giovedì 28 settembre 2017

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TORA! TORA! TORA! ( Tora! Tora! Tora!, USA 1970)
DI RICHARD FLEISCHER, KINJI FUKASAKU, TOSHIO MASUDA
GUERRA
Quando il produttore ELMO WILLIAMS cominciò ad allestire "TORA! TORA! TORA!",era il 1966: la sua concezione del film era che fosse il più accurato possibile: la sceneggiatura originale era di 657 pagine! Per supervisionare la sceneggiatura, ingaggiò lo storico Gordon W. Prange, che aveva appunto scritto il libro "Tora! Tora! Tora!", divenuto un best-seller in Giappone: Prange apportò numerose correzioni e fornì utili consigli. AKIRA KUROSAWA accettò di dirigere la parte giapponese del film, quando seppe che la parte americana sarebbe stata gestita, invece, da DAVID LEAN: in realtà, il regista inglese non fece mai realmente parte del progetto, e quando il collega nipponico venne a saperlo, fece di tutto per sfilarsi dal film, come infatti poi realizzò. Comunque girò alcune sequenze, di cui nel lungometraggio definitivo resta neanche un minuto di proiezione. Il problema, per la produzione, era che quando Kurosawa abbandonò, mancavano solo tre settimane alle riprese, e Williams risolse ingaggiando due registi giapponesi per girare la parte che descriveva l'attacco a Pearl Harbor per gli orientali: fu così che a TOSHIO MASUDA vennero affidate le parti drammatiche, con i dialoghi, e a KINJI FUKASAKU furono assegnate le scene di battaglia, e con gli effetti speciali. Il titolo, in giapponese, a dispetto di quanto molti abbiano creduto, non significa "Tigre! Tigre! Tigre!", nè  "Sorpresa! Sorpresa! Sorpresa!": è l'acronimo basato sulle prime sillabe di "Totsugeki" ( "attacco") e "Raigeki" ("attacco con siluri"). JASON ROBARDS, che nel film  interpreta il generale Short, era, al tempo dell'attacco, un marinaio di stanza a Pearl Harbor, ma durante l'evento era su una nave in alto mare. TATSUYA MIHASHI, che dà volto al commodoro Genda, fu un attore molto popolare in Giappone negli anni 50 e 60: dopo questo ruolo, non tornò sugli schermi prima del 1980, e prima di morire comparve in soli altri cinque o sei pellicole. Il marinaio furibondo che spara con la mitragliatrice ai caccia giapponesi Zero era basato sul realmente esistito John Finn, che contrattaccò colpendo diversi aerei nemici, e riuscendo ad abbatterne uno: Finn venne decorato con la medaglia all'Onore. L'afroamericano che di propria iniziativa spara contro gli incursori giapponesi, in pratica, era il marinaio di Prima Classe Doris "Dorrie" Miller, che si guadagnò per questa azione la Navy Cross, onorificenza di alto livello. L'incrociatore USS Phoenix, sopravvissuta all'attacco, compì azioni di guerra nel Pacifico, e venne, anni dopo, venduta all'Argentina, cambiando nome, venendo poi affondata da un sottomarino inglese nella guerra delle Falkland. Gli aerei nipponici che si vedono nel film, sono in realtà aerei per imparare a volare americani, convertiti e dipinti: non c'erano mezzi del periodo in buone condizioni, in Giappone, così la produzione optò per una soluzione "casalinga"; questi aeroplani furono successivamente utilizzati anche in "LA BATTAGLIA DI MIDWAY", "COUNTDOWN:DIMENSIONE ZERO" e "PEARL HARBOR" . La reazione di alcuni spettatori, alla visione del film, fu di inondare di proteste l'ufficio informazioni della Marina Americana, per aver, secondo loro, dato il permesso ad un'opera cinematografica, di mostrare l'impreparazione e la confusione dei militari a Pearl Harbor, di fronte ad un attacco nemico, quindi un'operazione antipatriottica, a detta dei contestatori. Venne girato nei luoghi in cui è ambientato, così come "Pearl Harbor" trentun anni dopo. Le riprese cominciarono nel 1968. Fu il primo film americano stampato in Fujicolor.  Il celebre critico statunitense ROGER EBERT stroncò la pellicola, dandogli una sola stella, definendolo "uno dei più noiosi, mortali blockbuster mai realizzati". In patria incassò non poco, ma fu considerato generalmente un flop: andò molto meglio in Giappone, dove fu uno dei maggiori incassi del 1971. Il rifiuto americano venne in parte attribuito alle proteste contro l'intervento americano in Vietnam. Costato 25 milioni di dollari, ne incassò 29 in patria. Ottenne cinque candidature agli Oscar, tutti per categorie tecniche: vinse il premio per i migliori effetti visivi.

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