lunedì 30 luglio 2018

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ROD TAYLOR  ( Rodney Sturt Taylor, Sydney, New South Wales, AUS, 11/01/30- Beverly Hills, California, USA, 07/01/2015)
Nato negli anni Trenta a Sydney, in Australia, figlio di un costruttore di strutture in acciaio e di una scrittrice di libri per bambini, ROD TAYLOR giunse negli anni Cinquanta negli USA, dopo aver recitato a teatro e alla radio (era stato Tarzan in una trasmissione radiofonica, anche) deciso a fare una carriera cinematografica che l'allora poco produttivo mondo del cinema del suo Paese non gli avrebbe permesso. Cominciò con piccoli ruoli, sempre più consistenti, aiutato anche dalla prestanza fisica che lo impose come un protagonista per film d'azione, avventurosi o western: prese parte a svariati episodi di serie televisive come "STUDIO 57", "SUSPICION", "PLAYHOUSE 90", "AI CONFINI DELLA REALTA'", come "Rodney Taylor" ed in parallelo partecipò in ruoli di contorno a "L'ALBERO DELLA VITA", "IL GIGANTE", "TAVOLE SEPARATE", finchè non gli capitò la grande occasione, impersonando George Wells in "L'UOMO CHE VISSE NEL FUTURO", destinato a diventare un classico della fantascienza di quegli anni. Subito di seguito fornì la voce al capobranco dalmata Pongo ne "LA CARICA DEI 101". Divenuto un attore da nome davanti ai titoli grazie al successo del film di GEORGE PAL, Taylor ebbe il ruolo principale ne "GLI UCCELLI" di ALFRED HITCHCOCK, fu l'interesse sentimentale per JANE FONDA in "UNA DOMENICA A NEW YORK", fu voluto da JOHN FORD come protagonista de "IL MAGNIFICO IRLANDESE". Fu molto apprezzato dalla critica nella parte di un ufficiale tedesco ne "LE ULTIME 36 ORE", e fu presente in titoli come "VIVERE DA VIGLIACCHI, MORIRE DA EROI", "ZABRISKIE POINT", "QUEL MALEDETTO COLPO AL RIO GRANDE EXPRESS". Gli fu proposto, dopo l' "abdicazione" di SEAN CONNERY, di impersonare 007, ma Taylor non si vedeva nei panni dell'agente segreto britannico. Fu preso in considerazione per essere il protagonista de "IL PIANETA DELLE SCIMMIE", ma la produzione valutò più concreto al box-office CHARLTON HESTON, e lo ingaggiò. Gli anni Settanta di Rod Taylor furono caratterizzati da un l ritorno ad una serie di telefilm, "BEARCATS!", ma poi seguirono western e polizieschi poco interessanti. Avrebbe dovuto rivestire il ruolo di Roper in "I 3 DELL'OPERAZIONE DRAGO", ma era troppo alto per condividere diverse scene con BRUCE LEE, e fu invece scritturato JOHN SAXON.  Per molti, l'ultima interpretazione di qualità dell'attore fu nel lungometraggio australiano "THE PICTURE SHOW MAN", uscito nel 1977. Nei primi anni Settanta, Taylor volle salvare il teatro Opera Australia ( all'epoca Australian Opera), con una donazione straordinaria di 250,000 dollari. Rod Taylor è stato sposato per tre volte, ed ha avuto una figlia: ha avuto una breve relazione con ANITA EKBERG. Ormai ritiratosi dal cinema, Taylor si vide offrire da QUENTIN TARANTINO la partecipazione al suo "BASTARDI SENZA GLORIA", interpretando Winston Churchill: sulle prime Rod Taylor suggerì al regista di prendere al suo posto ALBERT FINNEY, ma l'insistenza del cineasta convinse l'attore, all'epoca settantottenne, a tornare sul set. 
COSI' PARLO' ROD TAYLOR:
"Millantare di essere il più duro eroe d'azione non significa niente. Viene un momento in cui sei in cima, e c'è abbondanza di giovani attori che vorrebbero prendere il tuo posto. Le star del cinema d'azione di oggi fanno cose straordinarie. E' per questo che i record olimpici vengono battuti."
"Quando arrivai all'aeroporto di Los Angeles, per essere incontrato da promoters hollywoodiani, si aspettavano un bel tipo, alto oltre un metro e novanta, invece rimasero sorpresi quando scoprirono che ero "solo" un pò più di un metro e ottanta, non un granchè e col naso rotto!"
"Voglio fare film che mostrino l'Australia al mondo. Mi infastidisce di parlare con persone d'oltre oceano che pensavano che il mio Paese non consistesse solo in canguri e lunghe linee telefoniche. Penso di essermi fatto una buona reputazione internazionale, e sono abbastanza fortunato per questo. La voglio usare per dare una mano ai film australiani."

