venerdì 29 dicembre 2017

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BEVERLY HILLS COP II- Un piedipiatti a Beverly Hills II ( Beverly Hills Cop II, USA 1987)
DI TONY SCOTT
AZIONE/COMMEDIA
Dopo il clamoroso successo arriso a "BEVERLY HILLS COP", progetto rimandato più volte finchè non si pensò di tramutarlo da thriller d'azione a un misto di commedia e action, la Paramount intendeva farne una serie tv, ma EDDIE MURPHY fece sapere che non intendeva riprendere il personaggio di Axel Foley se doveva interpretarlo per la televisione: fu così che allora si pensò a dare un seguito al cinema alle avventure del poliziotto di Detroit che nel quartiere-bene di Los Angeles crea scompiglio. Uno degli abbozzi per la sceneggiatura di questo sequel era la ricomposizione del trio Foley/Taggart/Rosewood ad indagare su un caso che li avrebbe portati poi fino a Scotland Yard. In un'altra delle prime versioni dello script, Foley si infiltrava in un'organizzazione di vigilantes in affitto, che serviva da paravento ad un uomo d'affari, in realtà un malavitoso. Alla regia venne chiamato TONY SCOTT, dopo il grande successo di "TOP GUN". Nella visione del regista inglese, questo sequel avrebbe dovuto risultare una miscela del primo film e "48 ORE". Fu offerto a BRONSON PINCHOT di tornare ad interpretare Serge, il curatore della galleria d'arte, ma l'attore era impegnato nella sitcom "BALKI E LARRY- DUE PERFETTI AMERICANI". Il personaggio sarebbe tornato nel terzo capitolo. Nel film compare per la prima volta sullo schermo CHRIS ROCK, nella scena alla Playboy Mansion: è la prima pellicola in assoluto ad esser girata nell'iconico luogo. Tony Scott avrebbe voluto HANS ZIMMER come autore della colonna sonora, allora praticamente sconosciuto a Hollywood: infatti, la Paramount fece pressione perchè voleva un nome più celebre, e così tornò HAROLD FALTERMEYER. Nella scena nell'appartamento di Billy, quando questi e Axel si mettono a cantare il tema de "Il gioco delle coppie", fu un'improvvisazione di Eddie Murphy e JUDGE REINHOLDS. Durante la lavorazione Tony Scott e BRIGITTE NIELSEN ebbero una relazione. Il nome del cattivo, Maxwell Dent, è una combinazione di due pseudonimi di autori di fumetti degli anni Trenta: infatti il riferimento è a MAXWELL GRANT (Walter Gibson), autore di "The Shadow" e LESTER DENT (Kenneth Robeson) autore di "Doc Savage". E' l'unico film della trilogia in cui Axel Foley non viene colpito durante la sparatoria finale. Con un'ora e 42 minuti di durata, è il più breve dei tre episodi della serie. Costò 28 milioni di dollari, e in USA incassò 153 milioni, che, sommati ai 146 incassati nel resto del mondo, giunse a 300 milioni totali. Da anni si parla di un quarto episodio, che però viene puntualmente rimandato.

giovedì 28 dicembre 2017

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TELEFON ( Telefon, USA 1977)
DI DON SIEGEL
THRILLER
"TELEFON" è l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di WALTER WAGER, pubblicato nel 1975: "telefon" è come si dice "telefono" in russo. Il film avrebbe dovuto essere diretto da PETER HYAMS, che ne co-scrisse la sceneggiatura: dopo alcuni dissidi con i produttori, Hyams lasciò il film e venne rimpiazzato da DON SIEGEL. Siegel diresse il film, anche se in un'intervista successiva dichiarò che aveva trovato la sceneggiatura "impossibile da credere, quasi surreale". Per il ruolo principale, del maggiore sovietico Borzov, venne ingaggiato CHARLES BRONSON, cinquantacinquenne all'epoca delle riprese, che ricevette 1 milione e mezzo di dollari come compenso. Il regista disse alla star che avrebbe voluto che si radesse i baffi per la parte, ma Bronson gli rispose categoricamente "No ai baffi, no a Bronson", minacciando di lasciare la lavorazione. Secondo Siegel, facendo apparire Bronson baffuto nelle scene ambientate in URSS e senza baffi nel resto del film, si sarebbe sottolineato maggiormente il disagio del personaggio in un paese straniero, e per di più "nemico", ma l'attore fu irremovibile. Così come quando, nella scena dell'aeroporto, la sceneggiatura prevedeva che Bronson e LEE REMICK si baciassero, ma il divo si oppose nettamente, asserendo che lui e sua moglie non si baciavano mai in un aeroporto quando si incontravano, per salutarsi. Quando Don Siegel insistette con la Remick affinchè lei prendesse l'iniziativa e baciasse Bronson " a tradimento", l'attrice replicò che il suo collega era talmente coriaceo, che lo riteneva capace di prenderla a schiaffi se l'avrebbe fatto! Comunque, la scena all'aeroporto soddisfece il regista per come venne. Quando Borzov incontra i funzionari dell'Immigrazione al confine canadese, alla domanda degli agenti circa il suo luogo di provenienza, risponde "Pennsylvania", il vero luogo di origine di Bronson. Il nome del poema di ROBERT FROST da cui vengono estrapolati i versi che attivano gli assassini programmati dal KGB è "Fermarsi in un bosco in un pomeriggio di neve", ed è tra i più celebri dell'autore: scritto nel 1923, e i versi dicono "Il bosco è dolce, buio e profondo. Ma ho da mantenere delle promesse, e miglia da percorrere prima di dormire, e miglia da percorrere prima di dormire.". Mentre giravano a Helsinki, un giovanissimo RENNY HARLIN assistette alla realizzazione di alcune scene, e disse agli amici che aveva deciso che il suo futuro sarebbe stato nel cinema, come raccontò in un'intervista. I media finlandesi si occuparono a lungo della lavorazione della pellicola, forse per la rarità delle occasioni per cui una grossa produzione cinematografica fosse girata in loco. Gli interni dell'hotel erano i soliti poi usati da MEL BROOKS in "ALTA TENSIONE". Il film fu stroncato dall'agenzia di stampa "Izvestia" per come trattava il tema della "Guerra fredda". Costò 7 milioni di dollari, e oggi è considerato uno dei lavori più interessanti dell'opera di Don Siegel.

domenica 24 dicembre 2017

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LA BISBETICA DOMATA (The taming of the Shrew, I/USA)
DI FRANCO ZEFFIRELLI
COMMEDIA
FRANCO ZEFFIRELLI concepì l'idea di girare un adattamento cinematografico della commedia di WILLIAM SHAKESPEARE "LA BISBETICA DOMATA" pensando a SOPHIA LOREN e MARCELLO MASTROIANNI come protagonisti: quando si realizzò che la 20th Century Fox avrebbe prodotto il film, con star internazionali, il regista italiano fece i nomi di ELIZABETH TAYLOR e RICHARD BURTON, ma, dopo il colossale flop di "CLEOPATRA", che andò molto vicino a mandare in bancarotta lo studio, alla Fox i produttori esecutivi dissero a Zeffirelli che non avrebbero mai corso il rischio di scegliere le due star come protagonisti. Fu la tenacia dell'italiano che alla lunga, convinse i dirigenti della casa di produzione, sostenendo che avevano un potenziale clamoroso in due ruoli così. Infatti, diversamente al film sulla regina egizia, questo fu un grosso successo al box-office internazionale. Per i due divi era il quinto titolo girato insieme. La precedente versione cinematografica de "La bisbetica domata", realizzata nel 1929, vedeva in scena un'altra vera coppia, MARY PICKFORD e DOUGLAS FAIRBANKS: questi erano però in piena fase declinante della loro unione, mentre Taylor e Burton, all'epoca delle riprese, erano sposi felici (poi, come sappiamo, divorziarono, si risposarono, ridivorziarono...). Fu la prima volta che Elizabeth Taylor interpretava un testo shakespeariano e, inizialmente, si sentiva a disagio recitando le battute nell'inglese aulico utilizzato dal Bardo; tuttavia, con determinazione e capacità, acquistò sicurezza via via che le riprese progredivano. L'abito indossato da Liz Taylor nel monologo finale di Kate fu ispirato dal dipinto di Lorenzo Lotto, "Lucretia". Benchè la commedia sia stata rappresentata per la prima volta nel 1593, non venne pubblicata fino al 1623, quindi postuma all'autore. Sia IAN OGILVY che MICHAEL YORK erano in lizza per il ruolo di Lucentio, e poi la parte andò a York. Costato 4 milioni di dollari, ne incassò 8 negli USA e altri 4 nel resto del mondo, giungendo a 12 milioni di dollari. Ebbe due nominations agli Oscar, per la miglior direzione artistica ed i migliori costumi. Ai Golden Globes ebbe due candidature, per il miglior film nel settore commedia, e per il miglior attore (Burton). Ai BAFTA furono candidati sia Burton che la Taylor come migliori interpreti dell'anno. 

