sabato 23 febbraio 2019

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L'AGENTE SPECIALE MACKINTOSH  ( The Mackintosh man, USA/GB 1973)
DI JOHN HUSTON
THRILLER
Per "L'AGENTE SPECIALE MACKINTOSH" WALTER HILL venne accreditato come unico sceneggiatore, ma, in realtà, scrisse solo la prima metà dello script tratto dal romanzo di DESMOND BAGLEY: pare che alla sceneggiatura abbiano apportato contributi lo sceneggiatore WILLIAM FAIRCHILD, il romanziere GERARD HANLEY, lo storico ALAN MOREHEAD, e il longevo assistente di JOHN HUSTON GLADYS HILL. Sia il romanzo originario, che questo film, si basavano su un fatto di cronaca accaduto qualche anno prima, che riguardava l'identificazione, l'arresto e la fuga di una spia sovietica nel Regno Unito, George Blake, che lavorava per i servizi inglesi, ma faceva il doppio gioco. La storia è la medesima di un episodio della serie "IL SANTO", con ROGER MOORE nel ruolo di Simon Templar, che in pratica agisce come quello di Newman, e DONALD SUTHERLAND in quello che qui ricopre IAN BANNEN . Bannen fu ingaggiato perchè era piaciuto molto in un ruolo difficile in "RIFLESSI IN UNO SPECCHIO SCURO". Si trattò del primo film americano per la francese DOMINIQUE SANDA. Il titolo è dovuto al fatto che un uomo di nome Mackintosh (HARRY ANDREWS) assume per un'operazione pericolosa un agente segreto, Rearden (Newman). Pare che Huston mostrasse veramente scarso entusiasmo verso questo suo lavoro affidatogli dalla produzione, e che apprezzasse solo il fatto di poter girare nella "sua" Irlanda, al punto da protrarre più possibile i tempi delle riprese, mettendosi in contrasto con i produttori, che lamentavano che il regista se la prendesse troppo comoda, sforando sul budget. PAUL NEWMAN era sconcertato dallo strano atteggiamento, molto poco professionale, di un regista di lungo corso come John Huston, che arrivava spesso tardi sul set, senza idee sul come impostare le inquadrature, e poco concentrato; i due avevano già collaborato l'anno precedente per "L'UOMO DAI SETTE CAPESTRI", ma in tale occasione Huston era molto più "sul pezzo". Fu l'ultimo lungometraggio sia per NOEL PURCELL che per NIALL MCGINNIS. E' stato il primo film in cui lavorarono insieme Paul Newman e JAMES MASON: sempre come antagonisti, comparvero insieme anche nove anni dopo ne "IL VERDETTO". Probabilmente, il primo lungometraggio in cui una donna riceve un calcio nell'inguine. Nella breve scena al pub, sono riuniti alcuni dei più famosi attori irlandesi fino a quell'epoca, come Purcell, EDDIE BYRNE e DONAL MCCANN. Nella scena chiave dell'incendio del castello, John Huston dette alle fiamme per la seconda volta questo antico maniero, già bruciato cinquanta anni prima nella guerra civile irlandese. Questo è stato l'ultimo film girato da Huston in Irlanda: anche se "THE DEAD" è ambientato in tale nazione, fu girato perlopiù in studio, con la seconda troupe che girò alcune sequenze sull'isola a nord dell'Europa, essendo il regista troppo in cattive condizioni di salute. Alcune critiche sottolinearono che l'americano Paul Newman fosse un irlandese abbastanza opinabile.

