giovedì 31 dicembre 2015


LA TUNICA ( The robe, USA 1953)
DI HENRY KOSTER
STORICO
"LA TUNICA" è tratto dall'omonimo romanzo di LLOYD C. DOUGLAS. I diritti per lo sfruttamento cinematografico vennero ceduti nel 1943, alla RKO Pictures, più o meno quando il libro uscì. L'austerità a Hollywood dovuta al periodo di guerra, ed i problemi finanziari della casa produttrice il progetto rimase sospeso, ed infine fu la 20th Century Fox ad acquistare i diritti. Lo scrittore HERB MEADOW lavorò, senza essere accreditato, alla sceneggiatura.  DARRYL F. ZANUCK, che produsse la pellicola, offrì il ruolo di Marcello a TYRONE POWER nel tentativo di fargli firmare un altro contratto per la sua casa di produzione, ma il divo preferì tornare a recitare a teatro, a Broadway, la pièce "John Brown's body", che, con 65 repliche fu appena un discreto successo. Dopo che i produttori presero in considerazione di invecchiare Marcello e scritturare LAURENCE OLIVIER per la parte, e poi preferirono non attuare questa idea, il ruolo principale andò a RICHARD BURTON. Si dice che l'attore inglese fumasse 100 sigarette al giorno, durante le riprese.  Per il ruolo di Diana si pensò a JANET LEIGH, ma venne ingaggiata JEAN SIMMONSDurante la lavorazione, pare che Burton sia stato minacciato, con una pistola, da STEWART GRANGER, marito di Jean Simmons: chiacchiere insinuavano che Burton e la Simmons avrebbero avuto un flirt. Burton odiò fortemente tutto ciò che riguardava questo film, al punto da rifiutare un nuovo contratto con la Fox ( prima dell'uscita del film ebbe una lite furibonda con Zanuck, e anche per questo preferì tornarsene in Inghilterra piuttosto di continuare a lavorare negli USA), e rimase sbalordito quando ebbe la nomination all'Oscar per una prova definita da molti critici "legnosa" (aggettivo spesso dato in carriera ad un interprete invece moderno, e spesso bravo a tratteggiare caratteri mangiati vivi da nevrosi e rabbia). Burton era ateo, e non sentiva interesse per lo sfondo religioso del lungometraggio. Inoltre, l'accostamento del nome di Richard Burton alla famigerata "lista nera" del periodo maccartista, durante la lavorazione di questo lungometraggio, pare che segnò la carriera del divo inglese, che ebbe sette candidature, senza mai vincere la statuetta. Anni dopo, Burton disse in un'intervista che riteneva questo come il peggior lungometraggio cui avesse preso parte; ma, in altri momenti, disse lo stesso di "IL LETTO DI SPINE" e "LO ZAR DELL'ALASKA". Per il ruolo di Demetrio, si fu vicini a scritturare BURT LANCASTER, ma fu VICTOR MATURE ad avere la parte. L'avvio della pellicola, subito dopo i titoli, con Caligola (impersonato da JAY ROBINSON) che presidia la cerimonia di apertura dei giochi dei gladiatori, venne "prelevata" dal sequel del film, "DEMETRIO E I GLADIATORI", già messo in cantiere ancora prima di girare questo.  HENRY KOSTER, per interpretare Gesù Cristo, scelse il suo secondo aiuto regista, DONALD C. KLUNE: questi continuò il suo lavoro, nei giorni in cui doveva effettuare delle riprese, con i costumi di scena, con la condizione di mangiare da solo, nella sua stanza, perchè la 20th Century Fox considerava inappropriato che un dipendente vestito da Cristo mangiasse alla mensa dello studio....ALBERT MALTZ co-scrisse la sceneggiatura, ma essendo indicato nella "Lista Nera", fino all'uscita del DVD della pellicola, non venne aggiunto nei titoli. E' stato calcolato che, in 131 minuti di film, ci siano oltre 515 tra stacchi e dissolvenze. La prima in tv, in America, avvenne nel weekend di Pasqua del 1968: per agevolare la visione alle famiglie, il film venne trasmesso alle 19, con una sola interruzione pubblicitaria, cosa molto singolare per un titolo importante in televisione. Fu il primo film uscito in Cinemascope ad ottenere la candidatura all'Oscar  per il miglior film. Definito il primo titolo in assoluto ad uscire in questo formato (in realtà il primo girato in tal modo fu "COME SPOSARE UN MILIONARIO"), inizialmente non era stato progettato per questo, anche perchè non tutte le sale cinematografiche americane erano attrezzate per tale proiezione. Costò 5 milioni di dollari produrlo, e gli incassi americani furono di 36. Candidato a cinque Oscar, ne vinse due (miglior direzione artistica, migliori costumi). Prese anche il Golden Globe come miglior film drammatico.  

martedì 29 dicembre 2015


LA COSTOLA DI ADAMO (Adam's rib, USA 1949)
DI GEORGE CUKOR
COMMEDIA
Il soggetto de "LA COSTOLA DI ADAMO" fu ispirato dalla reale vicenda degli avvocati William Dwight Whitney e Dorothy Whitney, rivali in aula, ma marito e moglie, che rappresentarono RAYMOND MASSEY e ADRIENNE ALLEN in tribunale. A divorzio ottenuto, gli Whitney divorziarono a loro volta, risposandosi ognuno con il rispettivo cliente. Divenne uno dei nove film in cui SPENCER TRACY e KATHARINE HEPBURN lavorarono insieme, oltre ad essere impegnati in una relazione sentimentale tra le più solide di Hollywood. Com'era abitudine dei due attori protagonisti, durante le riprese di un lungometraggio che li vedeva insieme, stavano in abitazioni separate. Questo li faceva sentire maggiormente a proprio agio, dato l'inevitabile interesse della stampa scandalistica alla loro vita fuori dal set. Durante la prima sequenza che le vede insieme, davanti alla Hepburn, si può notare JUDY HOLLIDAY  che trema: era puro nervosismo, perchè la quasi inedita Holliday aveva inizialmente molta soggezione della collega. Invece, le due attrici andarono molto d'accordo, con Katharine Hepburn che prese molto in simpatia la "novellina", al punto da concedere interviste ai giornalisti appositamente per esaltare la prova della giovane collega, affermando addirittura che, da quanto era brava, spesso rubava la scena a lei ed a Spencer Tracy. Questo mise in ottima luce Judy Holliday per quanto riguardava il produttore HARRY COHN. E probabilmente aiutò l'attrice ad ottenere il ruolo della carriera per "NATA IERI", l'anno seguente: a teatro, infatti, era stata la parte che l'aveva resa celebre. Fu il film d'esordio per MARVIN KAPLAN e MADGE BLAKE. Tracy insistette per avere il nome davanti a tutti sui manifesti: quando gli fecero notare che sarebbe stato galante cederlo alle attrici, l'attore sbottò dicendo "E' un film questo, non una fottuta nave!". La sceneggiatura prevedeva che, in una canzone, Kip Lurie (DAVID WAYNE) esprimeva il suo amore per il personaggio femminile principale. GARSON KANIN ne scrisse una, che però non piacque a nessuno. Quindi Katharine Hepburn chiese personalmente a COLE PORTER di scrivere un brano, ma questi le fece presente che il nome Madeleine, che era il primo nome del personaggio da lei interpretato, non gli suggeriva alcuna ispirazione. Suggerì, quindi, di cambiarlo in Amanda, e otto giorni dopo si presentò con il pezzo "Farewell, Amanda", che altro non era che la rielaborazione della sua canzone "So long, Samoa", composta nel 1940 ma mai usata. Come compenso, il grande musicista volle solo che la MGM desse un contributo alla Croce Rossa. Nella scena in cui TOM EWELL si avvia verso la casa della fidanzata, all'inizio della pellicola, fischietta il brano "You are my lucky star", successivamente ripescata in "CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA", che vede nel cast JEAN HAGEN, la quale interpreta, appunto, la fidanzata di Ewell. Le riprese si svolsero interamente a New York. Infatti, Judy Holliday continuò, durante la lavorazione, a recitare a Broadway repliche di "Nata ieri", arrivando anche a lavorare circa venti ore al giorno, tra palco e set. Era molto nervosa all'inizio delle riprese, e il primo giorno sul set continuava a dimenticare le battute: per paura di essere considerata stupida da cast e troupe, regalò biglietti per andare a vederla a teatro a tutti. Ottenne una candidatura all'Oscar per la miglior sceneggiatura, senza vincere la statuetta, così come fu candidato ad un Golden Globe per la migliore attrice non protagonista (Judy Holliday), ma senza successo finale. 