venerdì 22 dicembre 2017

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IL PRIGIONIERO DI ZENDA ( The prisoner of Zenda, USA 1952)
DI RICHARD THORPE
AVVENTURA
Nel 1922 e nel 1937 erano già uscite due versioni de "IL PRIGIONIERO DI ZENDA", dal romanzo di ANTHONY HOPE: questa terza riprende alla lettera la sceneggiatura utilizzata per la seconda, che aveva per protagonista ROLAND COLMAN. Seppure molte scene e inquadrature siano simili, ci sono comunque diverse differenze tra i due adattamenti. Anche la colonna sonora è un riarrangiamento di quella del 1937, composta da ALFRED NEWMAN. LEWIS STONE, che qui interpreta il cardinale, nella versione del 1922 dava volto a Rudolf Rassendyll e re Rudolf V, qui interpretati da STEWART GRANGER. Invece, nelle fasi di preproduzione, sembrava che questo lungometraggio fosse un veicolo per RICHARD GREENE, che aveva recitato a teatro in una versione di successo. L'azione si svolge nel Giugno 1897. Il Treno Reale di Ruritania, che si vede in poche scene, è un treno di una linea vicina Salisburgo, in Austria, chiusa poi nel 1957. Costato 1 milione e 700,000 dollari, incassò negli States circa 2 milioni e 100,000 dollari, mentre nel resto del mondo gli introiti furono di 3 milioni e 450,000 dollari, per un totale di 5 milioni e 650,000 dollari. Nel 1979 ne fu realizzata una nuova versione, semiparodistica, con PETER SELLERS

giovedì 21 dicembre 2017

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FOLLIE D'INVERNO ( Swing time, USA 1936)
DI GEORGE STEVENS
MUSICALE/COMMEDIA
"FOLLIE D'INVERNO" era il film preferito da GINGER ROGERS tra quelli interpretati al fianco di FRED ASTAIRE:  era il sesto di dieci collaborazioni tra le due star, ed il preferito dalla Rogers tra quelli girati con il collega di origine austriaca. L'apice della sequenza in cui viene cantata "Never gonna dance" richiese 47 ciak, al punto da far sanguinare un piede a Ginger Rogers. Questo era dovuto anche alla meticolosità da perfezionista del regista GEORGE STEVENS, che ripeteva spesso le scene, anche quelle di raccordo. Il padre del regista, LANDER STEVENS, compare nel ruolo del giudice Watson. Il film avrebbe dovuto iniziare con un numero musicale, "It's not in the cards", poi tagliato per la durata della pellicola, che rischiava di diventare eccessiva, e perchè il numero non aveva soddisfatto nè il regista, nè i produttori. Nella scena in cui si lava i capelli, benchè avessero provato con vari tipi di shampoo, saponi e pure chiare d'uovo, la schiuma colava via troppo veloce dalla chioma bionda della Rogers: riuscirono a realizzare la sequenza con della crema per dolci. La sequenza di danza al suono di "Bojangles of Harlem" venne creata dal coreografo HERMES PAN e da Fred Astaire, notando che con tre differenti lampade, si creava un gioco di ombre che moltiplicava quella dell'attore mentre ballava. Questa sequenza era ispirata al musical della RKO "HOORAY FOR LOVE". Astaire insisteva sempre che le sequenze di ballo dovevano essere fluide, senza stacchi di montaggio, inquadrando i ballerini dalla testa ai piedi: eppure, in almeno una di queste scene, è evidente che ciò non venga effettuato, ed è nella scena in cui lui e Ginger Rogers sono davanti alle rispettive scale. Costò quasi 900,000 dollari. Ebbe due candidature all'Oscar, per la miglior direzione di sequenze danzanti, e per la miglior canzone originale, "The way you look tonight", vincendo la statuetta per questa categoria.

domenica 17 dicembre 2017

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TONY CURTIS (Bernard Herschel Schwartz, New York, USA 03/06/25- Henderson, Nevada, USA, 29/09/2010)
Da una coppia di immigrati ebrei ungheresi, nacquero tre figli di cui il più grande era TONY CURTIS, nato appunto Bernard Herschel Schwartz: cresciuto in povertà, il piccolo futuro divo del cinema imparò presto che avrebbe dovuto basarsi molto su se stesso per spuntarla. Solo il padre lavorava, in famiglia, e il denaro era poco: i genitori, viste le condizioni in cui la famiglia versava, affidò i due ragazzi più grandi ad un orfanatrofio, convinti che lo Stato americano avrebbe potuto crescerli meglio. Settimane dopo, probabilmente pentitisi della loro scelta, i genitori andarono a reclamare indietro i due ragazzini ( era il 1935), ma questo creò una frattura tra il piccolo Bernard e la sua famiglia, benchè fosse legatissimo al fratellino Julius. E proprio una tragedia che colpì il fratello, segnò il ragazzo: un camion investì e uccise Julius. Nel 1942, Bernard si arruolò in marina per guadagnare bene, e sfuggire ai tanti problemi familiari, servendo per due anni sul sommergibile USS Proteus: con il congedo, nel 1945, potè iscriversi gratuitamente ad una scuola di recitazione, e, conseguentemente, sostenere un provino per la New York Dramatic Workshop, venendo scritturato. Dopo essere apparso in ruoli secondari in rappresentazioni teatrali, conobbe JOYCE SELZNICK, nipote del famosissimo produttore DAVID O. SELZNICK, che era un'agente teatrale.  Presentato al tycoon, che gli suggerì di cambiare nome, e fu scelto "Tony Curtis", preso dal romanzo ""Avorio nero". Con questo nuovo appellativo, iniziò ad apparire in piccole parti in  produzioni a basso costo, e il primo ruolo di un certo peso, in un film di discreta importanza, sebbene brevissimo, fu in "DOPPIO GIOCO", nel 1949, in cui faceva ingelosire BURT LANCASTER ballando con YVONNE DE CARLO. Nello stesso anno impersonò uno dei membri di una gang in "MALERBA". L'anno seguente colpì' la sua performance in "SIERRA", e, finalmente, in "WINCHESTER '73" ebbe l'occasione per imporre la propria presenza, anche se in una parte relativamente piccola, comparendo accanto ad una star importante come JAMES STEWART. Negli anni seguenti, la carriera di Curtis crebbe, via via cercando soggetti di pellicole spesso impegnate, non solo destinate a ottimi incassi. Tra i primi grandi successi personali, gli avventurosi "IL MAGO HOUDINI", "IL FIGLIO DI ALì BABA'", "LO SCUDO DEI FALWORTH", "I VICHINGHI", e i drammi "TRAPEZIO", "PIOMBO ROVENTE". Infranse, ad esempio, un tabù hollywoodiano dividendo i nomi in vista sui manifesti e sui titoli con un attore afroamericano, SIDNEY POITIER, per "LA PARETE DI FANGO".  L'attore dichiarò in alcune interviste che la madre era stata spesso violenta, e il padre passivo e incapace di difenderlo. ELVIS PRESLEY copiò la sua acconciatura dopo averlo visto sullo schermo. Ha sempre avuto poca simpatia per aerei e voli di ogni tipo. E' stato un attivissimo promotore di campagne anti-fumo, e i colleghi MICHAEL CAINE e ROGER MOORE hanno rivelato che ha avuto una funzione molto importante nella loro decisione di abbandonare le sigarette, anche se non hanno mai smesso di fumare i sigari. Ha sviluppato una passione per dipingere quadri giudicati di buon livello, spesso venduti per cifre non indifferenti, e alcuni dei quali sono esposti permanentemente al museo di arte moderna a New York . Ammise che, forse, aveva avuto una sorta di dipendenza dal sesso, e che aveva avuto una relazione con una non ancor celebre MARILYN MONROE, poi reincontrata sul set di "A QUALCUNO PIACE CALDO". Con Roger Moore interpretò una serie molto apprezzata ma che ebbe relativo successo come "THE PERSUADERS-ATTENTI A QUEI DUE", divenuta poi di culto. Accettò di buon grado di essere messo in secondo piano sui manifesti e nei titoli di "SPARTACUS", rispetto a KIRK DOUGLAS, con cui aveva un buon rapporto. Avrebbe voluto il ruolo di Paul Varjack in "COLAZIONE DA TIFFANY", ma BLAKE EDWARDS, pur apprezzandolo e prendendolo in considerazione, fece scritturare per la parte GEORGE PEPPARD.  Appare nella copertina di "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" dei BEATLES. Il suo film preferito era "GUNGA DIN" e la sua star preferita CARY GRANT, con cui lavorò in "OPERAZIONE SOTTOVESTE". Quando CHARLTON HESTON non accettò di prendere parte a "LA GRANDE CORSA", preferendo girare "IL TORMENTO E L'ESTASI", Curtis fu abile ad accapparrarsi il ruolo. Per interpretare il killer Albert De Salvo ne "LO STRANGOLATORE DI BOSTON", studiò accuratamente l'accento di Boston, che gli risultava piuttosto ostico da adottare. Amava suonare il flauto per rilassarsi e per piacere personale. Negli anni 80 andò in un centro riabilitazione per dipendenza dalla cocaina. E' stato sposato sei volte, di cui la prima con JANET LEIGH, e ha avuto in tutto sei figli, più due adottati, tra i quali le attrici JAMIE LEE CURTIS e KELLY CURTIS: uno dei figli, Nicholas, è morto per overdose nel 1994. Per sua stessa ammissione, non ha avuto un rapporto forte con i figli, al punto da lasciar loro quasi niente del proprio patrimonio, destinando quasi per intero l'eredità alla sesta moglie, Jill Vanderberg Curtis, di 42 anni più giovane. Fu amico per tutta la vita di JULIE ADAMS e PIPER LAURIE. Nonostante sia sempre stato un liberal, e abbia sostenuto pubblicamente candidati democratici alla presidenza come Lyndon Johnson e Jimmy Carter, assieme a ERNEST BORGNINE dichiarò che non avrebbe mai guardato "I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN". Rischiò di morire di polmonite nel Natale 2006. Si spense nel 2010 per un arresto cardiopolmonare. 
COSI' PARLO' TONY CURTIS:
"Qui, in America, devi morire prima che qualcuno dica qualcosa di carino di te."
"Dipingere è la cosa più significativa che io abbia mai fatto."
"Baciare Marilyn era come baciare Hitler. Smise di essere divertente, era andata fuori registro. Fu tremendo, era come se mi soffocasse."
"Girare "A qualcuno..." fu perfetto: grandi dialoghi, recitazione vivace. BILLY WILDER fu brillante, e io e JACK LEMMON ci siamo divertiti insieme: anche se venivamo da ambienti diversi, lui educato a Harvard, colto e urbano. Ci compensavamo benissimo."

