martedì 28 febbraio 2017

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ABISSI ( The Deep, USA 1977)
DI PETER YATES
AZIONE/THRILLER
"THE DEEP" fu il secondo romanzo di PETER BENCHLEY, che aveva sfondato all'inizio degli anni Settanta con il grande successo de "LO SQUALO", divenuto poi film da record di incassi nel 1975: proprio nel Novembre del 1975, dopo la poderosa affermazione del film diretto da STEVEN SPIELBERG, venne stipulata la vendita dei diritti cinematografici del secondo libro di Benchley a PETER GUBER, con accordi per far scrivere la sceneggiatura proprio allo scrittore. Benchley ottenne 500,000 dollari più percentuali sugli incassi definitivi della pellicola. Guber aveva letto il romanzo in un pomeriggio, e cercò da subito di accaparrarsi i diritti, convinto della bontà dell'affare. Quando il romanzo uscì, all'inizio del 1976, dopo due settimane di pubblicazione salì al numero 1 della classifica dei bestsellers, e per sei mesi rimase tra i più venduti. Sebbene Benchley sia indicato come lo sceneggiatore del film, la produzione non era molto convinta del suo script, e fece intervenire TRACY KEENAN WYNN per cambiare alcune parti del copione. Per la scelta del regista, la rosa finale comprendeva, oltre a Steven Spielberg, JOHN BOORMAN, e JOHN FRANKENHEIMER, ma tutti e tre i registi erano già in procinto di girare altri lungometraggi ( rispettivamente, "INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO", "ESORCISTA II", e "BLACK SUNDAY"): fu così che si arrivò a PETER YATES, del quale aveva colpito il thriller ambientato in un sottomarino, "L'UOMO CHE VENNE DAL NORD". Quando si trattò di individuare l'attrice che avrebbe impersonato Gail, vennero prese in considerazione CHARLOTTE RAMPLING, KATHARINE ROSS e CANDICE BERGEN, per definitivamente assumere JACQUELINE BISSET. Per il personaggio di Treece, i nomi che circolarono furono quelli di SEAN CONNERY, CHARLTON HESTON, BURT LANCASTER e ROBERT MITCHUM, ma infine il ruolo andà a ROBERT SHAW. Fu più complicato l'ingaggio di NICK NOLTE: vennero fatti i nomi, più appetibili, di JEFF BRIDGES e RYAN O'NEAL, Yates non era convinto che l'attore fosse adatto al ruolo, e neanche Nolte era molto entusiasta della parte. E nemmeno i boss della Columbia Pictures ritenevano che il biondo interprete in tv de "IL RICCO E IL POVERO" potesse funzionare nel film: fu l'ostinazione di Peter Guber, da una parte, ed il consiglio di Shaw al collega, di accettare una parte che gli avrebbe fatto guadagnare molti soldi, e lo avrebbe lanciato definitivamente nel cinema, a far sì che tutte le parti si ritrovassero attorno ad un tavolo, e quando Yates spiegò il proprio progetto, Nolte si appassionò alla trama, e alla sfida di lavorare per parecchio tempo in mare. Robert Shaw firmò un contratto per 650,000 dollari più percentuali sugli incassi, e dichiarò che, per la prima volta nella propria carriera, aveva deciso di fare il film, senza leggere il copione. Disse che per istinto, aveva intuito che la pellicola avrebbe avuto molto successo. Il suo personaggio fu ispirato dal vero cercatore di tesori subacquei Teddy Tucker, che aiutò Benchley a scrivere il romanzo. Peter Benchley compare in un cameo nella versione più lunga del film, nel prologo: è uno dei marinai del sommergibile, e da giovani Treece e Coffin sono impersonati dai figli di Robert Shaw e ELI WALLACH. Al film prese parte anche CAMERON MITCHELL, che interpretava il capitano del "Goliath", la nave che affonda nel prologo, ma il personaggio venne in pratica cancellato al montaggio. Tutti gli attori principali del film, compreso il regista Peter Yates, dovettero prendere delle lezioni di immersione prima di cominciare la lavorazione. Nella scena iniziale, la Bisset viene attaccata dalla murena gigante, e grida di terrore: in realtà, la sua controfigura, JACKIE KILLBRIDE, si slogò una spalla girando la sequenza, che venne realizzata con camera multipla, senza così poterla ripetere. La scena del branco di squali grigi venne girata al largo della Grande Barriera Corallina, in Australia, perchè era l'unico luogo al mondo in cui sarebbe stato possibile realizzarla. L'immagine di Jacqueline Bisset in bikini nero, o con la maglietta aderente e bagnata, sotto la quale si intravedono i suoi seni, aiutò sicuramente il film a diventare un grosso incasso, rendendo iconica la bella attrice. Scherzosamente, tempo dopo, il produttore Peter Guber dichiarò che quella maglietta lo aveva reso ricco.... La prima frase del film viene pronunciata dopo otto minuti e quaranta secondi di proiezione. Il relitto che c'è nel film è reale: era la Royal Mail Ship RMS Rhone, che andò a fondo nel 1867, perdendo 125 dei 137 uomini che ne formavano l'equipaggio. La nave si spezzò in due, affondando, e si trovava a oltre 30 metri di profondità. Diverse copie della colonna sonora vennero stampate su vinile azzurro trasparente, che richiamava il blu del mare profondo.  