venerdì 29 dicembre 2017

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BEVERLY HILLS COP II- Un piedipiatti a Beverly Hills II ( Beverly Hills Cop II, USA 1987)
DI TONY SCOTT
AZIONE/COMMEDIA
Dopo il clamoroso successo arriso a "BEVERLY HILLS COP", progetto rimandato più volte finchè non si pensò di tramutarlo da thriller d'azione a un misto di commedia e action, la Paramount intendeva farne una serie tv, ma EDDIE MURPHY fece sapere che non intendeva riprendere il personaggio di Axel Foley se doveva interpretarlo per la televisione: fu così che allora si pensò a dare un seguito al cinema alle avventure del poliziotto di Detroit che nel quartiere-bene di Los Angeles crea scompiglio. Uno degli abbozzi per la sceneggiatura di questo sequel era la ricomposizione del trio Foley/Taggart/Rosewood ad indagare su un caso che li avrebbe portati poi fino a Scotland Yard. In un'altra delle prime versioni dello script, Foley si infiltrava in un'organizzazione di vigilantes in affitto, che serviva da paravento ad un uomo d'affari, in realtà un malavitoso. Alla regia venne chiamato TONY SCOTT, dopo il grande successo di "TOP GUN". Nella visione del regista inglese, questo sequel avrebbe dovuto risultare una miscela del primo film e "48 ORE". Fu offerto a BRONSON PINCHOT di tornare ad interpretare Serge, il curatore della galleria d'arte, ma l'attore era impegnato nella sitcom "BALKI E LARRY- DUE PERFETTI AMERICANI". Il personaggio sarebbe tornato nel terzo capitolo. Nel film compare per la prima volta sullo schermo CHRIS ROCK, nella scena alla Playboy Mansion: è la prima pellicola in assoluto ad esser girata nell'iconico luogo. Tony Scott avrebbe voluto HANS ZIMMER come autore della colonna sonora, allora praticamente sconosciuto a Hollywood: infatti, la Paramount fece pressione perchè voleva un nome più celebre, e così tornò HAROLD FALTERMEYER. Nella scena nell'appartamento di Billy, quando questi e Axel si mettono a cantare il tema de "Il gioco delle coppie", fu un'improvvisazione di Eddie Murphy e JUDGE REINHOLDS. Durante la lavorazione Tony Scott e BRIGITTE NIELSEN ebbero una relazione. Il nome del cattivo, Maxwell Dent, è una combinazione di due pseudonimi di autori di fumetti degli anni Trenta: infatti il riferimento è a MAXWELL GRANT (Walter Gibson), autore di "The Shadow" e LESTER DENT (Kenneth Robeson) autore di "Doc Savage". E' l'unico film della trilogia in cui Axel Foley non viene colpito durante la sparatoria finale. Con un'ora e 42 minuti di durata, è il più breve dei tre episodi della serie. Costò 28 milioni di dollari, e in USA incassò 153 milioni, che, sommati ai 146 incassati nel resto del mondo, giunse a 300 milioni totali. Da anni si parla di un quarto episodio, che però viene puntualmente rimandato.