mercoledì 13 dicembre 2017

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SCAPPA- Get out ( Get out, USA 2016)
DI JORDAN PEELE
HORROR
JORDAN PEELE ha trovato ispirazione per scrivere "SCAPPA-Get out" dopo aver visto lo speciale di EDDIE MURPHY, "DELIRIOUS" del 1983: nel monologo Murphy cita diversi horror, tra cui "POLTERGEIST" e "AMITYVILLE HORROR", e Peele rimase colpito dall'osservazione secondo cui i bianchi non riescono a scappare nemmeno quando, ad esempio, è accertato che ci sia uno spettro intorno a loro. Anche "LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI", per via del suo protagonista afroamericano, "ROSEMARY'S BABY", per via del vicinato malefico, e  "LA FABBRICA DELLE MOGLI", per l'ambiente che cela qualcosa di malato e mortale, hanno suggerito alcune scelte al regista, già attore e qui esordiente dietro la macchina da presa: la sceneggiatura venne scritta sotto la prima amministrazione Obama, quando si pensava che l'elezione di un presidente non bianco avesse dato un colpo decisivo al razzismo americano. DANIEL KALUUYA sostenne un provino per un ruolo secondario, ma il regista rimase colpito dal fatto che, ripetendo cinque volte una scena in cui il personaggio doveva piangere, il giovane aveva cominciato a lacrimare sempre nello stesso esatto punto, e gli affidò così il ruolo principale, per cui inizialmente Peele aveva pensato a Eddie Murphy, scartando poi l'idea perchè Murphy era troppo in avanti con gli anni per essere credibile. ALISON WILLIAMS, invece, fu ingaggiata perchè al regista ricordava "quel tipo di ragazza che a scuola ti ha sempre stregato, e la ricordi negli anni seguenti". La scelta di girare in Alabama fu un'idea dell'ultimo minuto, suscitata dalla necessità di tenere bassi i costi di lavorazione: Los Angeles sarebbe costata molto di più. La canzone che c'è a inizio film, quando Chris si prepara al weekend a casa dei genitori della propria ragazza è "Redbone" di DONALD GLOVER, e la colonna sonora è interamente composta da MICHAEL ABELS, all'esordio come autore di colonne sonore. Peele aveva sentito un suo lavoro su Youtube e lo aveva scelto. La sequenza in cui Chris e Rose investono il cervo, mostra la differenza tra i due: il ragazzo è visibilmente sotto shock, e agitato per la disperazione di aver colpito l'animale, mentre la giovane non mostra alcuna compassione.Nella scena in cui Georgina è alla finestra, sta probabilmente riassettandosi per coprire i tagli delle operazioni: è per questo che Walter e Andrè non sono mai in scena senza cappello. Nel film muoiono sette persone. Questo lungometraggio è stato girato in 28 giorni. Peele aveva scritto un finale alternativo, in cui Chris viene arrestato per aver ucciso Rose e la sua famiglia: ma per istinto, scelse una conclusione non paradossalmente negativa, perchè riteneva che il pubblico avrebbe rifiutato tale finale. Al box-office ha fatto un botto, risultando nei primi dieci posti della classifica degli incassi USA per oltre due mesi. Jordan Peele è quindi il primo regista nero ad aver diretto un film che superasse i 100 milioni di dollari di introiti in patria.  Costato 5 milioni di dollari, ne ha incassati 175 negli USA, e altri 77 nel resto del mondo, totalizzando quindi 252 milioni. E' stato il secondo film prodotto dalla Blumhouse nel 2017 a diventare un campione di incassi: il primo è stato "SPLIT", e anche "AUGURI PER LA TUA MORTE" ha raggiunto cifre considerevoli negli Stati Uniti. Il regista ha fatto sapere che ci sarebbero le basi per un potenziale sequel. TODD MCFARLANE, deciso a passare dietro alla macchina da presa per realizzare un reboot del suo eroe a fumetti "SPAWN", che uscirà nel 2019, ha affermato che questo film è una delle sue ispirazioni per la storia del suo esordio come regista. La casa di produzione ha indetto una forte campagna di promozione affinchè "Scappa-Get out" possa arrivare a un buon numero di nominations presso la Academy, e potenzialmente guadagnare la candidatura quale miglior film dell'anno. 

lunedì 4 dicembre 2017

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AMERICAN PIE ( American pie, USA 1999)
DI PAUL E CHRIS WEITZ
COMMEDIA
Lo sceneggiatore ADAM HERZ scrisse il copione di "AMERICAN PIE" in sei settimane. Per ispirarsi guardò ripetutamente "PORKY'S-Questi pazzi, pazzi, pazzi porcelloni" e "BACHELOR PARTY-Addio al celibato" per studiare i meccanismi di questo tipo di commedia goliardica con molte gags inerenti al sesso e alla carica ormonale dei giovanissimi. Quando Herz presentò la sceneggiatura a varie case di produzione, lo script era intitolato "Commedia sexy per teenager senza titolo che può essere prodotta con  meno di 10 milioni di dollari che molti lettori odieranno, ma che probabilmente amerai": poi cambiò in "East Great Falls High", successivamente "Great falls", per giungere al titolo definitivo. L'acronimo "MILF" è divenuto popolare dopo questo film, ma, al contrario di come credono in molti, non venne inventato qua: circolava su Internet fino dal 1995. A 26 anni, JOHN CHO era il più anziano del cast tra i maschi ad interpretare un teenager, mentre, tra le donne, la palma andava alle ventiquattrenni SHANNON ELIZABETH e  ALYSON HANNIGAN. JASON BIGGS, per girare la scena in cui Jim corre verso casa, ebbe un malore per il caldo, e la troupe fece mettere del ghiaccio sotto la sua maglietta per abbassargli la temperatura, portando poi l'attore da un medico. Alla Hannigan venne offerta dapprima la parte di Heather, ma quando l'attrice lesse la sceneggiatura, chiese di interpretare Michelle: Heather fu assegnata allora a MENA SUVARI. Nella scena in cui Heather canta, è la stessa Suvari a farlo, senza doppiaggio. Anche ELIZHA DUSHKU venne presa in considerazione per essere inserita nel cast. Quando sostenne il provino, Alyson Hannigan aveva un'assoluta urgenza di andare...a far pipì alla toilette, ma il suo nome venne chiamato proprio mentre stava per entrare in bagno: fu la carica di energia che mise nel leggere le battute, per poter tornare via a convincere i produttori a scritturarla. Per SEANN WILLIAM SCOTT fu il film d'esordio. Ricevette 8,000 dollari come compenso. La "birra truccata" che Stifler beve era birra con chiare d'uovo dentro. Sia Scott che CHRIS KLEIN non avevano la minima idea di come si giocasse a lacrosse prima di girare questo film. A EUGENE LEVY venne detto che poteva improvvisare buona parte delle sue battute, e la cosa è evidente nella sequenza in cui il padre di Jim, interpretato appunto da Levy, parla al ragazzo di un'orgia gigante, suscitando una risata non trattenuta di Biggs. Biggs dovette girare senza controfigura la scena "sexy" in cui viene sorpreso da Shannon Elizabeth in pieno autoerotismo: il suo "doppio" aveva nascosto alla produzione di avere una cicatrice sul ventre e venne licenziato per questo. Nello script c'era una scena, che non venne filmata, in cui il fratello minore di Jim lo "sorpassa" perdendo la verginità prima di lui. Sull'onda del successo di questa pellicola, Shannon Elizabeth accettò di posare nuda su "Playboy", rimpiangendo anni dopo di averlo fatto, in un'intervista. Venne stimato che, nell'Estate 1999,"American pie",  assieme a "SOUTH PARK-Il film", furono i due titoli con divieto che ebbero più spettatori di età minore a quella richiesta alla cassa. Sia gli esterni che gli interni furono girati a Long Beach, in California, tra il Luglio ed il Settembre del 1998. Costò 11 milioni di dollari, e ne incassò 103 negli Stati Uniti, ed altri 132 nel resto del mondo, generando un incasso totale di 235 milioni. Ha avuto tre sequels, ed un paio di spin-off. 