Le riprese durarono 153 giorni, dal Marzo  al Settembre del 1976, con quasi 9000 immersioni, quasi 11000 ore sott'acqua collettivamente, consumando oltre 3300 centimetri cubici di ossigeno. Dietro permesso del governatore delle Bermude, venne approntata, su una collina, una colossale vasca di acqua marina, riempita con milioni di galloni, nella quale vennero messi anche uno squalo, una murena e circa trecento pesci. La murena meccanica presente sul set venne chiamata "Percy", analogamente allo squalo del film di Spielberg, che invece era stato battezzato "Bruce". La title-song fu una collaborazione tra JOHN BARRY e DONNA SUMMER, venne candidata al Golden Globe . Il film uscì diciotto mesi dopo la pubblicazione del libro di Benchley. Il costo del lungometraggio fu di 9 milioni di dollari, e solo negli States, fu di 41 milioni di dollari l'incasso. Fu il film di maggior successo, in America, della Columbia Pictures del 1977, ed il nono incasso nazionale quell'anno. Il manifesto della pellicola è chiaramente ispirato a quello de "Lo squalo", sostituendo il gigantesco pescecane con una figura femminile che tenta di raggiungere disperatamente la superficie del mare. Ottenne una nomination agli Oscar per il miglior sonoro, e una candidatura ai BAFTA per la miglior fotografia.

sabato 25 febbraio 2017

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IL LEONE D'INVERNO ( The lion in winter, GB/USA, 1968)
DI ANTHONY HARVEY
STORICO
Il dramma storico "IL LEONE D'INVERNO" di JAMES GOLDMAN venne presentato a Broadway nel Marzo del 1966, e fu replicato per 91 volte: il cast originario vedeva ROSEMARY HARRIS nel ruolo di Eleonora ( Elinor) d'Aquitania, ROBERT PRESTON in quello di Enrico II, CHRISTOPHER WALKEN come re Filippo di Francia, e la Harris vinse per quell'edizione il Tony Award come migliore interprete drammatica. Al cinema i ruoli andarono, rispettivamente, a KATHARINE HEPBURN, PETER O'TOOLE, TIMOTHY DALTON: Fu il film d'esordio sia per ANTHONY HOPKINS,che per Dalton. Per O'Toole fu la seconda volta in cui interpretò Enrico II: era già accaduto quattro anni prima in "BECKETT E IL SUO RE". Sul set accadde più di una volta di assistere a stizze della Hepburn, che riprendeva i colleghi O'Toole e Hopkins, perchè si presentavano piuttosto alticci alle riprese. Benchè si fossero conosciuti qualche anno prima, e Katharine Hepburn ammirasse Peter O'Toole come attore, l'attrice era molto preoccupata dalla consueta poca professionalità del collega, lei che era un esempio di puntualità e serietà sul lavoro, e il primo giorno di riprese mise sull'avviso subito l'attore irlandese: tuttavia, la Hepburn chiamava affettuosamente "maiale" O'Toole, e ogni giorno sul set, alle cinque esatte, prendeva con lui un bicchiere di vino, e fumavano una sigaretta. Anche se il preambolo della loro collaborazione non fu dei più rosei, la Hepburn ammise, in seguito, che il vigore del collega fu decisivo a farle riprendere passione per la recitazione, in un momento in cui lei aveva perso interesse per il proprio mestiere, dopo la scomparsa del suo compagno SPENCER TRACY. Katharine Hepburn era solita andare a fare una nuotata nel gelido mare d'Irlanda per due volte al giorno, con stupore della troupe: quando Peter O'Toole le chiese il perchè di quella rischiosa abitudine, l'attrice rispose che lo faceva per provare uno shock tale da sentirsi poi pronta per grandi risultati...! Nel primo giorno di riprese, la Hepburn si ferì ad una mano, urtando una pesante porta sul set, ma si rifiutò di andare al Pronto Soccorso: rifiutò anche di far fasciare la mano con una garza, perchè le sembrava di far perdere troppo tempo alle riprese. Anthony Hopkins cadde da cavallo e si ruppe un braccio, girando una sequenza. Anche se Peter O'Toole è, nel film, il padre di Anthony Hopkins, JOHN CASTLE e NIGEL TERRY, il primo era solo di cinque, sette e tredici anni, rispettivamente, più anziano dei tre colleghi, così come, sebbene interpretasse il marito di Katharine Hepburn, fosse di venticinque anni più giovane di