sabato 26 dicembre 2015


JOHN CARRADINE (Richmond Reed Carradine, 05/02/06, New York City, NY,USA-27/11/88, Milano, Italia)
JOHN CARRADINE, figlio di una reporter e di un chirurgo, nacque a New York e crebbe a Poughkeepsie, una zona vicina. Frequentò la Christ Church School e la Graphic Art School, studiando per diventare uno scultore, ma poi viaggiò nel Sud degli Stati Uniti recitando in cabaret. Il vero e proprio esordio a teatro fu nel 1925, in "CAMILLE", a New Orleans. Quando giunse a Los Angeles, nel 1927, cominciò a frequentare il palcoscenico recitando cose meno leggere. Fu contattato da CECIL B. DE MILLE che gli affidò lavoro come scenografo, ma poi non gli piacque ciò che il giovane aveva elaborato: tuttavia, rimasto affascinato dalla voce di Carradine, gliela fece prestare come narrante in diversi suoi titoli. L'esordio di Carradine sul grande schermo avvenne nel 1930, fu in "L'UOMO E LA BESTIA", con il nome di Peter Richmond. Cambiò il proprio nome d'arte in John Carradine, nel 1935. Divenne grande amico di JOHN BARRYMORE, e avviò una carriera molto prolifica di prove al cinema, mantenendo interesse e partecipazione per il teatro, in cui recitò anche ruoli come Amleto e Malvolio. Entrò a far parte del non ufficiale gruppo d'attori spesso chiamati da JOHN FORD, denominato  "John Ford Stock Company". Nel 1953 fu messo, per breve tempo, in carcere perchè non aveva pagato gli alimenti all'ex-moglie.  Quando invecchiò, divenne una presenza di lusso in vari horror, spesso di bassa categoria. Da anziano soffrì molto di artrosi, ma non ha mai smesso di lavorare. Vicino alla fine della sua vita, venne indicato come l'attore che in assoluto aveva partecipato a più film, superando il precedente record di DONALD CRISP: Carradine, è stato calcolato, che abbia preso parte a circa 300 pellicole. Ha preso parte a episodi di "AI CONFINI DELLA REALTA'", sia nella versione classica della serie, che in quella moderna. Ha sempre citato la sua prova in "LA FOLLIA DI BARBABLU'" come la sua preferita. Pare che TENNESSEE WILLIAMS abbia scritto il ruolo di Big Daddy de "LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA" apposta per lui, seppure poi sia divenuto un grande successo personale, a teatro ed al cinema, per BURL IVES. Carradine sostenne la parte a teatro, nel 1977. Con alcuni colleghi ha lavorato molte volte: con LON CHANEY, Jr. undici; con PETER LORRE, otto; con BASIL RATHBONE, sette; con VINCENT PRICE, sette.Ha impersonato Dracula per quattro volte.  E' stato sposato quattro volte, ed ha avuto quattro figli, che hanno seguito le orme paterne: inoltre, ne adottò un quinto. Morì a 82 anni, a Milano, per cause naturali.
COSI' PARLO' JOHN CARRADINE:
"Ho fatto alcuni dei più grandi film di sempre-e un sacco di schifezze, pure."
"Non fare mai niente che non vorresti essere sorpreso dalla morte, a fare."
"I registi non mi hanno mai diretto. Mi hanno modellato."
"Dovevi sapere come trattare con John Ford. Gli attori ne erano terrorizzati perchè a lui piaceva spaventarli. Era un sadico."

venerdì 25 dicembre 2015


"SUPER 8" (Super 8, USA 2011)
DI J.J.ABRAMS
FANTASCIENZA
Dopo aver girato "MISSION:IMPOSSIBLE III", J.J. ABRAMS aveva in mente due storie per il suo nuovo film: una trattava di ragazzini che attraversavano una fase di crescita, l'altra il ritrovamento di un essere alieno nella provincia americana. Quando cominciò a scrivere uno script, pensò di unire le due cose, ed infatti fu lo spunto per "SUPER 8". Il titolo è da leggersi in due sensi: il riferimento al tipo di pellicola utilizzata per il film amatoriale dei ragazzi, ma anche per il numero di loro, che sono appunto otto.  Nella prima stesura della sceneggiatura, l'alieno non veniva mai mostrato. STEVEN SPIELBERG, che figurava tra i produttori dell'opera, era spesso sul set durante le riprese. Sia lui che Abrams hanno affermato che la lavorazione di questa pellicola è stata una delle più divertenti cui abbiano partecipato. Da ragazzo, assieme all'amico MATT REEVES, a J.J.Abrams erano stati affidati dei film in super8 da restaurare da Spielberg in persona. Oltre al cinema di Steven Spielberg, naturalmente, il lungometraggio è ricco di riferimenti a quello di GEORGE A.ROMERO. Per i ruoli principali dei ragazzi del film, vennero fatti circa 5000 provini.  ELLE FANNING aveva 12 anni all'epoca delle riprese, e quindi non era legale che guidasse un'autovettura, come le si vede fare nel film: c'era infatti un tecnico che guidava la macchina, seduto sul sedile posteriore, con un monitor ed un volante aggiunto. Per JOEL COURTNEY dover gridare in faccia a KYLE CHANDLER rappresentava un problema, perchè il ragazzo era di indole molto tranquilla, e il regista dovette incalzarlo fortemente per ottenere il risultato visibile sullo schermo. Joel Courtney fu scelto dopo undici provini. Per Courtney e RILEY GRIFFITHS, l'esordio al cinema. Il ruolo del padre del protagonista, andato a Chandler, era stato offerto prima a JEREMY RENNER, che preferì invece recitare in "MISSION IMPOSSIBLE: PROTOCOLLO FANTASMA".  BRUCE GREENWOOD figura nei titoli come "Cooper": era, in realtà, il nome dato all'alieno durante la lavorazione, e Greenwood fornì la performance necessaria alla motion-capture per ricreare l'extraterrestre. Per un secondo è possibile vedere DAKOTA FANNING comparire, nella scena del ritrovo al municipio della città. E dopo poco più di un minuto di proiezione, compare per un attimo J.J. Abrams, è un soldato che scende da una jeep. L'incidente del treno fu largamente improvvisato, dato che nello storyboard non c'era una descrizione precisa di come doveva svolgersi. Il treno in movimento era quasi del tutto generato al computer, ma le macchine danneggiate nelle riprese dei ragazzi erano vere, a 43 miglia da Los Angeles, ad Agua Dulce. Anche la torre dell'acquedotto fu aggiunta con la CGI. Nello script era previsto che i ragazzi, aspettando Alice, avrebbero dovuto parlare tra loro, ma Abrams li sentì cantare nelle pause tra una ripresa e l'altra, e cambiò idea, facendo intonare ai giovanissimi "My Sharona". Le divise verdi dell'Air Force con il nome in blu e l'insegna dello stesso colore erano corrette, perchè il racconto si svolge negli anni Settanta, solo successivamente hanno adottato i colori mimetici da jungla dapprima, da deserto poi. La creatura, in tutto, si vede sullo schermo per tre minuti di proiezione. Secondo Abrams, nella sequenza in cui è faccia a faccia con Joe, gli occhi dell'extraterrestre sono quelli di CATRIONA BALFE, l'attrice che impersona la madre del ragazzo.  La città fittizia in cui si svolge la storia, si chiama Lillian, nell'Ohio, per via della nonna materna del regista. Le riprese si svolsero tra il Settembre ed il Dicembre del 2010. Costato 50 milioni di dollari, ne incassò 127 negli USA, ed altri 133 nel resto del mondo, per un totale di 260.