giovedì 21 febbraio 2019

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IL FAVOLOSO DOTTOR DOLITTLE ( Doctor Dolittle, USA 1967)
DI RICHARD FLEISCHER
MUSICALE/COMMEDIA
Per ripetere il successo di "MY FAIR LADY", la 20th Century Fox voleva riunire per questo musical tratto dai romanzi di HUGH LOFTING del ciclo "IL DOTTOR DOLITTLE" REX HARRISON, ALAN JAY LERNER e FREDERICK LOEWE: ma Loewe si era ritirato e non intendeva più comporre musiche, e ARTHUR P. JACOBS licenziò Lerner per ritardi nel lavoro di scrittura della sceneggiatura. JOHN HUSTON venne preso in considerazione per la regia, ma Jacobs fu contrario: anche VINCENTE MINNELLI e WILLIAM WYLER furono tra i papabili, però Minnelli era considerato troppo all'antica per questa pellicola, e Wyler era ritenuto un cineasta troppo dispendioso per la mania di girare molte volte le scene. Venne scelto allora RICHARD FLEISCHER, esperto nel gestire set magniloquenti e grosse produzioni. Per il ruolo di Matthew Mugg vennero presi in considerazione DANNY KAYE, BING CROSBY, e DAVID WAYNE, per poi scegliere il più giovane ANTHONY NEWLEY. Sir RICHARD ATTENBOROUGH entrò nel cast all'ultimo minuto, prima che le riprese cominciassero. SAMANTHA EGGAR venne doppiata, nelle scene di canto, da DIANA LEE. Per interpretare Bumpo, i produttori pensarono a SIDNEY POITIER, che cassò prontamente l'offerta, e fu così che il personaggio venne proposto a SAMMY DAVIS, jr., ma Rex Harrison pose un veto, giacché consapevole che Davis era un cantante-entertainer, e quindi avrebbe sfigurato nel confronto con il membro del "Rat Pack". Il personaggio non venne così inserito nella versione cinematografica dei romanzi. La sequenza in cui viene cantato "The reluctant vegetarian" è stata una delle più difficoltose da girare, giacché ogni animale avrebbe dovuto sedere e stare fermo: la troupe ed il cast sono stati per ore pronti, finchè le riprese non sono iniziate. La prima stava funzionando a puntino, quando Harrison smise di cantare, improvvisamente: Richard Fleischer gli chiese come mai, e l'attore rispose che aveva sentito distintamente "Cut!", che è analogo al nostro "Stop!" quando si gira un film. Regista e protagonista avevano cominciato a discutere, quando, ancora si sentì il grido: il colpevole era stato il pappagallo Polynesia. La canzone più conosciuta della colonna sonora è "Talk to the animals", che riuscì a vincere l'Oscar come miglior brano: nessuno dello staff era però favorevole al pezzo, e Harrison dichiarò che "Una canzone umoristica dovrebbe essere divertente. E questa non lo è!". Due canzoni vennero scritte appositamente per la pellicola, e vennero girate le sequenze in cui venivano cantate: "Where are the words?" e "Something in your smile", cantate, rispettivamente da Newley e Harrison, ma al montaggio non vennero incluse nel film, sebbene presenti nei dischi. Sul set, Rex Harrison creò diversi problemi e fu molto scorbutico, al punto da guadagnarsi il soprannome di "Tyrannosaurus Rex": diversi membri giovani del set volevano far licenziare Harrison per i frequenti atteggiamenti di insofferenza e villania. Diverse volte, membri della troupe vennero morse da più animali utilizzati per il film. La stroncatura critica, e il fiasco al box-office di questo film, in pratica finì la carriera di Harrison come protagonista cinematografico: l'attore continuò comunque a presenziare assiduamente sui palcoscenici teatrali come star. Peraltro, nonostante il contratto firmato, Rex Harrison tentò, non convinto delle potenzialità dell'operazione, e approfittando dell'abbandono del compositore Lerner, di mollare la lavorazione: lo studio mise in preavviso CHRISTOPHER