lei. Le pietre che si vedono sui titoli di testa furono scoperte da Anthony Harvey, per caso, durante un giro in auto. La storia si svolge nel  Dicembre 1183. Anthony Harvey e il direttore artistico PETER MURTON decisero che avrebbero dato un taglio più realistico possibile alle scene e all'ambientazione: è per questo che, rispetto a molti film ambientati nella medesima epoca, i castelli ed i costumi diano maggiormente l'impressione di trasandatezza e poca pulizia. Anche DOUGLAS SLOCOMBE cercò di rendere i colori di antichi manoscritti inglesi, con la fotografia. E per quanto riguarda i costumi, venne deciso che gli attori ed i figuranti dovessero indossarli il maggior tempo possibile affinchè non risultassero troppo in ordine: nonostante la costumista MARGARET FURSE avesse consigliato colori scuri, Katharine Hepburn volle vestiti dalle tinte brillanti per il personaggio. E' stata la prima volta che Peter O'Toole ha girato un film nella natia Irlanda. Gli esterni vennero girati appunto in Irlanda, Galles e Francia. La lavorazione venne sospesa perchè Harvey aveva preso l'epatite, ed una fortissima influenza. Costò oltre 5 milioni di dollari, e ne incassò 22 soltanto negli Stati Uniti . Guadagnò sette nominations agli Oscar, tra cui quelle per miglior film, regia, attore protagonista (O'Toole) e attrice protagonista (Hepburn), vincendone tre, per l'attrice, condiviso con BARBRA STREISAND per "FUNNY GIRL", per la miglior sceneggiatura non originale, e miglior musica. Sette candidature anche per i Golden Globes, con due premi vinti, per il miglior film drammatico e il miglior attore protagonista, Peter O'Toole. Ai BAFTA, otto candidature e due vittorie: per la musica, a JOHN BARRY, e a Katharine Hepburn. Vinse anche il David di Donatello quale miglior film straniero. Katharine Hepburn, con questa prova, vinse il terzo Oscar dei suoi quattro, tutti da protagonista, unico caso ad oggi nella storia della Academy. 

venerdì 24 febbraio 2017

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IL SELVAGGIO ( The wild one, USA 1953)
DI LASLO BENEDEK
DRAMMATICO
L'ispirazione per il soggetto de "IL SELVAGGIO" provenne da un racconto pubblicato su Harper's Magazine, intitolato "The Cyclist's raid", a sua volta ispirato da fatti realmente accaduti a Hollister, in California, nel 1947. Tuttavia, seppure il film ricordi piuttosto da vicino la vicenda di Hollister, in realtà i motocliclisti non ebbero scontri violenti con la cittadinanza, ma, anzi, furono invitati a tornare negli anni successivi. Era il quinto film girato da MARLON BRANDO, che, dopo questa pellicola, consolidò il suo nascente mito. Non aveva molta voglia di far parte di questa pellicola, dopo aver letto il copione, ma accettò solo perchè nell'operazione era coinvolto STANLEY KRAMER, con il quale si sentiva in debito perchè aveva prodotto anche "UOMINI", il film che lo lanciò. Come in altri lungometraggi cui prese parte, anche su questo set, Marlon Brando creò non pochi problemi: era in contrasto con il regista ungherese LASLO BENEDEK, e con LEE MARVIN, che era veramente spesso alticcio mentre girava, preferiva avere meno contatti possibile, arrivando a chiedere di non essere sul set assieme a lui, a meno di non dover condividere con Marvin la stessa inquadratura. Lee Marvin sostituì KEENAN WYNN, in pratica alla vigilia della lavorazione. Marvin basò la sua interpretazione sul reale motociclista Willie Forkner, detto "Wino Willy", considerato una leggenda nell'ambiente, capo del Booze Fighters Motorcycle Club. Appassionato di moto, Brando passò del tempo con veri motociclisti prima di cominciare le riprese, per apprendere il loro gergo, e la maniera di muoversi: in più, scelse personalmente i propri costumi, che indossava sia fuori che sul set. La Triumph che usa nel film era la sua vera moto, una 650cc Thunderbird; il giubbotto, uno Schott NYC Perfecto 618, personalizzato da Brando con delle stellette. Lee Marvin invece usa nel film una Triumph 200cc Tiger Club. Marvin, prima di girare il film, non sapeva guidare una moto, ma non voleva essere da meno di Brando, e fu veloce ad imparare, al punto da competere in gare nel deserto, dopo aver fatto questo lungometraggio. Il produttore HARRY COHN impartì a regista e troupe di girare il lungometraggio in poco tempo, con tempi strettissimi per la post-produzione: aveva già fatto così per "DA QUI ALL'ETERNITA'", e pensava che fosse la giusta condizione per far lavorare in maniera più proficua tutti. Fu ancora una decisione di Cohn, di girare il film in bianco e nero. A proposito del suo ruolo, Brando dichiarò che, dopo aver girato questa pellicola, sentì sminuito il desiderio di uccidere il proprio padre, e che, in qualche modo, gli aveva tirato fuori della violenza che sentiva dentro. Il film fu proibito in Gran Bretagna, fino al 1968. Per definire quanto iconico fosse Brando in questo film, basti pensare che i BEATLES lo inserirono tra le tante figure mitiche che affollano la copertina del loro famosissimo album, "SGT. PEPPER'S LONELY HEARTS CLUB BAND". Eppure, lo stesso protagonista, nella sua autobiografia del 1994, affermò che il film era invecchiato male.  