DIE HARD-DURI A MORIRE (Die hard with a vengeance, USA 1995)
DI JOHN MCTIERNAN
AZIONE
Il soggetto di "DIE HARD-DURI A MORIRE" di JONATHAN HENSLEIGH, si chiamava, in origine, "Simon Says", il personaggio di Zeus, che aiuta John McClane era una donna, e non un uomo, e quando capitò tra le mani di JOEL SILVER, questo voleva usarlo per farne trarre la sceneggiatura di "ARMA LETALE 4", ma la 20th Century Fox, che possedeva i diritti, non intese cederglielo. La regia del terzo episodio delle avventure del poliziotto John McClane, eroe accidentale, venne offerta a DANNY CANNON, il quale, più interessato a girare "DREDD-LA LEGGE SONO IO", declinò e così ci fu il ritorno di JOHN MCTIERNAN, che aveva già diretto il primo film con il personaggio, "TRAPPOLA DI CRISTALLO". Benchè BRUCE WILLIS e SAMUEL L.JACKSON fossero entrambi già nel cast di "PALLE IN CANNA" e "PULP FICTION", è questo il primo film in cui compaiono nella stessa inquadratura. Il nome Zeus, del personaggio di Jackson, è ironico: nella mitologia era il dio dei fulmini, nel film è un elettricista. Il personaggio, prima di essere assegnato all'attore che lo ha interpretato, era stato proposto a LAURENCE FISHBURNE, che non aveva accettato. Il titolo di lavorazione fu "Die Hard:New York", infatti è la prima pellicola della serie in cui l'avventura si svolge nella città del poliziotto protagonista; la prima a Los Angeles, la seconda a Washington. Il look dell'attore nero fu ispirato dall'accurato studio su vari volumi circa Malcolm X. A McTiernan e Jackson fu concesso di maneggiare un lingotto originale della riserva aurea per verificare quanto pesante fosse l'oro. Il ruolo del malvagio Simon venne proposto inizialmente a SEAN CONNERY, il quale non volle accettare perchè l'attore scozzese non se la sentiva di interpretare un personaggio tanto negativo. Benchè non abbia recitato nel lungometraggio, ALAN RICKMAN è citato nei titoli, apparendo in alcuni flashbacks. Sembrò che il personaggio di Simon andasse a DAVID THEWLIS, che poi si tirò indietro, e fu JEREMY IRONS ad avere la parte.  La scena di sesso tra Jeremy Irons e SAM PHILLIPS venne aggiunta perchè McTiernan sapeva che la censura avrebbe comunque dato un "R" al suo lavoro, il divieto per un minore di entrare in sala non accompagnato, e ritenne che a quel punto, non poteva peggiorare le cose comunque. L'attrice non pronuncia neanche una parola in tutta la pellicola. E la cosa ironica era che si trattava di una cantante pop, scelta dopo che qualcuno della produzione aveva notato una sua foto sulla copertina di un suo CD. Il cartello che McClane indossa come "uomo-sandwich" era completamente bianco, per non avere problemi girando la scena ad Harlem: la scritta spregiativa "I hate niggers" (Odio i negri) venne aggiunta in post-produzione.  La 20th Century Fox, che produsse il film, non voleva che questa scena fosse inserita nella pellicola, probabilmente perchè i disordini di Los Angeles del 1992 erano ancora troppo recenti, ma Jonathan Hensleigh minacciò di dare il suo script ad un'altra casa produttrice, e quindi la Fox capitolò. Hensleigh fu fermato dall'FBI quando il suo script venne reso pubblico, perchè era a conoscenza di troppi dettagli circa la Federal Gold Reserve, per gli agenti federali, ma si difese sostenendo che si era limitato ad avere le informazioni necessarie alla sua storia leggendo un articolo trovato sul "New York Times". Secondo lo sceneggiatore, per la prima ora di film, è riportato esattamente il copione da lui scritto, cambiando ovviamente i nomi per adeguarlo alla serie "Die Hard": inoltre, Hensleigh rivelò che, quando era bambino, tirò una pietra ad un amico, e immaginò che l'altro l'avesse cercato per vendicarsi quando sarebbero stati adulti, e questo ispirò in parte la sceneggiatura. E' il primo titolo della serie basato su una sceneggiatura originale; "Trappola di cristallo" viene da un romanzo di RODERICK THORP, "58 MINUTI PER MORIRE-DIE HARDER" su un libro di WALTER WAGER. In realtà, la primissima sceneggiatura presa in esame per il terzo capitolo della serie si intitolava "Troubleshooter", e parlava di terroristi che attaccavano una nave da crociera in mare aperto; divenne la base per "SPEED 2". Ed è l'unico film, tra i "Die Hard", in cui McClane non rischia la vita per salvare la moglie Holly o uno dei figli. Invece, in tutti e tre i primi film della saga, ci sono riferimenti a episodi di guerra reali: qui si tratta della celeberrima "Battle of the Bulge", che ispirò la pellicola "LA BATTAGLIA DEI GIGANTI". Le scene dell'inseguimento nel tunnel vennero realizzate nel New York City Water Tunnel numero 3, un acquedotto da  finire che avrebbe collegato quello della città a quello di Catskill Mountains. Il ponte da cui John McClane e Zeus saltano giù sull'imbarcazione dei container è il Cooper River Bridge, che unisce Charleston a Mount Pleasant, nella Carolina del Sud. La canzone-tema della pellicola è "Johnny I hardly knew ye", un brano irlandese del 1770 circa: successivamente venne riadattato in "When Johnny comes marching home", nel 1863. Fateci caso: in ogni film della serie "Die Hard", una scena cruciale riguarda un ascensore. E come nel primo episodio, alla fine John McClane ha solo due proiettili nello scontro con il capo dei nemici. Tale scena si svolge, nel lungometraggio, in un parcheggio per TIR in Quebec, ma la sequenza venne girata nel Maryland. Per oltre un'ora dall'inizio McClane non uccide uno dei cattivi, marcando un record nella serie! Come avvenne anche per il primo film della serie, il tedesco parlato dai "cattivi" è alquanto approssimativo, mentre nella versione per la Germania, i terroristi hanno l'accento della parte Est del paese. Le riprese si svolsero tra il Luglio ed il Dicembre del 1994. Anche se l'incasso in USA fu "solo" di 100 milioni di dollari, il successo internazionale del film, che consistette in altri 266 milioni pervenuti nelle casse della Fox, rese "Die Hard-Duri a morire" il maggior incasso mondiale del 1995, in pratica, uno dei primi titoli divenuti i maggiori incassatori worldwide, senza risultare tra i primi cinque di casa. 

sabato 19 dicembre 2015


INFERNO ( I, 1980)
DI DARIO ARGENTO
HORROR
 "INFERNO", il settimo film diretto da DARIO ARGENTO, venne ispirato al suo autore da una frase trovata in "Suspiria de profundis", di THOMAS DE QUINCEY, che già aveva fornito lo spunto per il suo titolo precedente, "SUSPIRIA", appunto, in cui lo scrittore esprimeva il desiderio di voler scrivere un libro su tre figure che, a suo avviso, sarebbero state le Madri degli inferi ( forse rimandanti alle tre Parche, figure mitologiche dai tempi dell'Antica Grecia): la Mater Suspiriorum, la Mater Lachrimarum, la Mater Tenebrarum. Secondo DARIA NICOLODI, all'epoca compagna del regista, l'idea del soggetto sarebbe invece stata sua, come era avvenuto per "Suspiria", ma stavolta non aveva voluto figurare nei titoli come coautrice, per non avere i problemi riscontrati dopo l'uscita di quella pellicola: Argento, durante un sopralluogo a New York, fu colpito dal palazzo in cui il racconto è ambientato, e prese una stanza in un hotel newyorkese situato in un punto da cui aveva una bella vista sul Central Park. Secondo altre fonti, lo script sarebbe stato realizzato dal regista in un'abitazione piuttosto isolata, nel New England, dettandola poi via via alla propria segretaria, per telefono: il metodo di scrivere le parti più paurose delle proprie opere in abitazioni isolate era già stato usato dall'autore per "PROFONDO ROSSO". Tuttavia, cìè anche chi ha trovato nel soggetto riferimenti netti a "L'ANNO SCORSO A MARIENBAD", di cui riprende uno degli interpreti, SACHA PITOEFF. E, inoltre, sembra che il tema dei due fratelli che intraprendono un percorso orripilante, ricollegandosi a "Suspiria" che, in parte, prendeva spunto dalla fiaba dei fratelli Grimm "Biancaneve", sia ripreso da "Hansel e Gretel" degli stessi autori. La 20th Century Fox accettò di co-finanziare l'operazione, perchè "Suspiria" era stato un grande successo internazionale: l'altra metà del budget fu fornita da capitali italiani e tedeschi, coordinati dal fratello del regista, CLAUDIO ARGENTOJAMES WOODS era la prima scelta per interpretare Mark, il fratello di Rose, ma l'attore era già "prenotato" per cominciare le riprese di "VIDEODROME". Fu così ingaggiato LEIGH MCCLOSKEY. Per Rose venne invece scelta IRENE MIRACLE, che, in parte, venne scritturata perchè aveva fatto nuoto sincronizzato, e questo tornava utilissimo per la sequenza dell'appartamento sommerso. GABRIELE LAVIA, invece, partecipò al film casualmente: venne infatti incontrato da Argento mentre questi stava per girare la sequenza del delitto di Sara, il personaggio interpretato da ELEONORA GIORGI, e venne aggiunto al cast, con il suo personaggio, un'altra delle vittime dei delitti, inventato su due piedi.Sul set, Dario Argento ebbe la collaborazione di LAMBERTO BAVA come aiuto regista, e del padre MARIO BAVA come assistente, non accreditato ( tra l'altro, fu l'ultimo film che vide coinvolto Bava senior, che morì poco prima che il lungometraggio uscisse nelle sale): fece il tecnico degli effetti speciali, alle luci, operatore di macchina, e dette una mano con gli attori, dirigendo qualche sequenza. Mario Bava collaborò attivamente agli effetti speciali, e sembra, come affermò la Miracle, che egli abbia diretto gran parte delle scene che la riguardavano, compresa quella sott'acqua, mentre Argento presenziava meno sul set. Questo soprattutto perchè, durante la lavorazione, Dario Argento fu colpito da epatite, dovendo spesso ricorrere all'aiuto dei Bava per gestire le riprese: sembra che il titolo "Inferno" sia stato scelto dall'autore per sottolineare il periodo non facile per lui della lavorazione. Lamberto Bava dovette avere a che fare con molti gatti, per la sequenza del delitto del personaggio di Daria Nicolodi, e le bestiole erano poco gestibili, probabilmente perchè in tante, da essere aggressive e riottose: dopo questa esperienza, il futuro regista di "DEMONI" ha cercato di evitare quanto più possibile il contatto con i gatti. Pare che con gli attori stranieri, facesse da interprete sul set il fratello dell'autore, Claudio, che sapeva parlare meglio l'inglese. Per via di un incidente che provocò la rottura di una gamba della controfigura di McCloskey, fu l'attore stesso a dover correre in un corridoio, diviso dal fuoco solo da pareti di plexiglas, così come lo era il resto della troupe: McCloskey ha descritto l'esperienza come intensa ed impressionante, e che la sensazione delle fiamme dietro la plastica, così vicine, lo fecero correre a perdifiato. La scena della morte dell'antiquario Kazanian, interpretato da Pitoeff, venne girata nell'Estate del '79 in pieno Central Park:  il coordinatore della produzione WILLIAM LUSTIG, poi noto per aver diretto il cult "MANIAC", rivelò che nella borsa gettata dall'uomo claudicante nell'acqua c'era un meccanismo che faceva sembrare che ci fosse qualcosa di vivo all'interno. Poi, all'attore disteso nell'acqua venivano attaccati dei ratti meccanici, e l'uomo degli hot dog che corre apparentemente per aiutarlo, in realtà per accoltellarlo a morte, passò sopra una passerella di plexiglas per far sembrare che corresse sull'acqua. Come in molti film del regista, le mani che commettono gli omicidi sono quelle di Dario Argento stesso. Per alcuni critici, uno degli horror più sottostimati di sempre. Per i fans argentiani, pareri controversi: c'è chi lo ha amato molto, chi lo reputa uno dei passi falsi della fase più felice della carriera del regista. Argento lo ha citato come uno dei suoi lavori a cui è meno affezionato, probabilmente per i problemi di salute che associa alla lavorazione.  Il film venne girato in quattro mesi, dal Maggio al Settembre del 1979, per la maggior parte in studio, a Roma, e in parte a New York: alcune sequenze ambientate nella città americana vennero sovraimpressi sulla pellicola alcuni grattacieli per far sembrare gli esterni romani come newyorkesi. Il palazzo di Roma in cui vive la Mater Lachrimarum si trova in via Tagliamento, nel quartiere Coppedè. La fotografia di ROMANO ALBANI prosegue il lavoro sui colori forti dei film argentiani, iniziato da LUIGI KUVEILLER in "Profondo rosso" e proseguito da LUCIANO TOVOLI in "Suspiria": infatti, qui i colori prevalenti sono il rosso ed il blu. Il costo del film fu di tre milioni di dollari, sei miliardi di lire dell'epoca: rispetto a "Suspiria" ebbe una distribuzione internazionale ridotta, ma comunque in Italia fu il quattordicesimo incasso della stagione '79/80, e all'estero riprese ampiamente i costi di produzione. 

