martedì 1 gennaio 2019

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NEL NOME DEL PADRE ( In the name of the father, GB/IRE/USA 1993)
DI JIM SHERIDAN
DRAMMATICO/BIOGRAFICO
L'autobiografia di GERRY CONLON, "Proved Innocent", come vittima di un clamoroso errore del sistema giudiziario britannico, accusato erroneamente di far parte di una frangia violenta dell'IRA, uscì a fine anni Ottanta, e suscitò da subito l'interesse del mondo cinematografico. Conlon fece amicizia con JOHNNY DEPP nell'Estate del 1990, e per lui l'attore era indicatissimo a interpretarlo sullo schermo: Depp fu comunque tra gli sponsor del libro presso la gente del cinema. MEL GIBSON e LIAM NEESON furono presi in considerazione per il ruolo di Conlon, poi i diritti per girare un film dal libro furono acquistati da GABRIEL BYRNE, il quale era intenzionato a ricoprire la parte principale, poi preferì essere il produttore esecutivo dell'opera, e scritturare DANIEL DAY-LEWIS come protagonista. A BONO VOX degli U2 venne offerta la parte di Paul Hill, ma il frontman della band irlandese dovette rinunciare per impegni del gruppo, tra la rifinitura del disco "Zooropa", e la preparazione del consecutivo tour. Il personaggio ebbe poi il volto di JOHN LYNCH. Per il ruolo di Gareth Pierce fu pensato dapprima a MADELEINE STOWE, poi fu EMMA THOMPSON ad avere la parte. Day-Lewis si preparò all'interpretazione perdendo un pò meno di una decina di kili, passando notti in una cella facendosi lanciare secchiate d'acqua gelida e offendere da membri della troupe per ricreare tante cose subite dal vero Conlon. Day-Lewis mantenne anche fuori dal set l'accento nord-irlandese usato per il ruolo, fino alla fine delle riprese. Nella realtà, Conlon e suo padre Giuseppe non condivisero mai una cella. Fu l'unica interpretazione di PETE POSTLETHWAITE a raggiungere la nomination all'Oscar. La regia di JIM SHERIDAN fu molto criticata da persone che avevano seguito le vicende di Conlon, per un'eccessiva libertà nel resoconto della sventura del protagonista: le famiglie di Gerry e la Maguire non vennero processate insieme, il personaggio dell'IRA Joe McAndrew è invenzione della sceneggiatura, l'avvocato Gareth Pierce non difese in aula Conlon, anche se indagò veramente su quel che era accaduto, perchè non era una penalista, seppure contribuì fortemente a ripristinare la verità. Inoltre, la Pierce non difese Giuseppe Conlon, perchè morì nel 1980, nove anni prima che il processo si concludesse. Il personaggio dell'ispettore Dixon non esistette nella realtà, ma era la combinazione di più poliziotti che avversarono Conlon. Byrne, pur rimanendo produttore esecutivo della pellicola, esternò il suo disappunto su alcune scelte del regista. Purtroppo, Gerry Conlon non superò mai i traumi vissuti nella sua tremenda esperienza carceraria: ebbe problemi gravi con alcool e droghe, poi si ammalò di nervi, e morì a sessant'anni per un cancro ai polmoni. Anche Carole Richardson ( interpretata sullo schermo da BEATIE EDNEY), incarcerata a soli diciassette anni, è morta a cinquantacinque anni. Costò 13 milioni di dollari, ne incassò 25 negli USA, ed altri 15 nel resto degli altri Paesi, per un totale di 40. Ottenne sette nominations all'Oscar, tra le quali per il film, la regia, l'attore protagonista (Day-Lewis), l'attore non protagonista (Postlethwaite), l'attrice non protagonista (Thompson). Quattro candidature ai Golden Globes, per il film drammatico, l'attore protagonista (Day-Lewis), e l'attrice non protagonista (la Thompson), e la canzone, "(You've made me) The thief of your heart", che Bono co-scrisse appositamente per questo lungometraggio. Due candidature anche ai BAFTA, per Day-Lewis come miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura-adattamento da un'opera già esistente. Vinse l'Orso d'oro a Berlino per il miglior film dell'anno, ed il David di Donatello quale miglior pellicola straniera.

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