Harry Cohn stesso non amò il film, che avrebbe voluto spiegasse come mai i giovani sentissero la necessità di formare delle bande di motociclisti, e secondo il produttore, invece, il film finito ne mostrava solo il lato violento. Nonostante l'antipatia che si dimostrarono, Marlon Brando e Lee Marvin rischiarono di comparire insieme un'altra volta, in "UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA", ma Marvin disse chiaramente a JOHN BOORMAN che lui e Brando fossero troppo in là con gli anni per essere credibili in quei ruoli, e il regista inglese gli dette ragione. E' stato il primo lungometraggio che abbia mostrato il marchio delle moto usate: la Johnson Motors, che importava le Triumph, protestò con la produzione, perchè temeva che vedere i mezzi usati da dei teppisti danneggiasse il marchio, ma inutilmente. Anzi, poi ne trassero vantaggio e pubblicità. 

martedì 21 febbraio 2017

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IL SERGENTE YORK ( Sergeant York, USA 1941)
DI HOWARD HAWKS
GUERRA
Basata sul diario di guerra di Alvin C. York, la sceneggiatura de "IL SERGENTE YORK" , venne scritta a otto mani, compreso JOHN HUSTON: York era stato contattato più volte dal produttore JESSE LASKY, rifiutando sempre di cedergli i diritti del suo diario, divenuto un testo importante nell'America tra le due guerre mondiali. Lasky riuscì ad ottenere il risultato che si era prefisso, facendo leva sui sentimenti patriottici dell'ex-soldato, sostenendo che un film tratto dalla sua esperienza, avrebbe incoraggiato tanti americani, visto che un nuovo conflitto mondiale era vicino. Allora York accettò, ma a tre condizioni: che la parte dei profitti che sarebbe toccata a York sarebbe andata in donazione alla scuola biblica che l'ex-milite voleva costruire, che l'attrice scelta per impersonare sua moglie fosse una non fumatrice, e che solo GARY COOPER  fosse l'attore capace di interpretarlo sullo schermo. A quasi quarant'anni, Cooper non era l'interprete ideale per un soldato poco più che ventenne; ma York fu irremovibile, sul fatto che al cinema solo Cooper poteva impersonarlo. L'attore non era convinto del ruolo, perchè gli sembrava un personaggio fin troppo positivo, senza ombre: quando incontrò il vero Alvin C. York, si convinse e accettò di girare il film. Cooper era sotto contratto con SAMUEL GOLDWYN, che non aveva intenzione di "prestarlo" alla Warner Bros.. Lo studio vagliò nomi come HENRY FONDA, JAMES STEWART e RONALD REAGAN, finchè non venne trovato un accordo con la MGM: Cooper avrebbe girato questo lungometraggio per i rivali, e la Warner avrebbe fatto lavorare BETTE DAVIS a "PICCOLE VOLPI", prodotto dalla Metro. Non fu semplice neanche trovare un regista per la pellicola: nomi quali MICHAEL CURTIZ, HENRY HATHAWAY, HENRY KOSTER, VICTOR FLEMING, NORMAN TAUROG, declinarono l'offerta della Warner. Quando HOWARD HAWKS ricevette l'offerta, accettò di buon grado. Pare che VINCENT SHERMAN abbia girato qualche sequenza del film. Gary Cooper aveva indicato  JOAN LESLIE aveva 16 anni quando girò il film, la stessa età del suo personaggio sullo schermo, Gracie: il vero York aveva fatto sapere che non voleva un'attrice famosa per impersonare sua moglie al cinema, anche se ANN SHERIDAN e JANE RUSSELL erano state prese in considerazione per il ruolo. Gary Cooper non partecipò alla II Guerra Mondiale, un pò per l'età, e soprattutto per i problemi ad un'anca, ma ha sempre dichiarato di ritenere di aver dato un forte contributo alla causa del coinvolgimento americano,con la sua partecipazione a questo film. Lo stesso Alvin C. York andò sul set per qualche giorno, e quando un membro della troupe gli chiese scherzosamente quanti nemici avesse ucciso al fronte, e York eruppe in un pianto disperato: il componente della troupe, il giorno dopo, fu quasi