domenica 10 gennaio 2016


ROCKY IV ( Rocky IV, USA 1985)
DI SYLVESTER STALLONE
DRAMMATICO
La stesura della sceneggiatura di "ROCKY IV" fu al centro di una contesa per copyright rimasta celebre, Anderson contro Stallone. TIMOTHY ANDERSON sviluppò un soggetto per proporlo come script per il quarto capitolo della storia del pugile di Philadelphia creato da SYLVESTER STALLONE.  Dopo che la United Artists fece sapere di non essere interessata al suo copione, e che non l'avrebbe acquistato per usarlo come sceneggiatura, Anderson fece causa perchè riteneva che la storia che costituì la base per il film, Rocky contro un pugile sovietico, fosse troppo simile a quello che aveva scritto lui. La corte gli dette torto, in quanto Anderson aveva usato personaggi creati da Stallone e protetti da copyright, e quindi egli non poteva utilizzarli in quanto non autorizzato dal loro creatore. In versioni precedenti dello script, che non avevano soddisfatto nè Sylvester Stallone, nè i produttori IRWIN WINKLER e ROBERT CHARTOFF, MR.T avrebbe dovuto riprendere il ruolo di Clubber Lang per avere una rivincita contro Rocky, ma probabilmente il rischio di ripetere la storia di "ROCKY II" fece abbozzare il copione. Per trovare l'attore che avrebbe impersonato il rivale di Rocky questa volta, il sovietico Ivan Drago, furono testati in 8000. DOLPH LUNDGREN, che prima di questa pellicola, era apparso in "007-BERSAGLIO MOBILE" e compariva nelle riviste di gossip come fidanzato della cantante GRACE JONES, ci mise sei mesi, ma riuscì  finalmente ad incontrare di persona Sylvester Stallone: ad un primo provino, l'attore e atleta svedese si sentì dire dal personale del casting della produzione che era troppo alto, e quando incontrò la star e regista del film, questi gli disse che aveva buone possibilità per essere ingaggiato, se avesse messo su una decina di kili di muscoli. Sembra che tra Lundgren e CARL WEATHERS ci fosse un'antipatia reciproca, e che durante le riprese del match tra Apollo Creed e Ivan Drago, i due ebbero un alterco, e lo svedese spinse l'altro nell'altro angolo del ring, causando l'abbandono della lavorazione da parte di Weathers, che prese a male parole Lundgren. Il quale minacciò di andarsene definitivamente, e per quattro giorni la lavorazione si bloccò: solo l'intervento deciso di Stallone riuscì a costringere i due a riprendere le riprese del match, sul compromesso che Weathers avrebbe avuto più pazienza, e Lundgren avrebbe abbassato la sua aggressività. Per aumentare la resa e la verosimiglianza della pellicola, Stallone propose a Lundgren di colpirsi fisicamente in maniera concreta. Dopo tre riprese in cui Rocky prendeva pugni nel torace, Sylvester Stallone avvertì un forte bruciore al petto, ma non gli dette peso, per finire il lavoro di quel giorno. Nella notte, ebbe difficoltà respiratorie, e venne portato al pronto soccorso più vicino, ove venne visitato, scoprendo che aveva una pressione sanguigna massima oltre 200. Venne così trasportato dal Canada, in cui si stava girando la parte del lungometraggio ambientata in Russia, a Santa Monica, in cui sarebbe stato sotto osservazione in terapia intensiva in ospedale per quattro giorni. Era successo che per un colpo troppo forte ricevuto, il cuore di Stallone aveva battuto contro lo sterno, e si era gonfiato, limitando l'afflusso di sangue e riducendo l'ossigeno per tutto il corpo. Questo buttò giù di morale l'attore e regista, che però, incontrando nell'ospedale bambini con gravi malattie, si sentì in colpa e si dette da fare per farli divertire. Parte dei dialoghi di Ludmila Drago, interpretata da BRIGITTE NIELSEN, erano assegnati nello script all'allenatore del boxeur sovietico, Nikolj Koloff, impersonato da MICHAEL PATAKI: Sylvester Stallone incluse all'ultimo momento il personaggio della moglie del pugile avversario per dare una parte alla Nielsen, che sposò poco dopo. Nella scena in cui Apollo Creed viene colpito a morte da Drago, Carl Weathers si buttò a faccia in giù e fu così bravo a tremare convulsamente, da far credere ai membri della troupe che si fosse realmente fatto male. Nella realtà, i pugili dell'URSS non potevano gareggiare con colleghi professionisti durante la Guerra Fredda. Secondo Stallone, dopo lo scontro con Balboa, Ivan Drago sarebbe caduto in disgrazia, e divenuto dipendente da alcool e steroidi, prima di giungere al suicidio. Dolph Lundgren constatò che i precedenti avversari di Rocky Balboa, nei tre film venuti prima, avevano personalità molto forti e prevaricanti: decise quindi di fare di Drago più che altro una presenza minacciosa, che accettava, senza colpo ferire, disciplina e trucchi, facendolo muovere o cambiare espressione il meno possibile. Stallone apprezzò questa proposta, dando poche battute di dialogo al rivale, nella pellicola, e inquadrando più possibile il suo sguardo.  