L'UOMO CHE UCCISE LIBERTY VALANCE
( The man who shot Liberty Valance, USA 1962)
DI JOHN FORD
WESTERN
JOHN WAYNE stava girando "I COMANCEROS" all'inizio dell'Estate del 1961, quando cominciarono ad arrivargli pagine del copione del nuovo progetto di JOHN FORD, che lo voleva come co-protagonista: i tempi erano stretti, perchè Ford aveva intenzione di cominciare la lavorazione alla fine dell'Estate. La nota sul copione pervenuto all'attore lo rassicurava circa il fatto che le riprese sarebbero avvenute sullo stesso posto, e che "seriamente, abbiamo una grande sceneggiatura, nella mia burbera opinione". JAMES STEWART, che sarebbe stato l'altro protagonista della pellicola, apprezzava davvero Ford, e fu entusiasta di tornare a farsi dirigere da lui, in particolare perchè l'ultima volta che era accaduto, in "CAVALCARONO INSIEME", Stewart non aveva amato il film, perchè aveva interpretato un personaggio negativo, e si esaltò alla prospettiva di impersonare un idealista e un personaggio di valori concreti. Fu John Wayne a suggerire alla produzione LEE MARVIN per il ruolo del villain Liberty Valance, dopo aver lavorato con lui ne "I Comanceros". WOODY STRODE realizzò di persona, senza controfigura, le proprie scene d'azione, in parte perchè era un ex-atleta, e in parte perchè non si trovava facilmente uno stuntman di colore della stazza di Strode. Quando girarono la sequenza in cui Pompey si lancia nella casa di Doniphon, da questi data alle fiamme e lo recupera, Strode appunto, che interpretò Pompey, non volle controfigura, e Wayne invece la aveva, al che Ford lo schernì, sottolineando che il nero era anche più vecchio, stuzzicando l'orgoglio dell'interprete di "OMBRE ROSSE", che allora rifiutò la controfigura. A sentire Strode, John Wayne accusò molto l'atteggiamento irridente di John Ford, e, mentre giravano una scena di inseguimento a cavallo, Wayne perse il controllo dell'animale che cavalcava, al che il collega nero intervenne per dargli man forte, avendo in tutta risposta un pugno. Quando i cavalli si fermarono, Wayne voleva ingaggiare una scazzotata con Strode, e si fermò quando Ford gridò "Non lo colpire, Woody, abbiamo bisogno di lui": rimase molto offeso da questo, e più tardi avvicinò Strode dicendogli "Dobbiamo lavorare insieme, essere professionali.". Anni dopo, intervistato, Strode deprecò l'atteggiamento di sfida di Ford verso Wayne, lamentando che era stato un set miserando. C'era anche chi, nella troupe, giustificava l'accanimento preso da Ford verso Wayne per l'avanzata età del regista e per la sua sempre più evidente insofferenza per la lentezza delle riprese, e dei tempi tra un ciak e l'altro: altre teorie dicevano che Ford covasse una sorta di rancore verso la star, perchè aveva girato senza essere accreditato alcune sequenze di "LA BATTAGLIA DI ALAMO", e l'amico Wayne non gli era parso abbastanza grato per il favore. Una volta, Wayne dette un consiglio su come girare una breve scena al regista, e questi proruppe in una violenta esclamazione, "Gesù Cristo, ti faccio girare grandi film, e tu mi dai questi stupidi consigli!"... Girando la scena in cui James Stewart si lanciava sulla diligenza, l'attore fu preso da dubbi, e a quel punto John Ford si mise a dirgli all'orecchio "Non sei un vigliacco! Non sei un vigliacco!", e così Stewart si convinse a girare. Wayne, in una intervista, ammise che era stata una lavorazione non semplice per lui: mentre gli altri personaggi erano definiti chiaramente, egli vedeva il suo come puramente funzionale al racconto ("Dovevo vagare in giro impersonando questo figlio di puttana, e cercare di farne un personaggio"), e quando l'intervistatore gli sottolineò che era invece un personaggio carico di ambiguità, la star ribattè "Al diavolo l'ambiguità! Perversione e corruzione si mascherano da ambiguità. Non mi piace l'ambiguità.". O. Z. WHITEHEAD, che impersonò un adolescente, era in realtà un cinquantenne: DENVER