licenziato, ma intervenne York ad impedirne l'espulsione dal set. Venne girata una sequenza in cui si vedono Alvin e Gracie ballare, ma venne tagliata al montaggio: tuttavia, la scena venne regalata ai coniugi York. Anche alcuni commilitoni del plotone di York dettero mano alla Warner con consulenze e testimonianze, durante la lavorazione. Nel film, Cooper adopera una Luger, ma il vero York aveva invece una 1911 45.ACP automatica. Alla messa in produzione del film, l'opinione pubblica USA era molto isolazionista, e non molto propensa a partecipare al conflitto in atto in Europa: Jesse Lasky, per trovare i finanziamenti, evitò di presentare il progetto come un film di guerra. Però il cambio storico, con l'entrata in guerra degli Stati Uniti, questo lungometraggio realizzò incassi stratosferici. Pare che sia stato il primo film visto al cinema da CLINT EASTWOOD. La leggenda vuole ( ma in alcuni casi potrebbero essere state anche cose vere), che molti giovani uomini, dopo aver visto il film, andarono ad arruolarsi nell'esercito. Le riprese durarono dal Febbraio all'Aprile 1941. All'uscita , il film ebbe sonore critiche dai pacifisti per il suo essere propaganda per l'intervento in guerra. Costato 1 milione e 400,000 dollari, ne incassò più di 16 nei soli USA. Howard Hawks ebbe, per questa pellicola, l'unica nomination della sua eppur fulgida carriera. WALTER BRENNAN ottenne, con questa interpretazione, la quarta candidatura all'Oscar come non protagonista, e fu l'unica volta, su quattro, in cui non portò via la statuetta. Candidato a undici Oscar, tra cui quello per il film, ne vinse due: per il miglior attore a Gary Cooper, e per il miglior montaggio. Nel 1942, Cooper, Brennan e la Leslie ripresero i ruoli interpretati in questo film per un adattamento radiofonico. Fu il più grosso incasso del 1941, e, tenendo conto dell'inflazione e dei cambiamenti di valore del dollaro, uno dei titoli più remunerativi di sempre.  

venerdì 17 febbraio 2017

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MATT DILLON ( Matthew Raymond Dillon, New Rochelle, NY, 18/02/64-....)
Secondo di sei fratelli, MATT DILLON nacque a New Rochelle, nello stato di New York, nel 1964: sua nonna Bea Raymond era sorella di due artisti del mondo dei fumetti, infatti ALEX RAYMOND fu il creatore di "Flash Gordon", mentre l'altro fratello, Jim Raymond, disegnò "Blondie" per più di 40 anni. Anche i suoi fratelli KEVIN e PAUL hanno intrapreso la carriera attoriale. L'esordio al cinema fu a soli 15 anni, in "GIOVANI GUERRIERI", pellicola non celebre, sulla scia di film di successo sul disagio giovanile come "I GUERRIERI DELLA NOTTE". Sembrava che la scelta del coprotagonista maschile di "LAGUNA BLU", accanto a BROOKE SHIELDS, ricadesse su di lui, ma Dillon non volle fare il film, perchè avrebbe dovuto comparire nudo, e quindi la parte andò a CHRISTOPHER ATKINS. Successivamente infilò un trittico di lungometraggi tratti da romanzi di S.E. HINTON, come "UN RAGAZZO CHIAMATO TEX", e la doppia collaborazione con FRANCIS FORD COPPOLA, prima ne "I RAGAZZI DELLA 56° STRADA" e poi in "RUSTY IL SELVAGGIO": questi ultimi due titoli lanciarono Dillon come nuovo astro nascente del cinema USA, e probabilmente rappresentano ancora oggi il picco dell'esperienza divistica dell'attore. L'anno dopo, Matt Dillon era di nuovo sul set con DIANE LANE, con la quale aveva girato già i due film con Coppola, e lì conobbe FISHER STEVENS con il quale strinse una duratura amicizia. Da sempre ispirato, come interprete, da GENE HACKMAN, rafforzò ancor di più l'ammirazione per il collega più anziano lavorando con lui in "TARGET-SCUOLA OMICIDI". Seguirono altri film meno celebri, fino al cult diretto da GUS VAN SANT, "DRUGSTORE COWBOY", in cui la performance di Dillon venne apprezzata moltissimo dalla critica: il suo fuorilegge sbandato e tossicodipendente rimane uno dei suoi ruoli più riusciti. Negli anni Novanta, perlopiù, Matt Dillon ha fatto ruoli da comprimario de luxe, come in "SINGLES", "DA MORIRE", "IN & OUT", "SEX CRIMES", fino a riprendere una parte da co-protagonista in "TUTTI PAZZI PER MARY", in cui impersona un detective truffaldino, ruolo brillante quasi insolito per lui: dal 1996 al 1998 ha avuto una relazione con CAMERON DIAZ, la protagonista assoluta del film. Era la prima scelta per interpretare il pugile "Butch" Coolidge in "PULP FICTION", ma poi fu BRUCE WILLIS ad avere la parte. Nel 2002 ha diretto ed interpretato il suo primo film da regista, "CITY