LA TUNICA ( The robe, USA 1953)
DI HENRY KOSTER
STORICO
"LA TUNICA" è tratto dall'omonimo romanzo di LLOYD C. DOUGLAS. I diritti per lo sfruttamento cinematografico vennero ceduti nel 1943, alla RKO Pictures, più o meno quando il libro uscì. L'austerità a Hollywood dovuta al periodo di guerra, ed i problemi finanziari della casa produttrice il progetto rimase sospeso, ed infine fu la 20th Century Fox ad acquistare i diritti. Lo scrittore HERB MEADOW lavorò, senza essere accreditato, alla sceneggiatura. DARRYL F. ZANUCK, che produsse la pellicola, offrì il ruolo di Marcello a TYRONE POWER nel tentativo di fargli firmare un altro contratto per la sua casa di produzione, ma il divo preferì tornare a recitare a teatro, a Broadway, la pièce "John Brown's body", che, con 65 repliche fu appena un discreto successo. Dopo che i produttori presero in considerazione di invecchiare Marcello e scritturare LAURENCE OLIVIER per la parte, e poi preferirono non attuare questa idea, il ruolo principale andò a RICHARD BURTON. Si dice che l'attore inglese fumasse 100 sigarette al giorno, durante le riprese. Per il ruolo di Diana si pensò a JANET LEIGH, ma venne ingaggiata JEAN SIMMONS. Durante la lavorazione, pare che Burton sia stato minacciato, con una pistola, da STEWART GRANGER, marito di Jean Simmons: chiacchiere insinuavano che Burton e la Simmons avrebbero avuto un flirt. Burton odiò fortemente tutto ciò che riguardava questo film, al punto da rifiutare un nuovo contratto con la Fox ( prima dell'uscita del film ebbe una lite furibonda con Zanuck, e anche per questo preferì tornarsene in Inghilterra piuttosto di continuare a lavorare negli USA), e rimase sbalordito quando ebbe la nomination all'Oscar per una prova definita da molti critici "legnosa" (aggettivo spesso dato in carriera ad un interprete invece moderno, e spesso bravo a tratteggiare caratteri mangiati vivi da nevrosi e rabbia). Burton era ateo, e non sentiva interesse per lo sfondo religioso del lungometraggio. Inoltre, l'accostamento del nome di Richard Burton alla famigerata "lista nera" del periodo maccartista, durante la lavorazione di questo lungometraggio, pare che segnò la carriera del divo inglese, che ebbe sette candidature, senza mai vincere la statuetta. Anni dopo, Burton disse in un'intervista che riteneva questo come il peggior lungometraggio cui avesse preso parte; ma, in altri momenti, disse lo stesso di "IL LETTO DI SPINE" e "LO ZAR DELL'ALASKA". Per il ruolo di Demetrio, si fu vicini a scritturare BURT LANCASTER, ma fu VICTOR MATURE ad avere la parte. L'avvio della pellicola, subito dopo i titoli, con Caligola (impersonato da JAY ROBINSON) che presidia la cerimonia di apertura dei giochi dei gladiatori, venne "prelevata" dal sequel del film, "DEMETRIO E I GLADIATORI", già messo in cantiere ancora prima di girare questo. HENRY KOSTER, per interpretare Gesù Cristo, scelse il suo secondo aiuto regista, DONALD C. KLUNE: questi continuò il suo lavoro, nei giorni in cui doveva effettuare delle riprese, con i costumi di scena, con la condizione di mangiare da solo, nella sua stanza, perchè la 20th Century Fox considerava inappropriato che un dipendente vestito da Cristo mangiasse alla mensa dello studio....ALBERT MALTZ co-scrisse la sceneggiatura, ma essendo indicato nella "Lista Nera", fino all'uscita del DVD della pellicola, non venne aggiunto nei titoli. E' stato calcolato che, in 131 minuti di film, ci siano oltre 515 tra stacchi e dissolvenze. La prima in tv, in America, avvenne nel weekend di Pasqua del 1968: per agevolare la visione alle famiglie, il film venne trasmesso alle 19, con una sola interruzione pubblicitaria, cosa molto singolare per un titolo importante in televisione. Fu il primo film uscito in Cinemascope ad ottenere la candidatura all'Oscar per il miglior film. Definito il primo titolo in assoluto ad uscire in questo formato (in realtà il primo girato in tal modo fu "COME SPOSARE UN MILIONARIO"), inizialmente non era stato progettato per questo, anche perchè non tutte le sale cinematografiche americane erano attrezzate per tale proiezione. Costò 5 milioni di dollari produrlo, e gli incassi americani furono di 36. Candidato a cinque Oscar, ne vinse due (miglior direzione artistica, migliori costumi). Prese anche il Golden Globe come miglior film drammatico.
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