I SETTE SAMURAI (Shichinin No Samurai, JAP 1954)
DI AKIRA KUROSAWA
AVVENTURA
AKIRA KUROSAWA aveva in mente di girare un film su una giornata di un samurai, dal momento in cui apriva gli occhi, a quando, per lavare l'onta di un grave errore commesso, decideva di togliersi la vita per salvare l'onore, secondo la tradizione della propria casta. Benchè avesse compiuto delle valide ricerche, il regista non sentiva di avere in mano materiale sufficiente per farne un film compiuto;quando conobbe un aneddoto circa gli abitanti di un villaggio che avevano pagato dei samurai per farsi proteggere, Kurosawa decise di sfruttare questo spunto. Vi volle includere come i samurai vestivano, mangiavano, la precedente storia dei personaggi, e vari altri dettagli circa la tradizione, che nessun regista nipponico aveva mai scelto di narrare. La prima sceneggiatura venne scritta da SHINOBU HASHIMOTO, dietro istruzioni del regista, ed era lunga 500 pagine. Lo script finale fu opera di Hashimoto, Kurosawa e HIDEO OGUNI, venne finito in 45 giorni, nei quali i tre si tennero lontani dall'esterno, dal telefono o da visitatori, salvo rarissime eccezioni.Sei dei sette samurai protagonisti, erano basati su figure realmente esistite. All'inizio della stesura della sceneggiatura, TOSHIRO MIFUNE avrebbe dovuto interpretare Kyuzo, lo stoico guerriero maestro di spada:però, Kurosawa e i suoi cosceneggiatori ritennero che era giusto inserire, oltre ai sei samurai costruiti su ricerche, una figura più "autodidatta", e crearono Kikuchiyo, per affidarlo a Mifune. L'attore, che non doveva basarsi su un personaggio esistito, venne lasciato libero di improvvisare maggiormente, rispetto agli altri interpreti: guardò vari documentari sui leoni, per ispirarsi alla natura selvaggia del suo personaggio. Il ruolo del taciturno Kyuzo andò a SEIJI MIYAGUCHI, che non aveva mai toccato una spada in vita sua, e così montaggio e attenzione del regista lo "trasformarono" in un provetto utilizzatore di katana. Kurosawa creò un vero e proprio albero genealogico immaginario per tutti e 101 gli abitanti del villaggio difeso dai guerrieri, anche per quelli che si vedevano meno nella pellicola, per aiutare gli interpreti ad entrare maggiormente nei personaggi. Alcuni antenati del regista erano stati dei samurai, come dimostrarono dei documenti. Akira Kurosawa non si trovò bene con YOSHIO INABA, che interpretava Gorobei: era uso strillare molto e anche deriderlo, durante la lavorazione. Ciò comportò un forte stress per l'attore, che anche per via di questo, limitò non poco il numero di film successivi a questo, cui prese parte: curiosamente, Kurosawa lo volle di nuovo per una parte secondaria ne "IL TRONO DI SANGUE". Il regista non volle ricostruire il villaggio dei contadini nei teatri di posa della Toho, e pretese di costruire ex-novo delle capanne sulla penisola di Izu, presso Shizuoka. Naturalmente i costi lievitarono, e i produttori protestarono vivamente, ma Kurosawa fu fermo nel ribattere che ciò avrebbe influenzato positivamente le prove degli attori, e avrebbe compromesso il budget, ma aumentato l'autenticità del film. E' stato il primo lungometraggio in cui Kurosawa utilizzò più macchine da presa, per non interrompere il flusso dei movimenti ed avere più facilitazioni in fase di montaggio. Questa tecnica fu usata dal regista in ogni suo lavoro successivo. La storia si svolge nel 1586, lo possiamo dedurre dal fatto che Kikuchiyo è nato nell'anno secondo dell'era di Tensho (1574), e nel racconto ha tredici anni: infatti, secondo la tradizione giapponese, quando i bambini nascono si ritiene che abbiano un anno, e si aggiunge un anno non alla data del compleanno, ma quando arriva l'anno nuovo. Le scene di battaglia vennero coreografate da YUSHIO SUGINO: inizialmente erano state affidate a Sugino e JUNZO SAMAMORI, che però ricevette la chiamata del Ministero dell'Educazione per