martedì 28 novembre 2017

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FLASH GORDON ( Flash Gordon, USA 1980)
DI MIKE HODGES
FANTASCIENZA
Non è un mistero che la serie su Flash Gordon, composta da brevi film, con protagonista BUSTER CRABBE, abbia influenzato GEORGE LUCAS nel comporre il suo universo di "STAR WARS": il fatto che FEDERICO FELLINI, il quale aveva messo mano alla serie di animazione realizzata nel periodo appena dopo la II Guerra Mondiale, avesse opzionato i diritti per realizzare una pellicola sull'eroe dei fumetti di fantascienza, spinse ancor più Lucas a creare "STAR WARS-EPISODIO IV:UNA NUOVA SPERANZA". DINO DE LAURENTIIS acquistò i diritti del fumetto, e commissionò al suo sceneggiatore di fiducia a Hollywood, LORENZO SEMPLE jr., lo script: dopo un "no" di Fellini, il produttore contattò SERGIO LEONE per affidargli la regia, ma Leone, dopo aver letto il copione, disse che non era fedele allo spirito del fumetto, e declinò l'offerta. Il tycoon puntò allora su NICOLAS ROEG, che accettò: la sua versione della pellicola avrebbe contemplato DEBORAH HARRY nel ruolo della principessa Aura, e KEITH CARRADINE in quello di Ming. Roeg, però, ebbe molte discussioni con De Laurentiis sulla linea da dare ai personaggi ed al film: il regista vedeva Flash Gordon più come una sorta di messia, che un eroe atto a combattere e a cercare di sopravvivere a mostri e nemici, e abbandonò il progetto. Quando si arrivò a MIKE HODGES, era l'ottavo regista contattato. Su Semple jr. vennero fatte diverse pressioni affinchè la sceneggiatura contenesse molta ironia, e lo sceneggiatore eseguì, ma controvoglia: anni dopo, dichiarò che era stato "un terribile errore" improntare il film in quella direzione, con troppi soldi investiti in "qualcosa di mai veramente definito", perchè De Laurentiis voleva che Flash Gordon fosse al cinema molto comico, tradendo l'originale dei fumetti. Semple jr. definì la lavorazione "andata completamente fuori controllo".  Per interpretare Flash Gordon, De Laurentiis voleva KURT RUSSELL, che si disse non interessato, trovando l'eroe senza gran personalità. ARNOLD SCHWARZENEGGER sostenne un provino, che non andò a buon fine per via del suo marcato accento austriaco, che non lo rendeva credibile come americano puro. Venne scelto, infine, SAM JONES dopo che lo aveva suggerito a De Laurentiis la suocera, avendolo visto nel gioco televisivo "THE DATING GAME".  L'idea di Dale che si improvvisa cheerleader durante il combattimento di Flash che carica i nemici come un giocatore di football americano fu un'idea di MELODY ANDERSON. Data la sua notevole altezza ( 1, 91 m) Sam Jones coreografò personalmente le proprie scene di combattimento, per rapportarsi meglio con gli stuntmen. Per il ruolo del dottor Zarkov venne considerato DENNIS HOPPER, ma la parte andò a TOPOL. Nella sceneggiatura era prevista una scena onirica, in cui Dale si tramutava in un ragno gigante: Melody Anderson passò sei ore al trucco, con occhi finti e altri orpelli, con un copricapo che pesava una decina di kilogrammi, ma quando Mike Hodges arrivò e la vide, le disse "Bellissimo, ma non posso girare questa scena: non c'entra niente con il resto della storia!". JOHN HOLLIS impersona uno degli Osservatori di Klytus, con due sole battute: ne "L'IMPERO COLPISCE ANCORA" l'attore interpreta l'aiutante di Lando Carlissian con un dispositivo sul retro della testa, sotto le orecchie. Il salto finale di Flash Gordon verso l'obiettivo della macchina da presa, invece, fu un'iniziativa di Sam Jones, perchè tra il regista e gli sceneggiatori, nessuno aveva idea di come far finire il film. Il bruno Sam Jones tinse i propri capelli di biondo, e la bionda Melody Anderson venne resa mora: gli occhi di Flash Gordon avrebbero dovuto essere azzurri, ma Jones li aveva marroni, e non poteva portare lenti a contatto colorate. Il costume di Ming pesava oltre 30 kilogrammi, e Max Von Sydow poteva indossarlo solo per pochi minuti. I simboli di Ming richiamano chiaramente, con compasso e squadra, temi massonici: pure la gestualità di Von Sydow nel corso della pellicola rimandano alla massoneria. Gli attori e comparse che impersonavano gli Uomini Falco non potevano sedersi, per non ferirsi alla schiena con i costumi. Mike Hodges avrebbe voluto affidare la colonna sonora del film ai PINK FLOYD, ma in produzione non furono d'accordo. Dino De Laurentiis non aveva mai sentito parlare in vita sua dei QUEEN: i produttori esecutivi contattarono la band per commissionare la colonna sonora nel 1979, e FREDDIE MERCURY e gli altri componenti si dissero da subito interessati. Il loro manager combinò un incontro con De Laurentiis, che gli chiese che tipo di musica suonassero i "Queens"..... La fotografia fu firmata dal veterano inglese GILBERT TAYLOR, il quale aveva diretto già quella di "Guerre stellari", nel 1977; la particolarità di dare una tonalità sognante, morbida enfatizzava l'elemento fantastico, grazie a filtri speciali. Gli effetti psichedelici di Mongo vennero realizzati facendo ruotare taniche di acqua e coloranti fosforescenti attorno a luci. Nei fumetti, Gordon è un campione di polo, ma nel 1980 questo sport era molto meno popolare, e venne optato per farne un campione di football americano. La maglietta con il fulmine di Flash Gordon è un regalo di una fan, nei fumetti, e lui continua a indossarla, sperando di potere reincontrare la donna. Nei fumetti, Kala era il nome del re degli uomini-squalo del mondo sottomarino di Mongo, e non la generalessa dall'improbabile accento tedesco impersonata da MARIANGELA MELATO. Sam Jones ebbe un forte diverbio con Dino De Laurentiis per pagamenti secondo l'attore non riscossi, e si rifiutò di ridoppiarsi in studio di registrazione. Quasi tutte le sue battute sono state doppiate. Tutti gli interpreti firmarono per eventuali seguiti, che, dato il relativo insuccesso del film, non sono mai stati realizzati. Intervistato, Mike Hodges definì tutte le problematiche occorse alle riprese, come "la più grossa improvvisazione cinematografica da 27 milioni di dollari mai realizzata". Uno dei grossi problemi sul set fu la barriera linguistica di una troupe divisa tra italiani e americani. In USA incassò meno di 30 milioni di dollari, nonostante un battage pubblicitario imponente. Ai BAFTA ottenne due candidature, per la colonna sonora dei Queen e per la direzione artistica ed i costumi di DANILO DONATI. Un fiasco, e per molti uno dei più brutti film tratti dai fumetti: tuttavia, negli anni è divenuto oggetto di culto per molti altri spettatori. 

mercoledì 22 novembre 2017

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OCCHI DI LAURA MARS
( Eyes of Laura Mars, USA 1978)
DI IRWIN KERSHNER
THRILLER
Fu il primo lavoro che JOHN CARPENTER realizzò per un grosso studio hollywoodiano, il soggetto di "OCCHI DI LAURA MARS", inizialmente intitolato solo "Eyes"; la Columbia Pictures commissionò a Carpenter la sceneggiatura, da scrivere assieme a DAVID ZELAG GOODMAN: vennero cambiati sia l'identità di chi uccide, il finale e alcuni passaggi della storia. A dirigere il film, che, per espressa definizione di chi lo ha scritto, era una sorta di adeguamento per l'America del thriller all'italiana, di cui DARIO ARGENTO era la figura di maggior spicco, doveva essere LINDSAY ANDERSON, che però si defilò perchè trovava lo script orripilante: dopo l'abbandono del set da parte di MICHAEL MILLER, che entrò in conflitto con la produzione per divergenze creative, fu scelto quindi IRWIN KERSHNER, che veniva dal discreto successo di "S.P.Y.S.", parodia dei film di spionaggio. Anche per il ruolo principale, la fotografa di moda Laura Mars, che possiede il non voluto dono di "vedere" quel che un assassino compie, inizialmente sembrava certo che fosse BARBRA STREISAND a rivestirlo, poi fu invece FAYE DUNAWAY a ottenerlo: la Streisand, tuttavia, incise il brano portante della colonna sonora, "Prisoner". E' l'unica volta in cui la cantante/attrice ha dato una sua canzone ad un film che non interpretava. TOMMY LEE JONES scrisse personalmente il monologo del personaggio, anche se fu attribuito per lungo tempo al regista della pellicola. Per mantenere la segretezza della trama, e soprattutto della soluzione del mistero, il produttore JON PETERS impose la massima chiusura del set, e minacciò troupe e cast di licenziamenti in caso di diffusione di particolari della sceneggiatura. Con la Dunaway Peters ebbe un rapporto teso e non semplice: tra l'altro, la star aveva, nel periodo delle riprese, una relazione con il fotografo inglese TERRY O'NEAL, che le insegnò molte cose sulla fotografia professionistica, e successivamente i due si sposarono, per poi divorziare tempo dopo. In più, la Dunaway visitò diversi fotografi tra i più famosi negli USA per documentarsi sul mondo della fotografia. La sequenza in cui Laura scatta foto a modelle sullo sfondo di auto in fiamme venne girata al circolo Columbus, a New York City: occorsero quattro giorni per realizzarla. La Dunaway, nel film, usa una Nikon FM. Alcune foto realizzate dal personaggio principale vennero invece "prestate" da HELMUT NEWTON e REBECCA BLAKE. Il personaggio di Laura Mars viene citato nella canzone di TORI AMOS "Gold dust", nel 2002. Le riprese durarono 56 giorni, dalla fine di Ottobre  alla fine di Dicembre 1977. Costato 7 milioni di dollari, ne incassò 20 solo negli USA.

