martedì 28 novembre 2017

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FLASH GORDON ( Flash Gordon, USA 1980)
DI MIKE HODGES
FANTASCIENZA
Non è un mistero che la serie su Flash Gordon, composta da brevi film, con protagonista BUSTER CRABBE, abbia influenzato GEORGE LUCAS nel comporre il suo universo di "STAR WARS": il fatto che FEDERICO FELLINI, il quale aveva messo mano alla serie di animazione realizzata nel periodo appena dopo la II Guerra Mondiale, avesse opzionato i diritti per realizzare una pellicola sull'eroe dei fumetti di fantascienza, spinse ancor più Lucas a creare "STAR WARS-EPISODIO IV:UNA NUOVA SPERANZA". DINO DE LAURENTIIS acquistò i diritti del fumetto, e commissionò al suo sceneggiatore di fiducia a Hollywood, LORENZO SEMPLE jr., lo script: dopo un "no" di Fellini, il produttore contattò SERGIO LEONE per affidargli la regia, ma Leone, dopo aver letto il copione, disse che non era fedele allo spirito del fumetto, e declinò l'offerta. Il tycoon puntò allora su NICOLAS ROEG, che accettò: la sua versione della pellicola avrebbe contemplato DEBORAH HARRY nel ruolo della principessa Aura, e KEITH CARRADINE in quello di Ming. Roeg, però, ebbe molte discussioni con De Laurentiis sulla linea da dare ai personaggi ed al film: il regista vedeva Flash Gordon più come una sorta di messia, che un eroe atto a combattere e a cercare di sopravvivere a mostri e nemici, e abbandonò il progetto. Quando si arrivò a MIKE HODGES, era l'ottavo regista contattato. Su Semple jr. vennero fatte diverse pressioni affinchè la sceneggiatura contenesse molta ironia, e lo sceneggiatore eseguì, ma controvoglia: anni dopo, dichiarò che era stato "un terribile errore" improntare il film in quella direzione, con troppi soldi investiti in "qualcosa di mai veramente definito", perchè De Laurentiis voleva che Flash Gordon fosse al cinema molto comico, tradendo l'originale dei fumetti. Semple jr. definì la lavorazione "andata completamente fuori controllo".  Per interpretare Flash Gordon, De Laurentiis voleva KURT RUSSELL, che si disse non interessato, trovando l'eroe senza gran personalità. ARNOLD SCHWARZENEGGER sostenne un provino, che non andò a buon fine per via del suo marcato accento austriaco, che non lo rendeva credibile come americano puro. Venne scelto, infine, SAM JONES dopo che lo aveva suggerito a De Laurentiis la suocera, avendolo visto nel gioco televisivo "THE DATING GAME".  L'idea di Dale che si improvvisa cheerleader durante il combattimento di Flash che carica i nemici come un giocatore di football americano fu un'idea di MELODY ANDERSON. Data la sua notevole altezza ( 1, 91 m) Sam Jones coreografò personalmente le proprie scene di combattimento, per rapportarsi meglio con gli stuntmen. Per il ruolo del dottor Zarkov venne considerato DENNIS HOPPER, ma la parte andò a TOPOL. Nella sceneggiatura era prevista una scena onirica, in cui Dale si tramutava in un ragno gigante: Melody Anderson passò sei ore al trucco, con occhi finti e altri orpelli, con un copricapo che pesava una decina di kilogrammi, ma quando Mike Hodges arrivò e la vide, le disse "Bellissimo, ma non posso girare questa scena: non c'entra niente con il resto della storia!". JOHN HOLLIS impersona uno degli Osservatori di Klytus, con due sole battute: ne "L'IMPERO COLPISCE ANCORA" l'attore interpreta l'aiutante di Lando Carlissian con un dispositivo sul retro della testa, sotto le orecchie. Il salto finale di Flash Gordon verso l'obiettivo della macchina da presa, invece, fu un'iniziativa di Sam Jones, perchè tra il regista e gli sceneggiatori, nessuno aveva idea di come far finire il film. Il bruno Sam Jones tinse i propri capelli di biondo, e la bionda Melody Anderson venne resa mora: gli occhi di Flash Gordon avrebbero dovuto essere azzurri, ma Jones li aveva marroni, e non poteva portare lenti a contatto colorate. Il costume di Ming pesava oltre 30 kilogrammi, e Max Von Sydow poteva indossarlo solo per pochi minuti. I simboli di Ming richiamano chiaramente, con compasso e squadra, temi massonici: pure la gestualità di Von Sydow nel corso della pellicola rimandano alla massoneria. Gli attori e comparse che impersonavano gli Uomini Falco non potevano sedersi, per non ferirsi alla schiena con i costumi. Mike Hodges avrebbe voluto affidare la colonna sonora del film ai PINK FLOYD, ma in produzione non furono d'accordo. Dino De Laurentiis non aveva mai sentito parlare in vita sua dei QUEEN: i produttori esecutivi contattarono la band per commissionare la colonna sonora nel 1979, e FREDDIE MERCURY e gli altri componenti si dissero da subito interessati. Il loro manager combinò un incontro con De Laurentiis, che gli chiese che