giovedì 28 dicembre 2017

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TELEFON ( Telefon, USA 1977)
DI DON SIEGEL
THRILLER
"TELEFON" è l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di WALTER WAGER, pubblicato nel 1975: "telefon" è come si dice "telefono" in russo. Il film avrebbe dovuto essere diretto da PETER HYAMS, che ne co-scrisse la sceneggiatura: dopo alcuni dissidi con i produttori, Hyams lasciò il film e venne rimpiazzato da DON SIEGEL. Siegel diresse il film, anche se in un'intervista successiva dichiarò che aveva trovato la sceneggiatura "impossibile da credere, quasi surreale". Per il ruolo principale, del maggiore sovietico Borzov, venne ingaggiato CHARLES BRONSON, cinquantacinquenne all'epoca delle riprese, che ricevette 1 milione e mezzo di dollari come compenso. Il regista disse alla star che avrebbe voluto che si radesse i baffi per la parte, ma Bronson gli rispose categoricamente "No ai baffi, no a Bronson", minacciando di lasciare la lavorazione. Secondo Siegel, facendo apparire Bronson baffuto nelle scene ambientate in URSS e senza baffi nel resto del film, si sarebbe sottolineato maggiormente il disagio del personaggio in un paese straniero, e per di più "nemico", ma l'attore fu irremovibile. Così come quando, nella scena dell'aeroporto, la sceneggiatura prevedeva che Bronson e LEE REMICK si baciassero, ma il divo si oppose nettamente, asserendo che lui e sua moglie non si baciavano mai in un aeroporto quando si incontravano, per salutarsi. Quando Don Siegel insistette con la Remick affinchè lei prendesse l'iniziativa e baciasse Bronson " a tradimento", l'attrice replicò che il suo collega era talmente coriaceo, che lo riteneva capace di prenderla a schiaffi se l'avrebbe fatto! Comunque, la scena all'aeroporto soddisfece il regista per come venne. Quando Borzov incontra i funzionari dell'Immigrazione al confine canadese, alla domanda degli agenti circa il suo luogo di provenienza, risponde "Pennsylvania", il vero luogo di origine di Bronson. Il nome del poema di ROBERT FROST da cui vengono estrapolati i versi che attivano gli assassini programmati dal KGB è "Fermarsi in un bosco in un pomeriggio di neve", ed è tra i più celebri dell'autore: scritto nel 1923, e i versi dicono "Il bosco è dolce, buio e profondo. Ma ho da mantenere delle promesse, e miglia da percorrere prima di dormire, e miglia da percorrere prima di dormire.". Mentre giravano a Helsinki, un giovanissimo RENNY HARLIN assistette alla realizzazione di alcune scene, e disse agli amici che aveva deciso che il suo futuro sarebbe stato nel cinema, come raccontò in un'intervista. I media finlandesi si occuparono a lungo della lavorazione della pellicola, forse per la rarità delle occasioni per cui una grossa produzione cinematografica fosse girata in loco. Gli interni dell'hotel erano i soliti poi usati da MEL BROOKS in "ALTA TENSIONE". Il film fu stroncato dall'agenzia di stampa "Izvestia" per come trattava il tema della "Guerra fredda". Costò 7 milioni di dollari, e oggi è considerato uno dei lavori più interessanti dell'opera di Don Siegel.

domenica 24 dicembre 2017

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LA BISBETICA DOMATA (The taming of the Shrew, I/USA)
DI FRANCO ZEFFIRELLI
COMMEDIA
FRANCO ZEFFIRELLI concepì l'idea di girare un adattamento cinematografico della commedia di WILLIAM SHAKESPEARE "LA BISBETICA DOMATA" pensando a SOPHIA LOREN e MARCELLO MASTROIANNI come protagonisti: quando si realizzò che la 20th Century Fox avrebbe prodotto il film, con star internazionali, il regista italiano fece i nomi di ELIZABETH TAYLOR e RICHARD BURTON, ma, dopo il colossale flop di "CLEOPATRA", che andò molto vicino a mandare in bancarotta lo studio, alla Fox i produttori esecutivi dissero a Zeffirelli che non avrebbero mai corso il rischio di scegliere le due star come protagonisti. Fu la tenacia dell'italiano che alla lunga, convinse i dirigenti della casa di produzione, sostenendo che avevano un potenziale clamoroso in due ruoli così. Infatti, diversamente al film sulla regina egizia, questo fu un grosso successo al box-office internazionale. Per i due divi era il quinto titolo girato insieme. La precedente versione cinematografica de "La bisbetica domata", realizzata nel 1929, vedeva in scena un'altra vera coppia, MARY PICKFORD e DOUGLAS FAIRBANKS: questi erano però in piena fase declinante della loro unione, mentre Taylor e Burton, all'epoca delle riprese, erano sposi felici (poi, come sappiamo, divorziarono, si risposarono, ridivorziarono...). Fu la prima volta che Elizabeth Taylor interpretava un testo shakespeariano e, inizialmente, si sentiva a disagio recitando le battute nell'inglese aulico utilizzato dal Bardo; tuttavia, con determinazione e capacità, acquistò sicurezza via via che le riprese progredivano. L'abito indossato da Liz Taylor nel monologo finale di Kate fu ispirato dal dipinto di Lorenzo Lotto, "Lucretia". Benchè la commedia sia stata rappresentata per la prima volta nel 1593, non venne pubblicata fino al 1623, quindi postuma all'autore. Sia IAN OGILVY che MICHAEL YORK erano in lizza per il ruolo di Lucentio, e poi la parte andò a York. Costato 4 milioni di dollari, ne incassò 8 negli USA e altri 4 nel resto del mondo, giungendo a 12 milioni di dollari. Ebbe due nominations agli Oscar, per la miglior direzione artistica ed i migliori costumi. Ai Golden Globes ebbe due candidature, per il miglior film nel settore commedia, e per il miglior attore (Burton). Ai BAFTA furono candidati sia Burton che la Taylor come migliori interpreti dell'anno. 