martedì 21 novembre 2017

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GLI AMMUTINATI DEL BOUNTY 
( Mutiny on the Bounty, USA 1962)
DI LEWIS MILESTONE
AVVENTURA
Nel 1958, la MGM annunciò una nuova versione del romanzo "L'AMMUTINAMENTO DEL BOUNTY", indicando JOHN STURGES quale regista, SPENCER TRACY nel ruolo del capitano Bligh, BURT LANCASTER in quello di Fletcher Christian, e MONTGOMERY CLIFT in un'altra parte. Quando il progetto divenne effettivo, fu CAROL REED a essere incaricato della regia. MARLON BRANDO rifiutò per due volte sia l'offerta di interpretare Christian, che Bligh. Quando poi accettò di interpretare il ribelle Fletcher Christian, la star ebbe il via dalla Metro di poter portare ogni idea, per stravagante che fosse, sul set: tra i capricci, quello di organizzare una festa a Tahiti con un aereo carico di casse di champagne, tacchini e prosciutti. Brando, per interpretare questo lungometraggio, disse di no a "LAWRENCE D'ARABIA"RICHARD HARRIS accettò di prendere parte al lungometraggio come non protagonista, pur di avere l'occasione di lavorare con Marlon Brando, di cui era accesissimo fan: l'atteggiamento sgradevole di Brando durante le riprese fece crollare la sua ammirazione per il collega. In interviste successive Harris definì il periodo della lavorazione di questo film "un incubo", e "un totale disastro fottuto":dal disagio provato durante le riprese, Harris disertò la prima della pellicola.Dopo la presa in considerazione di JACK HAWKINS per il ruolo, si puntò suTREVOR HOWARD, il quale era molto riluttante ad interpretare Bligh, perchè si sentiva troppo vecchio per il ruolo: infatti, l'ufficiale ( in realtà tenente, e non capitano, come nei film sulla faccenda) era trentacinquenne all'epoca dell'ammutinamento. Alla fine della travagliata lavorazione, Howard confessò che avrebbe preferito non accettare di partecipare al film. HUGH GRIFFITH fu licenziato, perchè il suo alcolismo era divenuto ingestibile: per questo il suo personaggio sparisce per grosse parti della pellicola. Inoltre, venne considerato così male dalla produzione, da non venire convocato nemmeno per girare le ultime sequenze. Reed si scontrò con la produzione, e con Brando fin dall'inizio della lavorazione: la versione di Bligh e Christian mise in disaccordo da subito il regista e la star, e la scelta di Carol Reed di omettere parti dello script che non approvava, fece andare su tutte le furie alcuni dei produttori esecutivi, che gli imposero di realizzarle. Quando la tensione con il protagonista fu alle stelle, Reed contattò il capo dei produttori esecutivi SOL SIEGEL, per far licenziare Brando, dimostrando che aveva in pugno le redini del film: Siegel fece invece fuori lui, per non perdere la proficua presenza del divo. Quando Richard Harris venne a sapere del licenziamento di Reed, borbottò "Adesso siamo nelle mani dei fottuti filistei.". Venne ingaggiato così il veterano LEWIS MILESTONE, il quale, però, dette fin troppa corda a Brando, che usurpò molto potere; per esempio, i cameramen davano retta alla star, e non al regista, quando si trattava di interrompere la ripresa di una scena. Milestone, a sua volta, considerò di lasciare il progetto, ma da professionista, non volle arrecare un danno alla MGM. Inoltre, Brando spesso sul set, di fronte a tutti, lo definiva obsoleto, senile, e senza verve: ogni volta che Milestone si alterava, e minacciava di voler lasciare il film, Brando lo convinceva che stava solo scherzando, e lo calmava. Di fatto, Milestone, dopo questo, non avrebbe mai più diretto alcun film: si limitò a girare qualche episodio di serial televisivi. Dopo la lavorazione, il regista concesse un'intervista al Saturday Evening Post, intitolata "The mutiny of Marlon Brando", nella quale Milestone accusava la star di aver rallentato la realizzazione del film, fatto lievitare il budget (secondo lui di 6 milioni di dollari), e per tutta risposta Brando contattò i capi della produzione per perseguire la testata giornalistica per calunnia. Marlon Brando rallentò anche le riprese, ad ogni scena chiedendo al regista dettagli sulle battute, e sui passaggi dello script. Il finale del film venne suggerito da BILLY WILDER, approvato da Brando e girato da GEORGE SEATON. Marlon Brando conobbe TARITA, sua futura sposa, durante la lavorazione del film:la istruì personalmente sulle sue battute da recitare. Quando Richard Harris si presentò in hotel, l'addetto alla reception lo salutò chiamandolo "Mr.Harris", e quando l'attore chiese come lo avesse riconosciuto subito, spiritosamente il receptionista indicò la bottiglia di bourbon che l'altro impugnava, definendolo "il suo bagaglio a mano". Pare che uno dei più forti motivi dell'ammutinamento, fosse l'atteggiamento rigido di Bligh, di essere sempre convinto della propria ragione, e della mancanza di tatto che lo portava a irridere o criticare duramente gli ufficiali sottoposti di fronte all'equipaggio, denigrando la loro autorevolezza e le gerarchie. La produzione fu funestata anche da un forte maltempo, con uragani e violenti rovesci. Brando si presentò alla prima a New York con tanto di uniforme marinara, e venne fischiato copiosamente e sbertucciato, mentre Howard venne largamente applaudito: in particolare, a Brando venne contestato l'accento inglese, per i presenti in sala ridicolo. L'arrivo del Bounty a Tahiti venne girato nel luogo in cui effettivamente il bastimento giunse nel 1788: vennero utilizzate 600 comparse locali per girare la sequenza. Girare la scena in cui Christian colpisce Mills non fu semplice: Brando colpì debolmente Harris, che grugnì ironicamente e lo irrise facendo un gesto di resa levando un braccio, facendo irritare l'altro. Il quale ritentò, ma ancora troppo piano, e Harris lo incalzò "Andiamo ragazzone, perchè non mi dai un cazzo di bacio e la chiudiamo qui?!?". Livido di rabbia, Brando sbiancò, e Harris, non pago della burla, gli dette un bacio sulla guancia, lo abbracciò e gli disse "Vuoi ballare?": fu troppo per Marlon, che lasciò furibondo la scena. Durante le riprese di un'altra sequenza, ripetuta una dozzina di volte, Brando si scocciò e disse che non aveva più voglia, bofonchiando che non avrebbe funzionato e allontanandosi dal set: Richard Harris, allibito, gli sbraitò dietro: "Accidenti a te! Ma chi cazzo pensi di essere? Guardami! Recita!". I rapporti tra Brando e Harris si erano così deteriorati, che per girare di nuovo il finale, l'irlandese si rifiutò di stargli accanto: così, aiutati dal montaggio, Harris recitò le sue battute a un ceppo d'albero. Per girare tale scena, Brando adottò uno stratagemma che avrebbe usato anche più tardi, in carriera: fece attaccare in fronte ad una delle comparse un foglietto con le sue battute da dire. Tra le numerose "stranezze" di Brando durante le riprese, ci fu la provocazione di questi verso Howard: non solo spesso improvvisava le proprie battute, mandando in confusione l'altro attore, ma si infilava del cotone nelle orecchie, per non sentire le battute dell'altro e irritarlo ulteriormente. Più basso di Howard, Brando indossò scarpe con tacchi per essere alto come il partner. Con tutti gli inglesi del cast, Brando ebbe un rapporto al limite dell'ostile: i britannici presero male i forti ritardi della star americana sul set, la tendenza a cambiare del tutto registro recitativo ad ogni ripetizione. In un'occasione, per corteggiare alcune donne di Tahiti, Brando ignorò volutamente le chiamate della regia sul set per avviare una ripresa. Quando si decise a presentarsi, Howard in segno di protesta lasciò a propria volta il set. Una mattina, Trevor Howard era introvabile, e, dovendo girare una scena che lo includeva, venne cercato dalla polizia: fu ritrovato ad un molo, due ore dopo, ancora sbronzo della notte precedente. Ciononostante, sul set recitò in maniera impeccabile. Howard, intervistato, a proposito di Brando, lo definì ridicolo, non professionale, e che avrebbe trasformato un santo in un diavolo in un batter d'occhio. Dopo la fine della lavorazione, Marlon Brando scrisse una lettera a Trevor Howard, scusandosi per il comportamento tenuto durante le riprese del film: Howard gli dette mano nel vincere una causa contro un giornale inglese che aveva pesantemente attaccato Brando durante la lavorazione, e i due tornarono insieme in un film, in "MORITURI". Nelle ultime tre settimane di lavorazione, Brando volle andare ad alloggiare in una villa abbandonata, 45 kilometri più distante di prima dal luogo delle riprese; la produzione spese migliaia di dollari per rendere abitabile la vecchia villa per il divo. Alla fine del film, la nave avrebbe dovuto bruciare: Brando disse ai produttori che se ciò fosse accaduto, avrebbe abbandonato il film. Così venne costruita una versione più piccola del "Bounty" e le venne dato fuoco. Durante le riprese di questa pellicola, Marlon Brando cominciò a prendere peso in maniera preoccupante, e più di una volta i costumi di scena gli si strapparono. La star si innamorò di Tahiti, il fatto di non essere riconosciuto in giro, e le attenzioni delle donne locali, lo stregarono. Per girare le scene della morte di Christian, dopo essere rimasto pesantemente ustionato, Brando, per simulare la sofferenza, si sdraiò su del ghiaccio coperto da stoffa: potevano fare tre soli ciak per volta, per non fare assiderare la star, la cui pelle diventava blu dopo un pò. Uno dei motivi di critica da parte della stampa verso questo lungometraggio, fu che il compenso stratosferico percepito da Marlon Brando, 1 milione e 250,000 dollari,  mandò fuori budget la produzione ( un pò come capitò a ELIZABETH TAYLOR in "CLEOPATRA"). Delle tre versioni del "Bounty", questa è la meno storicamente accurata. La nave costruita per "essere" il Bounty andò a fondo il 29 Ottobre 2012 nel corso dell'uragano "Sandy"al largo della costa Est degli USA, imbarcando acqua fino a cedere e affondare: morirono in due dell'equipaggio, il capitano Robin Walbridge e Claudene Christian, discendente di Fletcher Christian. Costruita per rappresentare il "Bounty", fu la prima nave in pratica veramente tale, e non uno scafo vuoto, messa su per le riprese di un film: durante le riprese, rischiò l'affondamento, perchè sovraccarica degli equipaggiamenti per girare. Per quasi tre decadi fu esposta a St. Petersburg, in Florida: fu presente anche in "L'ISOLA DEL TESORO""PIRATI DEI CARAIBI: LA MALEDIZIONE DEL FORZIERE FANTASMA". In pratica, il carattere sempre più fuori controllo di Marlon Brando, che segnò profondamente la lavorazione de "I DUE VOLTI DELLA VENDETTA" e questa pellicola, incrinò la stella dell'attore, per tutti gli anni Sessanta, fino alla rinascita del 1972, con "ULTIMO TANGO A PARIGI" e "IL PADRINO". Il lungometraggio costò infine diciannove milioni di dollari, corrispondenti, più o meno, a 145 milioni odierni: in patria incassò 13 milioni, cifra inferiore alle aspettative. Nonostante il mancato rientro nei costi, fu un film di impatto: UWE BOLL, addirittura, decise che avrebbe fatto cinema dopo aver visto questo lungometraggio. Agli Oscar ebbe sette nominations, tra le quali miglior film, fotografia, colonna sonora. Tre invece le candidature ai Golden Globes, per il miglior film drammatico, la migliore interpretazione femminile (Tarita) e miglior colonna sonora originale. 