tipo di musica suonassero i "Queens"..... La fotografia fu firmata dal veterano inglese GILBERT TAYLOR, il quale aveva diretto già quella di "Guerre stellari", nel 1977; la particolarità di dare una tonalità sognante, morbida enfatizzava l'elemento fantastico, grazie a filtri speciali. Gli effetti psichedelici di Mongo vennero realizzati facendo ruotare taniche di acqua e coloranti fosforescenti attorno a luci. Nei fumetti, Gordon è un campione di polo, ma nel 1980 questo sport era molto meno popolare, e venne optato per farne un campione di football americano. La maglietta con il fulmine di Flash Gordon è un regalo di una fan, nei fumetti, e lui continua a indossarla, sperando di potere reincontrare la donna. Nei fumetti, Kala era il nome del re degli uomini-squalo del mondo sottomarino di Mongo, e non la generalessa dall'improbabile accento tedesco impersonata da MARIANGELA MELATO. Sam Jones ebbe un forte diverbio con Dino De Laurentiis per pagamenti secondo l'attore non riscossi, e si rifiutò di ridoppiarsi in studio di registrazione. Quasi tutte le sue battute sono state doppiate. Tutti gli interpreti firmarono per eventuali seguiti, che, dato il relativo insuccesso del film, non sono mai stati realizzati. Intervistato, Mike Hodges definì tutte le problematiche occorse alle riprese, come "la più grossa improvvisazione cinematografica da 27 milioni di dollari mai realizzata". Uno dei grossi problemi sul set fu la barriera linguistica di una troupe divisa tra italiani e americani. In USA incassò meno di 30 milioni di dollari, nonostante un battage pubblicitario imponente. Ai BAFTA ottenne due candidature, per la colonna sonora dei Queen e per la direzione artistica ed i costumi di DANILO DONATI. Un fiasco, e per molti uno dei più brutti film tratti dai fumetti: tuttavia, negli anni è divenuto oggetto di culto per molti altri spettatori. 

mercoledì 22 novembre 2017

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OCCHI DI LAURA MARS
( Eyes of Laura Mars, USA 1978)
DI IRWIN KERSHNER
THRILLER
Fu il primo lavoro che JOHN CARPENTER realizzò per un grosso studio hollywoodiano, il soggetto di "OCCHI DI LAURA MARS", inizialmente intitolato solo "Eyes"; la Columbia Pictures commissionò a Carpenter la sceneggiatura, da scrivere assieme a DAVID ZELAG GOODMAN: vennero cambiati sia l'identità di chi uccide, il finale e alcuni passaggi della storia. A dirigere il film, che, per espressa definizione di chi lo ha scritto, era una sorta di adeguamento per l'America del thriller all'italiana, di cui DARIO ARGENTO era la figura di maggior spicco, doveva essere LINDSAY ANDERSON, che però si defilò perchè trovava lo script orripilante: dopo l'abbandono del set da parte di MICHAEL MILLER, che entrò in conflitto con la produzione per divergenze creative, fu scelto quindi IRWIN KERSHNER, che veniva dal discreto successo di "S.P.Y.S.", parodia dei film di spionaggio. Anche per il ruolo principale, la fotografa di moda Laura Mars, che possiede il non voluto dono di "vedere" quel che un assassino compie, inizialmente sembrava certo che fosse BARBRA STREISAND a rivestirlo, poi fu invece FAYE DUNAWAY a ottenerlo: la Streisand, tuttavia, incise il brano portante della colonna sonora, "Prisoner". E' l'unica volta in cui la cantante/attrice ha dato una sua canzone ad un film che non interpretava. TOMMY LEE JONES scrisse personalmente il monologo del personaggio, anche se fu attribuito per lungo tempo al regista della pellicola. Per mantenere la segretezza della trama, e soprattutto della soluzione del mistero, il produttore JON PETERS impose la massima chiusura del set, e minacciò troupe e cast di licenziamenti in caso di diffusione di particolari della sceneggiatura. Con la Dunaway Peters ebbe un rapporto teso e non semplice: tra l'altro, la star aveva, nel periodo delle riprese, una relazione con il fotografo inglese TERRY O'NEAL, che le insegnò molte cose sulla fotografia professionistica, e successivamente i due si sposarono, per poi divorziare tempo dopo. In più, la Dunaway visitò diversi fotografi tra i più famosi negli USA per documentarsi sul mondo della fotografia. La sequenza in cui Laura scatta foto a modelle sullo sfondo di auto in fiamme venne girata al circolo Columbus, a New York City: occorsero quattro giorni per realizzarla. La Dunaway, nel film, usa una Nikon FM. Alcune foto realizzate dal personaggio principale vennero invece "prestate" da HELMUT NEWTON e REBECCA BLAKE. Il personaggio di Laura Mars viene citato nella canzone di TORI AMOS "Gold dust", nel 2002. Le riprese durarono 56 giorni, dalla fine di Ottobre  alla fine di Dicembre 1977. Costato 7 milioni di dollari, ne incassò 20 solo negli USA.