giovedì 17 dicembre 2015


TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE
(All the president's men, USA 1976) 
DI ALAN J. PAKULA
DRAMMATICO
Prima ancora che il libro "TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE" uscisse, ROBERT REDFORD ne acquistò i diritti cinematografici, per 450,000 dollari, nel 1974 ( l'equivalente, oggi, di 2,150 milioni): precedentemente, la star incontrò i giornalisti BOB WOODWARD e CARL BERNSTEIN per parlare del progetto, e incoraggiarli, durante la stesura del loro libro, a descrivere più come investigarono sul Watergate, che sulla faccenda stessa, già riportata ampiamente sui giornali. La Warner Bros. accettò di finanziare il progetto, solo se sarebbe stato Redford  ad interpretare Bob Woodward, e però egli percepì che il film necessitava di un attore altrettanto famoso per impersonare Carl Bernstein, altrimenti il rischio era che il pubblico provasse uno sbilanciamento di interesse per un personaggio, piuttosto che per l'altro: fu egli stesso ad avvicinare DUSTIN HOFFMAN e proporgli di prendere parte al lungometraggio. I due attori protagonisti impararono a memoria le battute l'uno dell'altro, così da essere più credibili nell'interrompersi a vicenda mentre recitavano lo script. Ciò creò un precedente, a Hollywood, successivamente ripreso da molti attori. La regia venne offerta a JOHN SCHLESINGER, il quale però non accettò, dichiarando che il soggetto del film sarebbe stato reso meglio se diretto da un americano, e fu ALAN J. PAKULA a ottenere di dirigere il lungometraggio.  FRANK WILLS, la guardia giurata che scoprì l'effrazione al Watergate, interpretò se stesso. Niente che non sia stato appurato e dimostrato con prove è stato inserito nella sceneggiatura. Solo il 31 Maggio del 2005, prima che uscisse il numero di "Vanity Fair" che lo pubblicava, il novantunenne W.Mark Felt ammise che era lui "Gola Profonda", l'informatore che contribuì notevolmente all'inchiesta di Woodward e Bernstein. Ai tempi dello scandalo Watergate, egli ricopriva il ruolo di Deputy Director, a tutti gli effetti il numero 2 dell'FBI. HAL HOLBROOK è sempre stato l'attore a cui venne pensato per interpretare "Gola profonda". Questo perchè Bob Woodward, dopo aver visionato molte foto di attori, insieme a Pakula, senza dichiarare mai chi fosse il nome dell'informatore, scelse Holbrook per una certa rassomiglianza con Felt. Anche JASON ROBARDS venne indicato da subito come il più idoneo ad impersonare Benjamin C. Bradlee. La prova di JANE ALEXANDER, che ricevette la nomination per la miglior attrice non protagonista, consiste in otto minuti scarsi di presenza sullo schermo. Fu il film d'esordio per STEPHEN COLLINSWILLIAM GOLDMAN, lo sceneggiatore, venne convocato per un incontro per la stesura dello script da Redford, che avrebbe incluso anche Bernstein e Woodward. Lo sceneggiatore aveva, al tempo, già presentato una versione che era stata accettata, dopo una prima stesura che aveva deluso sia Alan J. Pakula che Robert Redford, ma si ritrovò davanti una nuova versione buttata giù da Carl Bernstein insieme all'allora fidanzata NORA EPHRON: Goldman annunciò che, per motivi legali, non avrebbe letto quella sceneggiatura, e abbandonò la riunione. Infatti, solo una scena di questo script venne utilizzato poi per il film, e di pura finzione, quella in cui Bernstein gioca d'astuzia una segretaria per entrare in un ufficio e guardare chi c'è dentro. Woodward, a dire il vero, non aveva gradito granchè la versione del collega, anche perchè egli descriveva se stesso come un giornalista di talento superiore, e l'altro come un novizio un pò naif. Goldman ebbe a modificare un pò il carattere dell'editor Harry Rosenfeld, interpretato da JACK WARDEN: il vero Rosenfeld era un uomo spiritosissimo, quasi sempre ilare, e lo sceneggiatore preferì renderlo più serioso, per farlo accettare dal pubblico. Tuttavia, come rivelò tempo dopo William Goldman, se avesse dovuto ripetere tutta la sua carriera, ammise che non avrebbe voluto rilavorare a questo film, per le molte pressioni esercitate su di lui, soprattutto da Alan J. Pakula, che lo incalzò molto.  Una scena con Robert Redford al telefono richiese una ripresa di circa sei minuti, con la cinepresa in leggero ralenti:verso la fine della scena, l'attore commise un errore, sbagliando il nome dell'interlocutore telefonico, ma non si corresse, e infatti il regista non cambiò la scena al montaggio. Il furibondo battere dei tasti della macchina da scrivere sulla carta, che apre il film, con il suono espanso in modo minaccioso, venne accentuato aumentando il sonoro, mixando suoni di spari e frustate sul rumore dei tasti che battono, per sottolineare il tema principale del film, cioè le parole come armi. Anche la similare scena conclusiva, sul rumore dei caratteri che vengono stampati sul foglio, include cannonate a salve missate insieme a questi. Girando il film, Redford dormiva proprio all'hotel Watergate. Hoffman e Redford presenziarono in diverse occasioni, per mesi, negli uffici del Washington Post, assistendo anche a molte conferenze e sedute di redazione. Ci fu talmente tanta attenzione ai dettagli, da parte della produzione, da far ricreare ai designers gli elenchi telefonici fuori corso, peraltro quasi invisibili nella pellicola. Le scrivanie per ricreare la redazione del "Washington Post" vennero acquistate, quasi 200, per 500 dollari l'una, dalla stessa ditta che forniva il vero giornale. Nel film ci sono 25 telefonate, di cui sentiamo le parole di tutti e due le persone ai capi del telefono. Le prime note della colonna sonora di DAVID SHIRE si sentono ventotto minuti dopo che il film è iniziato. Il direttore della fotografia, GORDON WILLIS girò la sequenza in cui Woodward parla al telefono con Ken Dahlberg in una sola ripresa, utilizzando un tipo di macchina che permetteva di mettere a fuoco il soggetto principale e lo sfondo contemporaneamente. La ripresa in questione è un lungo zoom.  La macchina che Woodward/Redford guida nel film è una Volvo Amazon. Il "top billing", negli USA, soprattutto, è una questione spinosa: quando ci sono due o più star, ci sono spesso contenziosi per aggiudicarsi il nome avanti a tutti in cartellone. Per ovviare a questa cosa, Dustin Hoffman e Robert Redford si trovarono d'accordo mettendo, sui manifesti, prima Redford, poi Hoffman, nei titoli l'inverso. La boss del "Washington Post", prima che la pellicola uscisse nelle sale, era molto tesa e nervosa, per aver lasciato usare il vero nome della testata giornalistica, ma quando vide il film, chiamò il coproduttore e co-star Robert Redford per congratularsi entusiasticamente e ringraziarlo. Fu il primo lungometraggio che Jimmy Carter guardò da presidente degli USA. E' stato il film di maggior incasso negli Stati Uniti nel 1976, subito dopo "QUALCUNO VOLO' SUL NIDO DEL CUCULO", uscito a fine 1975, superando pellicole sulla carta più accattivanti verso il pubblico, come "IL PRESAGIO" e "CHE BOTTE SE INCONTRI GLI ORSI". Il film, a tutt'oggi, viene ancora mostrato come lezione per i giovani aspiranti giornalisti, in USA. CHRIS CARTER lo ha citato come fonte d'ispirazione tra le maggiori, per i suoi "X-FILES", in cui un personaggio di una certa importanza viene chiamato anch'esso "Gola Profonda". Le riprese si svolsero tra Giugno e Novembre del 1975. Costato 8 milioni e mezzo di dollari, ne incassò 70 solo negli States. Venne candidato a otto premi Oscar, tra cui miglior film, regia, vincendone quattro: per il miglior attore non protagonista (Jason Robards), miglior sceneggiatura non originale, miglior sonoro e direzione artistica. Ai Golden Globes, invece, ottenne quattro candidature (film drammatico, regista, attore non protagonista categoria drammatici, sonoro), senza vincere. Ai BAFTA ebbe dieci candidature, tra cui quelle per il miglior film, migliore regia e attore protagonista (Hoffman), ma non portò a casa premi. E' ancora considerato come uno dei grandi lungometraggi sul giornalismo. 