PLUMMER, minacciando cause rovinose a Harrison, riuscendo a farlo tornare sui suoi passi. Tra i capricci del prim'attore, ci fu il rovinare deliberatamente una ripresa, presenziando con il proprio yacht sullo sfondo di una scena girata su una spiaggia, rifiutandosi di muovere il natante. Inoltre, sembra che Harrison, ingelosito dal troppo spazio, secondo lui, concesso a Newley, si lasciasse andare spesso sul set a commenti anti-semiti, essendo il collega ebreo. Dopo il trionfo, tra Oscar e grandi incassi, di "TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE", la 20th Century Fox programmò tre musical ad alto budget, che in tre anni consecutivi avrebbero dovuto sbancare e rimpolpare le casse dello studio: questo film, "UN GIORNO...DI PRIMA MATTINA!" e "HELLO, DOLLY". Purtroppo, tutti e tre andarono malissimo al box-office, causando la perdita del lavoro per molti produttori esecutivi e manager. Nessuno, sul set, si aspettava che girare una scena con delle anatre sarebbe stato così difficile: messi in acqua, gli uccelli avevano molta difficoltà nel muoversi. Era la parte sbagliata dell'anno, quando la muta di piumaggio delle anatre non era idrorepellente, e quindi non riuscivano a nuotare.  La prima proiezione in anteprima, a Minneapolis nel Settembre 1967, fu un fallimento: il pubblico era in prevalenza adulto, che non era esattamente il target cui questa produzione puntava. La pellicola fu valutata poco coinvolgente e troppo lunga, e una versione più breve presentata a San Francisco, non andò comunque meglio, mentre un'altra edizione accorciata, proposta a San Jose andò bene e quindi questa versione rimase quella definitiva. Quando al film arrivò la candidatura quale miglior lungometraggio dell'anno agli Oscar, ci furono diverse polemiche e articoli derisori per questa scelta: pare che dietro alle nove nominations totalizzate dalla pellicola, ci fosse stato un gran lavoro "clandestino" organizzato dalla Fox con cene per i giurati della Academy con abbondanti dosi di cibo e vino... Questo film fu una delle prime grosse operazioni per lanciare un enorme merchandising legato alla produzione: puzzle, ristampe dei romanzi originari di Lofting, giocattoli e pupazzi, articoli per la scuola, una linea alimentare per animali, e ovviamente dischi. Non furono venduti granchè: dieci anni dopo, il flop di questa iniziativa fu una delle ragioni per cui GEORGE LUCAS ottenne a basso prezzo i diritti per il merchandising del suo "STAR WARS: EPISODIO IV- UNA NUOVA SPERANZA". Un altro problema per la produzione furono gli attacchi della stampa progressista britannica, che definirono razzisti molti contenuti dei libri del Dr. Dolittle, al punto da caldeggiarne l'esclusione dai testi scolastici: e per una produzione che puntava a portare famiglie intere nei cinema, questa fu una bella grana. L'uscita del lungometraggio fu in concomitanza con il disneyano "IL LIBRO DELLA JUNGLA", che stravinse quanto a critiche positive e incassi. In totale, occorsero quattro anni per portare a termine questa produzione. Dopo la travagliata produzione di questo film, Arthur P. Jacobs ottenne il via libera per girare "IL PIANETA DELLE SCIMMIE", a patto di non sforare il budget di 5 milioni di dollari. Costato 17 milioni di dollari, ne incassò 9 negli Stati Uniti. Su nove candidature, tra le quali quella per il miglior lungometraggio, agli Oscar portò via due statuette: quella per i migliori effetti speciali, e per la miglior canzone. Ai Golden Globes, invece, cinque le nominations, tra cui miglior film sezione commedia/musical, e un premio vinto, quello andato a Richard Attenborough come migliore non protagonista. 