giovedì 26 luglio 2018

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IRON MAN 2 ( Iron Man 2, USA 2010)
DI JON FAVREAU
FANTASTICO/AZIONE
Rispetto al primo "IRON MAN", il regista JON FAVREAU ebbe molti problemi con la pressione che i produttori esecutivi gli mettevano addosso, dovendo riscrivere alcune scene già girate, che essi non avevano apprezzato, soprattutto quel che riguardava la sottotrama riguardante lo S.H.I.E.L.D., per preparare meglio il pubblico alla concatenazione tra i film su supereroi che sarebbero culminati in "THE AVENGERS". Logorato dalle molte discussioni, Favreau declinò in seguito l'offerta di girare il terzo capitolo di questa serie. ROBERT DOWNEY Jr. riprese sei kili di muscoli per rientrare nella parte. DON CHEADLE rimpiazzò TERRENCE HOWARD per il ruolo del colonnello Rhodes, per dissidi tra quest'ultimo e la produzione. In un'intervista, Cheadle rivelò che prima di interessarsi alla versione cinematografica delle avventure dell'eroe Marvel, aveva sempre pensato che Iron Man fosse un robot... MICKEY ROURKE prima disse sì all'offerta di impersonare la principale nemesi del protagonista, poi fu sul punto di far saltare l'accordo per via della paga, di 250.000 dollari che considerava troppo pochi per partecipare a questa pellicola. Per riavere SAMUEL L. JACKSON nel ruolo di Nick Fury, regista e produttori vennero a patti con l'attore, promettendogli più spazio nel film, e la partecipazione ad almeno altri nove titoli Marvel negli anni seguenti. Quando venne girato il primo "Iron Man", la reclutazione di Jackson nel cast venne tenuta segretissima, e quando veniva accompagnato sul set passavano a prenderlo con caravan dai vetri oscurati. Per il ruolo della Vedova Nera, fu vicina a ottenerlo EMILY BLUNT, che però non accettò perchè doveva intraprendere la lavorazione de "I FANTASTICI VIAGGI DI GULLIVER". Per il personaggio furono prese in considerazione JESSICA BIEL, GEMMA ARTERTON, e ANGELINA JOLIE, poi la scelta cadde su SCARLETT JOHANSSON. Scarlett Johansson tinse i propri capelli di rosso, perchè voleva il ruolo di Natasha Romanoff a tutti i costi, inoltre si allenò per le scene d'azione per le sei settimane prima dell'inizio delle riprese, e per tutti i sei mesi della lavorazione. Nei fumetti Justin Hammer è un uomo molto più anziano, fu ringiovanito per la versione cinematografica per farlo diventare un rivale diretto di Tony Stark: SAM ROCKWELL, l'interprete del personaggio, fu in lizza per aggiudicarsi la parte di Stark nel 2008. Prima che il personaggio venisse ringiovanito, si parlava di AL PACINO per dargli volto. Rockwell accettò di partecipare alla pellicola senza leggere neanche la sceneggiatura, per amicizia verso Jon Favreau, con cui aveva recitato in "MADE- Due imbroglioni a New York". Inoltre, Downey jr. consigliò personalmente JUSTIN THEROUX come sceneggiatore, dopo averlo conosciuto sul set di "TROPIC THUNDER". La gran prova fornita in "THE WRESTLER" fu la maggior motivazione per cui, per il ruolo del nemico principale di Iron Man venne scelto Rourke. Mickey Rourke si allenò intensamente per raggiungere una forma fisica come si vede nel film, ma aveva problemi a muoversi con le fruste che il personaggio