lunedì 14 dicembre 2015


IL VOLO DELLA FENICE ( The flight of the Phoenix, USA 1965)
DI ROBERT ALDRICH
AVVENTURA
"IL VOLO DELLA FENICE" è tratto dal romanzo omonimo di TREVOR DUDLEY SMITH. Sul set, purtroppo, uno degli stuntmen, la controfigura di JAMES STEWART, PAUL MANTZ, morì in un incidente: un breve spezzone della ripresa che contempla la morte dello stuntman è nel documentario "CINERAMA ADVENTURE", verso la conclusione. In pratica, l'aereo che avrebbe dovuto decollare, nel finale, avrebbe dovuto essere un C-82 Boom: la ripresa si annunciava già pericolosa, e così a Mantz, una leggenda tra gli stuntmen, venne chiesto di fare una manovra che consisteva in un decollo accidentato, e alla ripetizione, il velivolo si schiantò uccidendo il pilota. L'aereo che lo sostituì era un North-American O47-A. Tra gli altri aerei usati per le riprese, anche un mezzo utilizzato precedentemente dai marines, e tre Fairchild C-82 Packet. L'aereo Tallmantz Phoenix P-1 venne disegnato da Otto Timm e costruito dalla Tallmantz Aviation Inc. proprio per girare questo lungometraggio.  Le prime vittime, nel film, dell'incidente aereo al centro della vicenda, sono WILLIAM ALDRICH e PETER BRAVOS, rispettivamente figlio e figlio adottivo del regista ROBERT ALDRICH: ciò accade durante i titoli di testa, che narrano appunto la caduta dell'aeroplano. Per la sequenza dell'incidente, ai finestrini erano stati messi diversi manichini. L'aereo utilizzato invece in tale scena era un C119 Boxcar, costruito una quindicina di anni prima. Aldrich chiese a BARRIE CHASE di compiere la sua danza orientale in topless, ma l'attrice si rifiutò. Nella versione italiana si può sentire la canzone "Senza fine" interpretata da ORNELLA VANONI. Il catalogo dell'azienda inventata per il film "Baecker Flugzeuge", per cui lavora l'ingegnere Dorfmann, interpretato da HARDY KRUGER,  in realtà era quello della realmente esistente Schuco, una ditta tedesca di manifatture. Ebbe due nominations agli Oscar, per il miglior attore non protagonista (IAN BANNEN) e per il miglior montaggio, senza vincere le statuette. Ai Golden Globes, invece, le candidature furono tre: per il miglior film drammatico, attore non protagonista (Hardy Kruger) e miglior attore esordiente ( Ian Bannen), ma anche qui, nessun premio vinto. Nel 2004 ne è stato fatto un remake, con DENNIS QUAID, diretto da JOHN MOORE, di minor successo. 

sabato 12 dicembre 2015


ULISSE ( I/USA/F, 1954)
DI MARIO CAMERINI
MITOLOGICO
La produzione di "ULISSE" fu un investimento tra quattro  case produttrici, di diversa nazionalità: le italiane Lux e Ponti-De Laurentiis, la francese Zenith Films e l'americana Paramount. Il titolo di lavorazione della pellicola era "Odyssey of Ulisses", ma il titolo vero e proprio fu quello della versione italiana. Il regista scelto per dirigere il lungometraggio era GEORGE WILHELM PABST, che abbandonò però il film poco prima che le riprese iniziassero: gli subentrò così MARIO CAMERINI, regista pratico e molto apprezzato dai produttori. MARIO BAVA gli fornì, non accreditato, un forte aiuto nel dirigere il film: a Bava andò il riconoscimento per gli effetti speciali, molto validi, della pellicola, soprattutto per quanto riguardava il ciclope Polifemo.  Polifemo venne costruito in una versione di circa undici metri d'altezza, manovrabile con fili e meccanismi ad aria. Musei da Roma, Napoli e Atene fornirono armature ed armi per aiutare la produzione. Accanto alle star americane KIRK DOUGLAS e ANTHONY QUINN venne messo in cartellone il nome della moglie di DINO DE LAURENTIIS, SILVANA MANGANO, stella in ascesa in Italia. Gli esterni vennero girati su isole e coste mediterranee, come accade nell ' "ODISSEA" di OMERO, ed alcune riprese vennero realizzate a Itaca, ma vennero sciupate per via di un terremoto che colpì l'isola. Il film venne realizzato sia in versione italiana, che in inglese, per i mercati internazionali. E' stato l'ultimo film prodotto in 3D dalla Paramount fino a "WEEKEND DI TERRORE" nel 1982. Ottenne un buon successo internazionale, e nella stagione '54/55, in Italia, fu il campione assoluto di incassi. 

giovedì 10 dicembre 2015


IL CIRCO ( The circus, USA 1928)
DI CHARLES CHAPLIN
COMMEDIA
CHARLES CHAPLIN cominciò a parlare di un film ambientato nel mondo del circo fin dai primi anni Venti: introdusse comunque temi e situazioni, abbastanza simili a quelle presentate in quest'opera fin dal suo esordio registico, "IL VAGABONDO", uscito nel 1916. La lavorazione de "IL CIRCO", fu comunque tra le più pesanti e meno felici del comico e regista, al punto che nella autobiografia, Chaplin evitò addirittura di menzionarlo. Innanzitutto sua madre morì durante le riprese, che si protrassero per 11 mesi,dal 2 Novembre 1925 al 19 Novembre 1927, cosa all'epoca impensabile per un lungometraggio; uno dei vagoni del circo fu rubato, lo studio di proprietà dell'attore e regista andò in fiamme, e come se tutto ciò non bastasse, la moglie Lita Grey gli presentò istanza di divorzio, con ampio scandalo circa notizie sulla loro vita privata e sessuale, su cui la stampa si accanì, con forte danno per l'immagine di Chaplin. Di seguito, vennero richieste tasse arretrate all'autore per circa un milione di dollari dell'epoca: tutto questo causò un esaurimento nervoso a Charles Chaplin a tre quarti di lavorazione effettuata, ed i suoi capelli, che già avevano cominciato ad ingrigirsi all'inizio delle riprese, divennero bianchi e lo costrinsero a tingerli. Il suo autore lo amò così poco, probabilmente perchè tanto legato a brutti ricordi, che lo ritirò dalla circolazione per 40 anni, dopo la sua uscita: nel 1969, alla riedizione, ad ottant'anni, Chaplin reincise la canzone del titolo. Prima di avviare le riprese, il regista e protagonista si esercitò a camminare su una corda per settimane: riuscì a camminare su un cavo sospeso a 12 metri di altezza. Le riprese di questa prodezza andarono perdute, e nel montaggio finale ne andarono altre, con leggera delusione di Chaplin. Il lungometraggio, nelle gags, omaggia MAX LINDER, comico francese, scomparso nel '25, di cui l'autore era grande fan.Fu l'ultimo film muto dell'autore, sebbene sia "LUCI DELLA CITTA'" che "TEMPI MODERNI" in fondo non contenevano dialoghi veri e propri. Il film costò 900,000 dollari.

