domenica 28 ottobre 2018

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SIDNEY POITIER ( Sidney L. Poitier, 20/02/27, Miami, Florida, USA-...)
Cresciuto alle Bahamas, a Cat Island, anche se nato a Miami durante una visita dei genitori a parenti, SIDNEY POITIER era figlio di contadini, ricevette un'educazione sommaria a scuola, e a quindici anni fu mandato a vivere nella città ove era nato, dal fratello maggiore, per dare più possibilità ai ragazzi delle condizioni modeste in cui la famiglia viveva, e per toglierlo dalla strada, con rischi di far aderire il ragazzo a piccole bande di delinquenti che imperversavano nell'isola. Per un giovanissimo che veniva da un ambiente in cui la maggioranza della popolazione era di pelle nera, ritrovarsi in una città in cui le divisioni razziali ( si parla dei primi anni Quaranta...) erano ancora piuttosto marcate, fu uno shock. A diciott'anni il ragazzo si trasferì a New York, trovando lavoretti poco retribuiti, e adattandosi anche  a dormire nei bagni di una stazione di autobus. Si insediò ad Harlem, e prestò servizio brevemente in un ospedale militare: volle, d'impulso, fare un'audizione all' "American Negro Theatre", in cui appunto la comunità afroamericana svolgeva attività culturali per migliorare la propria condizione, ma l'accento isolano troppo netto e la goffaggine nel recitare del giovane Sidney fu bocciata. Il ragazzo impiegò sei mesi per lavorare sia sulla dizione, che nel modo di recitare, e volle fare una seconda prova: fu accettato. Cominciò con piccole parti, arrivando ad avere un ruolo abbastanza corposo in una versione di "Lysistrata" a Broadway, per cui ebbe buone critiche. Giunse così un'offerta dal produttore DARRYL F. ZANUCK, per prendere parte a "UOMO BIANCO, TU VIVRAI!", e Poitier si trovò a dover scegliere tra questa e considerevoli offerte teatrali da protagonista: volle debuttare al cinema, e l'interpretazione di un medico che aveva a che fare con gente bigotta e razzista gli fece conquistare molto interesse, divenendo uno degli attori neri di maggior spicco. Un ruolo secondario, ma che risultò incisivo, fu quello dello studente ribelle ne "IL SEME DELLA VIOLENZA" che poi passa dalla parte del professore GLENN FORD. Nel 1958 si aggiudicò la sua prima nomination per "LA PARETE DI FANGO", e dopo aver preso parte a titoli quali "PORGY AND BESS" e "PARIS BLUES", arrivò a vincere l'Oscar per "I GIGLI DEL CAMPO", diventando il primo afroamericano ad arrivare alla vittoria del premio per il miglior protagonista. Successivamente Poitier fu protagonista anche de "LA CALDA NOTTE DELL'ISPETTORE TIBBS", grande successo che vinse l'Oscar per il miglior film, "LA SCUOLA DELLA VIOLENZA" e "INDOVINA CHI VIENE A CENA?": tutti titoli che contribuirono a incrinare le barriere tra bianchi e neri, e ad aumentare il peso della comunità afroamericana a Hollywood. Il bell'aspetto, il talento, e l'impegno di Poitier hanno inciso notevolmente nel mondo del cinema, e hanno dato senz'altro una spinta positiva al miglioramento delle cose per gli attori di etnia afro. Durante gli anni Settanta e Ottanta, Sidney Poitier ha preferito dedicarsi maggiormente alla regia, recitando in titoli più "ordinari", rimanendo comunque una personalità molto amata e rispettata a Hollywood. Poitier è stato sposato due volte: dal 1950 al 1965 con Juanita Hardy, da cui ebbe quattro figli, e dal 1976 in avanti con Johanna Shimkus, con cui ha avuto altri due figli. Parla fluentemente russo. E' molto amico di HARRY BELAFONTE, altro grande personaggio della comunità afroamericana dello spettacolo,  di JOAN COLLINS, OSSIE DAVIS, RUBY DEE e di RICHARD WIDMARK. E' sopravvissuto a un cancro alla prostata. 
COSI' PARLO' SIDNEY POITIER:
"Ho deciso che nella mia vita non avrei fatto nulla che non si riflettesse positivamente su quella di mio padre."
"RICHARD BROOKS era sia intenso che sensibile, molto umano. Aveva una meravigliosa empatia con le altre persone, e non era particolarmente innamorato di sè. "
"La generosità dello spirito che illuminava Richard Widmark scalderà anche i vostri cuori."

