mercoledì 15 febbraio 2017

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NON E' UN PAESE PER VECCHI 
( No country for old men, USA 2007)
DI JOEL E ETHAN COEN
NOIR
Curiosamente, per essere un film tratto da un romanzo di successo, "NON E' UN PAESE PER VECCHI", molto di quel che accade è ripreso, parola per parola, dal libro: invece, riguardo ad altri lavori di JOEL e ETHAN COEN, i dialoghi, in alcuni passaggi, sono alleggeriti, anomalia, perchè solitamente, i personaggi dei loro lungometraggi sono molto loquaci. Fu SCOTT RUDIN a porre il romanzo all'attenzione dei cineasti. Il titolo è preso dal poema di WILLIAM BUTLER YEATS "Sailing to Bizantyum", e costituisce la prima riga dell'opera: "Questo non è un paese per vecchi", e si riferisce alla presa di coscienza dello sceriffo, che fa le sue considerazioni su quel che sarà la sua vita, a confronto con un mondo divenuto più spietato, dopo aver terminato il servizio ed essere andato in pensione. L'azione si svolge nel 1980. Contrariamente al loro abituale processo di costruzione di un film, i Coen non scrissero il film con in mente gli attori che avrebbero scelto: infine, solo STEPHEN ROOT, del cast, è l'unico attore con cui avevano già lavorato. Quando contattarono JAVIER BARDEM per il ruolo del killer Anton Chigurh, i Coen si sentirono rispondere dalla star spagnola  "Non so guidare, parlo un pessimo inglese, e odio la violenza!": la risposta fu che proprio per quello, era l'interprete più adatto del personaggio, e l'attore acconsentì a firmare il contratto, per la possibilità di lavorare con loro. Per lo strano look del sicario, i Coen presero a modello la foto della bizzarra acconciatura del tenutario di un bordello scattata nel 1979: quando Bardem si vide con il nuovo taglio allo specchio, scherzosamente disse che non avrebbe appoggiato la testa sul cuscino per due mesi. L'aspetto di Chigurh era così ancor più spaventoso di come avessero sperato di ottenere i Coen. Anche MARK STRONG, dopo due provini, fu molto vicino ad ottenere il ruolo. Quando girò il provino  per il ruolo di Moss, JOSH BROLIN era sul set di "GRINDHOUSE:PLANET TERROR". Chiese a ROBERT RODRIGUEZ di poter usare una macchina da presa : infine, fu diretto da QUENTIN TARANTINO, con MARLEY SHELTON a fare Carla Jean : i Coen amarono il provino inviato, soprattutto per la qualità della luce, e dettero il via libera per ingaggiare Brolin. Benchè sui manifesti e nei titoli, il suo nome sia messo avanti a tutti, TOMMY LEE JONES è presente sullo schermo meno dei suoi colleghi Bardem e Brolin: fu comunque il primo del cast ad essere scritturato. TESS HARPER indossa, nel film, gli stessi stivali che aveva in "TENDER MERCIES-Un tenero ringraziamento": affermò che li aveva messi perchè, secondo lei, Loretta poteva essere una versione invecchiata di Rosa Lee. GARRETT DILLAHUNT fece cinque provini per avere il ruolo di Moss, ma poi ottenne, invece, la parte di Wendell. I tre personaggi principali non sono mai insieme sullo schermo in tutto il film. Carla Jean è l'unico personaggio che interloquisce con tutti e tre. Josh Brolin si ruppe una spalla in un incidente in moto, due giorni dopo aver ottenuto la parte di Moss : per non perdere l'opportunità di lavorare con i Coen, volle comunque girare il film, e per ovviare al problema dell'attore, i due registi e sceneggiatori cambiarono lo script, facendo sì che al personaggio di Brolin venisse sparato alla spalla, nella prima parte della storia. L'arma di Chigurh, una bombola d'aria compressa che spara proiettili, non esisteva, semplicemente: venne fatta costruire appositamente per il film. Però, dal 2014, hanno cominciato ad essere prodotte, con un suono che ricorda quello dell'oggetto nel film. Venne "doppiato", all'epoca, con il suono di una pistola