domenica 25 ottobre 2020


BLACK RAIN- Pioggia sporca
( Black rain, USA 1989)
DI RIDLEY SCOTT
POLIZIESCO

Il plot di "BLACK RAIN" avrebbe dovuto originariamente costituire la storia |di "BEVERLY HILLS COP II" . PAUL VERHOEVEN era il regista che avrebbe dovuto dirigere questo thriller poliziesco, ma preferì abbandonare per dedicarsi alla realizzazione di "ATTO DI FORZA". Gli subentrò così RIDLEY SCOTT. Per il ruolo principale, il detective Nick Conklin, furono presi in considerazione HARRISON FORD, JEFF BRIDGES, MICHAEL NOURI, SYLVESTER STALLONE, RUTGER HAUER, MEL GIBSON, MICHAEL KEATON, ARNOLD SCHWARZENEGGER, PETER WELLER, ma la Paramount puntò infine su MICHAEL DOUGLAS, che stava affermandosi come una delle maggiori star mondiali, e anche per via degli ottimi rapporti con i produttori SHERRY LANSING e STANLEY R. JAFFE. Per Douglas è stato il primo ruolo da poliziotto sul grande schermo: la sua carriera attoriale aveva colto il primo grande successo interpretando proprio un giovane detective nel popolare telefilm "SULLE STRADE DELLA CALIFORNIA". YUSAKU MATSUDA, scelto per impersonare il villain Sato, era gravemente malato di cancro alla vescica, durante le riprese: pur sapendo che le sue condizioni si sarebbero aggravate girando il film, disse ai colleghi che, con quel ruolo, lui avrebbe vissuto per sempre. Meno di sei settimane dopo la prima americana della pellicola, Matsuda morì, a soli quarant'anni. Il film fu giustamente dedicato alla sua memoria. Il ruolo era stato prima offerto a JACKIE CHAN, il quale, però non accettò perchè un ruolo da malvagio era troppo in constrasto con i personaggi positivi solitamente interpretati da lui. Generalmente, lui e KEN TAKAKURA , nel cinema d'azione giapponese, erano specializzati il primo a ricoprire parti da poliziotto, il secondo da malvivente: per questo film si invertirono i ruoli tradizionali. Takakura era, a quel tempo, la star numero 1 in Giappone. Gli "assalti" dei suoi fans sul set per strappare un autografo al loro beniamino, causavano ritardi ad una lavorazione già stretta in troppe limitazioni. L'attore non parlava quasi per niente inglese. Ripeteva quindi le frasi senza a volte capirne il senso, esercitandosi per giorni a livello fonetico, assumendo le corrette tonalità. La scena in cui Charlie, il personaggio interpretato da ANDY GARCIA , canta nel locale non era prevista in sceneggiatura: fu un'idea dell'attore per allentare la tensione della pellicola, e per dare spazio al personaggio, che viene brutalmente assassinato di lì a poco. La vigna ove si svolge il conflitto conclusivo non è in Giappone, bensì in California, a Napa County: i visti per girare in terra nipponica erano scaduti, e la lavorazione non si era ancora conclusa. Scott si disse molto contrariato dalle problematiche di permessi e tempistiche di lavorazione in Giappone, anche nelle interviste, dichiarando pubblicamente che non avrebbe mai più lavorato nel paese asiatico. Se una ripresa, ad esempio, durava qualche minuto più del dichiarato, un funzionario statale interveniva e si frapponeva fra la macchina da presa e il set. Il titolo del film è dovuto al fenomeno della pioggia che, dopo le esplosioni delle atomiche su Hiroshima e Nagasaki, assumeva il colore nero e diventava un agente radioattivo, come spiega il boss Sugai, interpretato dall'attore veterano TOMISABURO WAKAYAMA, qui in una delle sue ultime interpretazioni. L'esterno del palazzo di Sugai è lo stesso stabile che costituì il palazzo in cui viveva Rick Deckard in "BLADE RUNNER": è situato a Los Angeles. Scott girò anche un finale alternativo, in cui Sato viene impalato sull'albero troncato che si vede nella conclusione della lotta che contrappone lui e Conklin. "Black rain" vide la prima collaborazione tra Ridley Scott e il compositore HANS ZIMMER: i due sarebbero tornati a lavorare assieme in diversi altri titoli, come "THELMA & LOUISE", "HANNIBAL", "IL GENIO DELLA TRUFFA". JAN DE BONT sostituì HOWARD ATHERTON : anche se Atherton, in realtà, girò la maggior parte delle scene, e De Bont gli successe finendo il film, per via delle complicazioni dovute al girare in Giappone, ufficialmente è l'olandese il direttore della fotografia sui titoli, e Atherton è indicato per le riprese aggiuntive. Il primo montaggio di Scott era di due ore e quaranta minuti di durata. Dopo due film di poco successo come "LEGEND" e "CHI PROTEGGE IL TESTIMONE", che lasciarono fredda anche la critica, questo rilanciò la carriera del regista, che trovò consolidamento con il successivo "Thelma & Louise" due anni dopo. Le riprese si svolsero tra l'Ottobre  del 1988 e il Marzo del 1989. Originariamente programmato per uscire negli States ad Agosto dell'89, fu spostato a fine Settembre per la troppa concentrazione di blockbusters nell'estate americana, da "BATMAN" a "GHOSTBUSTERS II" e "INDIANA JONES E L'ULTIMA CROCIATA".


