HARVEY KEITEL ( 13/05/39, Brooklyn, NY, USA-....)
Nato a Brooklyn nel 1939, HARVEY KEITEL, dopo aver prestato servizio nei Marines, nel 1958, venendo anche inviato in missione in Libano, sviluppò fin da giovanissimo una forte passione per la recitazione, che lo portò a studiare presso l'HB Studio, a Greenwich Village, sotto la prestigiosa conduzione di STELLA ADLER, FRANK CORSARO e LEE STRASBERG. In breve cominciò ad ottenere ruoli in produzioni off-Broadway, per affinare la tecnica e farsi conoscere: dopo aver fatto il commesso in un negozio di scarpe da donna, per dieci anni si guadagnò da vivere lavorando come stenografo in tribunale, recitando per passione. Venne contattato da un giovane regista, MARTIN SCORSESE, il quale gli fece fare un provino per il personaggio di "J.R.", per il suo film "CHI STA BUSSANDO ALLA MIA PORTA?". Colpito dal talento dell'attore, Scorsese provò a coinvolgerlo in diversi nuovi progetti, molti dei quali non arrivarono mai a diventare lungometraggi veri e propri. Per il film che lanciò definitivamente la carriera del regista, Scorsese volle proprio Keitel come protagonista, in "MEAN STREETS-Domenica in chiesa, lunedì all'inferno", nel 1973, affiancandogli un'altra futura star come ROBERT DE NIRO. L'anno seguente, Harvey Keitel lavorò di nuovo con Scorsese, nel ruolo più negativo di "ALICE NON ABITA PIU' QUI", evidenziando la propria disponibilità ad accettare di interpretare personaggi contorti, ricchi di ombre e spesso non ben intenzionati. Nel frattempo, l'attore prese parte a episodi di serie tv collaudate, come "GLI EROI DI HOGAN", "KOJAK", "HAPPY DAYS". Nel 1976, ancora Scorsese lo volle nel ruolo secondario, ma importante, del magnaccia Sport, che cade sotto la furia del tassista Travis Bickle in "TAXI DRIVER": il nome di Keitel cominciò a prendere peso a Hollywood, ed infatti sia RIDLEY SCOTT che PAUL SCHRADER lo vollero come protagonista, rispettivamente, per "I DUELLANTI" e "BLUE COLLAR". Di seguito, registi come STANLEY DONEN, BERTRAND TAVERNIER, ETTORE SCOLA, NICOLAS ROEG vollero Keitel per ruoli da comprimario di lusso, in "SATURN 3", "LA MORTE IN DIRETTA", "IL MONDO NUOVO", "IL LENZUOLO VIOLA". Con i registi italiani, Harvey Keitel ha sempre avuto un buon rapporto: ha lavorato con ROBERTO FAENZA, LINA WERTMULLER, DAMIANO DAMIANI, DARIO ARGENTO, GIOVANNI VERONESI. Di carattere forte, ha avuto il coraggio di abbandonare due set "storici", come quello di "APOCALYPSE NOW" e "EYES WIDE SHUT", arrivando a discussioni definitive con i registi FRANCIS FORD COPPOLA e STANLEY KUBRICK. Venne sostituito, rispettivamente, da MARTIN SHEEN e SIDNEY POLLACK. Spesso si è dimostrato entusiasta per poter lavorare con registi esordienti, o quasi, come QUENTIN TARANTINO, per il quale la star ebbe peso nel far produrre il film di debutto, "LE IENE", JAMES TOBACK, oltre che i già citati Ridley Scott e Paul Schrader. Keitel, oltre ad accettare parti spigolose, ha più di una volta interpretato ruoli tendenzialmente scabrosi, apparendo completamente nudo in scena, come in "LEZIONI DI PIANO", e ne "IL CATTIVO TENENTE". E' presente in "GET SHORTY", e nel suo sequel, "BE COOL", ma interpretando personaggi differenti. Oltre a recitare in sei film che hanno avuto la nomination per la miglior pellicola dell'anno, Harvey Keitel ha fatto parte del cast di tre lungometraggi vincitori della Palma d'Oro a Cannes: "Taxi Driver", "Lezioni di piano" e "Pulp fiction". Ha avuto una lunga relazione con la collega LORRAINE BRACCO, dalla quale ha avuto una figlia, STELLA KEITEL. Ebbe un altro figlio da una relazione con Lisa Karmazin. Si è sposato nel 2001, con l'attrice e sceneggiatrice DAPHNA KASTNER, e anche da lei ha avuto un figlio: la conobbe al festival di Toronto e si sposarono, in segreto, tre settimane dopo, a Gerusalemme. Ha una personale casa di produzione, la Goatsingers, con la socia PEGGY GORMLEY. Così come il vecchio amico Robert De Niro, Harvey Keitel è spesso poco disponibile alle interviste, mostrandosi a disagio e evidentemente poco felice di rilasciarle. Vive a New York, ma ha casa anche in California.
COSI' PARLO' HARVEY KEITEL:
"L'esistenza è una lotta."
"La paura è una sensazione che devo cavalcare, altrimenti annegherei nella paura di me stesso."
"I miei personaggi non sono selvaggi: sono problematici. Non vedo questi tipi come dei cattivi, in assoluto. Non è una difficoltà per me mantenerli umani."
"Sto imparando a godermi la vita, perchè sto imparando a convivere con malinconia e solitudine. Sto imparando a non sfuggire a queste cose, verso degli alibi. Non pretendo di capire perchè, ma vivere è allo stesso tempo difficile, e bello: senza difficoltà, non ci sarebbe bellezza."
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