giovedì 9 novembre 2017

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BRAVADOS ( The Bravados, USA 1958)
DI HENRY KING
WESTERN
"BRAVADOS" fu l'occasione per HENRY KING e GREGORY PECK di tornare a lavorare insieme dopo "DUELLO AL SOLE". Peck ammise nelle interviste di sentirsi un pò a disagio nell'interpretare un personaggio fortemente negativo. Per lui era una pellicola metaforica, da considerarsi come un vivo attacco al maccartismo, contro cui si era speso molto come figura di peso a Hollywood. Durante le riprese, Gregory Peck si innamorò della vita da cowboy, al punto, quando la lavorazione si concluse, da acquistare un ranch nei pressi di Santa Barbara, in California, con 6000 capi di bestiame. Tra le cose curiose, l'interpretazione di LEE VAN CLEEF nei panni di un uomo che viene braccato per aver ucciso la moglie di un altro, e che conserva la foto di lei in un orologio: sette anni dopo, in "PER QUALCHE DOLLARO IN PIU' ", avrebbe impersonato il colonnello Mortimer, che dà la caccia al fuorilegge Indio, che gli ha ucciso la sorella, di cui conserva una foto nell'orologio da taschino che porta con sè. E' uno dei classici del western anni '50. 
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ANGELI CON LA FACCIA SPORCA 
( Angels with dirty faces, USA 1938)
DI MICHAEL CURTIZ
DRAMMATICO
Il soggetto di "ANGELI CON LA FACCIA SPORCA" venne scritto da ROWLAND BROWN, nascendo come progetto per JAMES CAGNEY da far produrre alla Grand National Pictures, casa indipendente, con la quale il divo aveva firmato un contratto, non appena era riuscito a sciogliere quello con la Warner Bros. . L'idea era quella di far dirigere a Brown il film che ne sarebbe stato tratto, ma la Warner vinse il processo di appello, riprendendo Cagney sotto la propria ala, affidando la sceneggiatura a JOHN WEXLEY e WARREN DUFF e consecutivamente, la regia a MICHAEL CURTIZ. Tuttavia, lo script ridefinito dai due sceneggiatori non convinceva il regista, e, come rivelò Cagney tempo dopo, più di una volta lui ed il resto del cast avevano dovuto improvvisare battute sul set. L'agente di Cagney, quando venne proposto questo film al suo assistito, rispose picche, adducendo la motivazione che la star non avrebbe mai voluto comparire sullo schermo come un codardo. Al contrario, James Cagney decise entusiasticamente di voler fare il film, perchè avrebbe così convinto stampa e fans di poter estendere la propria gamma recitativa, oltre i ruoli tipici da "duro". La storia è ambientata nel 1923, e nel 1936. Fu il terzo di sette film che vennero interpretati dai DEAD END KIDS, un gruppo di giovani presi dalle strade, che ebbe un periodo di forte notorietà a Hollywood. Fu anche uno dei tre film che videro, nello stesso cast, James Cagney e HUMPHREY BOGART. E il sesto di nove film che Cagney girò al fianco di PAT O'BRIEN. I Dead End Kids portarono spesso scompiglio sul set, confondendo gli altri attori con battute diverse da quelle del copione, rubando oggetti a Bogart e avendo da discutere con lui. Andò loro peggio con Cagney, che era cresciuto anche lui per strada: quando uno di loro lo provocò sul set, la star lo colpì sul naso, e da quel momento in poi la banda di giovani attori si dette una forte calmata. Proprio James Cagney rievocò gli anni della propria adolescenza, a Yorkville, appena a sud della Harlem ispanica. Cagney, per interpretare il personaggio di Rocky, si ispirò all'amico d'infanzia Peter "Bootah" Hessling, divenuto poi un gangster e finito sulla sedia elettrica nel 1927. Nel girare la scena della sparatoria di Rocky con la polizia, Cagney a quel punto della carriera era abbastanza esperto di questo tipo di sequenze, da convincere Michael Curtiz a girare in progressione: siccome i proiettili dovevano centrare il muro sopra la testa di Cagney, questo venne girato con l'attore che si spostò mentre uno degli stuntmen faceva fuoco contro la parete. Una delle pallottole rimbalzò sull'acciaio, colpendo il punto dove, fino a qualche minuto prima, c'era la testa dell'attore: da lì in poi, James Cagney non volle più girare film in cui venissero usate armi non a salve. Le riprese durarono una settimana più del preventivato, proprio per via della non facilità di girare detta sequenza. Ad un certo punto del film si vedono gangsters che fanno esplodere l'entrata di un negozio: erano riprese di una scena di "NEMICO PUBBLICO", con altra angolazione rispetto a quelle. L'esecuzione di Rocky venne girata al Sing Sing Correctional Facility, a Ossing, New York. Per molti anni, il pubblico si è chiesto se, quando è avviato alla sedia elettrica, Rocky finga per la promessa fatta a padre Jerry, o sia davvero terrorizzato dall'imminente morte: anni dopo, James Cagney raccontò che aveva recitato appositamente per far sì che ogni spettatore tirasse le proprie conclusioni. Dato che per alcuni è una pellicola che mostra ambiguamente dei gangsters, il film venne proibito in Cina, Danimarca, Polonia, Finlandia, alcune parti del Canada e in Svizzera. La pellicola ottenne un considerevole successo commerciale, e alcuni analisti hanno affermato che, se non fosse stato per questo, e altri due lungometraggi diretti da Michael Curtiz ("LA LEGGENDA DI ROBIN HOOD" e "QUATTRO FIGLIE") nel 1938 avrebbe accusato un forte numero di perdite economiche.  Nel 1939 venne realizzato un adattamento radiofonico del lungometraggio, per la Lux Radio Theater, con Cagney e O'Brien che riprendevano i propri ruoli. Il film ebbe tre nominations agli Oscar: per la regia, il miglior attore protagonista (Cagney), miglior sceneggiatura originale.

