sabato 31 marzo 2018

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ZODIAC ( Zodiac, USA 2007)
DI DAVID FINCHER
THRILLER
JAMES VANDERBILT, autore della sceneggiatura di "ZODIAC", basato sulla trista vicenda dei delitti del serial killer chiamato "Zodiaco", incontrò ROBERT GRAYSMITH, autore del libro sulla faccenda, nel 2002 alla prima di "AUTOFOCUS", dopo aver letto il suo lavoro nel 1986, e volendo da sempre trarne uno script. DAVID FINCHER, dopo che i suoi tentativi di girare un film da "BLACK DAHLIA" andarono in fumo (ci riuscì invece BRIAN DE PALMA), ricevette la sceneggiatura di Vanderbilt, e per i produttori venne ritenuto l'autore adatto a girare quest'opera, dato che "SEVEN" era stato un thriller tra i migliori degli anni Novanta. Fincher dichiarò che il modello di thriller cui si ispirò per la regia di questo lungometraggio, era "TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE". Fincher fu particolarmente entusiasta di commissionare le musiche a DAVID SHIRE, che aveva realizzato la colonna sonora del film di ALAN J. PAKULA. Per i produttori la prima scelta per interpretare Avery era DANIEL CRAIG, ma Fincher puntava a BRAD PITT, prima di scegliere ROBERT DOWNEY, jr.. Downey jr. fu sorpreso dal sistema di riprese multiple che Fincher era solito usare, e si ribellò al regista per non avere abbastanza tempo per organizzarsi tra una ripresa e l'altra. JAKE GYLLENHAAL era sempre stato la prima scelta di David Fincher per impersonare Graysmith, ma nel caso avesse deciso di non partecipare alla pellicola, il regista avrebbe offerto il ruolo a ORLANDO BLOOM. Quando MARK RUFFALO incontrò David Toschi, il personaggio che interpretò in questo lungometraggio, rimase sbalordito dalla memoria del detective, che ricordava dettagli a iosa dopo molti anni. Toschi fu l'ispiratore di STEVE MC QUEEN per interpretare il poliziotto protagonista di "BULLITT": nel film, Graysmith dice a Toschi che porta la pistola come McQueen nella pellicola, ricevendo per risposta da Avery che è Bullitt a imitare Toschi. Per interpretare Armstrong, il regista volle scritturare ANTHONY EDWARDS: desiderava che ci fosse una persona che stimasse, per dar volto a tale personaggio, e conosceva personalmente Edwards perchè era suo vicino di casa. DERMOT MULRONEY dovette indossare protesi che lo rendavano più corpulento sotto i vestiti, perchè secondo il regista era troppo tonico per il ruolo. Fincher, Vanderbilt ed il produttore BRADLEY J. FISCHER impiegarono diciotto mesi per compiere più a fondo possibile le ricerche sulla vicenda, intervistando testimoni, investigatori, i due sopravvissuti a "Zodiaco" e i sindaci di San Francisco e Vallejo all'epoca dei fatti. La sceneggiatura era molto lunga, e Fincher riteneva che i dialoghi fossero perlopiù indispensabili, raccomandò agli interpreti di parlare piuttosto veloce. Graysmith e Avery non divennero mai amici, come invece la pellicola descrive. Alle mani di Gyllenhaal vennero aggiunti peli digitalmente, perchè secondo Fincher, erano troppo curate e aggraziate. Gyllenhaal divide con CHARLES FLEISCHER una delle scene di maggior suspence, ma i due attori si conoscevano fin da piccolissimi. Fincher volle aggiungere digitalmente il sangue nelle scene dei delitti, per