venerdì 22 dicembre 2017

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IL PRIGIONIERO DI ZENDA ( The prisoner of Zenda, USA 1952)
DI RICHARD THORPE
AVVENTURA
Nel 1922 e nel 1937 erano già uscite due versioni de "IL PRIGIONIERO DI ZENDA", dal romanzo di ANTHONY HOPE: questa terza riprende alla lettera la sceneggiatura utilizzata per la seconda, che aveva per protagonista ROLAND COLMAN. Seppure molte scene e inquadrature siano simili, ci sono comunque diverse differenze tra i due adattamenti. Anche la colonna sonora è un riarrangiamento di quella del 1937, composta da ALFRED NEWMAN. LEWIS STONE, che qui interpreta il cardinale, nella versione del 1922 dava volto a Rudolf Rassendyll e re Rudolf V, qui interpretati da STEWART GRANGER. Invece, nelle fasi di preproduzione, sembrava che questo lungometraggio fosse un veicolo per RICHARD GREENE, che aveva recitato a teatro in una versione di successo. L'azione si svolge nel Giugno 1897. Il Treno Reale di Ruritania, che si vede in poche scene, è un treno di una linea vicina Salisburgo, in Austria, chiusa poi nel 1957. Costato 1 milione e 700,000 dollari, incassò negli States circa 2 milioni e 100,000 dollari, mentre nel resto del mondo gli introiti furono di 3 milioni e 450,000 dollari, per un totale di 5 milioni e 650,000 dollari. Nel 1979 ne fu realizzata una nuova versione, semiparodistica, con PETER SELLERS

giovedì 21 dicembre 2017

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FOLLIE D'INVERNO ( Swing time, USA 1936)
DI GEORGE STEVENS
MUSICALE/COMMEDIA
"FOLLIE D'INVERNO" era il film preferito da GINGER ROGERS tra quelli interpretati al fianco di FRED ASTAIRE:  era il sesto di dieci collaborazioni tra le due star, ed il preferito dalla Rogers tra quelli girati con il collega di origine austriaca. L'apice della sequenza in cui viene cantata "Never gonna dance" richiese 47 ciak, al punto da far sanguinare un piede a Ginger Rogers. Questo era dovuto anche alla meticolosità da perfezionista del regista GEORGE STEVENS, che ripeteva spesso le scene, anche quelle di raccordo. Il padre del regista, LANDER STEVENS, compare nel ruolo del giudice Watson. Il film avrebbe dovuto iniziare con un numero musicale, "It's not in the cards", poi tagliato per la durata della pellicola, che rischiava di diventare eccessiva, e perchè il numero non aveva soddisfatto nè il regista, nè i produttori. Nella scena in cui si lava i capelli, benchè avessero provato con vari tipi di shampoo, saponi e pure chiare d'uovo, la schiuma colava via troppo veloce dalla chioma bionda della Rogers: riuscirono a realizzare la sequenza con della crema per dolci. La sequenza di danza al suono di "Bojangles of Harlem" venne creata dal coreografo HERMES PAN e da Fred Astaire, notando che con tre differenti lampade, si creava un gioco di ombre che moltiplicava quella dell'attore mentre ballava. Questa sequenza era ispirata al musical della RKO "HOORAY FOR LOVE". Astaire insisteva sempre che le sequenze di ballo dovevano essere fluide, senza stacchi di montaggio, inquadrando i ballerini dalla testa ai piedi: eppure, in almeno una di queste scene, è evidente che ciò non venga effettuato, ed è nella scena in cui lui e Ginger Rogers sono davanti alle rispettive scale. Costò quasi 900,000 dollari. Ebbe due candidature all'Oscar, per la miglior direzione di sequenze danzanti, e per la miglior canzone originale, "The way you look tonight", vincendo la statuetta per questa categoria.