sabato 26 gennaio 2019

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RIO BRAVO ( Rio Grande, USA 1950)
DI JOHN FORD
WESTERN
"RIO BRAVO" venne tratto da un racconto pubblicato da JAMES WARNER BELLAH sul "Saturday Evening Post Story": JOHN FORD accettò di girare questa pellicola, più che altro per poter realizzare "UN UOMO TRANQUILLO", progetto a cui teneva particolarmente, per l'ambientazione irlandese. Si accordò con HERBERT J. YATES, a capo della Republic Pictures, assicurandosi che avrebbe avuto anche per l'altro film JOHN WAYNE e MAUREEN O'HARA nel cast: Yates riteneva che il film da girare in terra d'Irlanda rischiava di essere un flop commerciale, e pensava che questo western avrebbe compensato le perdite causate dall'altro titolo. Per Ford fu un film di passaggio, avendo la metà del budget de "IL MASSACRO DI FORT APACHE", e nessuno, tra produttori, regista, cast e troupe, parve prendere troppo sul serio questo lavoro. Fu la prima pellicola interpretata insieme da Wayne e la O'Hara, che avrebbero preso parte ad altri quattro film, in tutto, divenendo una delle accoppiate favorite del pubblico. Fu il debutto sullo schermo per PATRICK WAYNE. A ventinove anni, Maureen O'Hara era solo di 14 anni più anziana di CLAUDE JARMAN, jr., che interpretava suo figlio. John Wayne, per sembrare più anziano nel ruolo dell'ufficiale di cavalleria, indossò un piccolo parrucchino. In "Tis herself", l'autobiografia di Maureen O'Hara, si parla della morte di alcuni stuntmen su questo set, caduti dai cavalli durante l'attraversamento del fiume, i cui cadaveri non vennero mai recuperati. Le critiche più veementi a questo film furono causate dalla ricostruzione in studio dei paesaggi, troppo marcata, e dalle troppe canzoni presenti, per un western: HARRY CAREY, Jr. difese in interviste questa decisione, affermando che era molto tipico della cavalleria nordista vedere soldati che cantavano insieme nelle pause dalle missioni. La storia è ambientata nel 1879. Sul set ci furono tensioni tra il regista e i produttori: Ford fu particolarmente irritato con Yates e il produttore esecutivo RUDY RALSTON, che avevano preferito fare più riprese possibili in studio, dicendo ai due di accomodarsi fuori dal set. Nella scena della cena con il generale Sheridan, John Wayne indossa una Medaglia d'Onore. Per girare delle scene di massa nel Moab, vennero reclutati cinquanta pellerossa Navajo per impersonare membri di una tribù Apache, con LEE BRADLEY a fare da interprete: quando le riprese vennero effettuate, uno dei Navajo, BILLY YELLOW disse che se avessero saputo che erano stati chiamati per impersonare "rivali" Apache, non si sarebbero resi disponibili. Per  molti cinefili e fans di John Ford, l'ultimo film del regista sulla Cavalleria, giacchè "SOLDATI A CAVALLO" viene considerato un dramma sulla Guerra di Secessione. Per Wayne il tema della pellicola era una metafora della guerra in Corea: l'attore, notoriamente repubblicano ultraconservatore, era per estendere l'intervento contro la Cina, che fece attraversare il fiume Yalu alle proprie truppe. Di tutte le locations utilizzate nella pellicola, nessuna è vicina al Rio Grande, che tocca solo Colorado, New Mexico e Texas. Nonostante la scarsa convinzione dei realizzatori, è considerato oggi tra i grandi western di sempre. Costò oltre un milione e 200,000 dollari. 

giovedì 17 gennaio 2019

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C'ERA UNA VOLTA UN PICCOLO NAVIGLIO
( Saps at sea, USA 1940)
DI GORDON DOUGLAS
COMICO
E' l'unico film con STAN LAUREL e OLIVER HARDY diretto da GORDON DOUGLAS: Douglas, negli anni Trenta, aveva diretto diversi episodi delle comiche "SIMPATICHE CANAGLIE". Fu Laurel a volere che il film fosse girato in sequenza. Nel film, il professor O'Brien parla italiano. Molte delle gags furono aggiunte girando, senza che fossero scritte in sceneggiatura. Fu l'ultima volta per molte cose: BEN TURPIN, CHARLEY CHASE e HARRY BERNARD, caratteristi che avevano lavorato più volte con Stanlio e Ollio,  si spensero pochi mesi dopo le riprese, ALFRED FINLAYSON e CHARLIE HALL non girarono più altre pellicole con le due star comiche, fu l'ultimo lungometraggio girato da Laurel & Hardy per HAL ROACH, per l'ultima volta MARVIN HATLEY compose una colonna sonora per un loro lavoro, l'ultimo lungometraggio girato a Hollywood dal celebre cameraman ART LLOYD, con cui Stan Laurel aveva grande intesa: Lloyd ruppe il contratto con Roach, per firmarne uno con una compagnia indipendente, che però non riuscì mai a finanziare un singolo film. Lloyd poi seguì l'esercito americano in Europa per riprese documentarie di azioni di guerra: dopo esser colto da un ictus alla fine degli anni Quaranta, si ritirò dal cinema. Narciso, la capra, è il quarto animale in un film di Stanlio e Ollio ad avere un nome proprio: prima c'erano stati Laughing Gravy, un cane, Ethel, uno scimpanzé, e Dinah, un mulo. Per molti fans di Stanlio e Ollio, l'ultimo film davvero significativo del duo. 