martedì 21 novembre 2017

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GLI AMMUTINATI DEL BOUNTY 
( Mutiny on the Bounty, USA 1962)
DI LEWIS MILESTONE
AVVENTURA
Nel 1958, la MGM annunciò una nuova versione del romanzo "L'AMMUTINAMENTO DEL BOUNTY", indicando JOHN STURGES quale regista, SPENCER TRACY nel ruolo del capitano Bligh, BURT LANCASTER in quello di Fletcher Christian, e MONTGOMERY CLIFT in un'altra parte. Quando il progetto divenne effettivo, fu CAROL REED a essere incaricato della regia. MARLON BRANDO rifiutò per due volte sia l'offerta di interpretare Christian, che Bligh. Quando poi accettò di interpretare il ribelle Fletcher Christian, la star ebbe il via dalla Metro di poter portare ogni idea, per stravagante che fosse, sul set: tra i capricci, quello di organizzare una festa a Tahiti con un aereo carico di casse di champagne, tacchini e prosciutti. Brando, per interpretare questo lungometraggio, disse di no a "LAWRENCE D'ARABIA"RICHARD HARRIS accettò di prendere parte al lungometraggio come non protagonista, pur di avere l'occasione di lavorare con Marlon Brando, di cui era accesissimo fan: l'atteggiamento sgradevole di Brando durante le riprese fece crollare la sua ammirazione per il collega. In interviste successive Harris definì il periodo della lavorazione di questo film "un incubo", e "un totale disastro fottuto":dal disagio provato durante le riprese, Harris disertò la prima della pellicola.Dopo la presa in considerazione di JACK HAWKINS per il ruolo, si puntò suTREVOR HOWARD, il quale era molto riluttante ad interpretare Bligh, perchè si sentiva troppo vecchio per il ruolo: infatti, l'ufficiale ( in realtà tenente, e non capitano, come nei film sulla faccenda) era trentacinquenne all'epoca dell'ammutinamento. Alla fine della travagliata lavorazione, Howard confessò che avrebbe preferito non accettare di partecipare al film. HUGH GRIFFITH fu licenziato, perchè il suo alcolismo era divenuto ingestibile: per questo il suo personaggio sparisce per grosse parti della pellicola. Inoltre, venne considerato così male dalla produzione, da non venire convocato nemmeno per girare le ultime sequenze. Reed si scontrò con la produzione, e con Brando fin dall'inizio della lavorazione: la versione di Bligh e Christian mise in disaccordo da subito il regista e la star, e la scelta di Carol Reed di omettere parti dello script che non approvava, fece andare su tutte le furie alcuni dei produttori esecutivi, che gli imposero di realizzarle. Quando la tensione con il protagonista fu alle stelle, Reed contattò il capo dei produttori esecutivi SOL SIEGEL, per far licenziare Brando, dimostrando che aveva in pugno le redini del film: Siegel fece invece fuori lui, per non perdere la proficua presenza del divo. Quando Richard Harris venne a sapere del licenziamento di Reed, borbottò "Adesso siamo nelle mani dei fottuti filistei.". Venne ingaggiato così il veterano LEWIS MILESTONE, il quale, però, dette fin troppa corda a Brando, che usurpò molto potere; per esempio, i cameramen davano retta alla star, e non al regista, quando si trattava di interrompere la ripresa di una scena. Milestone, a sua volta, considerò di lasciare il progetto, ma da professionista, non volle arrecare un danno alla MGM. Inoltre, Brando spesso sul set, di fronte a tutti, lo definiva obsoleto, senile, e senza verve: ogni volta che Milestone si alterava, e minacciava di voler lasciare il film, Brando lo convinceva che stava solo scherzando, e lo calmava. Di fatto, Milestone, dopo questo, non avrebbe mai più diretto alcun film: si limitò a girare qualche episodio di serial televisivi. Dopo la lavorazione, il regista concesse un'intervista al Saturday Evening Post, intitolata "The mutiny of Marlon Brando", nella quale Milestone accusava la star di aver rallentato la realizzazione del film, fatto lievitare il budget (secondo lui di 6 milioni di dollari), e per tutta risposta Brando contattò i capi della produzione per perseguire la testata giornalistica per calunnia. Marlon Brando rallentò anche le riprese, ad ogni scena chiedendo al regista dettagli sulle battute, e sui passaggi dello script. Il finale del film venne suggerito da BILLY WILDER, approvato da Brando e girato da GEORGE SEATON. Marlon Brando conobbe TARITA, sua futura sposa, durante la lavorazione del film:la istruì personalmente sulle sue battute da recitare. Quando Richard Harris si presentò in hotel, l'addetto alla reception lo salutò chiamandolo "Mr.Harris", e quando l'attore chiese come lo avesse riconosciuto subito, spiritosamente il receptionista indicò la bottiglia di bourbon che l'altro impugnava, definendolo "il suo bagaglio a mano". Pare che uno dei più forti motivi dell'ammutinamento, fosse l'atteggiamento rigido di Bligh, di essere sempre convinto della propria ragione, e della mancanza di tatto che lo portava a irridere o criticare duramente gli ufficiali sottoposti di fronte all'equipaggio, denigrando la loro autorevolezza e le gerarchie. La produzione fu funestata anche da un forte maltempo, con uragani e violenti rovesci. Brando si presentò alla prima a New York con tanto di uniforme marinara, e venne fischiato copiosamente e sbertucciato, mentre Howard venne largamente applaudito: in particolare, a Brando venne contestato l'accento inglese, per i presenti in sala ridicolo. L'arrivo del Bounty a Tahiti venne girato nel luogo in cui effettivamente il bastimento giunse nel 1788: vennero utilizzate 600 comparse locali per girare la sequenza. Girare la scena in cui Christian colpisce Mills non fu semplice: Brando colpì debolmente Harris, che grugnì ironicamente e lo irrise facendo un gesto di