domenica 17 dicembre 2017

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TONY CURTIS (Bernard Herschel Schwartz, New York, USA 03/06/25- Henderson, Nevada, USA, 29/09/2010)
Da una coppia di immigrati ebrei ungheresi, nacquero tre figli di cui il più grande era TONY CURTIS, nato appunto Bernard Herschel Schwartz: cresciuto in povertà, il piccolo futuro divo del cinema imparò presto che avrebbe dovuto basarsi molto su se stesso per spuntarla. Solo il padre lavorava, in famiglia, e il denaro era poco: i genitori, viste le condizioni in cui la famiglia versava, affidò i due ragazzi più grandi ad un orfanatrofio, convinti che lo Stato americano avrebbe potuto crescerli meglio. Settimane dopo, probabilmente pentitisi della loro scelta, i genitori andarono a reclamare indietro i due ragazzini ( era il 1935), ma questo creò una frattura tra il piccolo Bernard e la sua famiglia, benchè fosse legatissimo al fratellino Julius. E proprio una tragedia che colpì il fratello, segnò il ragazzo: un camion investì e uccise Julius. Nel 1942, Bernard si arruolò in marina per guadagnare bene, e sfuggire ai tanti problemi familiari, servendo per due anni sul sommergibile USS Proteus: con il congedo, nel 1945, potè iscriversi gratuitamente ad una scuola di recitazione, e, conseguentemente, sostenere un provino per la New York Dramatic Workshop, venendo scritturato. Dopo essere apparso in ruoli secondari in rappresentazioni teatrali, conobbe JOYCE SELZNICK, nipote del famosissimo produttore DAVID O. SELZNICK, che era un'agente teatrale.  Presentato al tycoon, che gli suggerì di cambiare nome, e fu scelto "Tony Curtis", preso dal romanzo ""Avorio nero". Con questo nuovo appellativo, iniziò ad apparire in piccole parti in  produzioni a basso costo, e il primo ruolo di un certo peso, in un film di discreta importanza, sebbene brevissimo, fu in "DOPPIO GIOCO", nel 1949, in cui faceva ingelosire BURT LANCASTER ballando con YVONNE DE CARLO. Nello stesso anno impersonò uno dei membri di una gang in "MALERBA". L'anno seguente colpì' la sua performance in "SIERRA", e, finalmente, in "WINCHESTER '73" ebbe l'occasione per imporre la propria presenza, anche se in una parte relativamente piccola, comparendo accanto ad una star importante come JAMES STEWART. Negli anni seguenti, la carriera di Curtis crebbe, via via cercando soggetti di pellicole spesso impegnate, non solo destinate a ottimi incassi. Tra i primi grandi successi personali, gli avventurosi "IL MAGO HOUDINI", "IL FIGLIO DI ALì BABA'", "LO SCUDO DEI FALWORTH", "I VICHINGHI", e i drammi "TRAPEZIO", "PIOMBO ROVENTE". Infranse, ad esempio, un tabù hollywoodiano dividendo i nomi in vista sui manifesti e sui titoli con un attore afroamericano, SIDNEY POITIER, per "LA PARETE DI FANGO".  