lunedì 22 ottobre 2018

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E VENNE IL GIORNO  ( The Happening, USA 2008)
DI M. NIGHT SHYAMALAN
FANTASCIENZA
M. NIGHT SHYAMALAN scrisse la sceneggiatura di "E VENNE IL GIORNO" con MARK WAHLBERG in mente come protagonista. Wahlberg accettò di recitare in questa pellicola, ma più tardi rivelò che il risultato finale non lo aveva convinto, e che rimpiangeva tutto sommato di avervi preso parte, ma voleva interpretare un insegnante piuttosto che un poliziotto o un soldato, una volta tanto. E' stato il primo lungometraggio del regista in cui egli non compare fisicamente in un cameo: nell'originale presta la sua voce a Joey, che chiama Alma più volte durante la storia. Il ruolo di Alma venne offerto a AMY ADAMS, che declinò la proposta: fu ZOOEY DESCHANEL ad avere la parte. La foto dei genitori di Ashley che Jess dà alla bambina riprende i veri padre e madre, cioè lo stesso JOHN LEGUIZAMO e CHARITY RENEE SANCHEZ. Il film è stato girato completamente in sequenza. L'85% delle riprese sono state effettuate in esterni. E' stata la seconda collaborazione tra M. Night Shyamalan e FRANK COLLISON, dopo "THE VILLAGE". Quando, a pochi minuti dal finale, Elliott spinge Jess via dal bus, i due si trovano davanti allo stesso stabile visto in "ROCKY".  La "Bystander Apathy" è un disturbo realmente esistente, basato su comprovati e evidenti precedenti. E' stato il primo film del regista a ricevere il divieto "R-Rating". Il lavoro più breve di Shyamalan, con 91 minuti di durata. Le riprese durarono 44 giorni. Costato 48 milioni di dollari, il film incassò negli USA 64 milioni, ed altri 99 negli altri paesi, arrivando ad un totale di 163 milioni. 

sabato 20 ottobre 2018

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IL PADRINO PARTE III ( The Godfather part III, USA 1990)
DI FRANCIS FORD COPPOLA
DRAMMATICO
Il progetto di girare un terzo capitolo della saga de "IL PADRINO" fu perseguito dalla Paramount Pictures per molti anni: FRANCIS FORD COPPOLA aveva rifiutato, a più riprese, l'idea di proseguire la storia dei Corleone, e riteneva esaurito l'argomento con il capitolo secondo. Vennero approntate, negli anni, dodici diverse sceneggiature: in alcune il figlio di Michael, Anthony, si metteva a capo della Famiglia, in altre i Corleone si scontravano con la CIA, o con cartelli della droga sudamericani, oppure con le forze cubane. Nel 1978 MARIO PUZO firmò un adattamento in cui Anthony Corleone stringeva un accordo con la CIA per assassinare un leader del Sud-America. Anche DEAN RIESNER, DON SIMPSON  e MICHAEL EISNER scrissero soggetti per una terza parte. L'idea era di far uscire l'atto terzo per il Natale 1980. Ad un certo punto si trovò una forma di accordo con Coppola, che avrebbe scritto una sceneggiatura assieme a Puzo, escludendo gli spunti proposti fino ad allora: ma questa prospettiva durò poco, perchè il regista continuava a non essere convinto di questo nuovo sviluppo, e intendeva girare altre cose in quegli anni. Puzo, nel 1986, buttò giù una nuova stesura dello script, che prevedeva l'entrata in scena del figlio illegittimo di Sonny Corleone, Vincent Mancini. La Paramount considerò di affidare la regia del terzo capitolo della storia dei Corleone a SIDNEY LUMET, ROBERT BENTON, ALAN J. PAKULA, MICHAEL CIMINO. Successivamente, ci fu l'ipotesi di far entrare nella produzione SYLVESTER STALLONE, che avrebbe diretto il film e interpretato un nuovo personaggio. Inoltre, nello script di Puzo dell'86, c'era un personaggio legato allo spaccio della droga, Leroy "Nicky" Barnes, che sarebbe stato offerto a EDDIE MURPHY, il quale avrebbe accettato ad occhi chiusi qualsiasi ruolo, pur di entrare a far parte della serie. Preoccupato dalla direzione che stava prendendo il progetto, Coppola, anche per recuperare guadagni, dopo gli insuccessi di alcuni dei suoi ultimi titoli, come "GIARDINI DI PIETRA" e "TUCKER- UN UOMO E IL SUO SOGNO", acclamati dai critici, ma poco proficui