sparachiodi. Llewellyn, invece, usa un fucile modello Winchester 1897, uno dei primi fucili a pompa commercializzati. L'unica arma utilizzata, invece, dallo sceriffo Bell, è una semiautomatica Colt M1911A1. Nel film vengono ammazzate 22 persone. Anton Chigurh uccide, o prova a uccidere, ogni personaggio con cui si interfaccia nella storia: risparmia soltanto il proprietario della stazione di metano, la donna che lavora nell'ufficio del parcheggio dei caravan, la donna alla reception del motel, e i due bambini nel finale. Non è chiaro se uccida anche Carla Jean, ma è probabile che lo abbia fatto, perchè quando esce dalla stanza, si controlla le suole delle scarpe, per controllare se ci sia sangue sopra. Mentre si girava  a Marfa, in Texas, poco distante veniva girato anche "IL PETROLIERE": un giorno, in cui veniva realizzata una sequenza in una zona desertica, i Coen dovettero fermare le riprese per via di una colossale nuvola di fumo, proveniente dal set dell'altro lungometraggio. PAUL THOMAS ANDERSON, infatti, stava provando gli effetti speciali di un pozzo di petrolio che andava in fiamme, e fino ad un giorno e mezzo dopo, non fu possibile riprendere la lavorazione, per i fratelli Coen. Nella scena in cui Llewellyn mette piede in Messico, diventa il primo personaggio dei film dei Coen a uscire dagli USA: ogni loro lungometraggio, infatti, è ambientato esclusivamente negli Stati Uniti, se si eccettua la partecipazione, nel 2006, a "PARIS, JE T'AIME". Il montaggio è a cura di Roderick Jaynes, uno pseudonimo dei fratelli Coen, i quali hanno sempre co-scritto, co-montato e co-diretto tutti i loro film. La colonna sonora di CARTER BURWELL consiste in soli 16 minuti di musica. La valigetta in cui c'è il denaro è la stessa utilizzata in "FARGO". Un'imprevista spesa per i trucchi fu l'acquisto di costoso sangue finto a 800 dollari al gallone; molto occorreva per la scena in cui Llewellyn arriva sul luogo della sparatoria che ha fatto diversi morti, e fa da catalizzatrice all'azione principale: Joel Coen decise poi che avrebbero adoperato dell'ordinario sangue finto, molto meno costoso. La pellicola è stata girata principalmente in New Mexico, ma Tommy Lee Jones convinse i due registi a fare qualche scena anche nel Texas occidentale. Ad oggi, il film più lungo dei Coen, con una durata di 122 minuti, unica pellicola del duo a sforare le due ore di proiezione. E' stato il secondo film nella storia degli Oscar, a vincere un premio per la regia condiviso da due directors: era già successo nel 1962, a ROBERT WISE e JEROME K. ROBBINS per "WEST SIDE STORY". Ed il secondo film ad essere scritto, diretto, montato e prodotto dalla stessa persona: era accaduto anche per "TITANIC". Javier Bardem è stato il primo attore spagnolo a vincere un Oscar per la miglior interpretazione: era stato anche il primo spagnolo ad ottenere una nomination, nel 2000, per "PRIMA CHE SIA NOTTE". Le riprese durarono dal Maggio all'Agosto del 2006. Costato 25 milioni di dollari, ne ha incassati 74 negli States, mentre nel resto del mondo gli introiti sono stati di 97 milioni, facendo arrivare l'incasso totale a 171. Candidato a otto premi Oscar, ne vinse quattro: per il film, la regia, l'attore non protagonista (Bardem), e la sceneggiatura non originale. Quattro, invece, le nominations ai Golden Globes: sfumati i premi quale miglior film drammatico, e miglior regia, vinse tuttavia quelli per la migliore sceneggiatura, e per miglior attore non protagonista ( Bardem, ancora). Ai BAFTA, su nove candidature, vinse tre premi, per la miglior regia, miglior fotografia, e miglior attore non protagonista ( Bardem, di nuovo!). Vinse anche il David di Donatello quale miglior film straniero, ed una messe di premi vari sparsi per il mondo. 

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