martedì 8 ottobre 2019

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INDIANA JONES E L'ULTIMA CROCIATA
( Indiana Jones and the last crusade, USA 1989)
DI STEVEN SPIELBERG
AVVENTURA/FANTASTICO
Definito dallo stesso STEVEN SPIELBERG come il suo favorito della saga sull'archeologo-avventuriero, "INDIANA JONES E L'ULTIMA CROCIATA" fu voluto fortemente dal regista per due motivi: per rispettare l'accordo con GEORGE LUCAS, sul mettere insieme almeno una trilogia con protagonista il personaggio, e per recuperare sulle critiche negative riscosse da molti recensori per il secondo capitolo, "INDIANA JONES E IL TEMPIO MALEDETTO". Lucas propose, quando fu tempo di mettere in cantiere questo terzo episodio, di ambientarlo in un castello maledetto, ma Spielberg, che aveva terminato da non molto la lavorazione di "POLTERGEIST", voleva fare altro: fu un'idea di Lucas inserire la ricerca del Sacro Graal come motore della vicenda, e di Spielberg quella di mettere a confronto il protagonista con la figura paterna. Fu HARRISON FORD a indicare RIVER PHOENIX per impersonare Indy da ragazzo, avendo lavorato accanto a lui poco prima in "MOSQUITO COAST"; quando venne chiesto al giovane attore come si fosse preparato a interpretare il personaggio, Phoenix rivelò che non aveva guardato attentamente i primi due film, bensì si era concentrato nell'osservare Ford fuori dal set. Nel film la cicatrice sul mento di Indiana Jones viene spiegata mostrando il personaggio che se la procura facendo schioccare la frusta per la prima volta: in realtà, Harrison Ford se la fece in un incidente d'auto quando aveva circa vent'anni. In questo film viene rivelato anche come mai Henry Jones, jr. si chiama "Indiana": è in omaggio al suo cane, così come è un reale omaggio al cane di razza Alaskan Malamute, di proprietà di George Lucas negli anni Settanta. Un esemplare di questo tipo è visibile in casa Jones nel prologo. Spielberg volle omaggiare i propri trascorsi da boy scout nel rappresentare un giovanissimo Indiana Jones in tal veste, a inizio film. SEAN CONNERY è sempre stato nella mente di Spielberg e Lucas l'attore che avrebbe dovuto ricoprire il ruolo del padre del loro eroe: proprio perchè Indiana Jones nasce anche come omaggio a James Bond, l'attore scozzese era per forza il suo genitore. Se Connery non avesse accettato, GREGORY PECK era l'alternativa. LAURENCE OLIVIER venne considerato per impersonare il cavaliere custode del Santo Graal, ma l'attore inglese era troppo mal messo con la salute per prender parte alla lavorazione; inoltre, Olivier morì poco dopo l'uscita del lungometraggio. Connery, essendo nato nel 1930, aveva solo dodici anni più del figlio cinematografico HARRISON FORD, nato nel 1942. Per girare questo episodio, Steven Spielberg non accettò la regia di "BIG", nè di "RAIN MAN". RIVER PHOENIX è stato il primo attore ad impersonare il giovane Indiana Jones, nel prologo di questo episodio: nella serie televisiva che ne venne generata, venne chiesto a Phoenix di tornare a interpretare il personaggio, l'attore non accettò, e la parte andò a SEAN PATRICK FLANNERYDENHOLM ELLIOTT e JOHN RHYS-DAVIES compiono la loro ultima apparizione nella serie di Indiana Jones, rispettivamente nei panni del professor Marcus Brody e di Sallah: i due personaggi vennero inseriti nella sceneggiatura per alleggerire con dell'umorismo il capitolo. Ad Elliott avevano appena diagnosticato l'Aids, e le sue peggiorate condizioni di salute resero più complicata la sua partecipazione al film. La parte di Elsa venne offerta a AMANDA REDMAN, che decise di non accettare, quando scoprì che c'era la scena nella fogna con i ratti, da cui era terrorizzata; fu scelta allora ALISON DOODY, modella e attrice irlandese, che al cinema si era vista solo in "007 BERSAGLIO MOBILE" e "UNA PREGHIERA PER MORIRE".  Nella sceneggiatura originale, viene menzionato Abner Ravenwood, padre di Marion e mentore di Indy, che viene citato ne "I PREDATORI DELL'ARCA PERDUTA". Come in molte scene d'azione, Ford girò quasi senza controfigure, al punto da indurre lo stuntman VIC ARMSTRONG a dire in un'intervista "Se non fosse divenuto una star, sarebbe diventato una gran controfigura!". TOM STOPPARD venne ingaggiato, pagandolo 120,000 dollari per riscrivere dialoghi, specialmente quelli tra i due Jones: dopo l'uscita del film, e il conseguente grande successo internazionale, gli venne dato un aggiuntivo milione di dollari come pattuito se la pellicola avesse superato certe cifre. Secondo Steven Spielberg, aver preso a bordo Stoppard aveva contribuito a mantenere ironico il tono del rapporto tra Indiana Jones ed il padre, senza voler diventare troppo sentimentali. Quando Indiana Jones sceglie il Graal sostiene che la coppa di un falegname deve dare idea di umiltà, anche se nella Bibbia non viene mai indicato che Gesù Cristo facesse tale mestiere, bensì lo è San Giuseppe. Nel film, correttamente, viene detto che il nome in latino di Geova si scrive Ievah, dato che il cavaliere era partecipante alla prima crociata. Durante l'intera scena del dirigibile, per il calore sia Ford che Connery girarono senza indossare i pantaloni, con gran divertimento della troupe.  