al box-office. Ad AL PACINO vennero offerti cinque milioni di dollari, ma la richiesta dell'attore fu di sette, per tornare ad intepretare Michael Corleone: Coppola prese male il rialzo della star, e minacciò di riscrivere la sceneggiatura completamente, facendo iniziare la storia con il funerale di Michael. Questo fece cambiare idea a Pacino, che accettò l'offerta della Paramount. ROBERT DUVALL, invece, disse di no all'offerta di un milione di dollari per riprendere la parte di Tom Hagen: il motivo fu la troppa differenza salariale con Pacino e DIANE KEATON, che percepì un milione e mezzo, ma Duvall in un'intervista si giustificò dicendo che se fosse tornato ad interpretare quel ruolo, lo avrebbe fatto solo per soldi. Quindi, Tom Hagen fu fatto morire fuori scena. Il ruolo della figlia di Michael Corleone avrebbe dovuto andare a WYNONA RYDER, che, però, ebbe problemi di stress, e lasciò questo lungometraggio per recitare in "EDWARD MANI DI FORBICE", accanto all'allora fidanzato JOHNNY DEPP: il ruolo venne assegnato allora a SOFIA COPPOLA. Inizialmente, la candidata favorita al ruolo era REBECCA SCHAEFER, che, purtroppo venne uccisa da un fan psicopatico proprio la mattina in cui doveva recarsi all'ultimo provino, con un colpo di pistola al petto. La figlia del regista venne scelta, nonostante fossero in lizza anche LINDA FIORENTINO e LAURA SANGIACOMO, e accettò non senza apprensione, non avendo che poca esperienza sul set.  MADONNA provò ad offrirsi per tale parte, ma venne ritenuta troppo in avanti con gli anni, per risultare credibile: le venne proposta allora la giornalista Grace Hamilton, ma chiese troppo denaro per un ruolo piuttosto piccolo. Prima che ANDY GARCIA ottenesse la parte, in gara per il ruolo di Vincent Mancini c'erano NICOLAS CAGE, MATT DILLON, VINCENT SPANO, ALEC BALDWIN, BILLY ZANE, VAL KILMERFRANK SINATRA, ai tempi dell'uscita dei primi due capitoli della saga, attaccò Francis Ford Coppola dicendo che dava una brutta versione degli italoamericani, ma, vista la popolarità della serie, si offrì per interpretare il mafioso rivale di Corleone, don Altobello, ma fece marcia indietro quando capì che il compenso sarebbe stato abbastanza basso, e considerò squalificante tornare a recitare per così pochi soldi; per ironia della sorte, in "DA QUI ALL'ETERNITA'", tra i fattori che fecero avere a Sinatra il ruolo del soldato Angelo Maggio, fu la rinuncia di ELI WALLACH al ruolo per l'offerta troppo bassa. TALIA SHIRE basò il trucco del suo personaggio su quello utilizzato da GLORIA SWANSON in "VIALE DEL TRAMONTO". Per interpretare Grace Hamilton, dopo che DIANE LANE e  VIRGINIA MADSEN circolarono come potenziali candidate, fu BRIDGET FONDA che la impersonò. Lo stesso Wallach ebbe la parte di Altobello, anche se era sembrato in vantaggio TIMOTHY CAREY, il quale aveva insistito molto con Coppola per farsi assegnare il personaggio: un ictus che compromise seriamente la salute di Carey, e lo eliminò dalla rosa dei pretendenti alla parte. Era previsto che JOE SPINELL riprendesse il ruolo di Willy Cicci, un tirapiedi dei Corleone, che in questo nuovo capitolo avrebbe lavorato per un'altra cosca, i fratelli Russo: però Spinell morì prima che il film entrasse in produzione, e venne creato allora il personaggio di Joey Zasa. Il cognome era quello della nonna materna di Francis Ford Coppola: venne preso in considerazione MICKEY ROURKE per interpretare il gangster, ma appariva troppo poco come italoamericano, e venne così scritturato JOE MANTEGNA, il quale si ispirò molto a John Gotti per la sua prova. Anche CORRADO GAIPA venne ricontattato per reinterpretare don Tommasino, ma scomparve prima che le riprese iniziassero, e la parte venne data a VITTORIO DUSE. In alcune delle prime stesure era previsto il ritorno del personaggio di Rocco Lampone, sopravvissuto agli spari della polizia nelle ultime scene del secondo capitolo. Il ruolo di Anthony Corleone fu assegnato a FRANC D'AMBROSIO, dopo una selezione di oltre duecento tenori.  