IL PADRINO PARTE III ( The Godfather part III, USA 1990)
DI FRANCIS FORD COPPOLA
DRAMMATICO
Il progetto di girare un terzo capitolo della saga de "IL PADRINO" fu perseguito dalla Paramount Pictures per molti anni: FRANCIS FORD COPPOLA aveva rifiutato, a più riprese, l'idea di proseguire la storia dei Corleone, e riteneva esaurito l'argomento con il capitolo secondo. Vennero approntate, negli anni, dodici diverse sceneggiature: in alcune il figlio di Michael, Anthony, si metteva a capo della Famiglia, in altre i Corleone si scontravano con la CIA, o con cartelli della droga sudamericani, oppure con le forze cubane. Nel 1978 MARIO PUZO firmò un adattamento in cui Anthony Corleone stringeva un accordo con la CIA per assassinare un leader del Sud-America. Anche DEAN RIESNER, DON SIMPSON e MICHAEL EISNER scrissero soggetti per una terza parte. L'idea era di far uscire l'atto terzo per il Natale 1980. Ad un certo punto si trovò una forma di accordo con Coppola, che avrebbe scritto una sceneggiatura assieme a Puzo, escludendo gli spunti proposti fino ad allora: ma questa prospettiva durò poco, perchè il regista continuava a non essere convinto di questo nuovo sviluppo, e intendeva girare altre cose in quegli anni. Puzo, nel 1986, buttò giù una nuova stesura dello script, che prevedeva l'entrata in scena del figlio illegittimo di Sonny Corleone, Vincent Mancini. La Paramount considerò di affidare la regia del terzo capitolo della storia dei Corleone a SIDNEY LUMET, ROBERT BENTON, ALAN J. PAKULA, MICHAEL CIMINO. Successivamente, ci fu l'ipotesi di far entrare nella produzione SYLVESTER STALLONE, che avrebbe diretto il film e interpretato un nuovo personaggio. Inoltre, nello script di Puzo dell'86, c'era un personaggio legato allo spaccio della droga, Leroy "Nicky" Barnes, che sarebbe stato offerto a EDDIE MURPHY, il quale avrebbe accettato ad occhi chiusi qualsiasi ruolo, pur di entrare a far parte della serie. Preoccupato dalla direzione che stava prendendo il progetto, Coppola, anche per recuperare guadagni, dopo gli insuccessi di alcuni dei suoi ultimi titoli, come "GIARDINI DI PIETRA" e "TUCKER- UN UOMO E IL SUO SOGNO", acclamati dai critici, ma poco proficui al box-office. Ad AL PACINO vennero offerti cinque milioni di dollari, ma la richiesta dell'attore fu di sette, per tornare ad intepretare Michael Corleone: Coppola prese male il rialzo della star, e minacciò di riscrivere la sceneggiatura completamente, facendo iniziare la storia con il funerale di Michael. Questo fece cambiare idea a Pacino, che accettò l'offerta della Paramount. ROBERT DUVALL, invece, disse di no all'offerta di un milione di dollari per riprendere la parte di Tom Hagen: il motivo fu la troppa differenza salariale con Pacino e DIANE KEATON, che percepì un milione e mezzo, ma Duvall in un'intervista si giustificò dicendo che se fosse tornato ad interpretare quel ruolo, lo avrebbe fatto solo per soldi. Quindi, Tom Hagen fu fatto morire fuori scena. Il ruolo della figlia di Michael Corleone avrebbe dovuto andare a WYNONA RYDER, che, però, ebbe problemi di stress, e lasciò questo lungometraggio per recitare in "EDWARD MANI DI FORBICE", accanto all'allora fidanzato JOHNNY DEPP: il ruolo venne assegnato allora a SOFIA COPPOLA. Inizialmente, la candidata favorita al ruolo era REBECCA SCHAEFER, che, purtroppo venne uccisa da un fan psicopatico proprio la mattina in cui doveva recarsi all'ultimo provino, con un colpo di pistola al petto. La figlia del regista venne scelta, nonostante fossero in lizza anche LINDA FIORENTINO e LAURA SANGIACOMO, e accettò non senza apprensione, non avendo che poca esperienza sul set. MADONNA provò ad offrirsi per tale parte, ma venne ritenuta troppo in avanti con gli anni, per risultare credibile: le venne proposta allora la giornalista Grace Hamilton, ma chiese troppo denaro per un ruolo piuttosto piccolo. Prima che ANDY GARCIA ottenesse la parte, in