non perdere troppo tempo nell'allestire i set. Il film non include il primo delitto del serial killer, perchè, non avendo testimoni, quello su Lake Herman Road, non c'erano dettagli sufficienti, per cui la pellicola si apre dal secondo omicidio, del 4 Luglio. Per rintracciare il vero scampato al killer, Mike Mageau, la casa di produzione ingaggiò un investigatore privato. Il film si apre e si chiude con Mageau in scena. Nel film, tre attori impersonano il killer, sempre inquadrati non in primo piano, o con i tratti resi non riconoscibili: era intenzione di sceneggiatura e regia che non ci fosse un attore riconoscibile nella parte dell'assassino. Gli abiti delle vittime vennero meticolosamente ricreati uguali a quelle reali, grazie alle foto forensi. Il logo di Warner Bros. e Paramount utilizzati nella pellicola sono quelli che le due case di produzione avevano nel 1969. L'unico commento ufficiale di Robert Graysmith dopo aver visto il film finito, fu "Ecco perchè mia moglie ha voluto il divorzio!". Dopo l'uscita del film, il caso "Zodiaco"  venne riaperto. Un altro dei classici cui questo film è debitore, è "ISPETTORE CALLAGHAN, IL CASO SCORPIO E' TUO!", anche perchè il killer "Scorpio" fu ispirato da "Zodiaco". Fincher riuscì a far contenere i costi di produzione, anche lavorando bene sui tempi delle riprese, in centodieci giorni, giungendo a concludere la lavorazione, rimanendo sotto il budget previsto. Costato 65 milioni di dollari, incassò solo 33 milioni negli USA, e all'estero arrivò a 51 milioni, per un totale di 84 milioni, cifra che non fece diventare un successo "Zodiac", più apprezzato da critica e cinefili che dalle grandi platee.

domenica 18 marzo 2018

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HERCULES ( Hercules, USA 1997)
DI RON CLEMENTS e JOHN MUSKER
ANIMAZIONE
FANTASTICO
Benchè fossero stati, come previsto, forti successi commerciali, "POCAHONTAS" e "IL GOBBO DI NOTRE DAME" erano film con una componente cupa molto forte: alla Disney venne deciso che il marchio aveva bisogno di più leggerezza, e così venne realizzato "HERCULES" per riequilibrare le cose. I registi RON CLEMENTS e JOHN MUSKER si ispirarono al cinema di PRESTON STURGES e FRANK CAPRA: l'eroe era modellato sul JAMES STEWART di "MR. SMITH VA A WASHINGTON", e Meg su BARBARA STANWYCK in "LADY EVA" e "ARRIVA JOHN DOE". Megara venne creata basandosi sulle quattro mogli di Ercole nella mitologia classica. Ade, il cattivo del film, venne invece modellato su JEFFREY KATZENBERG, ex boss della Disney che aveva lasciato lo studio dopo forti contrasti, per entrare alla Dreamworks Pictures. Il fauno Phil venne invece disegnato tenendo conto anche dell'aspetto del suo doppiatore, DANNY DE VITO. De Vito era la prima scelta della Disney, ma declinò inizialmente l'offerta ricevuta: così vennero contattati ERNEST BORGNINE, EDWARD ASNER e DICK LATESSA. RED BUTTONS fece un provino, ma ALICE DEWEY GOLDSTONE, producer, rimase dell'idea che De Vito fosse essenziale per il personaggio, e lo andò a contattare di persona, invitandolo a pranzo, e finendo per convincerlo. Per dare voce a Ade, vennero presi in considerazione WILLEM DAFOE e DAVID BOWIE, poi Danny De Vito suggerì ai produttori di consultare JACK NICHOLSON: