numero uno del box-office americano. Fu Michael Moore a volere che "Fahrenheit 9/11" fosse nella categoria per il miglior film, e non per il miglior documentario, alla Academy Awards: aveva già vinto nel 2002 con "BOWLING A COLUMBINE", e riteneva questa sua opera più un film vero e proprio che un documentario. Inoltre, presentandola così, il regista pensava che fosse più spendibile nella sua personale campagna contro la rielezione di George W. Bush, a Novembre 2004: pur avendo un grande successo, e venendo trasmesso appena prima delle elezioni sulla tv americana, non contribuì a non far eleggere di nuovo Bush II. Intervistato a proposito, Moore osservò amaramente che il suo popolo aveva la memoria molto corta, e che aveva tributato al suo lavoro un successo enorme, ma allo stesso modo aveva rinnovato mandato alla Casa Bianca al politico contro cui questo titolo venne concepito. Arabia Saudita e Kuwait bandirono il film dal proprio territorio, per critiche sui loro rapporti con la presidenza USA e per come esercitavano il proprio potere. E' stato il primo documentario a passare i 100 milioni di dollari di incasso, negli Stati Uniti, nonostante l'uscita in meno di 100 sale su scala nazionale. Con un incasso globale di 222 milioni di dollari, è stato il film sulla guerra in Iraq di maggior successo della decade 2000/2010: molti dei lungometraggi con tematiche inerenti al conflitto iraqeno, come "NELLA VALLE DI ELAH", "THE HURT LOCKER" e "GREEN ZONE" avevano in pratica deluso al box-office. Vinse la Palma d'oro a Cannes nel 2004, ed il premio Fipresci. 

martedì 1 gennaio 2019

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NEL NOME DEL PADRE ( In the name of the father, GB/IRE/USA 1993)
DI JIM SHERIDAN
DRAMMATICO/BIOGRAFICO
L'autobiografia di GERRY CONLON, "Proved Innocent", come vittima di un clamoroso errore del sistema giudiziario britannico, accusato erroneamente di far parte di una frangia violenta dell'IRA, uscì a fine anni Ottanta, e suscitò da subito l'interesse del mondo cinematografico. Conlon fece amicizia con JOHNNY DEPP nell'Estate del 1990, e per lui l'attore era indicatissimo a interpretarlo sullo schermo: Depp fu comunque tra gli sponsor del libro presso la gente del cinema. MEL GIBSON e LIAM NEESON furono presi in considerazione per il ruolo di Conlon, poi i diritti per girare un film dal libro furono acquistati da GABRIEL BYRNE, il quale era intenzionato a ricoprire la parte principale, poi preferì essere il produttore esecutivo dell'opera, e scritturare DANIEL DAY-LEWIS come protagonista. A BONO VOX degli U2 venne offerta la parte di Paul Hill, ma il frontman della band irlandese dovette rinunciare per impegni del gruppo, tra la rifinitura del disco "Zooropa", e la preparazione del consecutivo tour. Il personaggio ebbe poi il volto di JOHN LYNCH. Per il ruolo di Gareth Pierce fu pensato dapprima a MADELEINE STOWE, poi fu EMMA THOMPSON ad avere la parte. Day-Lewis si preparò all'interpretazione perdendo un pò meno di una decina di kili, passando notti in una cella facendosi lanciare secchiate d'acqua gelida e offendere da membri della troupe per ricreare tante cose subite dal vero Conlon. Day-Lewis mantenne anche fuori dal set l'accento nord-irlandese usato per il ruolo, fino alla fine delle riprese. Nella realtà, Conlon e suo padre Giuseppe non condivisero mai una cella. Fu l'unica interpretazione di PETE POSTLETHWAITE a raggiungere la nomination all'Oscar. La regia di JIM SHERIDAN fu molto criticata da persone che avevano seguito le vicende di Conlon, per un'eccessiva libertà nel resoconto della sventura del protagonista: le famiglie di Gerry e la Maguire non vennero processate insieme, il personaggio dell'IRA Joe McAndrew è invenzione della sceneggiatura, l'avvocato Gareth Pierce non difese in aula Conlon, anche se indagò veramente su quel che era accaduto, perchè non era una penalista, seppure contribuì fortemente a ripristinare la verità. Inoltre, la Pierce non difese Giuseppe Conlon, perchè morì nel 1980, nove anni prima che il processo si concludesse. Il personaggio dell'ispettore Dixon non esistette nella realtà, ma era la combinazione di più poliziotti che avversarono Conlon. Byrne, pur rimanendo produttore esecutivo della pellicola, esternò il suo disappunto su alcune scelte del regista. Purtroppo, Gerry Conlon non superò mai i traumi vissuti nella sua tremenda esperienza carceraria: ebbe problemi gravi con alcool e droghe, poi si ammalò di nervi, e morì a sessant'anni per un cancro ai polmoni. Anche Carole Richardson ( interpretata sullo schermo da BEATIE EDNEY), incarcerata a soli diciassette anni, è morta a cinquantacinque anni. Costò 13 milioni di dollari, ne incassò 25 negli USA, ed altri 15 nel resto degli altri Paesi, per un totale di 40. Ottenne sette nominations all'Oscar, tra le quali per il film, la regia, l'attore protagonista (Day-Lewis), l'attore non protagonista (Postlethwaite), l'attrice non protagonista (Thompson). Quattro candidature ai Golden Globes, per il film drammatico, l'attore protagonista (Day-Lewis), e l'attrice non protagonista (la Thompson), e la canzone, "(You've made me) The thief of your heart", che Bono co-scrisse appositamente per questo lungometraggio. Due candidature anche ai BAFTA, per Day-Lewis come miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura-adattamento da un'opera già esistente. Vinse l'Orso d'oro a Berlino per il miglior film dell'anno, ed il David di Donatello quale miglior pellicola straniera.