domenica 13 gennaio 2019

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JEAN HARLOW ( Harlean Harlow Carpenter, 03/03/11, Kansas City, Missouri, USA- 07/06/37, Los Angeles, California, USA)
Nata Harlean Carpenter, JEAN HARLOW nacque nel Marzo 1911 a Kansas City, figlia di un noto dentista. A sedici anni, chiesta in moglie da un giovanotto benestante, di sette anni più vecchio, abbandonò la casa paterna, trasferendosi a Los Angeles: la giovane trovò lavoro come comparsa in alcuni film, ottenendo un ruolo piccolissimo in "MORAN OF THE MARINES". Da quel momento in poi, Jean rispose alle chiamate dei casting, tutte le volte che poteva: nel solo 1929, prese parte a undici pellicole. Due anni dopo la "fuga", il matrimonio naufragò, e i due sposi divorziarono. A diciassette anni si fece fotografare nuda nel Los Angeles Griffith Park, dal fotografo professionista Edwin Bosser Hesser. La grande occasione per la ragazza giunse nel 1930, quando entrò nel cast di "GLI ANGELI DELL'INFERNO", film di guerra prodotto e diretto da HOWARD HUGHES, che ottenne un bel successo commerciale. Hughes cedette il contratto firmato dalla bionda attrice alla MGM per 60,000 dollari, e la carriera della Harlow poté decollare. Ne "LA DONNA DI PLATINO" il pubblico si accorse che era esploso un nuovo sex-symbol, e nel 1932, accanto a CLARK GABLE nel film di JOHN FORD, "LO SCHIAFFO" la sua fama trovò consolidamento. Accanto a Gable avrebbe girato sei film in tutto. Fu girando questo lungometraggio che le arrivò sul set la tremenda notizia che il suo secondo marito, il produttore esecutivo PAUL BERN, si era suicidato. Le riprese rischiarono di arenarsi, e lo studio valutò l'ipotesi di rimpiazzarla con TALLULLAH BANKHEAD, se la Harlow non si fosse ripresa dallo shock. Ma l'attrice tenne duro e finì di girare il film, che si rivelò un altro grande successo: seguirono altri hits del botteghino, come "PRANZO ALLE OTTO", in cui lavorò per la prima volta con un'altra star con cui avrebbe condiviso affermazioni forti, come WALLACE BEERY, "ARGENTO VIVO", "SUI MARI DELLA CINA", "GELOSIA" e " SARATOGA". Fu proprio durante le riprese di quest'ultima pellicola, che Jean Harlow venne ricoverata in ospedale per un avvelenamento uremico, e nel giugno del 1937, morì per aggravamento dell'infezione, di edema cerebrale, a soli ventisei anni. Nel 1933 Jean Harlow si era risposata, per la terza volta, con il produttore HAROLD ROSSON: nonostante Rosson sia vissuto fino al 1990, e si fossero divorziati nel 1936, non si è mai risposato. L'attrice conobbe WILLIAM  POWELL nel 1935, e i due ebbero una relazione: si sarebbero probabilmente sposati, se Jean Harlow non avesse incontrato il proprio tragico destino. La Harlow è stata madrina di Millicent Siegel, figlia del famigerato gangster Ben "Bugsy" Siegel. Frequentò per un periodo un altro gangster piuttosto conosciuto, Abner Zwillman, che la aiutò a firmare un contratto con il boss della Columbia HARRY COHN, per due film: Zwillman le regalò anche un braccialetto di gioielli, e una Cadillac rossa. Molto superstiziosa, indossava due portafortuna: una cavigliera sulla caviglia sinistra, che si può notare in alcune pellicole, e uno specchio in camerino, nel quale si contemplava almeno una volta, prima di girare una ripresa. Era una convinta democratica, e nel '37 visitò il presidente Franklin Delano Roosevelt, il giorno del compleanno di questi. E' stata la prima attrice messa in copertina dal periodico "Life", nel Maggio 1937. Per mantenere il fisico sensuale, seguiva una stretta dieta di verdure e insalate. Ammetteva di dormire nuda, e di non portare biancheria intima. lei e HEDY LAMARR furono le principali ispirazioni per BOB KANE nel disegnare Cat Woman. Rifiutò il ruolo principale in "KING KONG", andato poi a FAY WRAY, e quello di "FREAKS", che ebbe invece OLGA BACLANOVA. Per MARILYN MONROE, fu l'idolo e l'ispirazione. E' stata sepolta al Forest Lawn Memorial Park a Grendale, in California: venne vestita con l'abito che aveva ne "LA DONNA DEL GIORNO".
COSI' PARLO' JEAN HARLOW
"Per me, amore ha sempre significato soprattutto amicizia."
"Non ero nata per recitare. Nessuno lo sa meglio di me. Se c'era un talento latente, ho dovuto lavorare duro, ascoltare attentamente, fare le cose fino allo sfinimento per spuntarla."
"C'è un Dio, anche a Hollywood."