mercoledì 9 dicembre 2015


IDA LUPINO (04/02/18, Camberwell, Londra, GB-03/08/95, Los Angeles, California, USA)
Nata a Londra, proveniente da una famiglia dell'ambiente dello spettacolo ( gli antenati venivano da Bologna), IDA LUPINO venne portata a quindici anni, dalla madre, ad un provino che le fece assegnare la parte desiderata:esordì così in "L'ALTALENA DELL'AMORE". Considerando che a dieci anni, lei e la sorella costruirono un teatrino con tanto di elettricità, e un centinaio di poltroncine, era una bambina prodigio. L'anno seguente la giovanissima Ida approdò a Hollywood, e cominciò a recitare in film non memorabili, assicurandosi parti da comprimaria, senza incidere granchè nelle pellicole cui prendeva parte. Un film degno di nota fu "SOGNO DI PRIGIONIERO", nel 1935, e, di seguito, comparve in "LA LUCE CHE SI SPENSE", nel 1939, dall'omonimo romanzo di RUDYARD KIPLING; cominciò a delinearsi un carattere che spesso avrebbe rivestito, la donna dura ma a ragione, che spesso stava dalla parte sbagliata, per poi riscattarsi. I film che la lanciarono furono "IL LUPO DEI MARI" e "UNA PALLOTTOLA PER ROY", entrambi del 1941, nei quali conquistò pubblico, recensori e addetti ai lavori; senza farsi intimorire da attori di spicco quali HUMPHREY BOGART, RONALD COLMAN, EDWARD G.ROBINSON e JOHN GARFIELD, la Lupino sostenne ruoli impegnativi, e di donna coriacea, anche in "PILLOW POST" e "IO AMO". Durante gli anni Quaranta, ebbe modo di far brillare la propria stella, ma con il passare degli anni, era sempre meno facile ottenere parti interessanti o rimanere nei piani alti delle majors. Nel 1947 abbandonò la Warner Bros. e divenne un'attrice indipendente. Data la scarsità di buone parti, ben presto la Lupino decise di diventare regista, sceneggiatrice e produttrice, e l'occasione per esordire nella regia arrivò quando ELMER CLIFTON , che doveva dirigere "NON ABBANDONARMI", co-sceneggiato dalla star, si ammalò, e dovette rinunciare al film. Negli anni Cinquanta i film cui prese parte, in qualità di attrice, sceneggiatrice o regista, furono melodrammi. Successivamente, preferì dirigere episodi di serie tv come "GLI INTOCCABILI" e "IL FUGGIASCO". E' stata l'unica persona che ha diretto, ed interpretato, due episodi della serie "AI CONFINI DELLA REALTA'". Negli anni Settanta, apparve come guest star in serie televisive o film, ma in brevi partecipazioni. E' stata sposata per tre volte, con Louis Hayward, Collier Young e Howard Duff, e da quest'ultimo ha avuto una figlia, nata pesando soltanto un kilo e 700 grammi, sopravvissuta a stento. E' considerata come una delle pioniere delle donne dietro la macchina da presa: è stata la seconda donna iscritta al Director's Guild. Fu grande amica di MALA POWERS, che la diresse in "LA PREDA DELLA BELVA", John Garfield, DAVID NIVEN, JANE WYMAN, GEORGE RAFT, OLIVIA DE HAVILLAND, Humphrey Bogart, e di PAUL HENREID. Fu una fervente democratica, che sostenne fortemente la campagna elettorale di John Fitzgerald Kennedy; era molto amica, negli anni Quaranta, di RONALD REAGAN, all'epoca un democratico: quando, nel '62, Reagan passò ai repubblicani, la Lupino troncò i rapporti con l'ex-collega, e non parlò più con alcun membro della famiglia del futuro presidente statunitense, a vita. E' stata un'attivissima componente dell'organizzazione del St.Jude Children's Research Hospital.  Morì di un ictus, già ammalata di cancro al colon, nel 1995. E' sepolta al Forest Lawn Memorial Park a Greendale, in California. 
COSI' PARLO' IDA LUPINO:
"La cosa bella di quando ho lavorato alla Warner Brothers è stata quella di aver avuto a che fare con grandi registi, attori, produttori. Ma quando me ne sono andata, nessuno mi ha salutata."
"Caro mio, abbiamo solo tre giorni di tempo. Non c'è tempo di fare altro che recitare. " (rivolta ad un attore del Metodo)
"Il mio agente mi disse che mi avrebbe trasformata nella JANET GAYNOR d'Inghilterra:avrei avuto solo parti da donna dolce. Alla tenera età di tredici anni, ho deciso che avrei fatto un percorso di non fare altro che ruoli da civetta."

IN HER SHOES-Se fossi lei ( In her shoes, USA 2005)
DI CURTIS HANSON
COMMEDIA
"IN HER SHOES" parte dal libro omonimo, di JENNIFER WEINER. Il progetto iniziale prevedeva TONI COLLETTE nel ruolo di Maggie Feller, e SARAH MICHELLE GELLAR in quello di Rose, sua sorella:quando la Gellar lasciò la preproduzione, Toni Collette passò all'altra parte, e subentrò CAMERON DIAZ nella parte di Maggie. Fu il regista CURTIS HANSON a contattare la Collette, perchè voleva lavorare con lei, e la reputava adatta per partecipare a questo film, chiedendole di acquistare peso per essere più credibile. L'attrice lo fece, prendendo una decina di kilogrammi, che poi, durante le riprese perse, facendo come Rose. Seppure Cameron Diaz interpreti la sorella minore, tra lei e la Collette è lei più grande, anche se solo di due mesi. Il locale "Jamaican Jerk Hut" che appare in due sequenze, è in realtà un ristorante di Philadelphia, a South Street, ad ovest della Broad.  Nella scena del matrimonio, il poema da cui legge Maggie è "I carry your heart" di e.e. CUMMINGS . Nella sceneggiatura, il cane che Maggie ruba è di razza, ma Curtin Hanson preferì che nel film fosse un bastardino, perchè, consapevole che la gente si fa ispirare dai film che vede, per certe scelte, si augurava che qualcuno adottasse un cane meticcio. Il cane che appare nella pellicola fece "innamorare" molti membri della troupe, che si dettero da fare per prenderlo in casa, ma Hanson preferì che andasse al trainer, visto il rapporto che si era instaurato tra l'animaletto e l'uomo.  I titoli di testa erano, originariamente, su una sequenza animata, creata un anno prima delle riprese, eliminata poi per dare un tono più serio alla pellicola. Nella scena in cui Maggie fa un provino come speaker per MTV, la voce che la introduce annuncia la trasmissione del nuovo videoclip di EMINEM: è un omaggio di Curtis Hanson al suo titolo precedente, "8 MILE". L'autrice del libro, Jennifer Weiner, appare camminando dietro Rose e l'amica Amy nella sequenza del mercato italiano. Nel film compaiono anche la nonna e la sorella della Weiner.  E' uno dei primi lungometraggi ad essere usciti solamente in dvd, e quindi la versione in VHS non è mai stata realizzata. Gli incassi della pellicola furono: 33 milioni di dollari negli USA, ed altri 50 nel resto del mondo, totalizzando 83 milioni di incasso globale. SHIRLEY MACLAINE ebbe la nomination al Golden Globe come miglior attrice non protagonista, senza vincere il premio. 

lunedì 7 dicembre 2015


IL COLLEZIONISTA DI OSSA ( The bone collector, USA 1999)
DI PHILLIP NOYCE
THRILLER
Rispetto al romanzo originario di JEFFERY DEAVER , la versione filmica de "IL COLLEZIONISTA DI OSSA" ha alcune differenze: il nome della poliziotta coprotagonista, nel libro, è Amelia Sachs, mentre nel film si chiama Amelia Doneghy, e la ragione del cambio è stata che il cognome suonava troppo simile a "Sex", e il personaggio dell'assistente del detective tetraplegico Lincoln Rhyme nel romanzo è un uomo, di nome Thom, mentre nel lungometraggio è una donna, Thelma, interpretata da QUEEN LATIFAH. CHRISTOPHER CROWE, a sceneggiatura già ultimata, riscrisse più cose per renderla più agile e "filmabile". ANGELINA JOLIE rivelò che aveva girato scene di nudo, che poi furono eliminate al montaggio perchè PHILLIP NOYCE pensò che distraessero dal plot dell'indagine. Nella scena in cui Amelia si tuffa nel fiume per salvare l'uomo anziano e sua nipote, la Jolie si buttò in una piscina di acqua calda, cui era stato aggiunto un colorante vegetale per renderla torba e simile a quella di un fiume. Noyce compare in un cameo, è un uomo che vaga tra gli scaffali nella libreria in cui entra Angelina Jolie. C'è un gioco-sfida allo spettatore nel montaggio iniziale che apre il film, su notizie di telegiornale: il volto dell'assassino compare per un attimo tra le immagini. Per confondere ancora di più gli spettatori, alcune inquadrature del killer mascherato, furono interpretate da MICHAEL ROOKER, anzichè dall'attore che interpretava il maniaco. Le riprese si svolsero tra Settembre e Dicembre del 1998 tra Montreal e New York. Costato 48 milioni di dollari, ne incassò 66 negli States, ed altri 85 nel resto del mondo: un totale di 151 milioni. Ad oggi, è l'unica pellicola tratta dai romanzi che vedono protagonista Lincoln Rhyme, eroe di molti thriller di Deaver. 