resa levando un braccio, facendo irritare l'altro. Il quale ritentò, ma ancora troppo piano, e Harris lo incalzò "Andiamo ragazzone, perchè non mi dai un cazzo di bacio e la chiudiamo qui?!?". Livido di rabbia, Brando sbiancò, e Harris, non pago della burla, gli dette un bacio sulla guancia, lo abbracciò e gli disse "Vuoi ballare?": fu troppo per Marlon, che lasciò furibondo la scena. Durante le riprese di un'altra sequenza, ripetuta una dozzina di volte, Brando si scocciò e disse che non aveva più voglia, bofonchiando che non avrebbe funzionato e allontanandosi dal set: Richard Harris, allibito, gli sbraitò dietro: "Accidenti a te! Ma chi cazzo pensi di essere? Guardami! Recita!". I rapporti tra Brando e Harris si erano così deteriorati, che per girare di nuovo il finale, l'irlandese si rifiutò di stargli accanto: così, aiutati dal montaggio, Harris recitò le sue battute a un ceppo d'albero. Per girare tale scena, Brando adottò uno stratagemma che avrebbe usato anche più tardi, in carriera: fece attaccare in fronte ad una delle comparse un foglietto con le sue battute da dire. Tra le numerose "stranezze" di Brando durante le riprese, ci fu la provocazione di questi verso Howard: non solo spesso improvvisava le proprie battute, mandando in confusione l'altro attore, ma si infilava del cotone nelle orecchie, per non sentire le battute dell'altro e irritarlo ulteriormente. Più basso di Howard, Brando indossò scarpe con tacchi per essere alto come il partner. Con tutti gli inglesi del cast, Brando ebbe un rapporto al limite dell'ostile: i britannici presero male i forti ritardi della star americana sul set, la tendenza a cambiare del tutto registro recitativo ad ogni ripetizione. In un'occasione, per corteggiare alcune donne di Tahiti, Brando ignorò volutamente le chiamate della regia sul set per avviare una ripresa. Quando si decise a presentarsi, Howard in segno di protesta lasciò a propria volta il set. Una mattina, Trevor Howard era introvabile, e, dovendo girare una scena che lo includeva, venne cercato dalla polizia: fu ritrovato ad un molo, due ore dopo, ancora sbronzo della notte precedente. Ciononostante, sul set recitò in maniera impeccabile. Howard, intervistato, a proposito di Brando, lo definì ridicolo, non professionale, e che avrebbe trasformato un santo in un diavolo in un batter d'occhio. Dopo la fine della lavorazione, Marlon Brando scrisse una lettera a Trevor Howard, scusandosi per il comportamento tenuto durante le riprese del film: Howard gli dette mano nel vincere una causa contro un giornale inglese che aveva pesantemente attaccato Brando durante la lavorazione, e i due tornarono insieme in un film, in "MORITURI". Nelle ultime tre settimane di lavorazione, Brando volle andare ad alloggiare in una villa abbandonata, 45 kilometri più distante di prima dal luogo delle riprese; la produzione spese migliaia di dollari per rendere abitabile la vecchia villa per il divo. Alla fine del film, la nave avrebbe dovuto bruciare: Brando disse ai produttori che se ciò fosse accaduto, avrebbe abbandonato il film. Così venne costruita una versione più piccola del "Bounty" e le venne dato fuoco. Durante le riprese di questa pellicola, Marlon Brando cominciò a prendere peso in maniera preoccupante, e più di una volta i costumi di scena gli si strapparono. La star si innamorò di Tahiti, il fatto di non essere riconosciuto in giro, e le attenzioni delle donne locali, lo stregarono. Per girare le scene della morte di Christian, dopo essere rimasto pesantemente ustionato, Brando, per simulare la sofferenza, si sdraiò su del ghiaccio coperto da stoffa: potevano fare tre soli ciak per volta, per non fare assiderare la star, la cui pelle diventava blu dopo un pò. Uno dei motivi di critica da parte della stampa verso questo lungometraggio, fu che il compenso stratosferico percepito da Marlon Brando, 1 milione e 250,000 dollari,  mandò fuori budget la produzione ( un pò come capitò a ELIZABETH TAYLOR in "CLEOPATRA"). Delle tre versioni del "Bounty", questa è la meno storicamente accurata. La nave costruita per "essere" il Bounty andò a fondo il 29 Ottobre 2012 nel corso dell'uragano "Sandy"al largo della costa Est degli USA, imbarcando acqua fino a cedere e affondare: morirono in due dell'equipaggio, il capitano Robin Walbridge e Claudene Christian, discendente di Fletcher Christian. Costruita per rappresentare il "Bounty", fu la prima nave in pratica veramente tale, e non uno scafo vuoto, messa su per le riprese di un film: durante le riprese, rischiò l'affondamento, perchè sovraccarica degli equipaggiamenti per girare. Per quasi tre decadi fu esposta a St. Petersburg, in Florida: fu presente anche in "L'ISOLA DEL TESORO""PIRATI DEI CARAIBI: LA MALEDIZIONE DEL FORZIERE FANTASMA". In pratica, il carattere sempre più fuori controllo di Marlon Brando, che segnò profondamente la lavorazione de "I DUE VOLTI DELLA VENDETTA" e questa pellicola, incrinò la stella dell'attore, per tutti gli anni Sessanta, fino alla rinascita del 1972, con "ULTIMO TANGO A PARIGI" e "IL PADRINO". Il lungometraggio costò infine diciannove milioni di dollari, corrispondenti, più o meno, a 145 milioni odierni: in patria incassò 13 milioni, cifra inferiore alle aspettative. Nonostante il mancato rientro nei costi, fu un film di impatto: UWE BOLL, addirittura, decise che avrebbe fatto cinema dopo aver visto questo lungometraggio. Agli Oscar ebbe sette nominations, tra le quali miglior film, fotografia, colonna sonora. Tre invece le candidature ai Golden Globes, per il miglior film drammatico, la migliore interpretazione femminile (Tarita) e miglior colonna sonora originale. 