usa: per superare il problema, Rourke cominciò a portare gradualmente armature sempre più pesanti, per saper poi gestire le attrezzature sugli arti. Inoltre, per darsi il ritmo nel muovere le estensioni, fece mettere a volume alto la canzone "Crazy" di GNARLS BARKLEY. Diverse peculiarità di Whiplash furono idee di Mickey Rourke stesso: ad esempio, il pappagallo e il dente d'oro furono pagati di tasca propria dall'attore. Ivan Vanko, il suo personaggio, aveva tatuato Loki sul collo, ma a riprese ultimate, i produttori pensarono che ciò potesse creare confusione nel pubblico, collegando in modo sbagliato le saghe di Iron Man e Thor, e così il tatuaggio venne rimosso digitalmente. Mickey Rourke si era dedicato al significato dei tatuaggi in Russia, e che potessero voler dire sul corpo di un criminale. Rourke aveva problemi con l'utilizzo del computer: per lui, come rivelò, intervistato, la maggior difficoltà della lavorazione era girare le scene al pc. Per prepararsi meglio all'interpretazione, Rourke visitò un carcere russo, il Butyrka. Secondo l'attore, numerose sequenze che illustravano maggiormente la psicologia di Vanko/Whiplash vennero tagliate al montaggio. Il personaggio è un mix dello Whiplash dei fumetti e della Dinamo Cremisi, altro villain storico nemico del Vendicatore rosso e oro.  La danza che Justin Hammer intraprende prima della presentazione all'Expo fu un'iniziativa di Sam Rockwell, per entrare di più nella psicologia del personaggio. Nel film compare il futuro Spider-Man TOM HOLLAND: è il ragazzino con l'elmo di Iron Man mentre la Hammer attacca l'Expo con i droni.    La frase in latino di Natasha a Tony, "Fallaces sont rerum species" significa "Le apparenze delle cose sono ingannevoli." . SHANE BLACK, sceneggiatore di questo film, e regista del sequel, affermò che la chiave di interpretazione di Tony Stark per Downey jr. era il fisico Robert Hoppeneimer, colui che fu a capo del team che realizzò la bomba atomica: dopo aver assistito alle capacità devastanti della sua invenzione, lo scienziato si autodefinì "L'uomo che avrebbe distrutto il mondo", e cadde in una forte depressione. E' l'unico titolo in cui Stark viene chiamato per intero, e quindi Anthony Stark: così gli si rivolge, per due volte, Hammer.  L'auto guidata alla gara di Monaco da Tony Stark sarebbe dovuta essere del rosso di Iron Man, ma Downey jr. insistette affinchè fosse bianca e blu. Nella sequenza della gara vennero utilizzate sei vere macchine di Formula 1. La Hammer venne situata a Hawthorne, in California, nella Spacex, azienda di proprietà di ELON MUSK. Nel film vengono distrutte due Rolls Royce Phantom identiche. Fu KENNETH BRANAGH a dirigere la sequenza post-titoli di coda che aggancia il film a "THOR". Il musicista JOHN DEBNEY compose lo score per la colonna sonora in soli quattro giorni. Le riprese si conclusero in settantuno giorni. Al film hanno lavorato undici diverse compagnie di effetti speciali visivi. Questo lungometraggio è considerato il capitolo terzo della Fase 1 del Marvel Cinematic Universe. Costato 200 milioni di dollari, ne incassò 312 negli Stati Uniti, ed altri 311 nel resto del mondo, per un totale di 623 milioni nelle sale cinematografiche. 