contattato, il divo, a fronte dell'offerta di 500,000 dollari della casa di produzione, controbattè la cifra di almeno 10 milioni di dollari, con una percentuale del 50% dei proventi del merchandising di Ade, probabilmente perchè non aveva voglia di partecipare alla pellicola, dato lo sproposito del cachet richiesto. Sostennero un provino per doppiare Ade ROD STEIGER, JAMES COBURN, MARTIN LANDAU, RON SILVER, KEVIN SPACEY e MICHAEL IRONSIDE, senza che i produttori fossero convinti appieno della loro idoneità. Dopo che, in pratica, JOHN LITHGOW venne scritturato e doppiato completamente il personaggio, i produttori, non convinti, chiamarono JAMES WOODS. Finchè non venne scritturato James Woods, Ade era concepito come un personaggio dalla parlata lenta, e dai toni perennemente minacciosi: con la sua parlata fulminea, Woods convinse gli sceneggiatori a riscrivere ampiamente il personaggio, e a renderlo più umoristico, con battute e frasi secche. Il contributo di James Woods nel doppiare Ade entusiasmò enormemente i produttori, e in USA è considerato uno dei più grandi lavori di doppiaggio per disegni animati di sempre. Quando il budget del lungometraggio venne sforato, l'attore si offrì di rinunciare al proprio compenso, ma gli executives rifiutarono tale soluzione, e riuscirono comunque a far terminare la produzione. Nella scena in cui Ade mangia vermi, Woods masticava rumorosamente pezzi di cocomero. Quando Ade pronuncia la frase :"Rilassiamoci, siamo solo a metà", lo dice esattamente a metà proiezione. Nel film, Ercole incontra Megara sulla via di Tebe, salvandola dall'annegamento nel fiume Nessos: nella mitologia, è così che conosce la seconda moglie, Deianira. A parte il segmento ispirato alla musica pastorale di "FANTASIA", è la prima pellicola disneyana in cui si trae ispirazione dalla mitologia classica, invece che da una fiaba o da un racconto. Gli animatori impegnavano dalle sei alle quattordici ore per ogni fotogramma inquadrante l'Idra, a seconda del numero di teste presenti. Per un film Disney, la scena dell'uccisione del mostro a più teste è un anomalo elemento "gore", anche se il sangue che esce dai colli tagliati è verde. L'Idra è l'unico elemento creato in CGI, mentre tutto il resto della pellicola è disegnato a mano. L'animatore ANDREAS DEJA, che aveva caratterizzato cattivi famosi come Gaston ne "LA BELLA E LA BESTIA", Jafar in "ALADDIN" e Scar ne "IL RE LEONE", volle animare questa volta il protagonista. Nella mitologia, Pegaso nasce è figlio di Medusa e Poseidone, mentre qui viene creato da Zeus con le nuvole, per fare un regalo a Hercules. Nella colonna sonora del film dovevano esserci le SPICE GIRLS, interpretando le cinque muse della storia, ma per impegni contrattuali non poterono incidere nè registrare le proprie voci. Nella versione latinoamericana del film, Hercules è doppiato da RICKY MARTIN. E' il primo film della Disney, dopo "OLIVER E COMPANY", in cui il cattivo non canta. E' l'unico lungometraggio Disney della "Renaissance Era", cioè la fase tra la fine degli anni Ottanta ed il 2000 a non aver generato un sequel. Costò 85 milioni di dollari: negli Stati Uniti l'incasso fu di 99 milioni, e all'estero incassò 153 milioni, per un totale di 252 milioni. 