 

martedì 20 ottobre 2020



LA PANTERA ROSA COLPISCE ANCORA
( The return of the Pink Panther, USA/GB 1975)
DI BLAKE EDWARDS
COMMEDIA/GIALLO
A differenza dei titoli precedenti della serie "LA PANTERA ROSA", per mandare avanti con un quarto capitolo la saga, la United Artists si disse non interessata a finanziarlo: c'era poca convinzione sia da parte della casa produttrice, perchè BLAKE EDWARDS e PETER SELLERS erano da un pò di tempo poco remunerativi con i loro film,e, di per contro, si erano detti sfavorevoli a riprendere parte alla serie, anche perchè il terzo capitolo, "L'INFALLIBILE ISPETTOR CLOUSEAU" con ALAN ARKIN al posto di Sellers era andato male. Poi Edwards, dopo averci riflettuto, ci ripensò, e portò la sceneggiatura di un quarto episodio a LEW GRADE, il  quale, convinto, comprò i diritti e volle produrre il nuovo film, cedendo alla UA i diritti di distribuzione a livello internazionale. Lo script fu concepito inizialmente come un telefilm in 26 puntate, uno spin-off televisivo della serie; fu la ATV, a spingere soprattutto Edwards a trarne un film per le sale. Sellers volle sovraccaricare il personaggio di Clouseau maggiormente di come avesse fatto nelle due volte in cui lo aveva già interpretato, imitando ancor di più l'inflessione francese e rendendo le gags ancor più stralunate. Quando DAVID NIVEN si disse non disponibile per interpretare Charles (notoriamente, il primo episodio avrebbe dovuto essere un film che lo metteva in risalto, ma il successo era andato maggiormente al Clouseau di Sellers, e Niven non aveva preso molto bene la cosa), il ruolo venne offerto a DOUGLAS FAIRBANKS, jr. prima di arrivare a CHRISTOPHER PLUMMER. Molte delle risate del personaggio interpretato da CATHERINE SCHELL, Lady Claudine, erano vere: durante alcune scene era difficile farla stare seria, perché Sellers la rendeva ilare, e Edwards si era arreso nel cercare di farle rendere il personaggio come pensato nella sceneggiatura. JULIE ANDREWS, consorte del regista, fece un cameo, impersonando la signora che sposta un Clouseau svenuto dalla stanza di Lady Claudine Litton, ma la sequenza venne scartata al montaggio. Nella sequenza in cui il rubinetto rimane aperto, la troupe aveva riempito in maniera esagerata il serbatoio, facendo sì che il set venisse quasi travolto dall'acqua, e, nonostante fossero quasi rimasti annegati, MIKE GRADY e VICTOR SPINETTI continuarono ad improvvisare. Il trailer originale consisteva, per la maggior parte, di scene girate e non incluse nella pellicola finale. Il pappagallino presente nel film comparve anche in due film di 007: "SOLO PER I TUOI OCCHI" e "ZONA PERICOLO". Molte scene furono realizzate in Marocco.