mercoledì 18 luglio 2018

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L'UOMO CHE SUSSURRAVA AI CAVALLI
 ( The horse whisperer, USA 1998)
DI ROBERT REDFORD
DRAMMATICO
ROBERT REDFORD acquisì i diritti di sfruttamento cinematografico del romanzo "L'UOMO CHE SUSSURRAVA AI CAVALLI" di NICK EVANS prima ancora che venisse pubblicato. E' stato il primo film diretto da Redford, qui alla quinta regia, in cui è stato anche davanti alla macchina da presa: in precedenza aveva svolto funzione di voce narrante per "IN MEZZO SCORRE IL FIUME". Questo lungometraggio venne girato nella medesima area geografica del film del 1992, sopra la Boulder Valley, a sud nel Montana. Per il personaggio di Annie, si era pensato a EMMA THOMPSON, ma poi venne scelta KRISTIN SCOTT-THOMAS, nonostante l'interessamento di SHARON STONE ad avere la parte..  Per il ruolo di Grace, NATALIE PORTMAN rinunciò per prendere parte ad un'edizione de "IL DIARIO DI ANNA FRANK" a Broadway: fu SCARLETT JOHANSSON ad avere la parte. Benchè nei titoli la futura bionda star sia presentata con "introducing", e cioè come esordiente, per lei era il settimo film che girava. Fu il film d'esordio per KATE BOSWORTH: per il suo personaggio, Judith, era richiesta alle interpreti potenziali esperienza come cavallerizza. Fu invece l'ultima pellicola cui partecipò JEANETTE NOLAN, che morì tre settimane dopo l'uscita del lungometraggio nelle sale americane. Alcune scene girate con BETTY BUCKLEY vennero tagliate al montaggio.  Pare che la pratica del "sussurrare ai cavalli", in realtà fosse, da parte di alcune tribù pellerossa, una tecnica che consisteva nel saltare in groppa a cavalli particolarmente ribelli, e per farli smettere di imbizzarrirsi, chi li cavalcava dava morsi sulle orecchie, provocando così l'equivoco da parte di chi osservava, che si parlasse all'animale. Nei titoli di coda viene indicato come consulente un vero "horse whisperer", BUCK BRANNAMAN: su di lui venne girato il documentario "BUCK", nel 2011. Nel romanzo il personaggio di Tom Booker moriva, in pratica quasi suicidandosi cercando di domare un cavallo impazzito, perchè non riesce a gestire la relazione con Annie: nel film, sopravvive, e la relazione si conclude con il ritorno della donna alla sua vita in città. Ebbe una nomination agli Oscar per la miglior canzone, " A soft place to fall". Ai Golden Globes due le candidature, per il miglior film drammatico e per la miglior regia a Robert Redford. Costato 60 milioni di dollari, ne incassò 75 in USA, e altri 111 nel resto del mondo, giungendo a 186 milioni.

domenica 15 luglio 2018

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LA PAZZA STORIA DEL MONDO
( History of the world, Part I, USA 1981)
DI MEL BROOKS
COMICO
Per stessa ammissione di MEL BROOKS, una parte II de "LA PAZZA STORIA DEL MONDO" non era mai stata preventivata: intervistato, disse che eventualmente ci sarebbe stata una parte III o IV, ma mai una seconda. Il "Part I" del titolo originale è uno scherzo per il pubblico. L'ispirazione venne al regista dall'opera "LA STORIA DEL MONDO, PARTE I" di Sir WALTER RALEIGH, che fece in tempo a completare solo la prima parte della sua rilettura della Storia dell'Uomo, prima di venir decapitato dopo la prigionia nella Tower of London. Così come accadde in "MEZZOGIORNO E MEZZO DI FUOCO", RICHARD PRYOR prima accettò di figurare nel cast, poi si sfilò dal progetto adducendo impegni contrattuali già presi con altri produttori: nel film del 1974 fu sostituito da CLEAVON LITTLE, qua da GREGORY HINES. Pryor, prima che le riprese di questo film iniziassero, ebbe un incidente mentre era sotto l'effetto di stupefacenti, bruciandosi seriamente e rimanendo ustionato. Per Hines e MARY-MARGARET HUMES fu il film d'esordio. JOHN HURT volle partecipare a questo film, sia pure nel brevissimo ruolo di Gesù Cristo, perchè veniva da due titoli molto drammatici, e proprio sul set di uno di questi, "THE ELEPHANT MAN", aveva conosciuto Mel Brooks, lì in veste di produttore. JOHN CLEESE rinunciò a presenziare nel cast, nel ruolo del conte De Monet, per altri impegni professionali. Fu l'ultimo film in cui recitò JOHN MYHERS. URSULA ANDRESS rifiutò di comparire nel film. Nel film compaiono due registi celebri: BARRY LEVINSON (all'epoca solo sceneggiatore) è un venditore ad una colonna nell'episodio Romano, PAUL MAZURSKY è un ufficiale Romano nel medesimo segmento. Brooks in questa pellicola riveste cinque ruoli: Mosè, Comicus, Torquemada, Jacques e Re Luigi XVI. Il regista era dubbioso circa i rischi di mettere in burla la Santa Inquisizione: anche su "Ebrei nello spazio", Brooks ricevette diverse lettere di lamentela da parte di più rabbini. Le vestali vergini del palazzo di Cesare dell'episodio dedicato all'impero romano erano in realtà tutte playmates di Playboy; compare anche HUGH HEFNER, fondatore della rivista, fumando una pipa. Brooks rivelò che la scena di Mosè fu un'invenzione dell'ultimo minuto, non prevista nello script originale: mentre girava le scene della Preistoria, osservando la grotta costruita sul set, gli venne l'idea di sfruttare lo stesso scenario, in pratica, per far vedere Mosè alle prese con più tavole dei Comandamenti. La musica in sottofondo nella scena dei Vichinghi è ripresa da "IL MISTERO DELLE DODICI SEDIE", primo lavoro di Mel Brooks, la cui colonna sonora venne composta da JOHN MORRIS. Questa scena sfruttò alcune scenografie utilizzate ne "I VICHINGHI" di RICHARD FLEISCHER. Dei vari episodi, quello ambientato nell'era Romana è il più lungo: 49 minuti di durata. Con undici milioni di costo, in pratica questo lungometraggio aveva il budget dei precedenti tre titoli di Brooks ("ALTA TENSIONE", "L'ULTIMA FOLLIA DI MEL BROOKS" e "FRANKENSTEIN JUNIOR"):fu soprattutto la scena dell'Inquisizione, che da sola costò un milione di dollari, a pesare sul budget. L'incasso sul suolo americano fu di 31 milioni di dollari. In Italia si piazzò all'11° posto della graduatoria degli incassi dell'81/82. 