OF GHOSTS", ambientato in Thailandia: l'amore per i viaggi in Asia di Dillon è stato incluso anche nel suo esordio dietro la macchina da presa. Due anni dopo, la partecipazione ad un film da Oscar, che gli portò anche la sua prima e, per ora, unica candidatura come attore (non protagonista):"CRASH-Contatto fisico", in cui il ruolo non facile del poliziotto razzista che scopre di avere più umanità di quanto ritenesse, guadagnò alla star nuovi elogi. In seguito, Matt Dillon ha preso parte ad altri titoli di successo come "HERBIE-Il super Maggiolino", "TU, IO E DUPREE", ed è stato scelto di recente come il protagonista del prossimo film di LARS VON TRIER, "THE HOUSE THAT JACK BUILT", in cui impersonerà un metodico serial killer negli anni Settanta. Negli ultimi tempi ha colto un'ottima affermazione personale interpretando la serie tv "WAYWARD PINES", ideata e prodotta da M. NIGHT SHYAMALAN. E' un collezionista appassionato di dischi in vinile, e di figurine di Mookie WIlson: fan sfegatato dei "New York Mets". Inoltre, Dillon è un corridore pervicace, e dice di andare a fare jogging spesso in Central Park, senza peraltro essere riconosciuto.
COSI' PARLO' MATT DILLON:
"Mi preoccupo meno che un personaggio sia amabile, del fatto che sia credibile."
"La commedia, per me, è il genere più difficile."
"Io non amo nascondermi. Se ti costruisci un muro intorno, inviti la gente a invaderti. La paura è il nemico."

mercoledì 15 febbraio 2017

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NON E' UN PAESE PER VECCHI 
( No country for old men, USA 2007)
DI JOEL E ETHAN COEN
NOIR
Curiosamente, per essere un film tratto da un romanzo di successo, "NON E' UN PAESE PER VECCHI", molto di quel che accade è ripreso, parola per parola, dal libro: invece, riguardo ad altri lavori di JOEL e ETHAN COEN, i dialoghi, in alcuni passaggi, sono alleggeriti, anomalia, perchè solitamente, i personaggi dei loro lungometraggi sono molto loquaci. Fu SCOTT RUDIN a porre il romanzo all'attenzione dei cineasti. Il titolo è preso dal poema di WILLIAM BUTLER YEATS "Sailing to Bizantyum", e costituisce la prima riga dell'opera: "Questo non è un paese per vecchi", e si riferisce alla presa di coscienza dello sceriffo, che fa le sue considerazioni su quel che sarà la sua vita, a confronto con un mondo divenuto più spietato, dopo aver terminato il servizio ed essere andato in pensione. L'azione si svolge nel 1980. Contrariamente al loro abituale processo di costruzione di un film, i Coen non scrissero il film con in mente gli attori che avrebbero scelto: infine, solo STEPHEN ROOT, del cast, è l'unico attore con cui avevano già lavorato. Quando contattarono JAVIER BARDEM per il ruolo del killer Anton Chigurh, i Coen si sentirono rispondere dalla star spagnola  "Non so guidare, parlo un pessimo inglese, e odio la violenza!": la risposta fu che proprio per quello, era l'interprete più adatto del personaggio, e l'attore acconsentì a firmare il contratto, per la possibilità di lavorare con loro. Per lo strano look del sicario, i Coen presero a modello la foto della bizzarra acconciatura del tenutario di un bordello scattata nel 1979: quando Bardem si vide con il nuovo taglio allo specchio, scherzosamente disse che non avrebbe appoggiato la testa sul cuscino per due mesi. L'aspetto di Chigurh era così ancor più spaventoso di come avessero sperato di ottenere i Coen. Anche MARK STRONG, dopo due provini, fu molto vicino ad ottenere il ruolo. Quando girò il provino  per il ruolo di Moss, JOSH BROLIN era sul set di "GRINDHOUSE:PLANET TERROR". Chiese a ROBERT RODRIGUEZ di poter usare una macchina da presa : infine, fu diretto da QUENTIN TARANTINO, con MARLEY SHELTON a fare Carla Jean : i Coen amarono il provino inviato, soprattutto per la qualità della luce, e dettero il via libera per ingaggiare Brolin. Benchè sui manifesti e nei titoli, il suo nome sia messo avanti a tutti, TOMMY LEE JONES è presente sullo schermo meno dei suoi colleghi Bardem e Brolin: fu comunque il primo del cast ad essere scritturato. TESS HARPER indossa, nel film, gli stessi stivali che aveva in "TENDER MERCIES-Un tenero ringraziamento": affermò che li aveva messi perchè, secondo lei, Loretta poteva essere una versione invecchiata di Rosa Lee. GARRETT DILLAHUNT fece cinque provini per avere il ruolo di Moss, ma poi ottenne, invece, la parte di Wendell. I tre personaggi principali non sono mai insieme sullo schermo in tutto il film. Carla Jean è l'unico personaggio che