 

martedì 13 ottobre 2020

One-Eyed Jacks | film by Brando [1961] | Britannica
I DUE VOLTI DELLA VENDETTA
( One-Eyed Jacks, USA 1961)
DI MARLON BRANDO 
WESTERN
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Da un romanzo firmato CHARLES NELDER , venne tratta una sceneggiatura da GUY TROSPER e CALDER WILLINGHAM : in realtà, il produttore FRANK P. ROSENBERG aveva acquistato i diritti del libro, e realizzò una prima stesura dello script insieme a ROD SERLING, ma non la reputò convincente, e ingaggiò SAM PECKINPAH affinché ne scrivesse una nuova versione. Ma anche questa non fu considerata valida, soprattutto perché era stato scritturato STANLEY KUBRICK per fargli dirigere il film. Kubrick fece fuori dalla lavorazione Peckinpah, e fece mettere sotto contratto, come sceneggiatore, Willingham, ma chi non era a questo punto soddisfatto fu Rosenberg, il quale mise sotto contratto Trosper. Questo fece esplodere la tensione con Kubrick, e il regista abbandonò il progetto. Per il ruolo dello sceriffo malvagio "Dad" Longworth Kubrick aveva in mente prima SPENCER TRACY e poi HENRY FONDA: MARLON BRANDO, la cui casa di produzione produceva la pellicola, aveva però sotto contratto KARL MALDEN, e tra i motivi della defezione di Stanley Kubrick ci fu anche la piccata decisione di avere questi nel cast. Fu la terza ed ultima volta che Brando e Malden condivisero lo schermo. Nonostante rivestisse il ruolo della madre di PINA PELLICER, KATY JURADO aveva solo dieci anni di più della collega. Brando trattò male Pina Pellicer prima di girare una scena, facendola piangere, e ottenendo la tensione di cui aveva bisogno per la sequenza dall'attrice. Per la Pellicer, fu l'unico lun gometraggio girato negli USA. Nella versione originale del lungometraggio, così come l'aveva pensata il regista e protagonista, il personaggio della Pellicer moriva con un colpo di pistola sparatole alle spalle dal morente Dad Longworth, ma alla Universal vollero un finale più consolatorio. Brando colse l'occasione per dirigere per la prima ed ultima volta un film, ma la scelta non fu forse delle migliori per gli altri produttori, sebbene la pellicola sia oggi considerata un cult di qualità. Brando, per esempio, sedeva per ore di fronte al mare attendendo che gli venisse la giusta tonalità drammatica per una scena. Benché nel film sia "The Kid", il ragazzo, Marlon Brando aveva trentasei anni quando finì questo lavoro. Per girare una scena in cui il suo personaggio era ubriaco, Brando si ubriacò davvero, ma lo fece fin troppo, visto che non sapeva più cosa fare in scena: dopo aver perso un'intera giornata per la sbornia, rigirò la sequenza, di nuovo ubriaco, e di nuovo esagerando con il bere, di modo da rendere inutile pure questo giorno di riprese. Secondo Karl Malden, la cena di Brando sul set era costituita da due bistecche, patate, due fette di torta di mele e 300 ml di latte. La sua inesperienza, come regista, fu palese sul set: il neo-director filmava fino a sei volte tanto quello che normalmente veniva girato, mostrandosi spesso insicuro, e facendo gonfiare il budget, tanto che la casa produttrice gli sfilò, in pratica, il lavoro rimontandolo diversamente. Anche se il film, alla sua uscita, ebbe un buon successo di pubblico, Brando non fu entusiasta di come era venuto: la sua prima versione di cinque ore era la sua preferita, e aver "accorciato" il lungometraggio facendolo arrivare a 141 minuti gli fece dichiarare "Questo è un buon risultato, ma per la Paramount: così com'è, il film presenta personaggi schematici, in bianco o in nero, non in grigio, e più umani, come avevo pensato io". Le riprese cominciarono il 2 Dicembre 1958, ma non finirono prima dell'Autunno 1960: cinque giorni dopo l'inizio delle riprese, fu calcolato che erano già state perse due settimane della pianificazione originale. La sella rifinita in argento usata da Brando nel film venne utilizzata anche da ELI WALLACH ne "I MAGNIFICI SETTE", girato dopo di questo, che però uscì prima. Tuttavia, i 6 milioni di costo del film ( inizialmente previsto un budget di 1 milione 800,000 dollari...) non furono compensati dai discreti incassi, e Marlon Brando si accordò con la Universal per girare con la major altri sei film, per ritrovare una buona intesa: furono "MISSIONE IN ORIENTE-Il brutto americano",  "I DUE SEDUTTORI", " A SUD-OVEST DI SONORA", "LA CONTESSA DI HONG KONG" e "LA NOTTE DEL GIORNO DOPO", ma nessuno di questi fu un successo al box-office. Questo, secondo le dichiarazioni di Marlon Brando, è stato comunque tra i titoli preferiti della propria carriera.