Nella versione italiana, prima di cominciare un round, Drago dice a Rocky "Io ti spiezzo in due", una versione esagerata dell'accento russo, mentre nell'originale era "I must break you" ("Devo spezzarti"): la frase divenne un tormentone in Italia. La frase "Becca quello di mezzo", che Duke, il trainer interpretato da TONY BURTON, dà a Rocky sul ring viene da un fatto reale, nella boxe: nel 1933, nel match Max Baer-Max Schmeling, il primo, colpito duramente, disse al suo allenatore che vedeva tre avversari davanti a sè, ed il consiglio che l'allenatore gli dette, fu proprio quello. Se si osserva attentamente la sequenza che apre la pellicola, che è l'unica della serie che non si apre sul nome di Rocky ed il numero dell'episodio, si vedrà che dei due guantoni, riproducenti uno i colori della bandiera USA e l'altro la bandiera sovietica, quello dell'URSS prima di scontrarsi con l'altro si spacca in due e cade. Le scene degli allenamenti in Russia vennero girate nel Wyoming, la fattoria che ospita Rocky ed il suo staff a Jackson Hole, e molti degli esterni sulla neve nel Grand Teton National Park. Il combattimento venne invece filmato all'Agrodome ad Hastings Park a Vancouver, nella Columbia Britannica. Il match tra Apollo Creed e Ivan Drago, invece, venne girato all'MGM Grand Hotel-Casinò, a Las Vegas. Tony Burton, in una scena, batte agli scacchi un sovietico: è un riferimento al fatto che, durante la lavorazione di "SHINING", l'attore si rivelò uno scacchista provetto, battendo un giocatore di alto calibro come STANLEY KUBRICK. Il leader sovietico è volutamente somigliante all'allora segretario del PCUS, Mikhail Gorbaciov: venne interpretato da DAVID LLOYD AUSTIN, che spesso dette volto a personaggi provenienti dall'URSS. Il robot regalato a Paulie fu creato dalla International Robotics, un'azienda specializzata di New York: Sylvester Stallone, come rivelò in un'intervista, aveva visto l'automa ad un party e ne era rimasto affascinato, al punto da volerlo inserire in un suo film. Per la prima volta ed unica volta, BILL CONTI non musicò un film della serie: impegnato a comporre le colonne sonore del primo e secondo "THE KARATE KID", dovette declinare l'offerta di Stallone, e il lavoro venne assegnato a VINCE DI COLA. E' il primo capitolo della saga di Rocky in cui non si sente la canzone-tema "Gonna fly now", seppure alcune note siano trasposte nelle composizioni di Vince Di Cola. Anche in "ROCKY V" si sente solo in versione strumentale, e per poco; il tema ritornerà nel sesto film della serie, "ROCKY BALBOA". La canzone "Living in America" riportò JAMES BROWN per la prima volta dopo dieci anni in testa alla classifica, per l'ultima volta nella sua carriera. Gli esperti dichiararono che questo è stato uno dei pochi film a sfondo pugilistico in cui i suoni dei pugni sono resi con realismo e gli allenamenti verosimili.Con 94 minuti di durata, il più breve capitolo della saga. Invece, la prima versione montata da Sylvester Stallone durava un'ora in più. Le riprese si svolsero tra l'Aprile ed il Luglio del 1985.  "Rocky IV" è stato il capitolo di maggior successo della saga, arrivando ad incassare circa 300 milioni di dollari worldwide. Era costato 30 milioni, ne incassò 31 nel primo weekend di programmazione, totalizzandone 127 sul solo mercato statunitense. L'enorme favore di pubblico arriso al lungometraggio, invogliò Sylvester Stallone a pensare ad un successivo film della serie, in cui si seguivano parallelamente le vite di Rocky e Ivan Drago dopo l'incontro: cambiò idea riflettendo sui danni subiti da entrambi i pugili, e progettò il quinto capitolo sui rischi della boxe. Lasciò però la regia del numero cinque a JOHN G.AVILDSEN, che aveva diretto il primo episodio, riprendendo posto anche dietro la macchina da presa nel sesto film. 

Nessun commento:

Posta un commento