sabato 7 luglio 2018

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VOGLIO LA TESTA DI GARCIA!
( Bring me the head of Alfredo Garcia, USA 1974)
DI SAM PECKINPAH
NOIR
Durante la lavorazione di "LA BALLATA DI CABLE HOGUE", SAM PECKINPAH, durante una conversazione con FRANK KOWALSKI, sceneggiatore suo amico, sentì quest'ultimo raccontargli di una storia che aveva in mente, si intitolava "Voglio la testa di (un nome a caso)" e l'idea centrale era che il protagonista fosse già morto ad inizio film. Peckinpah rimase affascinato dalla cosa, e cominciò a scrivere un trattamento durante le riprese del film con JASON ROBARDS, e continuò mentre girava "CANE DI PAGLIA" in Inghilterra. Si fece aiutare da GORDON D. TAWSON, e poi portò il progetto, condensato in 25 pagine, al produttore indipendente MARTIN BAUM, che con la sua Optimus Productions aveva accordi per distribuzioni con la United Artists: Baum lesse e apprezzò lo script, che dette il via alla realizzazione. Per il ruolo principale di Bennie, Peckinpah avrebbe voluto JAMES COBURN, ma all'attore non piacque la sceneggiatura, al punto da domandare sorpreso all'amico regista per quale motivo volesse girare un film a suo avviso così sconclusionato. La parte venne offerta a PETER FALK, che era intenzionato ad accettare, ma i tempi non collimavano con i suoi impegni già presi per la serie tv "COLOMBO", e a malincuore dovette desistere: Peckinpah allora dette il ruolo a WARREN OATES, e fu l'ultima volta che i due lavorarono insieme. Per il personaggio, Oates si ispirò nella gestualità a Peckinpah stesso, e chiese di usare i suoi occhiali da sole. Benchè fosse solo al suo secondo ruolo al cinema in lingua inglese, ISELA VEGA fu ampiamente a suo agio sul set, andando avanti con la recitazione delle battute del personaggio non previste nella sceneggiatura, nonostante Peckinpah desse lo stop; nella scena in cui Alita, il suo personaggio, seduce l'uomo che voleva stuprarla, non solo Peckinpah la lasciò fare diversamente da come la scena era prevista, ma addirittura la riscrisse per fargliela girare di nuovo ed allungarla. Per il breve ruolo del motociclista che insidia la donna fu molto vicino ad avere la parte HARRY DEAN STANTON, ma Peckinpah optò poi per KRIS KRISTOFFERSON, con cui aveva già avuto modo di lavorare. Fu un'idea di ROBERT WEBBER quella di connotare il suo personaggio, e quello di GIG YOUNG di un'ambiguità che suggeriva che potessero essere amanti. I due attori vennero inclusi nel film perchè Martin Baum era stato il loro agente. Il salario di Warren Oates fu di 50,000 dollari. Tawson affermò che il forte senso di malinconia e pessimismo che emana dal film fosse in parte dovuto al forte uso di cocaina di Peckinpah, al tempo delle riprese, vizio che gli fu trasmesso da Oates. Sul set le discussioni tra co-sceneggiatore e regista furono numerose e piuttosto forti, facendo sì che i due non avessero più intenzione di girare insieme alcun film. Con l'eccezione di alcuni attori, cast e troupe erano tutti messicani. Peckinpah voleva che il film rendesse la sua idea del Messico, come l'aveva vissuto viaggiandovi e vivendolo: spese molto tempo alla ricerca del bar che fosse adatto come base di Bennie. Pare che il fagotto che Bennie si porta in giro con la testa di Alfredo Garcia fosse ripieno di ritagli di carne, e questo spiegherebbe la presenza di tante mosche attorno all'improvvisata borsa. La macchina di Bennie era una Chevy Impala convertibile del 1962. Nel film muoiono 24 persone.  La lavorazione del lungometraggio iniziò a Settembre 1973, e in quel periodo il regista rilasciò un'intervista a "Variety" in cui dichiarava che per lui Hollywood era il passato, e girare in Messico gli dava molta più libertà di lavorare a modo suo. Ciò causò un boicottaggio da parte della Motion Picture and Televisions Union, nonostante il parziale ritrattare l'intervista di Peckinpah. E' stato l'unico film di Sam Peckinpah sul quale il regista ha avuto il "final cut": tutti gli altri suoi lavori sono stati ritoccati dai produttori. In Svezia, Germania e Argentina fu proibita la distribuzione della pellicola. Il film fu stroncato da quasi tutta la critica americana: ROGER EBERT fu uno dei pochissimi a difendere l'opera. 