venerdì 27 marzo 2020

Apache 1954 Full Movie - Search and BrowseApache (US 1954) | The Case for Global Film
L'ULTIMO APACHE ( Apache, USA 1954)
DI ROBERT ALDRICH
WESTERN
Per il primo Western diretto da ROBERT ALDRICH, il soggetto fu preso dalla storia di un celeberrimo guerriero Apache chiamato Massai, che venne reclutato da Geronimo in persona per combattere contro i soldati bianchi. Pare che, nella realtà, Massai fosse rinomato tristemente per essere particolarmente feroce nell'uccidere, derubare e anche stuprare vittime. Quando Geronimo alla fine si arrese, Massai fuggì invece  con dei Chiricaua ribelli, e di lui non si conobbe che fine fece. Nel film, venne scelto per impersonarlo BURT LANCASTER, che compì quarant'anni durante le riprese: molti giornali osservarono che difficilmente il vero Massai sarebbe stato alto come Lancaster, circa un metro e novanta, e con gli occhi azzurri come lui. Eppure, era la seconda volta che sul grande schermo, l'attore interpretava un pellerossa. Per quanto riguarda il finale, la produzione fece forti pressioni su Aldrich, soprattutto verso la fine delle riprese, affinchè girasse anche  una conclusione più ottimistica di quella originaria . Il regista eseguì a malincuore, e quando vide che il film era uscito con il finale più positivo, dichiarò che" a Hollywood, se ti fanno girare due finali, monteranno sempre quello che hanno proposto "loro" ( nel senso dei finanziatori), mai quello tuo." Il costo finale della pellicola fu di oltre 1 milione e 200,000 dollari. Per anni considerato un lavoro minore nella filmografia di Robert Aldrich, negli ultimi anni ha visto crescere la propria importanza, e viene oggi ritenuto un piccolo classico. 

domenica 22 marzo 2020

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MONSIEUR VERDOUX ( Monsieur Verdoux, USA 1947)
DI CHARLES CHAPLIN
COMMEDIA
Il soggetto di "MONSIEUR VERDOUX", che CHARLES CHAPLIN acquistò da ORSON WELLES, che non riusciva a trovare finanziamenti per far diventare la sceneggiatura un film, era ispirato alla vicenda criminosa di Henri Landru, che corteggiava donne facoltose per ucciderle e far suoi i loro patrimoni, che finì sulla ghigliottina nel 1922. Chaplin versò 5000 dollari a Welles, che meditava di girare un documentario, come decisione finale: in realtà, originariamente, il regista di "QUARTO POTERE" avrebbe voluto dirigere con Chaplin protagonista. Charles Chaplin non era molto convinto di lasciarsi dirigere da altri, e temporeggiò, al punto da far sì che Welles gli vendesse il suo manoscritto: peraltro, questi riteneva questo script tra le sue cose minori. EDNA PURVIANCE, l'attrice che aveva lavorato in tutti i film muti di Chaplin, fu considerata per essere assunta nel cast nel ruolo di Madame Grosnay, ma, come altri interpreti degli albori del cinema, non passò il provino per il disagio espresso con il sonoro. Tuttavia, Chaplin la mantenne sulla lista dei pagamenti fino all'anno in cui la Purviance spirò, nel 1958. La frase "Un omicidio crea un criminale: un milione un eroe" è una citazione: la pronunciò Bishop Beilby Porteous, nel Settecento. Per Chaplin, "il film più intelligente e brillante dell'intera mia carriera.". Il brano che Verdoux suona al piano accanto a Lydia è preso da "LA DONNA DI PARIGI".  L'impiegato di banca parigino Henri Verdoux fece causa, nel 1948, ai produttori del film perchè sporcava il suo nome. Nonostante i forti apprezzamenti dei recensori e della stampa, con il celebre critico JAMES AGEE che definì la prova di Chaplin come "la più grande interpretazione maschile mai vista sullo schermo", il film fu un clamoroso fiasco commerciale. Ebbe una candidatura all'Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Negli anni è diventato un titolo di culto.

