domenica 17 dicembre 2017

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TONY CURTIS (Bernard Herschel Schwartz, New York, USA 03/06/25- Henderson, Nevada, USA, 29/09/2010)
Da una coppia di immigrati ebrei ungheresi, nacquero tre figli di cui il più grande era TONY CURTIS, nato appunto Bernard Herschel Schwartz: cresciuto in povertà, il piccolo futuro divo del cinema imparò presto che avrebbe dovuto basarsi molto su se stesso per spuntarla. Solo il padre lavorava, in famiglia, e il denaro era poco: i genitori, viste le condizioni in cui la famiglia versava, affidò i due ragazzi più grandi ad un orfanatrofio, convinti che lo Stato americano avrebbe potuto crescerli meglio. Settimane dopo, probabilmente pentitisi della loro scelta, i genitori andarono a reclamare indietro i due ragazzini ( era il 1935), ma questo creò una frattura tra il piccolo Bernard e la sua famiglia, benchè fosse legatissimo al fratellino Julius. E proprio una tragedia che colpì il fratello, segnò il ragazzo: un camion investì e uccise Julius. Nel 1942, Bernard si arruolò in marina per guadagnare bene, e sfuggire ai tanti problemi familiari, servendo per due anni sul sommergibile USS Proteus: con il congedo, nel 1945, potè iscriversi gratuitamente ad una scuola di recitazione, e, conseguentemente, sostenere un provino per la New York Dramatic Workshop, venendo scritturato. Dopo essere apparso in ruoli secondari in rappresentazioni teatrali, conobbe JOYCE SELZNICK, nipote del famosissimo produttore DAVID O. SELZNICK, che era un'agente teatrale.  Presentato al tycoon, che gli suggerì di cambiare nome, e fu scelto "Tony Curtis", preso dal romanzo ""Avorio nero". Con questo nuovo appellativo, iniziò ad apparire in piccole parti in  produzioni a basso costo, e il primo ruolo di un certo peso, in un film di discreta importanza, sebbene brevissimo, fu in "DOPPIO GIOCO", nel 1949, in cui faceva ingelosire BURT LANCASTER ballando con YVONNE DE CARLO. Nello stesso anno impersonò uno dei membri di una gang in "MALERBA". L'anno seguente colpì' la sua performance in "SIERRA", e, finalmente, in "WINCHESTER '73" ebbe l'occasione per imporre la propria presenza, anche se in una parte relativamente piccola, comparendo accanto ad una star importante come JAMES STEWART. Negli anni seguenti, la carriera di Curtis crebbe, via via cercando soggetti di pellicole spesso impegnate, non solo destinate a ottimi incassi. Tra i primi grandi successi personali, gli avventurosi "IL MAGO HOUDINI", "IL FIGLIO DI ALì BABA'", "LO SCUDO DEI FALWORTH", "I VICHINGHI", e i drammi "TRAPEZIO", "PIOMBO ROVENTE". Infranse, ad esempio, un tabù hollywoodiano dividendo i nomi in vista sui manifesti e sui titoli con un attore afroamericano, SIDNEY POITIER, per "LA PARETE DI FANGO".  L'attore dichiarò in alcune interviste che la madre era stata spesso violenta, e il padre passivo e incapace di difenderlo. ELVIS PRESLEY copiò la sua acconciatura dopo averlo visto sullo schermo. Ha sempre avuto poca simpatia per aerei e voli di ogni tipo. E' stato un attivissimo promotore di campagne anti-fumo, e i colleghi MICHAEL CAINE e ROGER MOORE hanno rivelato che ha avuto una funzione molto importante nella loro decisione di abbandonare le sigarette, anche se non hanno mai smesso di fumare i sigari. Ha sviluppato una passione per dipingere quadri giudicati di buon livello, spesso venduti per cifre non indifferenti, e alcuni dei quali sono esposti permanentemente al museo di arte moderna a New York . Ammise che, forse, aveva avuto una sorta di dipendenza dal sesso, e che aveva avuto una relazione con una non ancor celebre MARILYN MONROE, poi reincontrata sul set di "A QUALCUNO PIACE CALDO". Con Roger Moore interpretò una serie molto apprezzata ma che ebbe relativo successo come "THE PERSUADERS-ATTENTI A QUEI DUE", divenuta poi di culto. Accettò di buon grado di essere messo in secondo piano sui manifesti e nei titoli di "SPARTACUS", rispetto a KIRK DOUGLAS, con cui aveva un buon rapporto. Avrebbe voluto il ruolo di Paul Varjack in "COLAZIONE DA TIFFANY", ma BLAKE EDWARDS, pur apprezzandolo e prendendolo in considerazione, fece scritturare per la parte GEORGE PEPPARD.  Appare nella copertina di "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" dei BEATLES. Il suo film preferito era "GUNGA DIN" e la sua star preferita CARY GRANT, con cui lavorò in "OPERAZIONE SOTTOVESTE". Quando CHARLTON HESTON non accettò di prendere parte a "LA GRANDE CORSA", preferendo girare "IL TORMENTO E L'ESTASI", Curtis fu abile ad accapparrarsi il ruolo. Per interpretare il killer Albert De Salvo ne "LO STRANGOLATORE DI BOSTON", studiò accuratamente l'accento di Boston, che gli risultava piuttosto ostico da adottare. Amava suonare il flauto per rilassarsi e per piacere personale. Negli anni 80 andò in un centro riabilitazione per dipendenza dalla cocaina. E' stato sposato sei volte, di cui la prima con JANET LEIGH, e ha avuto in tutto sei figli, più due adottati, tra i quali le attrici JAMIE LEE CURTIS e KELLY CURTIS: uno dei figli, Nicholas, è morto per overdose nel 1994. Per sua stessa ammissione, non ha avuto un rapporto forte con i figli, al punto da lasciar loro quasi niente del proprio patrimonio, destinando quasi per intero l'eredità alla sesta moglie, Jill Vanderberg Curtis, di 42 anni più giovane. Fu amico per tutta la vita di JULIE ADAMS e PIPER LAURIE. Nonostante sia sempre stato un liberal, e abbia sostenuto pubblicamente candidati democratici alla presidenza come Lyndon Johnson e Jimmy Carter, assieme a ERNEST BORGNINE dichiarò che non avrebbe mai guardato "I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN". Rischiò di morire di polmonite nel Natale 2006. Si spense nel 2010 per un arresto cardiopolmonare. 
COSI' PARLO' TONY CURTIS:
"Qui, in America, devi morire prima che qualcuno dica qualcosa di carino di te."
"Dipingere è la cosa più significativa che io abbia mai fatto."
"Baciare Marilyn era come baciare Hitler. Smise di essere divertente, era andata fuori registro. Fu tremendo, era come se mi soffocasse."
"Girare "A qualcuno..." fu perfetto: grandi dialoghi, recitazione vivace. BILLY WILDER fu brillante, e io e JACK LEMMON ci siamo divertiti insieme: anche se venivamo da ambienti diversi, lui educato a Harvard, colto e urbano. Ci compensavamo benissimo."

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