un incarico, in Europa, durante il periodo della produzione della pellicola. Alla casa produttrice Toho, spaventati dallo sforamento del budget, provarono più volte a bloccare la lavorazione, obbligando Akira Kurosawa a rivolgersi al comitato dei registi giapponesi, presso il quale erano convinti che il regista stava andando verso un disastro totale. La produzione parallela di questo lungometraggio e "GODZILLA", rischiò di mandare in bancarotta la Toho. Per l'epoca, il più costoso film mai prodotto nella terra del Sol Levante, anche se, rapportato ai canoni hollywoodiani, sarebbe risultato una produzione media. Le riprese dovettero comunque interrompersi più volte, per via della scarsità di cavalli per la complessa battaglia finale. Tale sequenza, che avrebbe dovuto esser girata alla fine dell'Estate, per varie controversie produttive fu fatta a Febbraio, con temperature vicine allo zero: Toshiro Mifune disse che non aveva mai sentito così freddo, in vita sua. Alla fine la pellicola costò quattro volte il budget stanziato inizialmente, e richiese 148 giorni di riprese effettive. E' considerato il primo film d'azione moderno:certi aspetti tecnici e narrativi, come il ralenti nelle scene movimentate, e la riluttanza degli eroi, sono oggi comunemente usati, ma all'epoca furono scelte innovative. Fu il primo film che trattava di samurai per Kurosawa, e il suo lavoro più lungo, con 207 minuti di durata: la Toho, per l'edizione americana, tagliò cinquanta minuti circa di film, perchè la durata molto lunga avrebbe scoraggiato gli spettatori statunitensi. Curiosamente, i tre attori che interpretano i tre samurai che sopravvivono, nel finale, Schichiroji, Katsushiro e Kambei, furono quelli che morirono per primi nella vita reale: DAISUKE KATO perì nel 1975, ISAO KIMURA nel 1981, e TAKASHI SHIMURA nel 1982, e MINORU CHIAKI, che nel film è Heihachi, il primo dei sette a cadere, è stato l'ultimo ad andarsene, degli interpreti, nel 1999. Dei quattro samurai che muoiono, tutti vengono abbattuti da colpi d'arma da fuoco: l'unico dei sette che adopera un moschetto, e non un'arma bianca, è Kikuchiyo, tecnicamente non all'altezza dei sei compagni, e che tuttavia, quando spara, non prende nessuno. La troupe considerava il regista "il più grande tecnico del montaggio mondiale", per via dell'abitudine di Akira di stare in cabina a montare i film fino a tarda notte, dopo aver girato durante il giorno. Egli sosteneva che era un suo metodo, non condiviso da molti altri registi, che più tradizionalmente giravano, e affidavano, tempo dopo, le pellicole ai montatori per strutturare il film finito. La lavorazione durò da Maggio del 1953 al Marzo del 1954, ed il costo dell'operazione fu equivalente a due milioni di dollari. Ebbe due nominations agli Oscar, per la miglior direzione artistica ed i migliori costumi, per la categoria bianco e nero, ma non riuscì a vincere le statuette. Inoltre, ricevette la candidatura ai BAFTA per il miglior film straniero, e Toshiro Mifune e Takashi Shimura ebbero la candidatura per i migliori attori, ma non arrivarono i premi. Da molti è considerato come il film giapponese più bello mai realizzato, anche dallo storico di cinema nipponico DONALD RICHIE, per esempio, per GEORGE LUCAS il film più bello di sempre, in assoluto, e dalla rivista "Entertainment Weekly" incluso nei 100 film più belli di sempre: eppure, alla sua uscita, proprio in Giappone, la critica risultò abbastanza tiepida, anche se ebbe un ottimo riscontro commerciale, risultando il terzo incasso nazionale del 1954. Per Toshiro Mifune, il film ed il ruolo preferiti della sua carriera. "I MAGNIFICI SETTE" è il remake ufficiale, uscito nel 1958, e a sua volta con un rifacimento in produzione attualmente, ma si può dire che la storia è divenuta un archetipo usato più e più volte nel cinema che ne è seguito.
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