venerdì 13 marzo 2020

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LEE REMICK ( Lee Ann Remick, 14/12/35, Quincy, Massachussets, USA- 02/07/1991, Los Angeles, California, USA)
Nata nel Massachussetts da un negoziante ed un'attrice, LEE REMICK aveva discendenze britanniche; studiò danza e recitazione al Barnard College, e cominciò a farsi notare sul palcoscenico e in apparizioni televisive nei primi anni Cinquanta. Ebbe modo di brillare sul grande schermo in due ruoli di ragazza proveniente dal Sud degli States, molto sensuali, in "UN VOLTO TRA LA FOLLA" e "LA LUNGA ESTATE CALDA". Girando "Un volto tra la folla", KATHARINE HEPBURN divenne amica della giovane attrice, e la voleva anche sul set di "LA SEGRETARIA QUASI PRIVATA", però SPENCER TRACY, il quale pure aveva preso in simpatia la Remick, consigliò la ragazza di non accettare la parte che le sarebbe toccata: il ruolo andò così a DINA MERRILL. La Remick e la Hepburn ebbero modo di lavorare di nuovo assieme nel 1973, in "UN EQUILIBRIO DELICATO". Negli anni Cinquanta si parlò di un film su JEAN HARLOW con lei protagonista, poi mai realizzato. Di seguito, la svolta nel ruolo dell'ambigua vittima di una violenza in "ANATOMIA DI UN OMICIDIO"; di lì a poco la nomination all'Oscar per l'alcoolizzata de "I GIORNI DEL VINO E DELLE ROSE" accanto ad un convincente JACK LEMMON. MONTGOMERY CLIFT, che aveva problemi di alcolismo, fu scritturato per girare "FANGO SULLE STELLE" promettendo che non avrebbe toccato alcolici per tutta la lavorazione: fu decisivo l'aiuto dei suoi partner di scena Lee Remick e VAN FLEET. Il ruolo di Lee Remick in "Anatomia di un omicidio" era originariamente assegnato a LANA TURNER, la quale però venne poi esclusa dalla lavorazione in quanto non voleva rinunciare ad abiti troppo sensuali per la moglie di un membro dell'Esercito; in più, la Remick avrebbe dovuto sostituire MARILYN MONROE nel rimasto incompiuto "SOMETHING'S GOT TO GIVE", rimasto a metà lavorazione per la scomparsa della star di "A QUALCUNO PIACE CALDO": il co-protagonista DEAN MARTIN non era più disponibile per concludere la pellicola, e sarebbe costato troppo ingaggiare anche un divo maschile, giunti a metà riprese. Nel 1966 ricevette una nomination al Tony Award per la sua performance come migliore attrice drammatica per "WAIT UNTIL DARK". Prese parte alle riprese di "UNO SPORCO CONTRATTO", benché avesse amato le locations in Europa, realizzò fin dall'inizio che il film sarebbe andato male. Continuando a lavorare tra cinema e televisione per tutti gli anni Settanta, nel 1980 decise di trasferirsi in Inghilterra. Nello stesso anno era stata contattata inizialmente per il ruolo femminile principale di "GENTE COMUNE", che poi andò a MARY TYLER MOORE.Nel 1988 creò una casa di produzione, assieme a JAMES GARNER e  PETER K.DUCHOW. "IL RE DELLA PRATERIA" è il film che ha preferito tra quelli girati. E' stata sposata due volte, dal 1957 al 1968 con BILL COLLERAN, da cui ha avuto due figli, e poi dal 1970 con KIP GOWANS, produttore inglese. Ricevette nel 1990 il WIC (World International Center), premio speciale per le donne dello spettacolo: la sua salute era seriamente compromessa, e l'apparizione in pubblico, a fianco di Jack Lemmon, mostrò una Remick molto debole e quasi irriconoscibile. Morì il 2 Luglio seguente, neanche due mesi dopo. Aveva scoperto di avere un cancro ai polmoni nel 1989, girando un film in Francia.
COSI' PARLO' LEE REMICK:
"Le storie che potrei raccontare su LAURENCE HARVEY sono troppo orrende da ripetere."
"Jack Lemmon ha uno straordinario istinto è quasi infallibile."
"Sono una casalinga che accidentalmente è divenuta un'attrice."
"Mi piace avere il controllo. Mi piace dire la mia su chi dirige e chi fa parte del film che sta girando."