giovedì 9 novembre 2017

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BRAVADOS ( The Bravados, USA 1958)
DI HENRY KING
WESTERN
"BRAVADOS" fu l'occasione per HENRY KING e GREGORY PECK di tornare a lavorare insieme dopo "DUELLO AL SOLE". Peck ammise nelle interviste di sentirsi un pò a disagio nell'interpretare un personaggio fortemente negativo. Per lui era una pellicola metaforica, da considerarsi come un vivo attacco al maccartismo, contro cui si era speso molto come figura di peso a Hollywood. Durante le riprese, Gregory Peck si innamorò della vita da cowboy, al punto, quando la lavorazione si concluse, da acquistare un ranch nei pressi di Santa Barbara, in California, con 6000 capi di bestiame. Tra le cose curiose, l'interpretazione di LEE VAN CLEEF nei panni di un uomo che viene braccato per aver ucciso la moglie di un altro, e che conserva la foto di lei in un orologio: sette anni dopo, in "PER QUALCHE DOLLARO IN PIU' ", avrebbe impersonato il colonnello Mortimer, che dà la caccia al fuorilegge Indio, che gli ha ucciso la sorella, di cui conserva una foto nell'orologio da taschino che porta con sè. E' uno dei classici del western anni '50. 
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ANGELI CON LA FACCIA SPORCA 
( Angels with dirty faces, USA 1938)
DI MICHAEL CURTIZ
DRAMMATICO
Il soggetto di "ANGELI CON LA FACCIA SPORCA" venne scritto da ROWLAND BROWN, nascendo come progetto per JAMES CAGNEY da far produrre alla Grand National Pictures, casa indipendente, con la quale il divo aveva firmato un contratto, non appena era riuscito a sciogliere quello con la Warner Bros. . L'idea era quella di far dirigere a Brown il film che ne sarebbe stato tratto, ma la Warner vinse il processo di appello, riprendendo Cagney sotto la propria ala, affidando la sceneggiatura a JOHN WEXLEY e WARREN DUFF e consecutivamente, la regia a MICHAEL CURTIZ. Tuttavia, lo script ridefinito dai due sceneggiatori non convinceva il regista, e, come rivelò Cagney tempo dopo, più di una volta lui ed il resto del cast avevano dovuto improvvisare battute sul set. L'agente di Cagney, quando venne proposto questo film al suo assistito, rispose picche, adducendo la motivazione che la star non avrebbe mai voluto comparire sullo schermo come un codardo. Al contrario, James Cagney decise entusiasticamente di voler fare il film, perchè avrebbe così convinto stampa e fans di poter estendere la propria gamma recitativa, oltre i ruoli tipici da "duro". La storia è ambientata nel 1923, e nel 1936. Fu il terzo di sette film che vennero interpretati dai DEAD END KIDS, un gruppo di giovani presi dalle strade, che ebbe un periodo di forte notorietà a Hollywood. Fu anche uno dei tre film che videro, nello stesso cast, James Cagney e HUMPHREY BOGART. E il sesto di nove film che Cagney girò al fianco di PAT O'BRIEN. I Dead End Kids portarono spesso scompiglio sul set, confondendo gli altri attori con battute diverse da quelle del copione, rubando oggetti a Bogart e avendo da discutere con lui. Andò loro peggio con Cagney, che era cresciuto anche lui per strada: quando uno di loro lo provocò sul set, la star lo colpì sul naso, e da quel momento in poi la banda di giovani attori si dette una forte calmata. Proprio James Cagney rievocò gli anni della propria adolescenza, a Yorkville, appena a sud della Harlem ispanica. Cagney, per interpretare il personaggio di Rocky, si ispirò all'amico d'infanzia Peter "Bootah" Hessling, divenuto poi un gangster e finito sulla sedia elettrica nel 1927. Nel girare la scena della sparatoria di Rocky con la polizia, Cagney a quel punto della carriera era abbastanza esperto di questo tipo di sequenze, da convincere Michael Curtiz a girare in progressione: siccome i proiettili dovevano centrare il muro sopra la testa di Cagney, questo venne girato con l'attore che si spostò mentre uno degli stuntmen faceva fuoco contro la parete. Una delle pallottole rimbalzò sull'acciaio, colpendo il punto dove, fino a qualche minuto prima, c'era la testa dell'attore: da lì in poi, James Cagney non volle più girare film in cui venissero usate armi non a salve. Le riprese durarono una settimana più del preventivato, proprio per via della non facilità di girare detta sequenza. Ad un certo punto del film si vedono gangsters che fanno esplodere l'entrata di un negozio: erano riprese di una scena di "NEMICO PUBBLICO", con altra angolazione rispetto a quelle. L'esecuzione di Rocky venne girata al Sing Sing Correctional Facility, a Ossing, New York. Per molti anni, il pubblico si è chiesto se, quando è avviato alla sedia elettrica, Rocky finga per la promessa fatta a padre Jerry, o sia davvero terrorizzato dall'imminente morte: anni dopo, James Cagney raccontò che aveva recitato appositamente per far sì che ogni spettatore tirasse le proprie conclusioni. Dato che per alcuni è una pellicola che mostra ambiguamente dei gangsters, il film venne proibito in Cina, Danimarca, Polonia, Finlandia, alcune parti del Canada e in Svizzera. La pellicola ottenne un considerevole successo commerciale, e alcuni analisti hanno affermato che, se non fosse stato per questo, e altri due lungometraggi diretti da Michael Curtiz ("LA LEGGENDA DI ROBIN HOOD" e "QUATTRO FIGLIE") nel 1938 avrebbe accusato un forte numero di perdite economiche.  Nel 1939 venne realizzato un adattamento radiofonico del lungometraggio, per la Lux Radio Theater, con Cagney e O'Brien che riprendevano i propri ruoli. Il film ebbe tre nominations agli Oscar: per la regia, il miglior attore protagonista (Cagney), miglior sceneggiatura originale.