STAR WARS-EPISODIO VI:IL RITORNO DELLO JEDI
(Star Wars:Episode VI- Return of the Jedi, USA 1983)
DI RICHARD MARQUAND
FANTASCIENZA
Per dirigere il terzo capitolo di "STAR WARS"( perchè in origine, nonostante la dicitura, si è parlato per quasi vent'anni di questo film come dell'atto III, e non del VI: addirittura, fin quando non è entrata in produzione la trilogia-prequel, per un bel pò si è pensato che i nove episodi annunciati fossero un progetto che non sarebbe stato realizzato), GEORGE LUCAS aveva pensato a STEVEN SPIELBERG, il quale sarebbe stato felice di realizzare un episodio della saga dell'amico e socio, ma il fatto che Lucas, dopo "L'IMPERO COLPISCE ANCORA", era entrato in contrasto con la Director's Guild of America, uscendone, causò il forzato "no" di Spielberg, che, essendone membro, avrebbe avuto problemi ad accettare di fare il film. Fu offerto a quel punto a DAVID LYNCH, che veniva dal grande successo di "THE ELEPHANT MAN": egli, però, temeva che Lucas avrebbe avuto fin troppa voce in capitolo, e preferì rinunciare, e dedicarsi alla produzione di "DUNE". Fu a quel punto che venne scelto il gallese RICHARD MARQUAND, relativamente conosciuto, ma di cui "LA CRUNA DELL'AGO" aveva fatto un'ottima impressione al regista e tycoon di "AMERICAN GRAFFITI". Ci sono state voci su dissidi durante la lavorazione tra Marquand e Lucas, puntualmente smentite da quest'ultimo, anche a distanza di anni: è vero, però. che il regista era un pò a disagio per il notevole uso di effetti speciali, cosa con la quale era molto inesperto, e Lucas gli offrì assistenza continua. E comunque, qualche dissapore deve esserci stato, perchè ALAN HUME, scocciato dalle troppe intromissioni di Lucas, lasciò, in pratica, la gestione della fotografia all'operatore ALEC MILLS nell'ultimo mese di riprese. Il titolo, in origine, avrebbe dovuto essere "Revenge of the Jedi", ma, dopo essersi consultati, i produttori ritennero che la vendetta non era nello spirito dei Cavalieri, e optarono per "IL RITORNO DELLO JEDI" (titolo che Kasdan riteneva debole): alcuni poster erano già stati editi con il primo titolo, ma vennero ritirati prontamente dopo il cambio. Il secondo film della serie parallela e "rivale", "STAR TREK", si chiamò "L'IRA DI KHAN", ma avrebbe dovuto intitolarsi "The revenge of Khan", ma per non creare confusione, venne cambiata idea prima di fare uscire la pellicola. La sceneggiatura fu terminata a film già entrato in preproduzione, cosa insolita per un lungometraggio, soprattutto di queste dimensioni produttive. MARK HAMILL, in un'intervista prima di iniziare la lavorazione, accennò al fatto che il nucleo del film sarebbe stato il passaggio di Luke Skywalker al Lato Oscuro della Forza, e la sua lotta per tornare indietro, ma probabilmente era un depistaggio orchestrato dai produttori. Sembra che in uno dei primi trattamenti della sceneggiatura, la conclusione della storia prevedeva Luke che si allontanava dagli amici in festa per la vittoria sull'Impero, come Ethan Edwards in "SENTIERI SELVAGGI", per sottolineare la solitudine dell'eroe. HARRISON FORD, non proprio entusiasta di riprendere il ruolo di Han Solo, suggerì a George Lucas di far morire il personaggio per salvare gli altri: ma il produttore rifiutò, rimanendo fermo sul proposito di assegnare un ruolo importante ed eroico nel finale della pellicola. Sia Hamill che CARRIE FISHER accusarono Richard Marquand di avere un atteggiamento quasi offensivo con loro, mentre con Ford era premuroso e quasi servile. Sir ALEC GUINNESS girò il suo cameo in una sola giornata. Secondo IAN MCDIARMID, George Lucas lo aveva fatto scritturare per essere solo una personificazione dell'Imperatore, un pò come DAVID PROWSE era una rappresentazione fisica di Darth Vader (Darth Fener nell'edizione italiana): il produttore gli chiese se era in grado di modulare la voce in modo simile a CLIVE REVILL ( che aveva dato volto nell'ologramma apparso ne "L'impero colpisce ancora"). Però McDiarmid ritenne che era meglio imprimere un suono più cupo, maligno alla voce dell'Imperatore, più che il tono aristocratico usato da Revill: Lucas e Spielberg, che era in visita sul set, rimasero così impressionati che spinsero l'interprete a caratterizzare a proprio piacimento il malvagio personaggio. Ian McDiarmid basava la propria tecnica su un metodo giapponese, imprimendo la tonalità dallo stomaco, producendo una voce gutturale e profonda. Secondo McDiarmid, Palpatine in questo episodio avrebbe circa 100 anni di età.Oltre a Ian McDiarmid, erano stati presi in considerazione per interpretare il ruolo LAURENCE OLIVIER,FRANK FINLAY, HARRY ANDREWS, DAVID SUCHET, BEN KINGSLEY, LINDSAY ANDERSON  e ALAN WEBB: se fosse stato scritturato quest'ultimo, sarebbe morto durante le riprese. La performance di McDiarmid in "IL DRAGO DEL LAGO DI FUOCO" colpì i produttori, che puntarono su di lui.  Il nome Palpatine venne ispirato dal personaggio del senatore Palantine di "TAXI DRIVER".  In pratica, DAVID PROWSE interpretò Darth Vader solo nella prima metà del lungometraggio: nelle scene del duello fu lo stuntman BOB ANDERSON a dare corpo e movenze al personaggio, e nel finale, quando viene tolto elmo e maschera a Vader, è SEBASTIAN SHAW a dar volto al Sith. Infatti, Prowse e McDiarmid non si incontrarono mai sul set: nelle sequenze in cui Darth Vader è accanto all'Imperatore, era Anderson ad indossarne costume e casco. Sembra che Prowse non fosse stato informato dello smascheramento finale di Darth Vader, e che fosse stato deciso che il volto "umano" del personaggio sarebbe stato di un altro: lo stesso Shaw non aveva ben chiaro cosa avrebbe girato, una volta sul set, e tutto questo per mantenere la massima segretezza sul plot.  ANTHONY DANIELS osservò che per indossare l'armatura di C3PO per questo episodio occorrevano solo dieci minuti, contro le due ore necessarie per farlo nei film precedenti. George Lucas "licenziò" l'amico e socio dei primi due lungometraggi della saga GARY KURTZ, prima di iniziare la produzione (anche se secondo alcune voci, Kurtz stesso abbandonò il progetto perchè non convinto del soggetto): motivo della rottura sarebbe stata la dichiarazione di Lucas, che il pubblico si sarebbe disinteressato della storia, e si sarebbe accontentato dello spettacolo, mentre altra versione vorrebbe che Kurtz, spaventato dal lievitare dei costi, avesse ceduto volentieri il posto a HOWARD G.KAZANJAN. Ad alcuni dei membri del cast vennero assegnate pagine di un falso script, perchè considerati troppo disposti a parlare con i giornalisti della trama: venne così fuori la pista fasulla che l'ultima speranza degli Jedi fosse Lando Calrissian. Qui, per la prima volta, Luke chiama Kenobi con il suo vero nome "Obi Wan", e non "Ben". L'ammiraglio Ackbar, nella novelization, veniva indicato come l'antico pilota personale e schiavo del Grand Moff Tarkin, il personaggio interpretato da PETER CUSHING nel primo film della serie. Carrie Fisher aveva sempre detto, nelle interviste, che gli abiti di scena dei primi due film erano troppo lunghi, o esaltavano scarsamente la sua femminilità: lo striminzito costume indossato nella "tana" di Jabba the Hutt rimediò questa cosa, però era molto scomodo, ed era diventato motivo d'ilarità della troupe il fatto che il capo d'abbigliamento andasse poco in sintonia con i movimenti dell'attrice, e una persona dello staff doveva controllare che i seni della Fisher non schizzassero fuori dallo strettissimo reggiseno. Girando la scena in cui Salacius Crumb (l'esserino fastidioso somigliante ad un roditore che siede vicino a Jabba) stacca un occhio a C3-PO, a Anthony Daniels prese un attacco di panico:non avrebbe dovuto dire