Molte delle uniformi dei soldati nazisti nella scena dei libri messi al rogo sono autentiche, ne venne trovata una grossa quantità dal costumista ANTHONY POWELL, che riuscì a ottenerne l'utilizzo. Il cappello, la giacca e la frusta originali di Indy sono conservati allo Smithsonian National Museum of American History. Per Powell fu una sfida trovare il giusto look per il padre di Indiana Jones: nella sceneggiatura, il personaggio avrebbe dovuto indossare più o meno gli stessi abiti per tutta la pellicola. Il costumista tenne allora presente suo nonno, e fece adottare al personaggio vestiti di tweed e cappelli da pescatore; Powell ritenne necessario che Henry Jones portasse occhiali, ma non voleva coprire lo sguardo di Connery, così fece preparare una montatura apposita, con lenti adatte all'uopo. Fu l'ultimo film cui lavorò DOUGLAS SLOCOMBE, leggendario direttore della fotografia, perchè poco dopo la fine delle riprese, questi perse l'utilizzo dell'occhio destro. Durante la lavorazione delle sequenze veneziane, la produzione ebbe a disposizione il Canal Grande dalle sette del mattino alle tredici per un giorno. La chiesa di S. Barnaba, a Venezia, in realtà, è molto ordinaria, e non contiene la maestosa biblioteca visibile nel film. Duecento ratti vennero allevati in modo "speciale" per girare le scene nelle fogne a Venezia, in quanto, se fossero stati presi direttamente avrebbero portato problemi come malattie e altro. Ci fu una questione a proposito dei topi, in quanto la compagnia assicurativa cui si era rivolta la produzione, la Fireman's Fund, aveva messo nel contratto penali molto forti, che riguardavano eventuali incidenti o addirittura indisposizioni degli animali: se si fosse perso anche un solo giorno di riprese, ciò avrebbe comportato una forte perdita di denaro. Le due parti trovarono un compromesso, utilizzando anche un migliaio di topi meccanici. I quattro cavalli che si vedono furono prestati alla produzione dal re Hussein di Giordania. Quando il professor Jones fa spiccare il volo ai gabbiani sulla spiaggia con l'ombrello, in realtà sono piccioni gli uccelli, perchè i gabbiani non sono addestrabili. Durante la lotta di Indiana Jones con il colonnello Vogel sul tank, il soldato al periscopio dice all'equipaggio, in tedesco "Gli americani combattono come ragazze!".  Per girare la sequenza occorsero una decina di giorni di riprese, e due carri armati, di cui uno costruito completamente in alluminio. Le difficoltà dei carri armati nell'essere manovrati erano reali. I due tank sono adesso ai Disney Studios a Orlando, in Florida, seppure non costituiscano attrazione vera e propria. Uno dei libri che si vedono bruciare dai nazisti è "Il Capitale" di KARL MARX. E' il film della serie in cui ci sono più inseguimenti, contenendone ben sei, su mezzi diversi.  Il tempio del finale della pellicola esiste veramente, ma si trova a Petra, in Giordania, e non ad Alessandretta. La ferita di Henry Jones senior venne realizzata con bicarbonato, versandoci aceto sopra. Il tecnico del suono HENRY BURTT voleva un forte suono di eco per il colpo di pistola che colpisce Jones sr., così registrò un colpo di una Magnum 357 in un parcheggio sotterraneo, nonostante la pistola usata nel film sia una Walter PPK, altro omaggio alla serie di 007. La morte di Donovan, il cattivo della storia, venne realizzata con tre mesi di preproduzione con computer graphic per simularne l'accelerata decomposizione e tramutazione in uno scheletro. JULIAN GLOVER, così come in "SOLO PER I TUOI OCCHI", si presenta come un personaggio positivo inizialmente, per rivelare la sua natura malvagia nella seconda parte del racconto. Benché si fosse trovato bene sia con Spielberg che con Ford, Connery declinò la proposta di tornare ad interpretare Henry Jones, Senior, nel quarto episodio della serie, "INDIANA JONES E IL REGNO DEL TEMPIO DI CRISTALLO". La storia viene ambientata nel 1912 ( prologo) e nel 1938. Ad oggi, con le sue due ore e sette minuti di durata, è il più lungo episodio della saga. Nel film muoiono cinquanta persone, tredici delle quali per mano di Indiana Jones. Costato 47 milioni di dollari, ne incassò 197 negli USA, ed altri 277 nel resto del mondo, totalizzando 474 milioni. Ottenne tre nominations agli Oscar, per miglior colonna sonora (JOHN WILLIAMS, alla decima collaborazione con Steven Spielberg), miglior sonoro, e migliori effetti speciali, vincendo la statuetta per quest'ultima categoria. L'unica candidatura ai Golden Globes fu invece per Sean Connery come miglior non protagonista. Ai BAFTA tre nominations: a Connery, al suono e agli effetti speciali