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I GUERRIERI DELLA PALUDE SILENZIOSA
( Southern comfort, USA 1981)
DI WALTER HILL
AZIONE/THRILLER
WALTER HILL e lo sceneggiatore DAVID GILER avevano un contratto con la 20th Century Fox per scrivere sceneggiature di film dal basso costo ma dalle potenzialità commerciali di un certo livello. Uno era stato "ALIEN" e il seguente sarebbe stato "I GUERRIERI DELLA PALUDE SILENZIOSA": nelle intenzioni di Hill e Giler sarebbe stato un "survival movie", alla "UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA". Hill aveva buttato giù la prima stesura dello script nel 1976. Il titolo originale si rifà, ironicamente, al liquore con il medesimo nome: la compagnia Brown-Forman Corporation, titolare del marchio, creò qualche problema alla produzione. In una delle prime fasi di lavorazione, il titolo provvisorio era stato "The prey". Secondo Hill, il personaggio interpretato da KEITH CARRADINE era il più aristocratico del plotone di soldati della Guardia Nazionale, nove in tutto, confidante nel proprio spirito di adattamento e un pò altezzoso, mentre quello di POWERS BOOTHE era più razionale, lavoratore e individualista. Carradine aveva già lavorato con Hill in "I CAVALIERI DALLE LUNGHE OMBRE": avrebbero collaborato altre due volte, in "WILD BILL" e "DEADWOOD". Boothe venne invece scelto dal regista quando lo vide recitare in "LA TRAGEDIA DELLA GUYANA", miniserie tv. BRION JAMES imparò da un vero cajun della Louisiana l'accento tipico dei luoghi: nel cinema di Hill, James è stato una presenza piuttosto assidua. Girò con lui "48 ORE", "DANKO", e "ANCORA 48 ORE", oltre a questo titolo. La storia si svolge nel 1973. Il film venne letto come una metafora della guerra del Vietnam, anche se Hill, intervistato a proposito, affermò che non era una cosa così esplicita e intenzionale. Walter Hill rimase piuttosto sorpreso, all'uscita del film, dalle reazioni: in America non incassò quasi niente, mentre nei mercati internazionali la pellicola guadagnò buone recensioni, ma gli introiti furono comunque bassissimi, nonostante la convinzione del regista di aver girato un buon film. Le riprese durarono nove settimane, con troupe e cast impegnati sei giorni alla settimana. Hill rivelò che aveva amato la lavorazione di questa pellicola, ma era stata molto dura, a livello fisico: lodò il notevole impegno degli attori, e ammise che se avesse saputo com'era girare nelle paludi in pieno inverno, forse non avrebbe intrapreso la lavorazione. La canzone "Parlez-nous à boire", che si sente verso il finale, era cantata da un vero cantante cajun, DEWEY BALFA, che lavorò ad altre musiche per la colonna sonora. La maggior parte delle composizioni furono però di RY COODER, alla seconda collaborazione con Hill.

domenica 11 marzo 2018

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IL PICCOLO GRANDE UOMO ( Little big man, USA 1970)
DI ARTHUR PENN
WESTERN
Il romanzo "IL PICCOLO GRANDE UOMO" di THOMAS BERGER, uscì nel 1962. Il soprannome con cui viene chiamato il protagonista Jack Crabb, interpretato da DUSTIN HOFFMAN, si riferisce ad un personaggio realmente esistito, un pellerossa della tribù degli Oglala Lakota, che combattè prima con, e poi contro "Cavallo Pazzo": fu presente a Little Big Horn, la battaglia che viene descritta in questo film, che segnò la fine del vanaglorioso e sanguinario generale George Armstrong Custer. Se scegliere come protagonista Hoffman fu piuttosto semplice per i produttori, il ruolo di "Cotenna di Bisonte" richiese maggior lavoro: prima venne preso in considerazione PAUL SCOFIELD, ma ARTHUR PENN avrebbe voluto LAURENCE OLIVIER. Il ruolo venne offerto a MARLON BRANDO, che non lo accettò, e si puntò su RICHARD BOONE, il quale dapprima accettò, per poi, poco prima che le riprese incominciassero, abbandonare il film. Penn allora suggerì di scritturare un vero pellerossa, e venne ingaggiato CHIEF DAN GEORGE. Anche se interpreta la donna che adotta Crabb, FAYE DUNAWAY è quattro anni più giovane di Hoffman. AIMEE ECCLES , che interpreta la moglie Cheyenne di Crabb, era di discendenza cinese. Per avere la voce rauca della versione vecchissima di Crabb, che, arrivato a 121 anni di età racconta la propria storia, Dustin Hoffman si sedeva nel proprio camerino e urlava fortemente fino ad andare vicino a perdere la voce. Lo stuntman GARY COMBS perse un'occhio durante la lavorazione. La frase di "Cotenna di Bisonte" "Oggi è un buon giorno per morire" venne adottata poi in "STAR TREK" dai Klingon. Il motivo che il 7° Cavalleggeri suona mentre compie l'attacco sul fiume Washita è "Garry Owen", celeberrimo brano irlandese, inno ufficiale del reparto di cavalleria sotto il comando di Custer. Il ritratto negativo della cavalleria nordista è ovviamente un parallelo con l'esercito americano in Vietnam.  Il truccatore DICK SMITH compì un lavoro destinato a rimanere storico per far diventare Dustin Hoffman un uomo di oltre 120 anni: fabbricò, in pratica, un volto di lattice, che lasciasse sbattere le palpebre all'attore: Smith rimase sbalordito egli stesso, quando vedendo per la prima volta il film constatò che la maschera costruita era perfettamente aderente al viso di Hoffman, senza che si notasse nulla di artificioso. Costò 15 milioni di dollari, e ne incassò 31 sul solo suolo americano. Ebbe una nomination all'Oscar per l'attore non protagonista, andata a Chief Dan George, e una candidatura ai Golden Globes, sempre all'attore pellerossa. Ai BAFTA ebbe un premio per la colonna sonora di MICHAEL HAMMOND, e una candidatura a Dustin Hoffman quale miglior attore.