mercoledì 9 gennaio 2019

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FAHRENHEIT 9/11 ( Fahrenheit 9/11, USA 2004)
DI MICHAEL MOORE
DOCUMENTARIO
Inizialmente, avrebbe dovuto essere la Icon di MEL GIBSON a finanziare la produzione di "FAHRENHEIT 9/11", l'accordo venne stretto nel 2002, ma la casa improvvisamente ruppe il contratto, ed intervennero la Miramax e Wild Bunch, che permisero la realizzazione del documentario. Moore registrò un'intervista con il contractor statunitense Nick Berg, che successivamente venne rapito ed ucciso in Iraq: d'accordo con la famiglia di Berg, il regista tagliò al montaggio la parte con lui. Come rileva Moore all'interno della pellicola, solo un politico del Congresso aveva un figlio sotto le armi, in zona di guerra: era Tim Johnson, democratico del South Dakota. Dopo la proiezione ufficiale al Festival di Cannes del 2004, il film ottenne la più lunga "standing ovation" mai registrata alla manifestazione: benchè non sia mai stata accertata l'effettiva durata, i giornalisti presenti parlarono di un tempo tra i 15 ed i 25 minuti di applausi. Michael Moore approvò che la pellicola fosse scaricabile da subito su Internet, in quanto era suo desiderio che più persone possibile potessero vederla. RAY BRADBURY, autore di "Fahrenheit 451" contestò pubblicamente Michael Moore per aver parafrasato il titolo del suo romanzo. E' stato il primo documentario a debuttare al numero uno del box-office americano. Fu Michael Moore a volere che "Fahrenheit 9/11" fosse nella categoria per il miglior film, e non per il miglior documentario, alla Academy Awards: aveva già vinto nel 2002 con "BOWLING A COLUMBINE", e riteneva questa sua opera più un film vero e proprio che un documentario. Inoltre, presentandola così, il regista pensava che fosse più spendibile nella sua personale campagna contro la rielezione di George W. Bush, a Novembre 2004: pur avendo un grande successo, e venendo trasmesso appena prima delle elezioni sulla tv americana, non contribuì a non far eleggere di nuovo Bush II. Intervistato a proposito, Moore osservò amaramente che il suo popolo aveva la memoria molto corta, e che aveva tributato al suo lavoro un successo enorme, ma allo stesso modo aveva rinnovato mandato alla Casa Bianca al politico contro cui questo titolo venne concepito. Arabia Saudita e Kuwait bandirono il film dal proprio territorio, per critiche sui loro rapporti con la presidenza USA e per come esercitavano il proprio potere. E' stato il primo documentario a passare i 100 milioni di dollari di incasso, negli Stati Uniti, nonostante l'uscita in meno di 100 sale su scala nazionale. Con un incasso globale di 222 milioni di dollari, è stato il film sulla guerra in Iraq di maggior successo della decade 2000/2010: molti dei lungometraggi con tematiche inerenti al conflitto iraqeno, come "NELLA VALLE DI ELAH", "THE HURT LOCKER" e "GREEN ZONE" avevano in pratica deluso al box-office. Vinse la Palma d'oro a Cannes nel 2004, ed il premio Fipresci. 