domenica 5 novembre 2017

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SOPHIE MARCEAU ( Sophie Danièle Sylvie Maupu, Paris, F, 17/11/66-....)
Figlia di una commessa e di un camionista, SOPHIE MARCEAU crebbe in un ambiente comune: i genitori divorziarono nel 1975, quando la futura attrice aveva nove anni. Da quel momento visse con il padre, e a tredici anni venne a conoscenza, tramite amici, che CLAUDE PINOTEAU stava cercando volti tra i suoi coetanei per un film sugli adolescenti: fece un provino, e fu scelta addirittura per il ruolo principale di Victoria, detta Vic. Il film era "IL TEMPO DELLE MELE", che riscosse un successo incredibile, diventando anche un fenomeno di costume a livello internazionale; due anni dopo tornò ad interpretare il personaggio nel seguito, "IL TEMPO DELLE MELE 2", vincendo anche il César come "miglior attrice promettente". Avendo anche il sequel un consistente riscontro ai botteghini, la Gaumont mise sotto contratto la giovanissima Sophie, che aveva fin dall'esordio adottato il nome d'arte Marceau, per un milione di franchi francesi, nel 1982. Due anni dopo girò in un anno due pellicole, "FORT SAGANNE" e "IRRESISTIBILE BUGIARDO", diretta da ALAIN CORNEAU e GEORGES LAUTNER, registi veterani del cinema francese. L'anno seguente, conobbe ANDRZEJ ZULAWSKI sul set del provocatorio "AMORE BALORDO", e iniziò una relazione sentimentale con il regista polacco lunga quasi diciassette anni, che dette anche un figlio ai due. Ormai divenuta una giovane e bellissima donna, girò anche il dramma a tinte forti "DISCESA ALL'INFERNO", poi vennero "LE MIE NOTTI SONO PIU' BELLE DEI VOSTRI GIORNI", "ELOISE, LA FIGLIA DI D'ARTAGNAN", e a metà anni Novanta il salto per lo stardom internazionale spiccò con "BRAVEHEART-Cuore impavido". Nello stesso anno, il 1995, prese parte al ritorno di MICHELANGELO ANTONIONI alla regia, che co-diresse, con WIM WENDERS, "AL DI LA' DELLE NUVOLE". E' stata scelta per una rappresentazione live della Marianne, il simbolo della Rivoluzione Francese. Appassionata di animali, si è spesa spesso per iniziative a tutela dell'ambiente. Dalla relazione, durata dal 2001 al 2007, con il produttore JIM LEMLEY, da cui ha avuto la sua seconda figlia. Dal 2007 al 2014 ha avuto un legame sentimentale con CHRISTOPHE LAMBERT. Il fratello, di tre anni più giovane, SYLVAIN MAUPU, è anch'egli attore. Nel 2002 è stata nominata "Cavalière des Arts et des Lettres", speciale onorificenza data a personalità di cultura e spettacolo francesi. Nel 2006 rifiutò di essere insignita della "Legion d'Onore" per protesta verso il principe saudita Muhammad Bin Nayef. 
COSI' PARLO' SOPHIE MARCEAU
"Recitare è una meravigliosa terapia per la gente. Invece di soffrire tu, fai soffrire gli altri, infine."
"Necessito delle stagioni, per sentire il ritmo di sole e pioggia. In città, puoi sentire raramente la differenza tra notte e giorno."
"E' come devi risultare fascinosa, se sei credibile o meno in quel dato ruolo. E non ha niente a che vedere con il tuo talento."