L'attore dichiarò in alcune interviste che la madre era stata spesso violenta, e il padre passivo e incapace di difenderlo. ELVIS PRESLEY copiò la sua acconciatura dopo averlo visto sullo schermo. Ha sempre avuto poca simpatia per aerei e voli di ogni tipo. E' stato un attivissimo promotore di campagne anti-fumo, e i colleghi MICHAEL CAINE e ROGER MOORE hanno rivelato che ha avuto una funzione molto importante nella loro decisione di abbandonare le sigarette, anche se non hanno mai smesso di fumare i sigari. Ha sviluppato una passione per dipingere quadri giudicati di buon livello, spesso venduti per cifre non indifferenti, e alcuni dei quali sono esposti permanentemente al museo di arte moderna a New York . Ammise che, forse, aveva avuto una sorta di dipendenza dal sesso, e che aveva avuto una relazione con una non ancor celebre MARILYN MONROE, poi reincontrata sul set di "A QUALCUNO PIACE CALDO". Con Roger Moore interpretò una serie molto apprezzata ma che ebbe relativo successo come "THE PERSUADERS-ATTENTI A QUEI DUE", divenuta poi di culto. Accettò di buon grado di essere messo in secondo piano sui manifesti e nei titoli di "SPARTACUS", rispetto a KIRK DOUGLAS, con cui aveva un buon rapporto. Avrebbe voluto il ruolo di Paul Varjack in "COLAZIONE DA TIFFANY", ma BLAKE EDWARDS, pur apprezzandolo e prendendolo in considerazione, fece scritturare per la parte GEORGE PEPPARD.  Appare nella copertina di "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" dei BEATLES. Il suo film preferito era "GUNGA DIN" e la sua star preferita CARY GRANT, con cui lavorò in "OPERAZIONE SOTTOVESTE". Quando CHARLTON HESTON non accettò di prendere parte a "LA GRANDE CORSA", preferendo girare "IL TORMENTO E L'ESTASI", Curtis fu abile ad accapparrarsi il ruolo. Per interpretare il killer Albert De Salvo ne "LO STRANGOLATORE DI BOSTON", studiò accuratamente l'accento di Boston, che gli risultava piuttosto ostico da adottare. Amava suonare il flauto per rilassarsi e per piacere personale. Negli anni 80 andò in un centro riabilitazione per dipendenza dalla cocaina. E' stato sposato sei volte, di cui la prima con JANET LEIGH, e ha avuto in tutto sei figli, più due adottati, tra i quali le attrici JAMIE LEE CURTIS e KELLY CURTIS: uno dei figli, Nicholas, è morto per overdose nel 1994. Per sua stessa ammissione, non ha avuto un rapporto forte con i figli, al punto da lasciar loro quasi niente del proprio patrimonio, destinando quasi per intero l'eredità alla sesta moglie, Jill Vanderberg Curtis, di 42 anni più giovane. Fu amico per tutta la vita di JULIE ADAMS e PIPER LAURIE. Nonostante sia sempre stato un liberal, e abbia sostenuto pubblicamente candidati democratici alla presidenza come Lyndon Johnson e Jimmy Carter, assieme a ERNEST BORGNINE dichiarò che non avrebbe mai guardato "I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN". Rischiò di morire di polmonite nel Natale 2006. Si spense nel 2010 per un arresto cardiopolmonare. 
COSI' PARLO' TONY CURTIS:
"Qui, in America, devi morire prima che qualcuno dica qualcosa di carino di te."
"Dipingere è la cosa più significativa che io abbia mai fatto."
"Baciare Marilyn era come baciare Hitler. Smise di essere divertente, era andata fuori registro. Fu tremendo, era come se mi soffocasse."
"Girare "A qualcuno..." fu perfetto: grandi dialoghi, recitazione vivace. BILLY WILDER fu brillante, e io e JACK LEMMON ci siamo divertiti insieme: anche se venivamo da ambienti diversi, lui educato a Harvard, colto e urbano. Ci compensavamo benissimo."