niente, perchè solitamente il suo personaggio veniva doppiato da lui stesso in post-produzione, ma l'attore e mimo riusciva solo a strillare "Mettetemi su!": ciò venne lasciato nella versione definitiva del film. La lingua usata da Jabba è ispirata al linguaggio Quechua, degli Incas. L'interno del palazzo dello Hutt è in sostanza una versione più ampia della taverna di Mos Esley nell'episodio IV: George Lucas aveva in mente da tempo di rifare la sequenza con tanti esseri mostruosi, con mezzi più ampi. Inoltre, il produttore avrebbe voluto che il Rancor, il dinosauro che vive nelle segrete del palazzo di Jabba, in omaggio a Godzilla, avrebbe dovuto essere "interpretato" da un mimo che indossava un costume: dopo vari tentativi vani, Lucas accettò, come gli avevano consigliato di già i tecnici, che il mostro fosse un pupazzo che le riprese accelerate avrebbero animato. E' l'unico film della serie in cui Darth Vader non strangola qualcuno: in verità, era stata girata una scena in cui il villain strozza un ufficiale per avere accesso alle stanze dell'Imperatore, ma non venne inclusa perchè troppo simile ad un'altra dell'episodio precedente. La sequenza del vascello a vela di Jabba venne realizzata in Arizona, a Yuma:venne calcolato che giravano per le dune di quella zona desertica, circa 35000 dune buggy. Per sviare i curiosi, i produttori finsero che stavano girando un horror intitolato "Blue Harvest", titolo omaggiante DASHIELL HAMMETT,  facendo addirittura circolare magliette e cappellini pubblicizzanti il falso film. Tuttavia, il serrato servizio di sicurezza e le premure della produzione non riuscirono ad impedire che dei fans particolarmente tenaci e svegli riuscissero a penetrare sul set e scattare alcune foto.  Il co-pilota di Lando Calrissian, Nien Numb, parla in un dialetto kenyano chiamato Haya: fu uno studente kenyota che viveva in USA a fornire consulenza alla produzione, e gli spettatori di quel paese che assistettero al film, rimasero stupefatti di trovare una cosa simile in un blockbuster! George Lucas rivelò, nel commentare il film nell'edizione del DVD del 2004, che Yoda non doveva essere presente nella storia, ma, avendo consultato uno psicologo infantile durante la preproduzione, la rivelazione dell'essere padre di Luke Skywalker da parte di Darth Vader non sarebbe stata "digerita" o accettata dagli spettatori sotto i dodici anni, a meno che non fosse confermata da un altro personaggio importante. George Lucas non immaginava che presso i fans Boba Fett era diventato un personaggio popolare, altrimenti avrebbe fatto ampliare la sua partecipazione alla storia, e gli avrebbe riservato una fine più "gloriosa" che finire nel pozzo vivente del Sarlacc. Il nome del personaggio, tuttavia, nella saga non viene pronunciato fino alla scena in cui il mezzo a vela di Jabba non si sposta verso il Sarlacc. Nella scena in cui Leila strangola Jabba( un dichiarato omaggio a "IL PADRINO", nella sequenza dell'omicidio di Luca Brasi), salendo sulla coda con i tacchi alti che indossava la Fisher, inavvertitamente ferì il tecnico che animava quella parte dell'Hutt.  In tutto, occorrevano sei persone ad animare Jabba the Hutt: ci vollero tre mesi per costruire l'animatrone, costò 500,000 dollari, e pesava centinaia di kilogrammi.  Endor, il pianeta degli Ewoks, ha un nome che viene dalla Bibbia: è, infatti, un villaggio di Isaachar, in cui re Saul affronta definitivamente i Filistei. Le riprese del pianeta si svolsero vicino a Crescent City, in California: le riprese nella foresta non furono semplici, specialmente per gli attori che interpretavano gli Ewoks. Il figlio di John Williams, JOSEPH WILLIAMS, cantante dei TOTO, collaborò con il padre per la stesura della colonna sonora, e scrisse il testo per la canzone finale degli Ewoks. Il nome degli orsetti guerrieri non viene mai pronunciato nel film. Parecchi dei dialoghi delle creaturine pelose sono in filippino, e dal Kalmuck, un dialetto praticato da tribù nomadi cinesi. In fase di scrittura della pellicola, era previsto che la battaglia finale si svolgesse sul pianeta abitato dagli Wookies, ma per motivi logistici venne pensato che ci volevano esseri non molto alti, e per questo vennero ideati gli Ewoks.La spettacolare soggettiva della corsa delle moto volanti nella foresta di Endor venne realizzata con un cameraman che camminava tra gli alberi, camminando a passo normale, scattando un fotogramma al secondo:quando la ripresa venne velocizzata a ventiquattro fotogrammi al secondo, ecco spiegato l'effetto dell'alta velocità.  Il trono dell'Imperatore era congegnato in modo che ruotasse facilmente, ma in realtà non funzionava così bene: Ian McDiarmid, molte volte, aiutava il sedile a ruotare, ed un pezzo di nastro sul pavimento gli indicava quando fermarsi. La battaglia nello spazio parallela a quella di terra su Endor conteneva tanti effetti speciali quanti mai erano apparsi in una sola sequenza, fino ad allora. Il grido di Darth Vader ("No,no!") prima di prendere l'Imperatore e scaraventarlo nel vuoto non c'era nella versione originale, nè nelle riedizioni seguenti: è stato aggiunto nel 2004 per la versione in DVD, con ampio disappunto da parte di molti fans. E nella scena finale con Yoda, Obi Wan Kenobi e Anakin Skywalker riuniti sotto forma di spiriti, Sebastian Shaw viene sostituito da HAYDEN CHRISTENSEN. La scena della cremazione di Darth Vader venne diretta, non accreditato, da George Lucas in persona. Se ci si fa caso, per la prima volta Han Solo si rivolge direttamente a C1P8: quando lui e C3P0 si avvicinano al bunker imperiale, l'avventuriero gli grida di fare presto. I modelli del Millennium Falcon usati per questo capitolo erano animazioni su tela, o modellini diversi dall'originale. Quando venne approntata l'edizione speciale, nel 1996, uno degli impiegati della ILM confidò ad un amico che era in valutazione l'idea di estendere la sequenza nel palazzo di Jabba: per l'appunto, l'amico era il fratello di FEMI TAYLOR, la ballerina aliena che viene gettata nella gabbia del Rancor. Dato che la Taylor aveva ancora lo splendido fisico del 1983, vennero girate nuove sequenze con la ballerina danzante, ed il risultato finale è un mix tra le sequenze originali e le nuove girate tredici anni più tardi. I suoni emessi dal Rancor, in realtà, erano quelli, amplificati, di un bassotto. E' stato calcolato che la Morte Nera in costruzione in questo capitolo, sarebbe stata quasi cinque volte l'originale vista in "UNA NUOVA SPERANZA". Il primo montaggio deluse alquanto Lucas, che fece del sarcasmo, dicendo che non sembrava neanche un film di "Star Wars": uno dei montatori della pellicola, SEAN BARTON, giocò un ruolo decisivo, rimontando il lungometraggio, più o meno, nella versione che conosciamo. A differenza degli altri titoli della saga, questo venne girato più rapidamente (sei settimane in meno del film precedente), e nell'arco di un anno solare: dal Gennaio al Maggio del 1982. Costato 32 milioni di dollari, fu il primo film in assoluto ad incassare oltre 20 milioni di dollari nel week-end d'apertura della programmazione, ed il più alto incasso negli Stati Uniti del 1983, con 252 milioni: con l'aggiunta della riedizione del 1997, gli incassi arrivarono, solo nei cinema USA, a 309 milioni di dollari. Con gli introiti internazionali, altri 165 milioni di dollari, si arrivò a 572. Ottenne quattro nominations agli Oscar ( migliori scenografia, sonoro, effetti speciali visivi e sonori, colonna sonora), ma vinse solo un Oscar speciale per gli effetti visivi. Analogamente, vinse il BAFTA per la medesima categoria. Nel 1999, la saga continuò con il primo dei tre capitoli-prequel, "LA MINACCIA FANTASMA"