venerdì 24 gennaio 2020

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BOHEMIAN RHAPSODY ( Bohemian rhapsody, USA/GB 2018)
DI BRYAN SINGER ( e DEXTER FLETCHER, non accreditato)
BIOGRAFICO/MUSICALE/DRAMMATICO
Quando venne messo in cantiere il biopic su FREDDIE MERCURY, alla regia venne menzionato STEPHEN FREARS, e scelto SACHA BARON COHEN per dar volto e movenze al frontman dei QUEEN. Frears però cominciò presto ad avere forti divergenze con BRIAN MAY e ROGER TAYLOR, chitarrista e batterista della band, che detenevano i diritti sia sulle musiche che su un eventuale progetto cinematografico. Con Baron Cohen, invece, i dissidi furono per la sua visione dell'interpretazione di Mercury, che i due ex-compagni nei Queen non apprezzarono. May disse che l'attore era troppo commediante per un ruolo così serio. RAMI MALEK venne scelto come volto cinematografico di Freddie Mercury perchè molto apprezzato nella serie tv "MR. ROBOT", e perchè la sua struttura facciale ricordava molto quella di Mercury, venendo preferito a BEN WHISHAW JOHN DEACON, il restante elemento del complesso, si è ritirato dalla scena nel 1997, e non ha contribuito all'operazione- "Bohemian Rhapsody": dette il permesso per l'utilizzo del suo nome e del suo contributo musicale, ma non ha partecipato alla realizzazione, preferendo continuare la sua nuova vita defilata, con la moglie ed il figlio nella periferia londinese. La regia venne affidata a BRYAN SYNGER, ma verso la fine della lavorazione, le liti tra regista e produttori per divergenze creative si accentuarono, e l'operazione venne sfilata di mano al regista di "X-MEN" e consegnata a DEXTER FLETCHER; questi diresse sedici giorni di riprese, e curò ovviamente la post-produzione, ma le rigide regole della Director's Guild of America non concesse la possibilità di co-firmare il lungometraggio al regista subentrato. In realtà, prima di arrivare a far firmare a Synger il contratto per la regia, DAVID FINCHER e TOM HOOPER erano stati interpellati, ma Bryan May e Roger Taylor non erano convinti che fossero idonei per dirigere questa storia: ci fu poi la candidatura forte di STEPHEN FREARS, ma non andò in porto, e quindi fu scelto Synger. La sigla iniziale della 20th Century Fox venne riarrangiata, per l'occasione, da Brian May e Roger Taylor. A Malek venne montata una protesi dentaria per farlo somigliare alla forte prominenza del cantante: dopo la fine delle riprese, l'attore fece rivestire d'oro la protesi come ricordo speciale. Rami Malek lavorò assiduamente con la coreografa POLLY BENNETT per assimilare il modo di muoversi di Mercury, dagli sguardi al ballo. Per supportare gli incisi originali di Mercury venne usata la voce del cantante canadese MARK MARTEL, dal timbro abbastanza simile al cantante dei Queen. A Rami Malek il coach fece studiare i movimenti di LIZA MINNELLI in "CABARET", così come le performances sul palco di JIMI HENDRIX, DAVID BOWIE, e ARETHA FRANKLIN. Il makeup per Malek venne curato da MARK COULIER, che aveva lavorato nella serie di "Harry Potter", per Come noto, la relazione con MARY AUSTIN fu inizialmente, per Freddie Mercury, sentimentale, poi divenne un'amicizia che durò tutta la vita: la canzone "Love of my life" fu scritta dall'artista per lei, per sottolineare il loro speciale rapporto. Mentre veniva filmato l'assolo di "Bohemian rhapsody", arrivò non annunciato sul set Brian May, che si mise a osservare GWUILYM LEE che lo impersonava. La chitarra usata da May nel film è una fedele ricostruzione della "Red Special" che il chitarrista costruì insieme al padre negli anni Sessanta.  