mercoledì 13 dicembre 2017

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SCAPPA- Get out ( Get out, USA 2016)
DI JORDAN PEELE
HORROR
JORDAN PEELE ha trovato ispirazione per scrivere "SCAPPA-Get out" dopo aver visto lo speciale di EDDIE MURPHY, "DELIRIOUS" del 1983: nel monologo Murphy cita diversi horror, tra cui "POLTERGEIST" e "AMITYVILLE HORROR", e Peele rimase colpito dall'osservazione secondo cui i bianchi non riescono a scappare nemmeno quando, ad esempio, è accertato che ci sia uno spettro intorno a loro. Anche "LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI", per via del suo protagonista afroamericano, "ROSEMARY'S BABY", per via del vicinato malefico, e  "LA FABBRICA DELLE MOGLI", per l'ambiente che cela qualcosa di malato e mortale, hanno suggerito alcune scelte al regista, già attore e qui esordiente dietro la macchina da presa: la sceneggiatura venne scritta sotto la prima amministrazione Obama, quando si pensava che l'elezione di un presidente non bianco avesse dato un colpo decisivo al razzismo americano. DANIEL KALUUYA sostenne un provino per un ruolo secondario, ma il regista rimase colpito dal fatto che, ripetendo cinque volte una scena in cui il personaggio doveva piangere, il giovane aveva cominciato a lacrimare sempre nello stesso esatto punto, e gli affidò così il ruolo principale, per cui inizialmente Peele aveva pensato a Eddie Murphy, scartando poi l'idea perchè Murphy era troppo in avanti con gli anni per essere credibile. ALISON WILLIAMS, invece, fu ingaggiata perchè al regista ricordava "quel tipo di ragazza che a scuola ti ha sempre stregato, e la ricordi negli anni seguenti". La scelta di girare in Alabama fu un'idea dell'ultimo minuto, suscitata dalla necessità di tenere bassi i costi di lavorazione: Los Angeles sarebbe costata molto di più. La canzone che c'è a inizio film, quando Chris si prepara al weekend a casa dei genitori della propria ragazza è "Redbone" di DONALD GLOVER, e la colonna sonora è interamente composta da MICHAEL ABELS, all'esordio come autore di colonne sonore. Peele aveva sentito un suo lavoro su Youtube e lo aveva scelto. La sequenza in cui Chris e Rose investono il cervo, mostra la differenza tra i due: il ragazzo è visibilmente sotto shock, e agitato per la disperazione di aver colpito l'animale, mentre la giovane non mostra alcuna compassione.Nella scena in cui Georgina è alla finestra, sta probabilmente riassettandosi per coprire i tagli delle operazioni: è per questo che Walter e Andrè non sono mai in scena senza cappello. Nel film muoiono sette persone. Questo lungometraggio è stato girato in 28 giorni. Peele aveva scritto un finale alternativo, in cui Chris viene arrestato per aver ucciso Rose e la sua famiglia: ma per istinto, scelse una conclusione non paradossalmente negativa, perchè riteneva che il pubblico avrebbe rifiutato tale finale. Al box-office ha fatto un botto, risultando nei primi dieci posti della classifica degli incassi USA per oltre due mesi. Jordan Peele è quindi il primo regista nero ad aver diretto un film che superasse i 100 milioni di dollari di introiti in patria.  Costato 5 milioni di dollari, ne ha incassati 175 negli USA, e altri 77 nel resto del mondo, totalizzando quindi 252 milioni. E' stato il secondo film prodotto dalla Blumhouse nel 2017 a diventare un campione di incassi: il primo è stato "SPLIT", e anche "AUGURI PER LA TUA MORTE" ha raggiunto cifre considerevoli negli Stati Uniti. Il regista ha fatto sapere che ci sarebbero le basi per un potenziale sequel. TODD MCFARLANE, deciso a passare dietro alla macchina da presa per realizzare un reboot del suo eroe a fumetti "SPAWN", che uscirà nel 2019, ha affermato che questo film è una delle sue ispirazioni per la storia del suo esordio come regista. La casa di produzione ha indetto una forte campagna di promozione affinchè "Scappa-Get out" possa arrivare a un buon numero di nominations presso la Academy, e potenzialmente guadagnare la candidatura quale miglior film dell'anno. 