sabato 10 marzo 2018

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FUNNY GIRL( Funny girl, USA 1968)
DI WILLIAM WYLER
COMMEDIA/DRAMMATICO/MUSICALE
La commedia musicale "FUNNY GIRL" venne presentato a Broadway nel Marzo 1964, ebbe la nomination per il Tony Award per il miglior Musical e per la colonna sonora, così come le interpreti BARBRA STREISAND e KAY MEDFORD vennero nominate. L'opera resse in cartellone per oltre 1300 repliche. Quando si decise di trarne un film, fu la Columbia Pictures ad acquisire i diritti: la casa di produzione avrebbe voluto SHIRLEY MACLAINE nel ruolo di Fanny Brice, ma il produttore RAY STARK, che era il figliastro della vera Fanny Brice, insistette tenacemente per far assegnare la parte alla Streisand, che l'aveva impersonata benissimo sul palcoscenico. Fu il film d'esordio per l'attrice e cantante. Dopo che autori quali MIKE NICHOLS, GEORGE ROY HILL, GENE KELLY furono vagliati, alla regia venne chiamato SIDNEY LUMET, il quale, però, ebbe alcune divergenze con i produttori e con la Streisand: lasciò quindi il film, e venne contattato WILLIAM WYLER, che però, sulle prime, non accettò, in quanto era sordo da un orecchio, e non si sentiva a proprio agio con un film musicale. Cambiò idea quando incontrò Barbra Streisand, che lo convinse con il proprio entusiasmo. Per il ruolo di Nick Arnstein i candidati furono MARLON BRANDO, JAMES GARNER, GREGORY PECK, SEAN CONNERY, DAVID JANSSEN, e ROBERT CULP, poi fu scelto OMAR SHARIF, reduce dal trionfo de "IL DOTTOR ZIVAGO" ( c'era andato molto vicino, a farsi scritturare, FRANK SINATRA, ma la Streisand pose un veto, apprezzandolo come artista, ma per niente come persona). Fu l'ultimo film per FRANK FAYLEN e GERALD MOHR. Barbra Streisand e Omar Sharif ebbero una relazione durante le riprese, che ebbe un certo peso nell'accelerare la fine del matrimonio dell'attrice con ELLIOTT GOULD: Wyler, che era al corrente del flirt tra i due protagonisti, lo sfruttò per dar maggiore intesa ai personaggi che interpretavano. Il numero musicale finale, su "My man", venne ripreso con Barbra Streisand che cantava "live", perchè odiava l'effetto playback, e non voleva rischiare di andare fuori sincronia muovendo le labbra fuori tempo. Durante le riprese della suddetta sequenza, Wyler e Sharif erano vicini al sipario presso il quale la Streisand cantava: la relazione tra i due coprotagonisti era quasi al capolinea, e probabilmente questo incise sulla resa del pezzo, cantato in modo molto sentito. Molti dei componenti del cast protestarono, con Wyler e la Streisand, perchè i loro ruoli erano stati tagliati fortemente per concentrare più che mai la storia sulla protagonista. Durante la lavorazione, esplose la "Guerra dei sei giorni" tra Egitto e Israele: ci furono forti pressioni sulla produzione, affinchè venisse estromesso Sharif dal film, in quanto egiziano, ma Wyler tenne duro e non volle saperne di far fuori l'attore. Quando a William Wyler venne chiesto se fosse stato difficile lavorare con Barbra Streisand, questi rispose "No, considerando che è il primo film che dirige...". La sceneggiatrice ISOBEL LENNART, autrice anche del libretto originale del musical definì lavorare accanto alla Streisand come "un'esperienza annichilente, ego-distruttrice". Il fatto che la futura star si presentasse spesso in ritardo sul set, chiedesse di girare da capo scene quasi compiute, e volesse mettere bocca su ogni aspetto della produzione, dalle luci all'inquadratura che desse maggior risalto alla sua