venerdì 31 marzo 2017

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HARVEY ( Harvey, USA 1950)
DI HENRY KOSTER
COMMEDIA/DRAMMATICO
La pièce teatrale "HARVEY" di MARY PLACE debuttò a Broadway nel Novembre del 1944, fu replicata per 1774 volte, e vinse, nel 1945, il Pulitzer quale miglior dramma. La Universal pagò 750,000 dollari per i diritti cinematografici dell'opera. HAROLD LLOYD avrebbe voluto essere il protagonista della versione per il cinema, e PRESTON STURGES aveva espresso vivo interesse per girare il film, ma fu HENRY KOSTER a dirigerlo. A teatro, il protagonista, che è convinto di avere un coniglio più alto di sè come amico immaginario, fu FRANK FAY'S, e quando questi si prese una vacanza, fu JAMES STEWART a sostituirlo sul palco. Quando fu messo in cantiere il progetto di fare un film dalla dramedy, per il ruolo principale di Elwood P. Dowd, furono presi in considerazione BING CROSBY, CARY GRANT, JOE E. BROWN, GARY COOPER, JACK BENNY, JAMES CAGNEY, quando poi venne scelto Stewart, che era una star cinematografica, e aveva già interpretato con successo, a teatro, il personaggio. Fu il film di debutto per FESS PARKER. Come ebbe a dichiarare Stewart, tempo dopo, JOSEPHINE HULL ebbe forse la parte più complessa, dovendo mantenere un comportamento a metà strada tra credere all'esistenza di Harvey, e dubitarne. James Stewart e Henry Koster si trovarono benissimo, nel lavorare insieme: il regista lodò per anni la puntualità, il professionismo e la serietà del divo. Dietro consiglio di James Stewart, Koster realizzò diverse inquadrature più "larghe", per rendere possibile che "Harvey" fosse potenzialmente contenuto nell'immagine. Stewart, nonostante fosse alto oltre un metro e 90, per tutto il film, quando parla con "Harvey" guarda verso l'alto. Si allude all'alcolismo di Dowd, benchè in tutto il film lo si veda bere qualcosa una volta soltanto, anche perchè la censura di allora non avrebbe permesso di mostrare un personaggio del tutto ubriaco. Poco prima dell'uscita della pellicola, un giornale di cinema pubblicò la notizia di una breve apparizione di Francis, il "mulo parlante", nel film: avrebbe dovuto rispondere a Dowd, che camminava per strada, e lui gli avrebbe detto che non parlava con lui, ma con il coniglio Harvey! Mary Chase avrebbe voluto che il film, nel finale, mostrasse in qualche modo Harvey, e alla Universal valutarono come poter realizzare la cosa, se mostrandone l'ombra, o mostrando il taxista comparire, nel finale, voltandosi e rivelando una coda da coniglio; in teatro, una volta ebbero l'idea di mettere un coniglio gigante in scena, nel finale, e il risultato fu disastroso, come rivelò il produttore teatrale BROCK PENDERTHON, dato che un silenzio gelato scese in sala, rovinando la serata. Fu così che i produttori del film scelsero di lasciare il pubblico nel dubbio. In numerose interviste, Stewart ha affermato che il ruolo che più aveva amato interpretare, era quello di Elwood P. Dowd. Il film andò bene al botteghino, ma non abbastanza da ripagare alla prima edizione i costi di produzione, anche per via dell'alto costo dei diritti, che fecero sforare il budget, rendendolo di oltre un milione di dollari. Nel 1970, James Stewart tornò ad interpretare il ruolo di Elwood P. Dowd, in un revival trionfale a Broadway, con HELEN HAYES nel ruolo della sorella di Dowd: due anni dopo fu realizzata una versione per la tv con i due attori. Nei primi anni Duemila i fratelli HARVEY e BOB WEINSTEIN annunciarono un remake del lungometraggio, con JOHN TRAVOLTA che avrebbe interpretato Elwood P. Dowd, ma non se ne fece di nulla.

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