Una delle donne che fermano per strada Vincent per lamentarsi di come Joey Zaza tratti il quartiere è CATHERINE SCORSESE, mamma del regista MARTIN.  DONAL DONNELLY, che interpreta il cardinale corrotto, era una vecchia conoscenza di Coppola, essendo stato presente in uno dei suoi primi titoli, "SULLE ALI DELL'ARCOBALENO". Per il ruolo del porporato, MARCELLO MASTROIANNI, GIAN MARIA VOLONTE', PHILIPPE NOIRET e ALBERT FINNEY erano stati presi in considerazione. Per il ruolo del Papa, i nomi che circolarono furono quelli di VITTORIO GASSMAN, YVES MONTAND e MICHEL PICCOLI, poi venne ingaggiato RAF VALLONE. Andy Garcia, girando la scena in cui elimina due sicari entrati in casa, insistette affinchè uno dei due killer gli puntasse contro una pistola vera, e non una finta di scena. Dopo un'anteprima per la stampa nel Dicembre 1990, Sofia Coppola dovette abbondantemente ridoppiarsi, perchè la maggior parte delle critiche colpirono la sua interpretazione, sottolineando la sua dizione incerta. Per molti anni, dopo l'uscita del primo film, Al Pacino e Diane Keaton hanno avuto una relazione fatta di pause e riprese, che si chiuse quando la Keaton avrebbe voluto diventasse un'unione, mentre Pacino non ne aveva intenzione. Quando i due arrivarono sul set, ci furono delle frizioni, che servivano anche a mantenere la tensione tra i personaggi, divorziati, che interpretavano. Pacino rivelò che non era soddisfatto di come Michael fosse ritratto in questo episodio, dato che secondo lui, non era capace di provare alcun rimorso, soprattutto per quel che riguardava l'assassinio di suo fratello Fredo. Anche Coppola si disse non del tutto soddisfatto del risultato finale, definendo questo come il capitolo meno riuscito della saga: secondo l'autore, aveva avuto troppo poco tempo per finire la sceneggiatura. Tuttavia per il regista, mostrare il pentimento di Michael Corleone per quello che aveva compiuto era fondamentale per lo sviluppo della saga. Coppola richiese sei milioni di dollari per produrre, scrivere e dirigere la pellicola, e sei mesi di tempo per approntare lo script: lo studio invece gli offrì un milione, e sei settimane per finire la sceneggiatura, onde fare uscire il film per le festività natalizie del 1990. Inoltre, una condizione posta dallo studio fu che la pellicola non potesse durare meno di due ore e venti minuti. Anche l'eliminazione di Tom Hagen dalla storia, per Francis Ford Coppola, fu un danno, in quanto rappresentava un controcanto ideale per Michael Corleone. Ironicamente, la Banca Vaticana un tempo fu la maggiore azionista della Paramount Pictures. Il Vaticano, comunque, negò ogni forma di collaborazione alla produzione. Ogni film della trilogia de "Il padrino" inizia con una cerimonia:: nel primo c'è il matrimonio di Connie, nel secondo il battesimo di Anthony, nel terzo la consegna di un'onorificenza a Michael da parte di un messo di Paolo VI. Durante le riprese, la troupe ricevette la visita di GEORGE LUCAS, grande amico di Coppola, che si trattenne sul set per tutto il giorno. Il film si svolge tra il 1979 ed il 1997. E' stata la prima delle due sole trilogie che hanno ricevuto una nomination per ogni capitolo quale miglior film dell'anno: è accaduto anche a "IL SIGNORE DEGLI ANELLI".  La prova da attrice di Sofia Coppola fu comunque stroncata da molti recensori, e vinse ben due "Razzie Awards", gli opposti dell'Oscar, che vanno a chi eccelle al negativo: per la peggior interpretazione non protagonista, e per la peggior Nuova Star), e stabilì per l'epoca il record di voti, prendendo il 65% in entrambe le categorie. Una delle critiche più comuni alla pellicola fu la poca credibilità di Garcia come italoamericano, mentre era evidente che fosse un latinoamericano. E' il più corto film della serie. Dei tre film della trilogia, questo è l'unico a non aver vinto l'Oscar come miglior pellicola dell'anno, e anche l'unico a non essere iscritto al National Film Registry. E' anche