acconciatura, condizionò non al meglio la lavorazione. In una pausa delle riprese la Streisand fece il celebre concerto a Central Park, che rimase storico. Fu il maggiore incasso del 1968, in USA:costato 14 milioni di dollari, ne incassò 52 solo in America. Le candidature all'Oscar furono otto, tra le quali miglior film, attrice protagonista (Streisand) e attrice non protagonista (Metcalf): vinse una statuetta, andata proprio all'attrice principale. Barbra Streisand è stata una delle pochissime ad esordire in un lungometraggio come attrice, e vincere subito un Oscar: anni dopo, le è stato chiesto per quale titolo cinematografico volesse essere ricordata, e indicò questo. Quattro le nominations ai Golden Globes, vincendo un premio sempre per la Streisand. Tre candidature per i BAFTA, tra cui quella per la migliore attrice; ai David di Donatello, Barbra Streisand vinse il premio per la miglior interprete femminile straniera, ex-aequo con MIA FARROW per "ROSEMARY'S BABY". Il film ebbe un seguito nel 1975, "FUNNY LADY". 

giovedì 8 marzo 2018

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VIVA ZAPATA!  ( Viva Zapata!, USA 1952)
DI ELIA KAZAN
BIOGRAFICO
Il progetto di un film sul rivoluzionario messicano Emiliano Zapata partì a fine anni Quaranta a Hollywood: doveva intitolarsi "Beloved tiger", e nelle intenzioni della 20th Century Fox, il ruolo di Zapata doveva andare a TYRONE POWER. Quando fu deciso che sarebbe stato ELIA KAZAN  a dirigere la pellicola, dopo che RICHARD CONTE si era candidato per la parte principale, senza incontrare il favore dei produttori, la sceneggiatura venne commissionata a JOHN STEINBECK: il regista e lo scrittore discorsero a lungo della storia seduti nel negozio di libri di proprietà di Steinbeck, sviluppando un'amicizia destinata a durare nel tempo. Kazan propose allo studio JACK PALANCE per rivestire il ruolo di Emiliano Zapata, ma DARRYL F. ZANUCK, boss della Fox al tempo, gli contropropose di dare a Palance la parte del fratello dell'eroe della rèvoluciòn, trovando l'attore contrariato all'idea di un ruolo di fianco, dopo essere stato vicino ad essere il protagonista, e quindi rifiutare il film. Sia ANTHONY QUINN che MARLON BRANDO avevano interpretato Stanley Kowalski a teatro in versioni per il palcoscenico di "UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO": fu Brando a spuntarla per diventare Zapata, mentre a Quinn venne offerto di interpretarne il fratello. Pur accettando, Quinn era rimasto male che il ruolo di un eroe messicano venisse assegnato ad un interprete americano, e si sentì, per tutta la lavorazione, molto in competizione con Brando, tanto da sfidarlo a chi faceva pipì più lontano nel Rio Grande tra una ripresa e l'altra. Tuttavia, pur competitivi, i due attori si rispettarono fortemente durante la realizzazione della pellicola, e furono molto legati tra loro. Per interpretare Josefa Zapata, fu presa in considerazione JULIE HARRIS, ma fu JEAN PETERS ad ottenere la parte. MARILYN MONROE avrebbe voluto far parte del cast, ma Zanuck non aveva gran fiducia in lei, nè dal punto di vista recitativo, nè quanto ad appeal al box-office. Fu il film d'esordio per HENRY SILVA e FRANK DEKOVA. Al film presero parte anche i due doppiatori di Fred Flintstone, l'originale ALAN REED, ed il suo successore HENRY CORDEN. La fama di attore non facile da gestire per Marlon Brando cominciò proprio su questo set: la star lanciava petardi nella hall dell'albergo in cui dormiva, fece una serenata a Jean Peters