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GUARDIANI DELLA GALASSIA 
( Guardians of the Galaxy, USA 2014)
DI JAMES GUNN
FANTASCIENZA
Anche se pareva che venisse scelto PEYTON REED, per dirigere "GUARDIANI DELLA GALASSIA", i produttori decisero che sarebbe stato JAMES GUNN a realizzarlo.  Gunn fu talmente entusiasta dalla performance nel provino di CHRIS PRATT da decidere che comunque avrebbe preso lui per interpretare Peter Quill, anche se non fosse riuscito a perdere il peso richiesto, e conquistare la silhouette del personaggio: l'attore chiese sei mesi di tempo per perdere kili, e invece di 25 ne perse 30. Prima di scegliere lui, erano stati valutati AARON PAUL, JIM STURGESS, LEE PACE, CAM GIGANDET, JOHN KRASINSKI, GARRETT HEDLUND, CHRIS LOWELL per dar volto a Quill. E pensare che il regista, inizialmente, era talmente non convinto dall'adeguatezza dell'attore per il ruolo, da non volerlo nemmeno seguire all'audizione: fu il suo assistente a spingerlo ad assistere comunque a questa audizione. Per la propria interpretazione si ispirò a Han Solo e Marty McFly. Pur definendo il percorso di dieta e attività fisica per dimagrire "quasi una tortura", Pratt, quando vide se stesso nei monitor, nelle scene girate senza maglietta, sentì una grande esaltazione per le infinite possibilità che percepiva aprirsi per la sua carriera. JOSS WHEDON, che dopo il successo di "THE AVENGERS" era stato selezionato dalla Marvel Pictures come supervisore per i progetti a seguire, fu molto compiaciuto dalla scelta di assegnare questo progetto a James Gunn. ZOE SALDANA volle interpretare Gamora senza l'aiuto della motion capture, o alcun aiuto del computer, solo make-up. Prima di arrivare a lei, il personaggio venne offerto a OLIVIA WILDE, che non accettò, e sostennero dei provini GINA CARANO, RACHEL NICHOLS e ADRIANE PALICKIVIN DIESEL era rimasto molto scosso dalla morte, in un incidente stradale, dell'amico e collega PAUL WALKER, e aver preso parte a questo film "doppiando" Groot fu di molto aiuto per superare un periodo nero: pare che abbia registrato l'ormai celebre frase "Io sono Groot" oltre mille volte, con sfumature sempre diverse. Vin Diesel registrò le sue battute in diversi idiomi, compreso cinese mandarino, portoghese, spagnolo, russo, per far sentire la propria voce in tutto il mondo. BRADLEY COOPER rivelò a HOWARD STERN di aver ricevuto più soldi per doppiare Rocket Raccoon che per "IL LATO POSITIVO" e "UNA NOTTE DA LEONI" messi assieme. Prima che fosse scelto lui, per doppiare il procione spaziale Rocket Raccoon furono presi in considerazione SHARLTO COPLEY, ADAM SANDLER e JIM CARREY. Per dar voce a Rocket, Cooper si ispirò al personaggio interpretato da JOE PESCI in "QUEI BRAVI RAGAZZI", Tommy De Vito. Quando DAVE BAUTISTA seppe che era stato scelto per interpretare Drax il Distruttore( dopo l'abbandono di JASON MOMOA, che non era convinto del personaggio, e preferì lasciare per dirigere un suo progetto, "ROAD TO PALOMA"), pianse per la gioia, perchè era sempre stato un fan dei fumetti Marvel, e si preparò al ruolo con un insegnante di recitazione, dato che lui proveniva dal wrestling e, come attore, era in pratica un esordiente. Ci vollero cinque ore al giorno per truccare Bautista applicandogli 18 protesi per altrettanti finti tatuaggi; per tutto il tempo del trucco, Bautista continuava a strizzare due palle da tennis, anche se via via, nei giorni, i truccatori riuscirono a ridurre fino a tre ore il tempo del lavoro di make-up. Per togliere, invece, le protesi-tatuaggio, occorrevano novanta minuti. Per prepararsi al ruolo di Nebula, KAREN GILLAN si rasò la testa. Nel film Nebula è figlia di Thanos, ma nei fumetti ne è nipote. Il cameo di BENICIO DEL TORO nei panni del Collezionista visto in "THOR:THE DARK WORLD" era originariamente concepito per essere inserito in questo film. Del Toro per il Collezionista aveva voluto rifarsi a un "Liberace dello spazio". Anche JOSH BROLIN è non accreditato nei titoli, infatti venne ingaggiato per ultimo, mentre girava già "EVEREST": per la caratterizzazione di Thanos, l'attore si ispirò al MARLON BRANDO di "APOCALYPSE NOW". Nonostante alcuni dubbi da parte dei produttori sulla pertinenza della sua presenza nel film, Thanos venne mantenuto nella pellicola per avere un collegamento con gli Avengers. DJIMON HOUNSOU si trovò male con il costume di Korath, che era rigido e non metteva a proprio agio l'attore.  