JOSEPH MAZZELLO, che impersona Deacon, indossa nel lungometraggio cinque diverse parrucche, perchè i suoi capelli naturali non prendevano abbastanza "volume". Anche Rami Malek, in ogni scena del film, indossa parrucche. John Deacon fu il quarto bassista che venne provato da Taylor e May, divenendo un membro definitivo del complesso. Mercury era letteralmente stregato dal modo di stare sul palco di JIMI HENDRIX e sulla sua maniera di intendere la musica, al punto da seguirlo per quattordici date durante una tournèe. Brian May, notoriamente, non era uso adoperare plettri per suonare la chitarra, preferendo una piccola moneta. Nessun membro dei Queen ha mai spiegato pubblicamente il senso del test di "Bohemian Rhapsody". Tra LUCY BOYNTON e Rami Malek, alla fine delle riprese, nacque una relazione. Benchè nel film sia raccontato diversamente, Mercury non svelò mai apertamente la propria omosessualità alla sua famiglia, perchè la religione zoroastriana, dai suoi familiari praticata, considerava tale sessualità come una possessione demoniaca. Per i costumi delle scene nei locali gay, il costumista JULIAN DAY si ispirò a "CRUISING".  Nell'epoca dell'esibizione al Live-Aid, nel 1985, la popolarità della band, benchè robusta in Europa e in Australia, negli USA segnava il passo, a causa delle vendite non abbondanti degli ultimi album: il successo del gruppo in America risalì solo dopo la scomparsa di Mercury, nel 1991. Freddie Mercury se l'era presa perchè la band non era stata invitata, nell'autunno del 1984, al disco per beneficenza "Do they know it's Christmas?" della Band Aid: BOB GELDOF, cui si deve l'iniziativa dell'operazione, allora cercò personalmente il gruppo per farlo partecipare al Live Aid. Malek e gli altri tre attori ebbero a disposizione solo sei settimane per preparare la performance che rivisitava il Live Aid. Il palco per il Live Aid è il più grande set usato dal regista Synger, e la ricostruzione è veritiera in totale, perfino nei dettagli come i bicchieri di Pepsi sopra al pianoforte. La folla di 72.000 persone venne ricreata anche grazie all'aiuto del computer.  Lo spettacolo a Rio De Janeiro si svolse nel Gennaio '85, e non a metà degli anni Settanta, come invece il film mostra: i Queen si esibirono per due serate nel festival "Rock in Rio", dinanzi a 250.000 persone. Mercury usò molta riservatezza sul proprio stato di salute, mostrando solo ai compagni della band una cicatrice che non si rimarginava, ma specificando che non voleva nè pietà nè che si diffondessero voci su un potenziale peggioramento delle sue condizioni. Impiegò due anni nel registrare il suo album da solo, "Mr. Bad Guy", per assolvere gli impegni contrattuali con la band, e l'LP uscì all'inizio del 1985. Tutte le scene del film in cui si vedono i Queen suonare sono in realtà doppiate, eccetto nella sequenza in cui intonano "Another one bites the dust", in cui effettivamente suonano gli attori. Nel video sui titoli di coda in cui canta "Don't stop me now" Freddie Mercury indossa la maglietta di uno dei più "malfamati" locali gay dell'epoca di New York, "Mineshaft". "Killer Queen" fu il primo grande successo internazionale del gruppo, tratto da "Sheer heart attack". Roger Taylor fu il primo dei membri del complesso a tentare la carriera solista, pubblicando un singolo nel 1977 e cominciando a incidere un album nel 1980. Durante la lavorazione del film, Rami Malek, Gwuilym Lee, Joseph Mazzello e BEN HARDY erano inseparabili. LADY GAGA scelse il suo nome d'arte in omaggio alla canzone del 1984 dei Queen. Quando il film è uscito, ha diviso in due critica e spettatori: da un lato si sono contestate libertà e inaccuratezze storiche, e la regia non ha convinto fino in fondo, mentre la prova di Rami Malek è stata unanimemente lodata. Rami Malek è diventato, dopo l'Oscar vinto, il primo attore di discendenza egiziana ad arrivare a conseguire tale premio. Con relativamente poche  candidature agli Oscar, cinque ( come il vincitore del miglior film, "GREEN BOOK")  "Bohemian Rhapsody" è stato protagonista alla notte dei premi della Academy nel 2019, portando a casa quattro statuette: oltre a quella assegnata a Rami Malek, vinse anche per il miglior montaggio sonoro, montaggio e miglior mixaggio. Ai Golden Globes, due vittorie su due candidature:  miglior film drammatico e miglior interprete per film drammatico ( Malek). Ai BAFTA, sette candidature, tra le quali miglior fotografia e film, vincendo due premi, per per l'attore protagonista ( sempre ovviamente Rami Malek) e per il sonoro. Costato 52 milioni di dollari, il lungometraggio ne incassò 216 nei soli Stati Uniti, ed altri  687 nel resto dei mercati, arrivando a 903 milioni totali.