interloquisce con tutti e tre. Josh Brolin si ruppe una spalla in un incidente in moto, due giorni dopo aver ottenuto la parte di Moss : per non perdere l'opportunità di lavorare con i Coen, volle comunque girare il film, e per ovviare al problema dell'attore, i due registi e sceneggiatori cambiarono lo script, facendo sì che al personaggio di Brolin venisse sparato alla spalla, nella prima parte della storia. L'arma di Chigurh, una bombola d'aria compressa che spara proiettili, non esisteva, semplicemente: venne fatta costruire appositamente per il film. Però, dal 2014, hanno cominciato ad essere prodotte, con un suono che ricorda quello dell'oggetto nel film. Venne "doppiato", all'epoca, con il suono di una pistola sparachiodi. Llewellyn, invece, usa un fucile modello Winchester 1897, uno dei primi fucili a pompa commercializzati. L'unica arma utilizzata, invece, dallo sceriffo Bell, è una semiautomatica Colt M1911A1. Nel film vengono ammazzate 22 persone. Anton Chigurh uccide, o prova a uccidere, ogni personaggio con cui si interfaccia nella storia: risparmia soltanto il proprietario della stazione di metano, la donna che lavora nell'ufficio del parcheggio dei caravan, la donna alla reception del motel, e i due bambini nel finale. Non è chiaro se uccida anche Carla Jean, ma è probabile che lo abbia fatto, perchè quando esce dalla stanza, si controlla le suole delle scarpe, per controllare se ci sia sangue sopra. Mentre si girava  a Marfa, in Texas, poco distante veniva girato anche "IL PETROLIERE": un giorno, in cui veniva realizzata una sequenza in una zona desertica, i Coen dovettero fermare le riprese per via di una colossale nuvola di fumo, proveniente dal set dell'altro lungometraggio. PAUL THOMAS ANDERSON, infatti, stava provando gli effetti speciali di un pozzo di petrolio che andava in fiamme, e fino ad un giorno e mezzo dopo, non fu possibile riprendere la lavorazione, per i fratelli Coen. Nella scena in cui Llewellyn mette piede in Messico, diventa il primo personaggio dei film dei Coen a uscire dagli USA: ogni loro lungometraggio, infatti, è ambientato esclusivamente negli Stati Uniti, se si eccettua la partecipazione, nel 2006, a "PARIS, JE T'AIME". Il montaggio è a cura di Roderick Jaynes, uno pseudonimo dei fratelli Coen, i quali hanno sempre co-scritto, co-montato e co-diretto tutti i loro film. La colonna sonora di CARTER BURWELL consiste in soli 16 minuti di musica. La valigetta in cui c'è il denaro è la stessa utilizzata in "FARGO". Un'imprevista spesa per i trucchi fu l'acquisto di costoso sangue finto a 800 dollari al gallone; molto occorreva per la scena in cui Llewellyn arriva sul luogo della sparatoria che ha fatto diversi morti, e fa da catalizzatrice all'azione principale: Joel Coen decise poi che avrebbero adoperato dell'ordinario sangue finto, molto meno costoso. La pellicola è stata girata principalmente in New Mexico, ma Tommy Lee Jones convinse i due registi a fare qualche scena anche nel Texas occidentale. Ad oggi, il film più lungo dei Coen, con una durata di 122 minuti, unica pellicola del duo a sforare le due ore di proiezione. E' stato il secondo film nella storia degli Oscar, a vincere un premio per la regia condiviso da due directors: era già successo nel 1962, a ROBERT WISE e JEROME K. ROBBINS per "WEST SIDE STORY". Ed il secondo film ad essere scritto, diretto, montato e prodotto dalla stessa persona: era accaduto anche per "TITANIC". Javier Bardem è stato il primo attore spagnolo a vincere un Oscar per la miglior interpretazione: era stato anche il primo spagnolo ad ottenere una nomination, nel 2000, per "PRIMA CHE SIA NOTTE". Le riprese durarono dal Maggio all'Agosto del 2006. Costato 25 milioni di dollari, ne ha incassati 74 negli States, mentre nel resto del mondo gli introiti sono stati di 97 milioni, facendo arrivare l'incasso totale a 171. Candidato a otto premi Oscar, ne vinse quattro: per il film, la regia, l'attore non protagonista (Bardem), e la sceneggiatura non originale. Quattro, invece, le nominations ai Golden Globes: sfumati i premi quale miglior film drammatico, e miglior regia, vinse tuttavia quelli per la migliore sceneggiatura, e per miglior attore non protagonista ( Bardem, ancora). Ai BAFTA, su nove candidature, vinse tre premi, per la miglior regia, miglior fotografia, e miglior attore non protagonista ( Bardem, di nuovo!). Vinse anche il David di Donatello quale miglior film straniero, ed una messe di premi vari sparsi per il mondo. 