PYLE, che interpretava suo padre, era di nove anni più giovane. KEN MURRAY ricordò che vedeva John Ford come un orco, e che fu una lavorazione spaventosa. Ford fu, per questa pellicola, molto parco di ciak, girando il necessario, stando molto attento a non sprecare tempo, anche perchè riteneva che gli attori si stancassero e perdessero di spontaneità nel girare più volte la stessa scena; anche scritturare spesso attori già conosciuti, era perchè sapeva cosa aspettarsi da loro, e poter contare sul loro slancio interpretativo. A dispetto di quanti raccontarono di un atteggiamento burbero o quanto meno strafottente da parte del regista, EDMUND O'BRIEN narrò che Ford sul set era entusiasta come non mai, arrivava positivo, e questo non era consueto per lui; inoltre rivelò che l'energia di Ford era trasmessa a tutti coloro che lavoravano al film. Comunque sia, colui che ebbe vita più facile sul set fu Lee Marvin: Ford lo prese in simpatia, non solo perchè aveva prestato servizio durante la II Guerra Mondiale come marine, ma anche per la sua spontaneità di persona. Ai tempi delle riprese, John Wayne aveva già il cancro ai polmoni, che gli fu diagnosticato nel 1964. Lo script segue piuttosto pedissequamente il racconto di DOROTHY M. JOHNSON, eccetto che per una cosa: sulla pagina, Doniphon è in pratica un mentore per Ranse Stoddard, mentre nel film si disinteressa della carriera politica dell'altro. Alcune delle scene iniziali, soprattutto quella del ristorante, furono un omaggio a HOWARD HAWKS da parte di Ford. Furono molte le ragioni per cui questo lungometraggio è stato girato in bianco e nero: John Ford in un'intervista dichiarò che era per creare la giusta tensione, ma pare che alla Paramount avessero fatto pressione per ridurre, nel possibile, i costi, il che spiegherebbe anche la scelta di girare l'intero film sul set, in studio; c'era chi diceva che, potendo contare su un altro budget, Ford avrebbe girato nella Monument Valley, ed in Technicolor. C'è da dire anche che ha verosimiglianza la teoria che spiega il bianco e nero perchè sia Wayne che Stewart, per parte della storia, recitano i propri personaggi con trent'anni di meno, e il primo aveva 54 anni, mentre il secondo 51, e il colore avrebbe reso più evidente la vera età degli interpreti. Ford, intervistato, disse che secondo lui girare film in bianco e nero era molto più complesso, e si notava maggiormente se venivano commessi errori: secondo il regista, la vera fotografia era quella senza colori. Comunque, questo fu l'ultimo titolo di John Ford girato in bianco e nero. Fu l'ultima pellicola interpretata da "SNUB" POLLARD, BUDDY ROOSEVELT, STUART HOLMES, BLACKIE WHITEFORD e JACK PERRIN. Oggi questo film è considerato uno dei più grandi western di sempre, ma alla sua uscita non furono pochi i recensori che lo bollarono come un titolo di secondo piano di un regista che era stato grande, ma in disarmo. Erroneamente, viene citato da molti come uno dei film in cui John Wayne muore; in realtà, il suo personaggio è già morto quando il film comincia, ed egli compare solo in lunghi flashbacks. Le riprese si protrassero tra il Settembre ed il Novembre del 1961. Costato 3 milioni e 200,000 dollari, incassò quasi 8 milioni nei soli Stati Uniti. Il film ebbe una nomination per i migliori costumi in bianco e nero. GENE PITNEY incise il brano "The man who shot Liberty Valance", di BURT BACHARACH e HAL DAVID, ma la canzone non venne inserita nel film, per una querelle tra la Paramount e la Famous Music, e anche perchè era considerata troppo moderna per essere accettabile in un film ambientato nel IXX secolo: tuttavia, il pezzo ebbe successo, arrivando fino al quarto posto in hit parade in USA. SERGIO LEONE rivelò che questo era il film di John Ford che preferiva, in quanto "è l'unico film in cui egli mostri di aver imparato qualcosa a proposito del pessimismo".
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