l'unico episodio a non aver fatto avere ad Al Pacino la nomination al BAFTA per la migliore interpretazione. Per Andy Garcia, l'unica nomination all'Oscar avuta in carriera. Molti fans si irritarono scoprendo che la canzone "Brucia la terra", intonata da Anthony Corleone, non era presente nella colonna sonora edita. Pare che fosse previsto un altro finale: riconciliatisi Michael e Kay, dopo la scena all'Opera,  e dopo una dissolvenza che vedeva i due dentro a una chiesa, un killer armato di fucile avrebbe sparato a Michael, uccidendolo. Il finale che conosciamo venne ispirato a Coppola dalla vera vicenda del designer sonoro MICHAEL BEGGS. Nella sceneggiatura venne descritto il funerale di Michael Corleone, ma la scena non venne girata. Una ventina di anni dopo, Andy Garcia rivelò in un'intervista che Francis Ford Coppola aveva progettato un quarto episodio: avrebbe narrato una nuova era, con i Corleone guidati da Vincent, in parallelo con la giovinezza di Sonny, e il regista aveva cominciato a scriverlo insieme a MARIO PUZO, ma la morte dello scrittore fece tramontare la cosa.  Costato 54 milioni, incassò negli USA 66 milioni, e nel resto del mondo altri 70, arrivando a 166 milioni. Sette le nominations agli Oscar, tra cui miglior film, regia, attore protagonista, ma nessuna divenne un premio. Ai Golden Globes altre sette candidature, tra le quali per il miglior film drammatico, per la regia, l'attore protagonista.

domenica 7 ottobre 2018

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LA VEDOVA NERA ( Black widow, USA 1987)
DI BOB RAFELSON
THRILLER
A DEBRA WINGER venne offerta la possibilità di scegliere quale dei due ruoli principali volesse, ne "LA VEDOVA NERA". Scelse quello dell'agente FBI perchè non capiva le motivazioni della killer: dopo il rifiuto di CHER a ricoprire la parte di Catherine, fu THERESA RUSSELL ad ottenere il ruolo. Fu il ritorno al cinema sia per BOB RAFELSON, che diresse di nuovo un film sei anni dopo "IL POSTINO SUONA SEMPRE DUE VOLTE", e, dopo dieci anni dall'ultimo film che lo aveva coinvolto, fu la rentrèe del direttore della fotografia CONRAD L. HALL. Fu l'esordio nell'insolita veste di attore per DAVID MAMET, che viene visto giocare a Poker con la Winger. Tutti e due i principali personaggi adottano più identità, due nel caso dell'investigatrice Winger, quattro in quello dell'assassina Russell. In Europa piacque più che negli USA, e venne elogiato come una versione moderna dei noir più torbidi e classici: costato 10 milioni e mezzo di dollari, incassò in patria 25 milioni. 

venerdì 5 ottobre 2018

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DRACULA ( Dracula, USA 1979)
DI JOHN BADHAM
HORROR
Reduce dal successo trionfale de "LA FEBBRE DEL SABATO SERA", JOHN BADHAM si vide offrire la regia di una versione di "DRACULA" dal dramma teatrale omonimo, tratto dal celebre romanzo di BRAM STOKER, che andò in scena con grande clamore a Broadway dall'Ottobre 1977 al Gennaio 1980, in 924 repliche. FRANK LANGELLA fu un acclamato interprete del re dei vampiri sulla scena teatrale, conquistando anche una nomination al Tony per il ruolo.  Secondo l'attore, Dracula non era solo un demone, ma un nobile con un grave problema irrimediabile, il necessitare di sangue per sopravvivere, ed essere immortale. L'operazione per trasporre questa versione della storia del vampiro della Transilvania dal teatro al cinema partì quando il produttore WALTER MIRISCH si recò a Broadway a vedere lo spettacolo, e rimase folgorato dalla prospettiva secondo la quale Dracula era non solo la figura sinistra tradizionale, ma un uomo con fascino, sensualità e con la capacità di far affezionare il pubblico a sè. Badham tornò quattro volte ad assistere allo show. Frank Langella, come Bela Lugosi, non volle indossare canini finti e più grandi per impersonare il vampiro: fu una tra le due regole date dall'interprete per accettare il ruolo. L'altra fu il potersi sottrarre alla promozione pubblicitaria