BILL MANTLO, il disegnatore che aveva inventato il procione galattico Rocket Raccoon, era in ospedale, degente dal 1992, per un incidente occorsogli: accettò di vedere il film in una proiezione privata, e disse alla stampa che era stata una bella giornata per lui e per la sua famiglia, quella in cui aveva assistito alla pellicola. Il gruppo dei "Guardiani" come rappresentato è quello, nei fumetti, del 2008: Yondu era un membro fondatore, e qui è un ambiguo alleato. La prima apparizione del team risale al 1969. Chris Pratt sottrasse il proprio costume da Star-Lord dal set, ma solo per vestirlo e andare a far visita ad un ospedale per l'infanzia. Il gestaccio di Star-Lord (dito medio alzato) fu un'iniziativa di Pratt, che James Gunn approvò. Zoe Saldana andò vicina a rompere una costola a Chris Pratt, girando una sequenza: i due avrebbero dovuto indossare delle protezioni per non farsi male durante scene di scontro fisico, ma il giorno di una di queste scene, Pratt non lo aveva addosso, e non aveva avvertito la collega, la quale lo colpì in maniera dura con un calcio. Nello script era previsto che Yondu morisse alla fine della pellicola, poi si cambiò idea. Inizialmente MICHAEL ROOKER avrebbe dovuto indossare una calotta, ma Gunn lo convinse a rasarsi i capelli tipo Mohicano, perchè pensava che in questo modo, l'amico attore avrebbe reso di più, indossando maggiormente il personaggio. Il cameo tradizionale di STAN LEE avrebbe dovuto consistere in uno degli assistenti dell'Osservatore, che mostrava il dito medio a Groot, ma ai produttori della Disney l'idea non piacque, e imposero a Gunn di cambiare: infatti, Lee compare come una sorta di Casanova alieno. NICOLE PERLMAN è stata la prima sceneggiatrice ad aver firmato un film della Marvel. Gunn ammise che, se non proprio esclusivamente per questo, la presenza di Rocket Raccoon, un procione parlante e agguerrito, è stato uno dei motivi principali per cui abbia voluto girare questo film. Secondo il regista, l'astronave di Ronan l'Accusatore, era la versione stilizzata di un mausoleo: minimalista e brutale, senza colori, pesantemente spoglia. Per la sequenza in cui si scontrano, Pratt e Bautista si esercitarono per oltre due mesi e mezzo, ma il venerdì antecedente il lunedì in cui era prefissato che venisse girata tale scena, James Gunn decise che non avrebbe funzionato, così la eliminò come era stata concepita, per realizzarla in un'unica ripresa, per cui occorsero 22 ripetizioni, e poche ore per prepararla.  Iron Man avrebbe dovuto comparire in un cameo, dato che nei fumetti, nel 2013, era entrato anch'egli nei Guardiani, ma poco prima dell'inizio delle riprese, ROBERT DOWNEY jr. annunciò che non avrebbe più ripreso il ruolo dell'Avenger: ironicamente, dopo la fine delle riprese, l'attore firmò un contratto per altri due film della serie "Avengers". Rispetto ai fumetti, la casa del Collezionista è situata in una stazione spaziale non ben precisata, mentre appunto nei comics è nella base dei Guardiani della Galassia. Così come, nei fumetti, Drax ha la pelle verde, mentre qua è rivestito di una sfumatura di grigio: in parte perchè c'è già un personaggio importante dalla pelle verde, Gamora, in parte per non confonderlo con Hulk. Secondo la scena dei titoli di coda di "Thor:The Dark World", il Collezionista è in possesso della Pietra della Realtà Infinita, e vorrebbe possederle tutte. E' il primo film Marvel in cui non c'è nemmeno un bacio (Quill e Gamora ci vanno molto vicino, ma all'ultimo secondo lei si scosta).  TYLER BATES, a differenza della modalità consueta del mondo del cinema, compose prima delle riprese la colonna sonora, e Gunn girò appunto delle sequenze, già con la musica in scena. La pistola laser di Star-Lord ricorda molto le armi analoghe di "THE BLACK HOLE". A fine riprese, Gunn regalò a Bautista un paniere per il pranzo di Drax, da inserire nella sua collezione di panieri vintage; a sua volta Bautista regalò a Pratt e alla Saldana qualcuna delle sue cinture da wrestler. Il registratore di audiocassette usato da Peter Quill è un Sony TPS-L2, il primo personal cassette player, uscito nel 1979. La scena iniziale nella caverna avrebbe dovuto avere il commento sonoro di "Hooked up on a feeling" dei BLUE SWEDE, ma Gunn decise che avrebbe funzionato meglio con "Come and get your love" dei REDBONES: i due brani sono entrambi nella soundtrack. Gunn fu felice di poter inserire nella soundtrack "I want you back", dei JACKSON 5, la sua canzone preferita. L'album della colonna sonora, "Awesome Mix, vol. 1", arrivò al primo posto delle classifiche di Billboard, primo caso in USA di una colonna sonora ( parallela a quella di Bates) senza un brano che fosse una partitura apposita per il film: fu anche nominato ai Grammy per la colonna sonora dell'anno. Vin Diesel si spese molto per la promozione della pellicola, presentandosi a conferenze stampa con indosso la maglietta "I am Groot". Le riprese si sono svolte dal Luglio all'Ottobre 2013. Fu la prima produzione Disney di film Marvel non strettamente inerente agli Avengers. E' stato il maggiore incasso dell'Estate americana nel 2014, divenendo il film più redditizio tra quelli usciti in Agosto, ed il primo film della casa produttrice a oltrepassare i 300 milioni di dollari di incasso, in cui non apparisse Iron Man. Costato 170 milioni di dollari, ne ha incassati 333 sul solo suolo americano, più 441 nel resto del mondo: 774 milioni in totale incassati. Due le candidature agli Oscar, per il trucco e gli effetti visivi. A questo film è seguito, nel 2017, "GUARDIANI DELLA GALASSIA, vol. 2"