lunedì 4 dicembre 2017

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AMERICAN PIE ( American pie, USA 1999)
DI PAUL E CHRIS WEITZ
COMMEDIA
Lo sceneggiatore ADAM HERZ scrisse il copione di "AMERICAN PIE" in sei settimane. Per ispirarsi guardò ripetutamente "PORKY'S-Questi pazzi, pazzi, pazzi porcelloni" e "BACHELOR PARTY-Addio al celibato" per studiare i meccanismi di questo tipo di commedia goliardica con molte gags inerenti al sesso e alla carica ormonale dei giovanissimi. Quando Herz presentò la sceneggiatura a varie case di produzione, lo script era intitolato "Commedia sexy per teenager senza titolo che può essere prodotta con  meno di 10 milioni di dollari che molti lettori odieranno, ma che probabilmente amerai": poi cambiò in "East Great Falls High", successivamente "Great falls", per giungere al titolo definitivo. L'acronimo "MILF" è divenuto popolare dopo questo film, ma, al contrario di come credono in molti, non venne inventato qua: circolava su Internet fino dal 1995. A 26 anni, JOHN CHO era il più anziano del cast tra i maschi ad interpretare un teenager, mentre, tra le donne, la palma andava alle ventiquattrenni SHANNON ELIZABETH e  ALYSON HANNIGAN. JASON BIGGS, per girare la scena in cui Jim corre verso casa, ebbe un malore per il caldo, e la troupe fece mettere del ghiaccio sotto la sua maglietta per abbassargli la temperatura, portando poi l'attore da un medico. Alla Hannigan venne offerta dapprima la parte di Heather, ma quando l'attrice lesse la sceneggiatura, chiese di interpretare Michelle: Heather fu assegnata allora a MENA SUVARI. Nella scena in cui Heather canta, è la stessa Suvari a farlo, senza doppiaggio. Anche ELIZHA DUSHKU venne presa in considerazione per essere inserita nel cast. Quando sostenne il provino, Alyson Hannigan aveva un'assoluta urgenza di andare...a far pipì alla toilette, ma il suo nome venne chiamato proprio mentre stava per entrare in bagno: fu la carica di energia che mise nel leggere le battute, per poter tornare via a convincere i produttori a scritturarla. Per SEANN WILLIAM SCOTT fu il film d'esordio. Ricevette 8,000 dollari come compenso. La "birra truccata" che Stifler beve era birra con chiare d'uovo dentro. Sia Scott che CHRIS KLEIN non avevano la minima idea di come si giocasse a lacrosse prima di girare questo film. A EUGENE LEVY venne detto che poteva improvvisare buona parte delle sue battute, e la cosa è evidente nella sequenza in cui il padre di Jim, interpretato appunto da Levy, parla al ragazzo di un'orgia gigante, suscitando una risata non trattenuta di Biggs. Biggs dovette girare senza controfigura la scena "sexy" in cui viene sorpreso da Shannon Elizabeth in pieno autoerotismo: il suo "doppio" aveva nascosto alla produzione di avere una cicatrice sul ventre e venne licenziato per questo. Nello script c'era una scena, che non venne filmata, in cui il fratello minore di Jim lo "sorpassa" perdendo la verginità prima di lui. Sull'onda del successo di questa pellicola, Shannon Elizabeth accettò di posare nuda su "Playboy", rimpiangendo anni dopo di averlo fatto, in un'intervista. Venne stimato che, nell'Estate 1999,"American pie",  assieme a "SOUTH PARK-Il film", furono i due titoli con divieto che ebbero più spettatori di età minore a quella richiesta alla cassa. Sia gli esterni che gli interni furono girati a Long Beach, in California, tra il Luglio ed il Settembre del 1998. Costò 11 milioni di dollari, e ne incassò 103 negli Stati Uniti, ed altri 132 nel resto del mondo, generando un incasso totale di 235 milioni. Ha avuto tre sequels, ed un paio di spin-off.