GIULIO CESARE ( Julius Caesar, USA 1953)
DI JOSEPH L. MANKIEWICZ
DRAMMATICO
Il produttore JOHN HOUSEMAN aveva già finanziato una versione teatrale del "GIULIO CESARE" di WILLIAM SHAKESPEARE, nel 1937, con ORSON WELLES, che riscosse gran successo. Ma Houseman e Welles, in seguito, ebbero disaccordi, e quindi non venne neanche preso in considerazione per la versione cinematografica. Il regista prescelto fu JOSEPH L. MANKIEWICZ, il quale si recò a vedere un "Giulio Cesare" a Stratford-On-Avon, e rimase folgorato dalla prova di JOHN GIELGUD nell'interpretare Cassio, e lo volle per interpretare la parte anche nel suo film: Mankiewicz, in verità, era andato a visionare PAUL SCOFIELD per affidargli il ruolo di Marco Antonio, ma quando vide il provino sostenuto da MARLON BRANDO, scelse quest'ultimo. Questo venne reputato molto rischioso, nell'ambiente hollywoodiano, perchè Brando tendeva a strascicare le battute e non pronunciarle scandendole nettamente, come era suo stile: "UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO" era stato un grande successo per l'attore, ma non in pochi avevano sottolineato questo suo modo di recitare come un problema. Brando minacciò di abbandonare il set, perchè riteneva che il regista, che aveva già lavorato con JAMES MASON in "OPERAZIONE CICERO", tendeva a favorire il collega riservandogli le migliori inquadrature, e facendo sentire lui meno importante sulla scena. Con John Gielgud, al contrario, Brando sviluppò un'amicizia, chiedendo spesso al collega più anziano come declamare un verso. Gielgud poi invitò Brando a recitare per una stagione a Londra, sotto la sua direzione, ma nonostante le promesse reciproche, ciò non avvenne. Mankiewicz ha girato due film con Marco Antonio tra i protagonisti, perchè oltre a questo, realizzò anni dopo "CLEOPATRA". John Gielgud, invece, interpretò di nuovo Cassio nel 1970, per "23 PUGNALI PER CESARE". I tempi delle riprese furono piuttosto brevi, solo 35 giorni, anche perchè venne utilizzata parte dei set di "QUO VADIS?", trasportati da Roma a Hollywood e riassemblati; per Houseman, non venne mai presa in considerazione l'idea di girare il film a colori, e Mankiewicz era d'accordo, anche perchè gli piaceva che il suo lungometraggio avesse il taglio dei notiziari dell'epoca. Anche se il film fu realizzato in mono, la colonna sonora era incisa su quattro piste stereofoniche: la versione in laserdisc e DVD è comunque stereo. E' stato l'unico ruolo shakespeariano sostenuto da Brando al cinema. JOHN HUSTON lodò pubblicamente la performance di Marlon Brando, definendola "Una fornace bollente in una stanza oscura". SPENCER TRACY, invece, affermò che la miglior prova del film era quella di
EDMOND O' BRIEN nel ruolo di Casca. La prova di Marlon Brando portò la terza nomination consecutiva per l'attore, dopo "Un tram che si chiama desiderio", e "VIVA ZAPATA!".: l'anno seguente, con la quarta candidatura di seguito, per "FRONTE DEL PORTO", Brando riuscì a vincere l'Oscar. Le candidature in tutto furono cinque, tra le quali miglior film, e il lungometraggio ne vinse uno, per la miglior direzione artistica in bianco e nero. Vinse inoltre due BAFTA per le prove di John Gielgud e di Marlon Brando. Costato oltre 2 milioni di dollari, incassò 3 milioni e 900,000 dollari a livello mondiale.
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