domenica 1 luglio 2018

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LA SPADA NELLA ROCCIA ( The sword in the stone, USA 1963)
DI WOLFGANG REITHERMAN.
ANIMAZIONE/FANTASTICO/AVVENTURA
"LA SPADA NELLA ROCCIA" fu l'ultimo film d'animazione prodotto totalmente da WALT DISNEY, che morì durante la lavorazione de "IL LIBRO DELLA GIUNGLA": benchè non ne fosse al corrente, Disney stesso fu il modello cui si ispirò il disegnatore BILL PEET quando creò il suo Mago Merlino. Peet vedeva il tycoon come polemico, irascibile, ma anche giocoso e molto intelligente: a Merlino dette anche il naso di Walt Disney. Fu la seconda volta in cui Disney funse da modello per un personaggio dai poteri magici: infatti, venne preso a modello anche per creare lo stregone in "FANTASIA", che infatti si chiama Yensid, in pratica il cognome del produttore al contrario. Fu l'ultimo film cui lavorò Bill Peet con la Disney: aveva dato un apporto anche a "Il libro della giungla", ma i rapporti con Walt Disney peggiorarono, e il producer gettò via il suo operato, senza includerlo nel film tratto da RUDYARD KIPLING, e Peet abbandonò lo studio. Per la prima volta, un film animato della Disney Productions fu affidato ad un solo regista, WOLFGANG REITHERMAN, veterano dello studio, che avrebbe continuato a dirigere titoli della Disney fino ai primi anni Ottanta. Merlino dice a Semola che "una volta che uno scoiattolo femmina sceglie il proprio compagno, è per sempre!", ma non è esatto: infatti, quando si accoppiano, gli scoiattoli passano due notti insieme, e questo accade circa un paio di volte all'anno. Successivamente, il maschio abbandona la tana della femmina e non si occupa più nè di lei, nè della prole che nascerà.  E' stato il primo titolo a contenere canzoni di RICHARD B.  e ROBERT B. SHERMAN, che avrebbero realizzato numerose colonne sonore celebri per la Disney: le canzoni più famose sono state quelle scritte per "MARY POPPINS". A parte il prologo, la spada del titolo non appare che 71 minuti dopo l'inizio del film. Alcuni elementi del precedente "LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO" furono riciclati in questo film: quelli che saltano di più all'occhio sono il gufo della scena nella foresta, che ispirò qui Anacleto, e il drago in cui si trasforma Maga Magò (Madame Mim nella versione originale), molto simile a quello in cui Malefica si evolve. Il tetto della casa di Maga Magò fu disegnato per richiamare graficamente un cappello da strega. Lo scontro tra Merlino e Maga Magò venne definita da animatori professionisti, come una delle più belle e riuscite scene d'animazione mai realizzate, soprattutto fino alla metà degli anni Sessanta. Ad oggi, l'unica produzione Disney degli anni Sessanta che non ha avuto un sequel, nè una versione "live action", o un'edizione DVD Platinum. Costato 3 milioni di dollari,  incassò 22 milioni solo in USA, alla sua prima uscita. Ottenne una nomination agli Oscar per le migliori musiche.