sabato 19 dicembre 2015


INFERNO ( I, 1980)
DI DARIO ARGENTO
HORROR
 "INFERNO", il settimo film diretto da DARIO ARGENTO, venne ispirato al suo autore da una frase trovata in "Suspiria de profundis", di THOMAS DE QUINCEY, che già aveva fornito lo spunto per il suo titolo precedente, "SUSPIRIA", appunto, in cui lo scrittore esprimeva il desiderio di voler scrivere un libro su tre figure che, a suo avviso, sarebbero state le Madri degli inferi ( forse rimandanti alle tre Parche, figure mitologiche dai tempi dell'Antica Grecia): la Mater Suspiriorum, la Mater Lachrimarum, la Mater Tenebrarum. Secondo DARIA NICOLODI, all'epoca compagna del regista, l'idea del soggetto sarebbe invece stata sua, come era avvenuto per "Suspiria", ma stavolta non aveva voluto figurare nei titoli come coautrice, per non avere i problemi riscontrati dopo l'uscita di quella pellicola: Argento, durante un sopralluogo a New York, fu colpito dal palazzo in cui il racconto è ambientato, e prese una stanza in un hotel newyorkese situato in un punto da cui aveva una bella vista sul Central Park. Secondo altre fonti, lo script sarebbe stato realizzato dal regista in un'abitazione piuttosto isolata, nel New England, dettandola poi via via alla propria segretaria, per telefono: il metodo di scrivere le parti più paurose delle proprie opere in abitazioni isolate era già stato usato dall'autore per "PROFONDO ROSSO". Tuttavia, cìè anche chi ha trovato nel soggetto riferimenti netti a "L'ANNO SCORSO A MARIENBAD", di cui riprende uno degli interpreti, SACHA PITOEFF. E, inoltre, sembra che il tema dei due fratelli che intraprendono un percorso orripilante, ricollegandosi a "Suspiria" che, in parte, prendeva spunto dalla fiaba dei fratelli Grimm "Biancaneve", sia ripreso da "Hansel e Gretel" degli stessi autori. La 20th Century Fox accettò di co-finanziare l'operazione, perchè "Suspiria" era stato un grande successo internazionale: l'altra metà del budget fu fornita da capitali italiani e tedeschi, coordinati dal fratello del regista, CLAUDIO ARGENTOJAMES WOODS era la prima scelta per interpretare Mark, il fratello di Rose, ma l'attore era già "prenotato" per cominciare le riprese di "VIDEODROME". Fu così ingaggiato LEIGH MCCLOSKEY. Per Rose venne invece scelta IRENE MIRACLE, che, in parte, venne scritturata perchè aveva fatto nuoto sincronizzato, e questo tornava utilissimo per la sequenza dell'appartamento sommerso. GABRIELE LAVIA, invece, partecipò al film casualmente: venne infatti incontrato da Argento mentre questi stava per girare la sequenza del delitto di Sara, il personaggio interpretato da ELEONORA GIORGI, e venne aggiunto al cast, con il suo personaggio, un'altra delle vittime dei delitti, inventato su due piedi.Sul set, Dario Argento ebbe la collaborazione di LAMBERTO BAVA come aiuto regista, e del padre MARIO BAVA come assistente, non accreditato ( tra l'altro, fu l'ultimo film che vide coinvolto Bava senior, che morì poco prima che il lungometraggio uscisse nelle sale): fece il tecnico degli effetti speciali, alle luci, operatore di macchina, e dette una mano con gli attori, dirigendo qualche sequenza. Mario Bava collaborò attivamente agli effetti speciali, e sembra, come affermò la Miracle, che egli abbia diretto gran parte delle scene che la riguardavano, compresa quella sott'acqua, mentre Argento presenziava meno sul set. Questo soprattutto perchè, durante la lavorazione, Dario Argento fu colpito da epatite, dovendo spesso ricorrere all'aiuto dei Bava per gestire le riprese: sembra che il titolo "Inferno" sia stato scelto dall'autore per sottolineare il periodo non facile per lui della lavorazione. Lamberto Bava dovette avere a che fare con molti gatti, per la sequenza del delitto del personaggio di Daria Nicolodi, e le bestiole erano poco gestibili, probabilmente perchè in tante, da essere aggressive e riottose: dopo questa esperienza, il futuro regista di "DEMONI" ha cercato di evitare quanto più possibile il contatto con i gatti. Pare che con gli attori stranieri, facesse da interprete sul set il fratello dell'autore, Claudio, che sapeva parlare meglio l'inglese. Per via di un incidente che provocò la rottura di una gamba della controfigura di McCloskey, fu l'attore stesso a dover correre in un corridoio, diviso dal fuoco solo da pareti di plexiglas, così come lo era il resto della troupe: McCloskey ha descritto l'esperienza come intensa ed impressionante, e che la sensazione delle fiamme dietro la plastica, così vicine, lo fecero correre a perdifiato. La scena della morte dell'antiquario Kazanian, interpretato da Pitoeff, venne girata nell'Estate del '79 in pieno Central Park:  il coordinatore della produzione WILLIAM LUSTIG, poi noto per aver diretto il cult "MANIAC", rivelò che nella borsa gettata dall'uomo claudicante nell'acqua c'era un meccanismo che faceva sembrare che ci fosse qualcosa di vivo all'interno. Poi, all'attore disteso nell'acqua venivano attaccati dei ratti meccanici, e l'uomo degli hot dog che corre apparentemente per aiutarlo, in realtà per accoltellarlo a morte, passò sopra una passerella di plexiglas per far sembrare che corresse sull'acqua. Come in molti film del regista, le mani che commettono gli omicidi sono quelle di Dario Argento stesso. Per alcuni critici, uno degli horror più sottostimati di sempre. Per i fans argentiani, pareri controversi: c'è chi lo ha amato molto, chi lo reputa uno dei passi falsi della fase più felice della carriera del regista. Argento lo ha citato come uno dei suoi lavori a cui è meno affezionato, probabilmente per i problemi di salute che associa alla lavorazione.  Il film venne girato in quattro mesi, dal Maggio al Settembre del 1979, per la maggior parte in studio, a Roma, e in parte a New York: alcune sequenze ambientate nella città americana vennero sovraimpressi sulla pellicola alcuni grattacieli per far sembrare gli esterni romani come newyorkesi. Il palazzo di Roma in cui vive la Mater Lachrimarum si trova in via Tagliamento, nel quartiere Coppedè. La fotografia di ROMANO ALBANI prosegue il lavoro sui colori forti dei film argentiani, iniziato da LUIGI KUVEILLER in "Profondo rosso" e proseguito da LUCIANO TOVOLI in "Suspiria": infatti, qui i colori prevalenti sono il rosso ed il blu. Il costo del film fu di tre milioni di dollari, sei miliardi di lire dell'epoca: rispetto a "Suspiria" ebbe una distribuzione internazionale ridotta, ma comunque in Italia fu il quattordicesimo incasso della stagione '79/80, e all'estero riprese ampiamente i costi di produzione. 

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