domenica 5 novembre 2017

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SOPHIE MARCEAU ( Sophie Danièle Sylvie Maupu, Paris, F, 17/11/66-....)
Figlia di una commessa e di un camionista, SOPHIE MARCEAU crebbe in un ambiente comune: i genitori divorziarono nel 1975, quando la futura attrice aveva nove anni. Da quel momento visse con il padre, e a tredici anni venne a conoscenza, tramite amici, che CLAUDE PINOTEAU stava cercando volti tra i suoi coetanei per un film sugli adolescenti: fece un provino, e fu scelta addirittura per il ruolo principale di Victoria, detta Vic. Il film era "IL TEMPO DELLE MELE", che riscosse un successo incredibile, diventando anche un fenomeno di costume a livello internazionale; due anni dopo tornò ad interpretare il personaggio nel seguito, "IL TEMPO DELLE MELE 2", vincendo anche il César come "miglior attrice promettente". Avendo anche il sequel un consistente riscontro ai botteghini, la Gaumont mise sotto contratto la giovanissima Sophie, che aveva fin dall'esordio adottato il nome d'arte Marceau, per un milione di franchi francesi, nel 1982. Due anni dopo girò in un anno due pellicole, "FORT SAGANNE" e "IRRESISTIBILE BUGIARDO", diretta da ALAIN CORNEAU e GEORGES LAUTNER, registi veterani del cinema francese. L'anno seguente, conobbe ANDRZEJ ZULAWSKI sul set del provocatorio "AMORE BALORDO", e iniziò una relazione sentimentale con il regista polacco lunga quasi diciassette anni, che dette anche un figlio ai due. Ormai divenuta una giovane e bellissima donna, girò anche il dramma a tinte forti "DISCESA ALL'INFERNO", poi vennero "LE MIE NOTTI SONO PIU' BELLE DEI VOSTRI GIORNI", "ELOISE, LA FIGLIA DI D'ARTAGNAN", e a metà anni Novanta il salto per lo stardom internazionale spiccò con "BRAVEHEART-Cuore impavido". Nello stesso anno, il 1995, prese parte al ritorno di MICHELANGELO ANTONIONI alla regia, che co-diresse, con WIM WENDERS, "AL DI LA' DELLE NUVOLE". E' stata scelta per una rappresentazione live della Marianne, il simbolo della Rivoluzione Francese. Appassionata di animali, si è spesa spesso per iniziative a tutela dell'ambiente. Dalla relazione, durata dal 2001 al 2007, con il produttore JIM LEMLEY, da cui ha avuto la sua seconda figlia. Dal 2007 al 2014 ha avuto un legame sentimentale con CHRISTOPHE LAMBERT. Il fratello, di tre anni più giovane, SYLVAIN MAUPU, è anch'egli attore. Nel 2002 è stata nominata "Cavalière des Arts et des Lettres", speciale onorificenza data a personalità di cultura e spettacolo francesi. Nel 2006 rifiutò di essere insignita della "Legion d'Onore" per protesta verso il principe saudita Muhammad Bin Nayef. 
COSI' PARLO' SOPHIE MARCEAU
"Recitare è una meravigliosa terapia per la gente. Invece di soffrire tu, fai soffrire gli altri, infine."
"Necessito delle stagioni, per sentire il ritmo di sole e pioggia. In città, puoi sentire raramente la differenza tra notte e giorno."
"E' come devi risultare fascinosa, se sei credibile o meno in quel dato ruolo. E non ha niente a che vedere con il tuo talento."
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GUARDIANI DELLA GALASSIA 
( Guardians of the Galaxy, USA 2014)
DI JAMES GUNN
FANTASCIENZA
Anche se pareva che venisse scelto PEYTON REED, per dirigere "GUARDIANI DELLA GALASSIA", i produttori decisero che sarebbe stato JAMES GUNN a realizzarlo.  Gunn fu talmente entusiasta dalla performance nel provino di CHRIS PRATT da decidere che comunque avrebbe preso lui per interpretare Peter Quill, anche se non fosse riuscito a perdere il peso richiesto, e conquistare la silhouette del personaggio: l'attore chiese sei mesi di tempo per perdere kili, e invece di 25 ne perse 30. Prima di scegliere lui, erano stati valutati AARON PAUL, JIM STURGESS, LEE PACE, CAM GIGANDET, JOHN KRASINSKI, GARRETT HEDLUND, CHRIS LOWELL per dar volto a Quill. E pensare che il regista, inizialmente, era talmente non convinto dall'adeguatezza dell'attore per il ruolo, da non volerlo nemmeno seguire all'audizione: fu il suo assistente a spingerlo ad assistere comunque a questa audizione. Per la propria interpretazione si ispirò a Han Solo e Marty McFly. Pur definendo il percorso di dieta e attività fisica per dimagrire "quasi una tortura", Pratt, quando vide se stesso nei monitor, nelle scene girate senza maglietta, sentì una grande esaltazione per le infinite possibilità che percepiva aprirsi per la sua carriera. JOSS WHEDON, che dopo il successo di "THE AVENGERS" era stato selezionato dalla Marvel Pictures come supervisore per i progetti a seguire, fu molto compiaciuto dalla scelta di assegnare questo progetto a James Gunn. ZOE SALDANA volle interpretare Gamora senza l'aiuto della motion capture, o alcun aiuto del computer, solo make-up. Prima di arrivare a lei, il personaggio venne offerto a OLIVIA WILDE, che non accettò, e sostennero dei provini GINA CARANO, RACHEL NICHOLS e ADRIANE PALICKIVIN DIESEL era rimasto molto scosso dalla morte, in un incidente stradale, dell'amico e collega PAUL WALKER, e aver preso parte a questo film "doppiando" Groot fu di molto aiuto per superare un periodo nero: pare che abbia registrato l'ormai celebre frase "Io sono Groot" oltre mille volte, con sfumature sempre diverse. Vin Diesel registrò le sue battute in diversi idiomi, compreso cinese mandarino, portoghese, spagnolo, russo, per far sentire la propria voce in tutto il mondo. BRADLEY COOPER rivelò a HOWARD STERN di aver ricevuto più soldi per doppiare Rocket Raccoon che per "IL LATO POSITIVO" e "UNA NOTTE DA LEONI" messi assieme. Prima che fosse scelto lui, per doppiare il procione spaziale Rocket Raccoon furono presi in considerazione SHARLTO COPLEY, ADAM SANDLER e JIM CARREY. Per dar voce a Rocket, Cooper si ispirò al personaggio interpretato da JOE PESCI in "QUEI BRAVI RAGAZZI", Tommy De Vito. Quando DAVE BAUTISTA seppe che era stato scelto per interpretare Drax il Distruttore( dopo l'abbandono di JASON MOMOA, che non era convinto del personaggio, e preferì lasciare per dirigere un suo progetto, "ROAD TO PALOMA"), pianse per la gioia, perchè era sempre stato un fan dei fumetti Marvel, e si preparò al ruolo con un insegnante di recitazione, dato che lui proveniva dal wrestling e, come attore, era in pratica un esordiente. Ci vollero cinque ore al giorno per truccare Bautista applicandogli 18 protesi per altrettanti finti tatuaggi; per tutto il tempo del trucco, Bautista continuava a strizzare due palle da tennis, anche se via via, nei giorni, i truccatori riuscirono a ridurre fino a tre ore il tempo del lavoro di make-up. Per togliere, invece, le protesi-tatuaggio, occorrevano novanta minuti. Per prepararsi al ruolo di Nebula, KAREN GILLAN si rasò la testa. Nel film Nebula è figlia di Thanos, ma nei fumetti ne è nipote. Il cameo di BENICIO DEL TORO nei panni del Collezionista visto in "THOR:THE DARK WORLD" era originariamente concepito per essere inserito in questo film. Del Toro per il Collezionista aveva voluto rifarsi a un "Liberace dello spazio". Anche JOSH BROLIN è non accreditato nei titoli, infatti venne ingaggiato per ultimo, mentre girava già "EVEREST": per la caratterizzazione di Thanos, l'attore si ispirò al MARLON BRANDO di "APOCALYPSE NOW". Nonostante alcuni dubbi da parte dei produttori sulla pertinenza della sua presenza nel film, Thanos venne mantenuto nella pellicola per avere un collegamento con gli Avengers. DJIMON HOUNSOU si trovò male con il costume di Korath, che era rigido e non metteva a proprio agio l'attore.  BILL MANTLO, il disegnatore che aveva inventato il procione galattico Rocket Raccoon, era in ospedale, degente dal 1992, per un incidente occorsogli: accettò di vedere il film in una proiezione privata, e disse alla stampa che era stata una bella giornata per lui e per la sua famiglia, quella in cui aveva assistito alla pellicola. Il gruppo dei "Guardiani" come rappresentato è quello, nei fumetti, del 2008: Yondu era un membro fondatore, e qui è un ambiguo alleato. La prima apparizione del team risale al 1969. Chris Pratt sottrasse il proprio costume da Star-Lord dal set, ma solo per vestirlo e andare a far visita ad un ospedale per l'infanzia. Il gestaccio di Star-Lord (dito medio alzato) fu un'iniziativa di Pratt, che James Gunn approvò. Zoe Saldana andò vicina a rompere una costola a Chris Pratt, girando una sequenza: i due avrebbero dovuto indossare delle protezioni per non farsi male durante scene di scontro fisico, ma il giorno di una di queste scene, Pratt non lo aveva addosso, e non aveva avvertito la collega, la quale lo colpì in maniera dura con un calcio. Nello script era previsto che Yondu morisse alla fine della pellicola, poi si cambiò idea. Inizialmente MICHAEL ROOKER avrebbe dovuto indossare una calotta, ma Gunn lo convinse a rasarsi i capelli tipo Mohicano, perchè pensava che in questo modo, l'amico attore avrebbe reso di più, indossando maggiormente il personaggio. Il cameo tradizionale di STAN LEE avrebbe dovuto consistere in uno degli assistenti dell'Osservatore, che mostrava il dito medio a Groot, ma ai produttori della Disney l'idea non piacque, e imposero a Gunn di cambiare: infatti, Lee compare come una sorta di Casanova alieno. NICOLE PERLMAN è stata la prima sceneggiatrice ad aver firmato un film della Marvel. Gunn ammise che, se non proprio esclusivamente per questo, la presenza di Rocket Raccoon, un procione parlante e agguerrito, è stato uno dei motivi principali per cui abbia voluto girare questo film. Secondo il regista, l'astronave di Ronan l'Accusatore, era la versione stilizzata di un mausoleo: minimalista e brutale, senza colori, pesantemente spoglia. Per la sequenza in cui si scontrano, Pratt e Bautista si esercitarono per oltre due mesi e mezzo, ma il venerdì antecedente il lunedì in cui era prefissato che venisse girata tale scena, James Gunn decise che non avrebbe funzionato, così la eliminò come era stata concepita, per realizzarla in un'unica ripresa, per cui occorsero 22 ripetizioni, e poche ore per prepararla.  Iron Man avrebbe dovuto comparire in un cameo, dato che nei fumetti, nel 2013, era entrato anch'egli nei Guardiani, ma poco prima dell'inizio delle riprese, ROBERT DOWNEY jr. annunciò che non avrebbe più ripreso il ruolo dell'Avenger: ironicamente, dopo la fine delle riprese, l'attore firmò un contratto per altri due film della serie "Avengers". Rispetto ai fumetti, la casa del Collezionista è situata in una stazione spaziale non ben precisata, mentre appunto nei comics è nella base dei Guardiani della Galassia. Così come, nei fumetti, Drax ha la pelle verde, mentre qua è rivestito di una sfumatura di grigio: in parte perchè c'è già un personaggio importante dalla pelle verde, Gamora, in parte per non confonderlo con Hulk. Secondo la scena dei titoli di coda di "Thor:The Dark World", il Collezionista è in possesso della Pietra della Realtà Infinita, e vorrebbe possederle tutte. E' il primo film Marvel in cui non c'è nemmeno un bacio (Quill e Gamora ci vanno molto vicino, ma all'ultimo secondo lei si scosta).  TYLER BATES, a differenza della modalità consueta del mondo del cinema, compose prima delle riprese la colonna sonora, e Gunn girò appunto delle sequenze, già con la musica in scena. La pistola laser di Star-Lord ricorda molto le armi analoghe di "THE BLACK HOLE". A fine riprese, Gunn regalò a Bautista un paniere per il pranzo di Drax, da inserire nella sua collezione di panieri vintage; a sua volta Bautista regalò a Pratt e alla Saldana qualcuna delle sue cinture da wrestler. Il registratore di audiocassette usato da Peter Quill è un Sony TPS-L2, il primo personal cassette player, uscito nel 1979. La scena iniziale nella caverna avrebbe dovuto avere il commento sonoro di "Hooked up on a feeling" dei BLUE SWEDE, ma Gunn decise che avrebbe funzionato meglio con "Come and get your love" dei REDBONES: i due brani sono entrambi nella soundtrack. Gunn fu felice di poter inserire nella soundtrack "I want you back", dei JACKSON 5, la sua canzone preferita. L'album della colonna sonora, "Awesome Mix, vol. 1", arrivò al primo posto delle classifiche di Billboard, primo caso in USA di una colonna sonora ( parallela a quella di Bates) senza un brano che fosse una partitura apposita per il film: fu anche nominato ai Grammy per la colonna sonora dell'anno. Vin Diesel si spese molto per la promozione della pellicola, presentandosi a conferenze stampa con indosso la maglietta "I am Groot". Le riprese si sono svolte dal Luglio all'Ottobre 2013. Fu la prima produzione Disney di film Marvel non strettamente inerente agli Avengers. E' stato il maggiore incasso dell'Estate americana nel 2014, divenendo il film più redditizio tra quelli usciti in Agosto, ed il primo film della casa produttrice a oltrepassare i 300 milioni di dollari di incasso, in cui non apparisse Iron Man. Costato 170 milioni di dollari, ne ha incassati 333 sul solo suolo americano, più 441 nel resto del mondo: 774 milioni in totale incassati. Due le candidature agli Oscar, per il trucco e gli effetti visivi. A questo film è seguito, nel 2017, "GUARDIANI DELLA GALASSIA, vol. 2"