della pellicola. Tuttavia, Langella considerò un grande complimento quando alcuni spettatori entusiasti gli avevano detto di essere rimasti impressionati dai canini che sfoggiava nel film. Frank Langella soffriva di un problema in un occhio chiamato nistagmo: consiste in un movimento involontario della cornea. Questo preoccupava i produttori, che invece di risultare minaccioso, il Dracula dell'attore, a causa di tale difetto, rischiasse di essere ridicolo: Langella però convinse tutti muovendo lo sguardo con vaghezza, oppure fissando qualcuno assiduamente. Langella commentò, divertito, in interviste, che quando recitava il ruolo di Dracula a teatro, molti spettatori lo avevano avvicinato, ringraziandolo per la notte focosa con le proprie mogli, dopo averle portate a teatro a vedere lo spettacolo. A DONALD PLEASENCE venne offerto dapprima il ruolo del professor Van Helsing, ma l'attore preferì la parte, minore, del dottor Seward, perchè il cacciatore di vampiri gli ricordava troppo il dottor Sam Loomis, nemico di Michael Myers in "HALLOWEEN-LA NOTTE DELLE STREGHE".  Il ruolo di Van Helsing andò a LAURENCE OLIVIER, le cui condizioni di salute, per via di un cuore molto malandato, e in diversi del cast e della troupe si chiedevano se il grande attore inglese fosse in condizione di terminare la lavorazione: Olivier invece soffrì, su questo set, di emofilia, che lo portava a sanguinare non poco quando si feriva appena. Fu il film d'esordio per TREVOR EVEJAN FRANCIS coreografò personalmente la scena di ballo tra Dracula e Mina: la Francis, prima di fare l'attrice, era stata una ballerina professionista. I nomi di Mina e Lucy sono invertiti in questa versione, come capita in altri film tratti dal romanzo di  Stoker: nel libro e in diversi adattamenti, Mina è la fidanzata di Jonathan Harker, mentre Lucy è la sua amica preferita, qui accade il contrario. Donald Pleasence, da attore di grande esperienza, per rendere la vita complicata a registi e montatori, onde scongiurare i rischi che le sue scene venissero tagliate, era uso maneggiare oggetti o mangiare cibo quando inquadrato, per dare problemi con la continuity delle riprese, e, in questo modo, obbligare chi montava il film a non lasciarlo fuori. Il capo degli stuntmen, EDDIE POWELL, era stato la controfigura di CHRISTOPHER LEE in molti lungometraggi, su Dracula e non. John Badham voleva, inizialmente, girare il film in bianco e nero, per omaggiare il classicissimo "DRACULA" di TOD BROWNING, ma i produttori, preoccupati che questo danneggiasse le potenzialità commerciali dell'opera, non ne vollero sapere: la pellicola tuttavia ha una prevalenza di nero, bianco, grigio, con squarci di colore sgargiante. Per l'edizione in laserdisc del 1991, Badham desaturò molto i colori, Il castello di Dracula non era un set costruito, ma un fondale dipinto. La macchina che Harker guida è una Hispano-Suiza. Il vascello su cui si svolge il finale è un brigantino a tre alberi. Il film è ambientato nel 1913.  Il 1979 fu un anno particolarmente intenso per i film sui vampiri: oltre a questo lungometraggio, uscirono "NOSFERATU-PRINCIPE DELLA NOTTE" con KLAUS KINSKI, "AMORE AL PRIMO MORSO", parodia con GEORGE HAMILTON, "LE ALI DELLA NOTTE", "LE NOTTI DI SALEM", "NOCTURNA" ed il rumeno "VLAD L'IMPALATORE". Nello stesso periodo in cui veniva pianificato questa versione di "Dracula", anche KEN RUSSELL stava progettandone una sua, che avrebbe contemplato nel ruolo del vampiro PETER O'TOOLE o MICK FLEETWOOD (il cantante dei FLEETWOOD MAC), PETER USTINOV o JAMES COBURN nei panni di Abraham Van Helsing, OLIVER REED in quelli di Renfield, SARAH MILES e MIA FARROW ad interpretare Lucy e Mina, e MICHAEL YORK per dar volto ad Harker: forse per l'inflazione di progetti su Dracula, il progetto decadde. Costato 12 milioni di dollari, ne incassò 20 negli Stati Uniti, ed altri 11 nel resto del mondo, totalizzando 31 milioni: un buon successo, ma forse inferiore alle aspettative dei produttori.