martedì 1 gennaio 2019

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NEL NOME DEL PADRE ( In the name of the father, GB/IRE/USA 1993)
DI JIM SHERIDAN
DRAMMATICO/BIOGRAFICO
L'autobiografia di GERRY CONLON, "Proved Innocent", come vittima di un clamoroso errore del sistema giudiziario britannico, accusato erroneamente di far parte di una frangia violenta dell'IRA, uscì a fine anni Ottanta, e suscitò da subito l'interesse del mondo cinematografico. Conlon fece amicizia con JOHNNY DEPP nell'Estate del 1990, e per lui l'attore era indicatissimo a interpretarlo sullo schermo: Depp fu comunque tra gli sponsor del libro presso la gente del cinema. MEL GIBSON e LIAM NEESON furono presi in considerazione per il ruolo di Conlon, poi i diritti per girare un film dal libro furono acquistati da GABRIEL BYRNE, il quale era intenzionato a ricoprire la parte principale, poi preferì essere il produttore esecutivo dell'opera, e scritturare DANIEL DAY-LEWIS come protagonista. A BONO VOX degli U2 venne offerta la parte di Paul Hill, ma il frontman della band irlandese dovette rinunciare per impegni del gruppo, tra la rifinitura del disco "Zooropa", e la preparazione del consecutivo tour. Il personaggio ebbe poi il volto di JOHN LYNCH. Per il ruolo di Gareth Pierce fu pensato dapprima a MADELEINE STOWE, poi fu EMMA THOMPSON ad avere la parte. Day-Lewis si preparò all'interpretazione perdendo un pò meno di una decina di kili, passando notti in una cella facendosi lanciare secchiate d'acqua gelida e offendere da membri della troupe per ricreare tante cose subite dal vero Conlon. Day-Lewis mantenne anche fuori dal set l'accento nord-irlandese usato per il ruolo, fino alla fine delle riprese. Nella realtà, Conlon e suo padre Giuseppe non condivisero mai una cella. Fu l'unica interpretazione di PETE POSTLETHWAITE a raggiungere la nomination all'Oscar. La regia di JIM SHERIDAN fu molto criticata da persone che avevano seguito le vicende di Conlon, per un'eccessiva libertà nel resoconto della sventura del protagonista: le famiglie di Gerry e la Maguire non vennero processate insieme, il personaggio dell'IRA Joe McAndrew è invenzione della sceneggiatura, l'avvocato Gareth Pierce non difese in aula Conlon, anche se indagò veramente su quel che era accaduto, perchè non era una penalista, seppure contribuì fortemente a ripristinare la verità. Inoltre, la Pierce non difese Giuseppe Conlon, perchè morì nel 1980, nove anni prima che il processo si concludesse. Il personaggio dell'ispettore Dixon non esistette nella realtà, ma era la combinazione di più poliziotti che avversarono Conlon. Byrne, pur rimanendo produttore esecutivo della pellicola, esternò il suo disappunto su alcune scelte del regista. Purtroppo, Gerry Conlon non superò mai i traumi vissuti nella sua tremenda esperienza carceraria: ebbe problemi gravi con alcool e droghe, poi si ammalò di nervi, e morì a sessant'anni per un cancro ai polmoni. Anche Carole Richardson ( interpretata sullo schermo da BEATIE EDNEY), incarcerata a soli diciassette anni, è morta a cinquantacinque anni. Costò 13 milioni di dollari, ne incassò 25 negli USA, ed altri 15 nel resto degli altri Paesi, per un totale di 40. Ottenne sette nominations all'Oscar, tra le quali per il film, la regia, l'attore protagonista (Day-Lewis), l'attore non protagonista (Postlethwaite), l'attrice non protagonista (Thompson). Quattro candidature ai Golden Globes, per il film drammatico, l'attore protagonista (Day-Lewis), e l'attrice non protagonista (la Thompson), e la canzone, "(You've made me) The thief of your heart", che Bono co-scrisse appositamente per questo lungometraggio. Due candidature anche ai BAFTA, per Day-Lewis come miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura-adattamento da un'opera già esistente. Vinse l'Orso d'oro a Berlino per il miglior film dell'anno, ed il David di Donatello quale miglior pellicola straniera.