sabato 20 giugno 2015


WOLF CREEK (Wolf Creek, AUS 2005)
DI GREG MCLEAN
THRILLER
"WOLF CREEK" venne generato, non del tutto, ma in buona parte, dall'efferata vicenda legata a Ivan Milat, il peggior serial killer conosciuto in Australia, che sceglieva come proprie vittime turisti che perlustravano il Paese con zaino e sacco a pelo: venne arrestato, e condannato all'ergastolo. Tuttavia, ci sono anche riferimenti ad un altro assassino seriale, Bradley John Murdoch.  GREG MCLEAN scrisse la sceneggiatura del film nel 1997, ma non amò il proprio lavoro:poco tempo dopo che i fatti vennero alla luce, rimise mano al copione, adattandolo in modo che ricordasse la faccenda-Milat. Più che altro per il modus operandi del killer, apparendo dapprima come guida amichevole che dà una mano ai turisti, per poi presentarsi con il vero volto, di un maniaco sadico e omicida. JOHN JARRATT, che impersona l'assassino, è un attore del Metodo, e passò delle settimane nel deserto per prepararsi al ruolo; prima di girare, non si lavava per dare un'aria più ruvida al personaggio, e sembra che ci mise quattro mesi per ottenere la risata folle ed inquietante del suo killer. Inoltre, scrisse una sorta di biografia del personaggio, che non mostrò mai a nessuno, per entrare ancor di più nella mentalità del folle. Nelle pause, Jarratt rimaneva nel ruolo, isolandosi dal resto del cast. Benchè McLean non avesse scritto il ruolo appositamente per quell'attore, John Jarratt fu l'unico attore provinato e poi ingaggiato: in Australia, Jarratt aveva conquistato un pò di celebrità come ospite in spettacoli televisivi sul giardinaggio, pur essendo un attore di professione. Il regista fu colpito dall'interprete, vedendolo a teatro in una pièce intitolata "Dead heart": l'ironia è che quella sera Jarratt stava sostituendo l'attore titolare del ruolo, malato. Nella scena in cui Mick tortura Kristy, mentre Liz vi assiste, guardando da una finestra, il regista volle rendere la sequenza dal punto di vista della ragazza che sta all'esterno, e così allontanò il resto della troupe, lasciando solo i due attori all'interno in scena; dopo aver dato il via, McLean ebbe la sensazione che Jarratt ci desse troppo dentro, e che KESTIE MORASSI si stesse spaventando davvero. Così il director irruppe nella stanza, facendo rimanere di stucco gli interpreti: semplicemente, si stavano immedesimando nelle parti, dando molta intensità alla scena. Nella sequenza in cui Kristy e Liz si nascondono dal pazzo assassino, rimasero in bilico su un vero precipizio, e così capitò dal direttore della fotografia, WILL GIBSON. Alla seconda unità, recatasi a filmare il cratere di Wolf Creek, capitò una bizzarra circostanza: la location era a distanza di ore da qualsiasi centro abitato, la piccola troupe decise di dormire in auto per la notte, e ripartire il mattino dopo. Sopraggiunse un camioncino, con un misterioso individuo, che, facendo molte domande e guardando con curiosità il loro mezzo, sembrava indagare. Alla troupe parve molto simile al serial killer del film, Mick Taylor, e quando si allontanò, si allontanarono in macchina dal posto per rimettersi a dormire. La scena all'inizio della storia, sulla spiaggia, fu girata mentre faceva molto freddo: quando CASSANDRA MAGRATH uscì dall'acqua, a stento ricordava come si chiamava, stordita dall'acqua gelida. La Magrath confessò, in un'intervista, che la risata di Jarratt sul set continuava a tornarle in mente, anche negli incubi. NATHAN PHILIPS, che nel film interpreta Ben, si disegnò da solo  i tatuaggi che aveva addosso. Nella "collezione" del killer delle foto delle sue vittime, ci sono molte immagini che riprendono familiari e amici del regista.  Nonostante la scena duri sette minuti, quando Ben racconta a Liz e Kristy delle luci forse aliene viste di notte, fu effettuata con una sola ripresa. All'insaputa della troupe, la miniera abbandonata in cui si svolsero parte delle riprese, era stata teatro dell'omicidio di una donna, e la popolazione locale insorse quando arrivarono i tecnici e gli attori, perchè credevano che il film fosse basato sul tragico evento. Il segno all'ingresso della miniera aveva a che fare con il reale serial killer Milat. Erano dieci anni che non pioveva sul terreno ove il lungometraggio venne girato, ma quando iniziarono le riprese, una forte pioggia si abbattè sul set: McLean fu felice di questo, perchè dava una luce nebulosa al film. La prima settimana di produzione fu interamente dedicata alle riprese del viaggio che apre il film, sulla lunga strada deserta.  Le musiche di FRANCOIS TETAZ , in parte, si basarono sulla composizione  d'accompagnamento di un vecchio funerale,  rallentando non poco le note per trovare la chiave giusta. L'intero lungometraggio venne girato realizzando un paio di riprese aderenti al copione originale, di seguito dando modo e spazio agli attori di improvvisare sulla base della sceneggiatura: nel montaggio vennero incluse molte delle sequenze improvvisate. Il film venne girato cronologicamente. Erano state previste cinque settimane per le riprese, ma occorsero soli 25 giorni per terminarle. Nessuna scena, nel copione, era stata descritta con pioggia, o sole, o tempo nuvoloso: a causa dello scarso tempo a disposizione, venne girata ogni sequenza senza tener conto del clima.  Molte riprese vennero effettuate con la macchina da presa a mano. Greg McLean appare nel finale, è il poliziotto che aiuta Ben a salire sull'aereo. Nel film muoiono tre persone. Sembra che le scene in cui Mick tortura Kristy, e amputa le dita di Liz, abbiano provocato la fuga di spettatori dalle sale in cui era proiettato il lungometraggio. La lavorazione si tenne tra il Maggio e il Giugno del 2004. Costato un milione di dollari australiani, ha incassato 16 milioni di dollari in USA, e altri 11 nel resto del mondo, totalizzandone 27, e in breve diventando un cult per gli amanti del thriller più violento, e fu presentato al festival di Cannes nel 2005, nella sezione "Quinzaine des relizateurs". Ne è stato girato un sequel nel 2013, recentemente arrivato nelle nostre sale. 

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