dalla cima di un albero alle tre di mattina, fece impaurire la troupe e gli altri attori facendo finta di essere esanime dopo aver girato la scena della trappola che fu mortale per Zapata, e inorridì i giornalisti che lo intervistavano, asserendo di aver mangiato cavallette ed occhi di gazzella. A fine 1952 fu realizzato un adattamento radiofonico per il Lux Radio Theater, con la Peters che riprendeva il ruolo qui interpretato. Per sua stessa ammissione, è il film preferito del senatore John McCain. Fu candidato a cinque premi Oscar, tra cui quello per il miglior attore protagonista (Brando) e migliore sceneggiatura.  Ironicamente, fu proprio Quinn a vincere un Oscar per questa prova. Ai Golden Globes fu Jean Peters ad essere candidata. Ai BAFTA, Marlon Brando vinse come miglior protagonista, e il film ottenne una nomination come miglior pellicola dell'anno. Al festival di Cannes, Brando vinse la Palma d'oro come migliore attore. 

mercoledì 7 marzo 2018

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IL GOBBO DI NOTRE DAME ( The hunchback of Notre Dame, USA 1923)
DI WALLACE WORSLEY
DRAMMATICO
Al tempo della realizzazione de "IL GOBBO DI NOTRE DAME", LON CHANEY era divenuto una vera star a Hollywood, e aveva potere di scelta circa i registi che lo avrebbero diretto nelle produzioni che gli proponevano: dopo aver preso in considerazione ERIC VON STROHEIM, ALLEN HOLUBAR, CHESTER WITHEY e EMILE CHAUTARD, l'attore chiese alla Universal di ingaggiare FRANK BORZAGE, che però non volle fare questo film. Fu allora affidato a WALLACE WORSLEY, che aveva già lavorato con Chaney. La paga di Chaney era di 2,500 dollari alla settimana: le riprese cominciarono nel Dicembre del 1922, e si protrassero fino al Giugno successivo. Lon Chaney ne ricavò il maggior guadagno della propria carriera, giungendo a 60,000 dollari finali.  Il make-up per diventare Quasimodo fu il più estremo mai portato dall'attore: una parrucca arruffata, un naso finto ingombrante, denti finti, e un occhio deformato. Infine, una gobba vistosa, la quale, però, contrariamente a quanto circolò sulla stampa, non era pesantissima. Prima di cominciare a girare, Lon Chaney parlò con varie persone che purtroppo erano deformi o portatrici di handicap. Purtroppo, i lacci che tenevano strette le gambe di Chaney per dargli la camminata sbilenca di Quasimodo, procurarono alla star dolori che si sarebbe portato dietro per il resto della vita, e le lenti indossate causarono danni alla vista notevoli. Nelle sequenze in cui Quasimodo si arrampica, era quasi sempre la controfigura dell'attore, JOE BONOMO,  a girare la scena. Secondo WALLACE WORSLEY, JR., figlio del regista, molte delle comparse erano dei senza tetto che venivano pagati un dollaro a notte, reclutati nelle zone depresse di Los Angeles. Pare che ci fossero anche delle prostitute che hanno approfittato della cosa per fare "affari" sui set; la Universal ingaggiò una cinquantina di detectives privati dell'agenzia Pinkerton affinchè bloccassero eventuali borseggiatori sui set. Al film lavorarono 750 tecnici, di cui 105 erano elettricisti: la cattedrale costruita fu lasciata integra, e venne distrutta da un incendio nel 1967. Le condizioni semirovinate del film oggi dipendono anche dal fatto che è sopravvissuto solo in copie da 16mm, e dieci o quindici minuti di lungometraggio sono andati definitivamente persi. La storia è ambientata nel 1482. Il film costò 1 milione e 250,000 dollari: negli Stati Uniti incassò un milione e 50,000 dollari. 

