L'AVVENTURA ( I/F, 1960)
DI MICHELANGELO ANTONIONI
DRAMMATICO
MICHELANGELO ANTONIONI intese realizzare il suo film "L'AVVENTURA" sull'instabilità delle emozioni, e concepì il racconto quasi come un'investigazione, a ritroso. Durante le riprese, LEA MASSARI ebbe un attacco cardiaco che la fece stare per due giorni in coma. Infatti, nella scena in cui Anna, il suo personaggio, nuota vicino alla barca fu girata con l'aiuto regista FRANCO INDOVINA in costume da donna e una parrucca. L'isola su cui venne girata la prima parte del film, Lisca Bianca, era rocciosa e inospitale, senza acqua nè corrente elettrica, ed esposta a correnti, spesso battuta dalla pioggia, e durante le riprese ci fu pure una tromba d'aria. Questo accrebbe il senso di disagio degli interpreti. La casa di produzione che allestì il film andò in bancarotta durante la lavorazione, non pagando la troupe e gli attori, e questo causò anche il ritiro della barca su cui si svolgono diverse scene, da parte del proprietario: Antonioni successivamente ne procurò una più grande, ed infatti nel film si può notare che in alcune scene il natante sia più grande e in altre più piccolo.Alcune delle scene d'amore furono censurate, e il regista venne denunciato per oscenità: successivamente la denuncia venne ritirata. Il fatto che di Anna ad un certo punto non si sappia più niente, per Antonioni non era importante, come dichiarò intervistato: a lui interessava che la storia ruotasse attorno a Claudia. Alla prima proiezione al Festival di Venezia, il film venne fischiato così fortemente, che Antonioni e Monica Vitti abbandonarono la sala in cui era stato proiettato. In particolare, la sequenza in cui la protagonista corre lungo un corridoio, reputata troppo tirata per le lunghe dalla platea, fu sommersa di risate e urla dagli spettatori. Tuttavia, alla seconda proiezione l'atteggiamento degli spettatori cambiò, e alla pellicola fu assegnato il Gran Premio Speciale della giuria, aprendo la strada a "L'avventura" per diventare un caposaldo del cinema degli anni Sessanta, e non solo. Neanche due anni dopo la sua uscita, "Sight and Sound" definì questo lungometraggio "secondo solo a QUARTO POTERE nell'importanza, per il cinema". Divenne il primo capitolo della "trilogia dell'incomunicabilità", seguito da "LA NOTTE" e "L'ECLISSE", usciti nei due anni seguenti. Tra i premi vinti dalla pellicola, il Nastro d'Argento per la miglior colonna sonora, e il Golden Globe a Monica Vitti. Ebbe anche la candidatura al BAFTA come miglior lungometraggio dell'anno.
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