gara per il ruolo di Vincent Mancini c'erano NICOLAS CAGE, MATT DILLON, VINCENT SPANO, ALEC BALDWIN, BILLY ZANE, VAL KILMER. FRANK SINATRA, ai tempi dell'uscita dei primi due capitoli della saga, attaccò Francis Ford Coppola dicendo che dava una brutta versione degli italoamericani, ma, vista la popolarità della serie, si offrì per interpretare il mafioso rivale di Corleone, don Altobello, ma fece marcia indietro quando capì che il compenso sarebbe stato abbastanza basso, e considerò squalificante tornare a recitare per così pochi soldi; per ironia della sorte, in "DA QUI ALL'ETERNITA'", tra i fattori che fecero avere a Sinatra il ruolo del soldato Angelo Maggio, fu la rinuncia di ELI WALLACH al ruolo per l'offerta troppo bassa. TALIA SHIRE basò il trucco del suo personaggio su quello utilizzato da GLORIA SWANSON in "VIALE DEL TRAMONTO". Per interpretare Grace Hamilton, dopo che DIANE LANE e VIRGINIA MADSEN circolarono come potenziali candidate, fu BRIDGET FONDA che la impersonò. Lo stesso Wallach ebbe la parte di Altobello, anche se era sembrato in vantaggio TIMOTHY CAREY, il quale aveva insistito molto con Coppola per farsi assegnare il personaggio: un ictus che compromise seriamente la salute di Carey, e lo eliminò dalla rosa dei pretendenti alla parte. Era previsto che JOE SPINELL riprendesse il ruolo di Willy Cicci, un tirapiedi dei Corleone, che in questo nuovo capitolo avrebbe lavorato per un'altra cosca, i fratelli Russo: però Spinell morì prima che il film entrasse in produzione, e venne creato allora il personaggio di Joey Zasa. Il cognome era quello della nonna materna di Francis Ford Coppola: venne preso in considerazione MICKEY ROURKE per interpretare il gangster, ma appariva troppo poco come italoamericano, e venne così scritturato JOE MANTEGNA, il quale si ispirò molto a John Gotti per la sua prova. Anche CORRADO GAIPA venne ricontattato per reinterpretare don Tommasino, ma scomparve prima che le riprese iniziassero, e la parte venne data a VITTORIO DUSE. In alcune delle prime stesure era previsto il ritorno del personaggio di Rocco Lampone, sopravvissuto agli spari della polizia nelle ultime scene del secondo capitolo. Il ruolo di Anthony Corleone fu assegnato a FRANC D'AMBROSIO, dopo una selezione di oltre duecento tenori. Una delle donne che fermano per strada Vincent per lamentarsi di come Joey Zaza tratti il quartiere è CATHERINE SCORSESE, mamma del regista MARTIN. DONAL DONNELLY, che interpreta il cardinale corrotto, era una vecchia conoscenza di Coppola, essendo stato presente in uno dei suoi primi titoli, "SULLE ALI DELL'ARCOBALENO". Per il ruolo del porporato, MARCELLO MASTROIANNI, GIAN MARIA VOLONTE', PHILIPPE NOIRET e ALBERT FINNEY erano stati presi in considerazione. Per il ruolo del Papa, i nomi che circolarono furono quelli di VITTORIO GASSMAN, YVES MONTAND e MICHEL PICCOLI, poi venne ingaggiato RAF VALLONE. Andy Garcia, girando la scena in cui elimina due sicari entrati in casa, insistette affinchè uno dei due killer gli puntasse contro una pistola vera, e non una finta di scena. Dopo un'anteprima per la stampa nel Dicembre 1990, Sofia Coppola dovette abbondantemente ridoppiarsi, perchè la maggior parte delle critiche colpirono la sua interpretazione, sottolineando la sua dizione incerta. Per molti anni, dopo l'uscita del primo film, Al Pacino e Diane Keaton hanno avuto una relazione fatta di pause e riprese, che si chiuse quando la Keaton avrebbe voluto diventasse un'unione, mentre Pacino non ne aveva intenzione. Quando i due arrivarono sul set, ci furono delle frizioni, che servivano anche a mantenere la tensione tra i personaggi, divorziati, che interpretavano. Pacino rivelò che non era soddisfatto di come Michael fosse ritratto in questo episodio, dato che secondo lui, non era capace di provare alcun rimorso, soprattutto per quel che riguardava l'assassinio di suo fratello Fredo. Anche Coppola si disse non del