giovedì 1 marzo 2018

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MATTHEW MODINE ( Matthew Avery Modine, 22/03/59, Loma Linda, California, USA-....)
Ultimo di sette fratelli, MATTHEW MODINE è nato in California, nella località di Loma Linda: i genitori erano gestore di un drive-in il padre, bibliotecaria la madre. Dopo aver ottenuto la maturità, il giovane Modine si trasferì a New York nel 1979; lì studiò recitazione con STELLA ADLER, e durante questa esperienza cominciò a partecipare in piccolissimi e piccoli ruoli a film, e a fare partecipazioni a opere teatrali, e show televisivi. Nel 1983 venne scelto da ROBERT ALTMAN per un dramma sul Vietnam, che lanciò il volto di Modine tra le nuove promesse di Hollywood: l'anno dopo, sempre con la sporca guerra sullo sfondo, eccolo in "BIRDY", pellicola di ALAN PARKER, che vedeva in scena anche NICOLAS CAGE. Prese parte anche a due videoclip della rampante MADONNA, e quando venne ingaggiato come protagonista del nuovo lungometraggio di STANLEY KUBRICK, "Full metal Jacket", fu una vera e propria fiammata di interesse quella che riguardò Modine, tanto da far sì che alcuni giornalisti lo indicarono come il "nuovo GARY COOPER". Successivamente, la carriera del giovane attore cominciò a prendere velocità: si susseguirono titoli come "UN OSTAGGIO DI RIGUARDO", "UNA VEDOVA ALLEGRA...MA NON TROPPO", "MEMPHIS BELLE", "UNO SCONOSCIUTO ALLA PORTA". Spesso registi di prima qualità chiamavano Matthew Modine ad avere uno dei ruoli principali, come appunto JONATHAN DEMME, JOHN SCHLESINGER, ancora Altman, ABEL FERRARA. Gli venne offerto il ruolo di Maverick in "TOP GUN", ma non accettò, in quanto la sceneggiatura era in contrasto con le sue idee a proposito della Guerra Fredda: è infatti un democratico convinto. Negli anni seguenti, dopo qualche lungometraggio andato peggio delle previsioni, come "CORSARI" e "FLUKE", Modine si è accontentato di diventare un comprimario de luxe, come ne "IL CAVALIERE OSCURO- IL RITORNO", "OGNI MALEDETTA DOMENICA", "E' molto amico di ERIC STOLTZ e EDWARD ASNER. Ama dipingere. Soffre di dislessia. 
COSI' PARLO' MATTHEW MODINE:
"Amo Alan Parker, perchè è un vero e proprio inventore. Sono tutti pronti a chiudere, e arriva lui con qualcosa di assolutamente nuovo, ed ecco che riaprono apposta. Quando lavora è un vero artista, ogni cosa è una guerra. Quando non gira, è una delle persone più gentili e dolci che si possano incontrare."
"Sono stato fortunato abbastanza, ad arrivare a questo punto della mia vita, a cinquant'anni, quando mi capitano ancora ruoli così intriganti. Quando sei giovane punti tutto sul fascino e sul look, quando vai verso la mezza età, ci sono meravigliose opportunità per te."
"E' stata dura girare "Full metal Jacket"; Kubrick era, in ogni senso, un artista. La sua profondità di conoscenza era semplicemente straordinaria. Ma io credo che non avesse fiducia nelle umane emozioni."
" "America oggi" è stato un film molto complesso, Altman stava gestendo molte storie e personaggi. Era come far parte di un grande puzzle, e tu facevi parte di questo mosaico. I film di Bob sono sempre stati come feste."