venerdì 27 ottobre 2017

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RISVEGLI ( Awakenings, USA 1990)
DI PENNY MARSHALL
DRAMMATICO
"RISVEGLI" è basato su un libro del neurologo OLIVER SACKS, sui suoi studi e le sue esperienze mediche: il personaggio del medico Sayer era molto basato su Sacks. STEVEN SPIELBERG era fortemente interessato a girare questo lungometraggio, e apprezzò molto lo stile di STEVEN ZAILLIAN nello scrivere la sceneggiatura: in pratica, stese molti brevi capitoli, ognuno dedicato a personaggi diversi, per poi riunirli in una linea narrativa. Spielberg passò il progetto a PENNY MARSHALL, ma tenne a mente Zaillian per poi affidargli lo script di "SCHINDLER'S LIST". Penny Marshall avrebbe voluto BILL MURRAY per interpretare Leonard Lowe, ma cambiò idea, perchè temeva che il pubblico si aspettasse una commedia, e preferì scritturare un interprete che avesse più dimestichezza con le tonalità drammatiche come ROBERT DE NIRO: il ruolo del medico invece andò ad un attore brillante, ma con capacità anche "serie" come ROBIN WILLIAMS. Tra l'altro, proprio De Niro e Williams, insieme, avevano condiviso l'ultima notte da vivo di JOHN BELUSHI, in giro per locali, prima della mistura di droga e alcool fatale per l'interprete di "ANIMAL HOUSE". Fu il film d'esordio per VIN DIESEL. DEXTER GORDON, il noto jazzista che qui interpreta Rolando, morì 8 mesi prima che la pellicola uscisse nei cinema. Fu l'ultima partecipazione ad un film anche per JAN SAINT. Segnò anche l'ultimo lavoro dello scenografo ANTON FURST, prima di suicidarsi gettandosi giù da un grattacielo. Prima di iniziare le riprese, agli attori del film vennero fatti visionare filmati dei veri pazienti di Oliver Sacks: Robin Williams e Robert De Niro andarono a trovare proprio il neurologo, seguendone il lavoro in ospedale. De Niro girò una scena accanto a "Lillian T.", l'unica paziente sopravvissuta di quelli presentati da Sacks nel libro "Risvegli". Mentre giravano la sequenza in cui Sayer e gli uomini della Sicurezza cercano di bloccare Leonard in piena crisi, accidentalmente Williams colpì De Niro al naso, rompendoglielo: il collega la prese con filosofia, spiegandogli che glielo avevano rotto nell'altro senso, e così glielo aveva raddrizzato. La roccia sulla quale Leonard sta in piedi sull'acqua, si chiama "Killy Rock", ed è a Edgewater Park, una località nel Bronx. Prima della fine della storia, Sayer vince finalmente la sua timidezza, accettando di uscire con l'infermiera Eleanor: in realtà, come scrisse nella propria autobiografia, "On the move", uscita nel 2015, Sacks ammise di essere molto timido, ma anche di essere sempre stato gay. Nel film Sayer cura Leonard in coma dandogli un farmaco chiamato Levadopa: per amara ironia della sorte, Robin Williams si curò con tale medicina, quando arrivarono i primi sintomi del Parkinson, prima della sua morte nel 2014. L'attore aveva citato più volte questo lungometraggio come uno dei suoi favoriti, tra quelli in cui aveva recitato. Le riprese durarono dall'Ottobre 1989 al Febbraio 1990.  Incassò 52 milioni solo in terra americana, riscuotendo grande successo anche all'estero. Ebbe tre nominations agli Oscar, per il miglior film, miglior attore protagonista (De Niro), migliore sceneggiatura non originale. Ai Golden Globes fu una la candidatura, per il miglior attore protagonista categoria drammatici, andata a Robin Williams. 

martedì 24 ottobre 2017

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UN SOGNO LUNGO UN GIORNO
( One from the heart, USA 1981)
DI FRANCIS COPPOLA
MUSICALE
A FRANCIS FORD COPPOLA, che per firmare questo suo film rinunciò alla parte centrale del suo nome, l'ispirazione per "UN SOGNO LUNGO UN GIORNO" provenne da un insieme di cose: i musical degli anni 40 e 50, le commedie musicali dirette da egli stesso al college e gli show a Broadway visti nella propria adolescenza, e gli show televisivi delle due decadi sopra indicate, soprattutto quelli diretti da JOHN FRANKENHEIMER. Già nel 1968, Coppola aveva diretto un musical, "SULLE ALI DELL'ARCOBALENO". Invece di girare per strade e in ambientazioni reali, Coppola volle effettuare le riprese su set molto costosi, per evidenziare l'artificialità dell'atmosfera del film: venne ricostruito l'aeroporto McCarran, di Los Angeles, nella fattispecie una pista e un aereo, costruito con i resti di un altro velivolo caduto, per girare la penultima scena della pellicola. I set occuparono quasi del tutto gli allora appena ultimati Zoetrope Studios, di proprietà dello stesso Coppola: fu il primo e unico lavoro del director realizzato nei propri studios. Benchè sia ambientato interamente a Las Vegas, è quasi tutto girato in studio, eccetto per le scene al casinò "Las Vegas Junkyard". Lo scenografo DEAN TAVOULARIS ammise, dopo aver ultimato il lungometraggio, che percepiva i set come "una trappola per morire bruciati", data l'alta potenzialità di materiale infiammabile presente negli Zoetrope. Nel film appaiono i genitori del regista, CARMINE e ITALIA COPPOLA, come una coppia in un ascensore. Solo uno dei personaggi canta, effettivamente, ed è interpretato da NASTASSJA KINSKI: gli altri danzano le numerose canzoni che compongono la colonna sonora. Nel film debuttò REBECCA DE MORNAY, che appare brevemente nei panni di un'attrice sostitutiva: all'epoca, nonostante la differenza d'età piuttosto consistente, la De Mornay aveva una relazione con HARRY DEAN STANTON, che durò un paio d'anni. Fu anche l'esordio, come compositore di colonne sonore, per TOM WAITS. E' stato uno dei quattro film girati insieme da Coppola e FREDERIC FORREST: gli altri tre sono "LA CONVERSAZIONE", "APOCALYPSE NOW", "TUCKER:UN UOMO E IL SUO SOGNO", e va aggiunta l'interpretazione dell'attore in "HAMMETT-INDAGINE A CHINATOWN" di WIM WENDERS, ma prodotto sempre dal regista de "IL PADRINO". Sempre uno sperimentatore nell'anima, Coppola, lavorando a questa pellicola, tra i primi registi al mondo a usare monitor direttamente sul set, playback istantaneo, e utilizzò centraline e video per montare, via via, il girato, dando vita a un "work in progress" perpetuo. Gli sproporzionati costi del film portarono Francis Ford Coppola alla bancarotta: originariamente, questo progetto era stato concepito come un lavoro "piccolo", viste le vicissitudini della lavorazione di "Apocalypse now". Invece, da un budget di 2 milioni di dollari, ben presto i costi volarono a 26 milioni. Le riprese durarono dal Febbraio all'Aprile 1981. Come ebbe a dichiarare una ventina di anni più tardi Coppola, tutti i lungometraggi girati di seguito, servirono a pagare la montagna di debiti causata da "Un sogno lungo un giorno". All'uscita, il film conobbe stroncature unanimi dalla critica statunitense: come disse in interviste successive, Coppola aveva già la sensazione che questo suo lavoro non sarebbe piaciuto ai recensori. Insieme a "I CANCELLI DEL CIELO" di MICHAEL CIMINO, è considerato uno dei flop d'autore più straordinari usciti negli anni Ottanta: in USA non arrivò ad incassare un milione di dollari. La colonna sonora ottenne comunque una candidatura agli Oscar. Fin da metà anni Ottanta, la rivalutazione critica di un film ambizioso, visivamente potente e sfortunato, lo ha proiettato in zona cult-movie.