tutto soddisfatto del risultato finale, definendo questo come il capitolo meno riuscito della saga: secondo l'autore, aveva avuto troppo poco tempo per finire la sceneggiatura. Tuttavia per il regista, mostrare il pentimento di Michael Corleone per quello che aveva compiuto era fondamentale per lo sviluppo della saga. Coppola richiese sei milioni di dollari per produrre, scrivere e dirigere la pellicola, e sei mesi di tempo per approntare lo script: lo studio invece gli offrì un milione, e sei settimane per finire la sceneggiatura, onde fare uscire il film per le festività natalizie del 1990. Inoltre, una condizione posta dallo studio fu che la pellicola non potesse durare meno di due ore e venti minuti. Anche l'eliminazione di Tom Hagen dalla storia, per Francis Ford Coppola, fu un danno, in quanto rappresentava un controcanto ideale per Michael Corleone. Ironicamente, la Banca Vaticana un tempo fu la maggiore azionista della Paramount Pictures. Il Vaticano, comunque, negò ogni forma di collaborazione alla produzione. Ogni film della trilogia de "Il padrino" inizia con una cerimonia:: nel primo c'è il matrimonio di Connie, nel secondo il battesimo di Anthony, nel terzo la consegna di un'onorificenza a Michael da parte di un messo di Paolo VI. Durante le riprese, la troupe ricevette la visita di GEORGE LUCAS, grande amico di Coppola, che si trattenne sul set per tutto il giorno. Il film si svolge tra il 1979 ed il 1997. E' stata la prima delle due sole trilogie che hanno ricevuto una nomination per ogni capitolo quale miglior film dell'anno: è accaduto anche a "IL SIGNORE DEGLI ANELLI". La prova da attrice di Sofia Coppola fu comunque stroncata da molti recensori, e vinse ben due "Razzie Awards", gli opposti dell'Oscar, che vanno a chi eccelle al negativo: per la peggior interpretazione non protagonista, e per la peggior Nuova Star), e stabilì per l'epoca il record di voti, prendendo il 65% in entrambe le categorie. Una delle critiche più comuni alla pellicola fu la poca credibilità di Garcia come italoamericano, mentre era evidente che fosse un latinoamericano. E' il più corto film della serie. Dei tre film della trilogia, questo è l'unico a non aver vinto l'Oscar come miglior pellicola dell'anno, e anche l'unico a non essere iscritto al National Film Registry. E' anche l'unico episodio a non aver fatto avere ad Al Pacino la nomination al BAFTA per la migliore interpretazione. Per Andy Garcia, l'unica nomination all'Oscar avuta in carriera. Molti fans si irritarono scoprendo che la canzone "Brucia la terra", intonata da Anthony Corleone, non era presente nella colonna sonora edita. Pare che fosse previsto un altro finale: riconciliatisi Michael e Kay, dopo la scena all'Opera, e dopo una dissolvenza che vedeva i due dentro a una chiesa, un killer armato di fucile avrebbe sparato a Michael, uccidendolo. Il finale che conosciamo venne ispirato a Coppola dalla vera vicenda del designer sonoro MICHAEL BEGGS. Nella sceneggiatura venne descritto il funerale di Michael Corleone, ma la scena non venne girata. Una ventina di anni dopo, Andy Garcia rivelò in un'intervista che Francis Ford Coppola aveva progettato un quarto episodio: avrebbe narrato una nuova era, con i Corleone guidati da Vincent, in parallelo con la giovinezza di Sonny, e il regista aveva cominciato a scriverlo insieme a MARIO PUZO, ma la morte dello scrittore fece tramontare la cosa. Costato 54 milioni, incassò negli USA 66 milioni, e nel resto del mondo altri 70, arrivando a 166 milioni. Sette le nominations agli Oscar, tra cui miglior film, regia, attore protagonista, ma nessuna divenne un premio. Ai Golden Globes altre sette candidature, tra le quali per il miglior film drammatico, per la regia, l'attore protagonista.
Sofia Coppola fu comunque stroncata da molti recensori, e vinse ben due "Razzie Awards", gli opposti dell'Oscar
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