venerdì 10 febbraio 2017

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STAR WARS-Episodio I: LA MINACCIA FANTASMA
( Star Wars- Episode I: The Phantom Menace, USA 1999)
DI GEORGE LUCAS
FANTASCIENZA 
Di come si sarebbe evoluta, o prolungata, la saga di "STAR WARS", dopo il 1983, anno dell'uscita de "IL RITORNO DELLO JEDI", si è parlato per anni, con ipotesi spesso fuorvianti, fino all'annuncio, da parte di GEORGE LUCAS, del ripristino del progetto originale: sarebbe uscita una nuova trilogia, che anticipasse i fatti narrati nei tre film visti, e spiegasse varie cose del passato di personaggi come Darth Vader e Obi Wan Kenobi. Il nucleo narrativo sarebbe consistito nell'originale copione buttato giù da Lucas ai tempi in cui cominciò a progettare il primo "GUERRE STELLARI", nel 1975, ovvero "STAR WARS-Episodio IV:UNA NUOVA SPERANZA". George Lucas aveva chiesto a LAWRENCE KASDAN di aiutarlo nella scrittura del soggetto e della sceneggiatura, ma il collega, che aveva co-scritto "L'IMPERO COLPISCE ANCORA" e "IL RITORNO DELLO JEDI", preferì non accettare, sostenendo che, trattandosi dell'origine della saga, solo a Lucas stesso spettava la responsabilità di elaborare il racconto e la costruzione dei personaggi. Sembrava che il compito di scrivere il film passasse a FRANK DARABONT, con CARRIE FISHER come collaboratrice, ma poi Lucas cambiò idea:offrì a DAVID HARE l'opportunità di scrivere assieme a lui il nuovo capitolo della serie di "Star Wars", ma l'inglese non se la sentì, e così Lucas si decise a scrivere da solo la sceneggiatura. In realtà, Lucas aveva proposto a colleghi-amici quali RON HOWARD, ROBERT ZEMECKIS e STEVEN SPIELBERG di dirigere questo nuovo avvio della serie, ma ognuno, per motivazioni diverse, aveva preferito non prendersi la responsabilità della regia, lasciando al creatore del mondo di "Star Wars" l'onere di riprendere la poltrona da regista.Nello stendere lo script, Lucas, forse per scaramanzia, utilizzò la stessa carta gialla a rullo che aveva utilizzato per buttar giù i copioni del primo titolo della serie, e per "AMERICAN GRAFFITI". Tra l'ultimo film girato da George Lucas come regista, il primo titolo della serie, ed il suo ritorno dietro la macchina da presa, con questo film, erano passati 22 anni. "LA MINACCIA FANTASMA" era il nome di un nemico di Flash Gordon. Per impersonare Anakin Skywalker da bambino, fu JAKE LLOYD a ottenere il ruolo, arrivando ad una rosa finale di tre nomi, in cui c'era in lizza anche MICHAEL ANGARANO. Per dar volto alla versione giovane di Kenobi, venne compilata una ristretta lista d'attori confrontandone la somiglianza con ALEC GUINNESS da giovane: ne uscì EWAN MCGREGOR, che, tra l'altro vantava una parentela "esclusiva". Infatti, l'interprete scozzese è nipote dell'attore DENIS LAWSON, il quale aveva impersonato il pilota dei Ribelli Wedge Antilles nei tre capitoli precedenti. Anche KENNETH BRANAGH andò molto vicino ad ottenere la parte. McGregor studiò molti film con Alec Guinness, compreso il primo "Guerre stellari", per adottare il modo di muoversi, di parlare, e il ritmo con cui l'illustre collega pronunciava le battute. Per il mentore di Obi Wan, Qui Gon Jinn, furono in lizza DENZEL WASHINGTON, MORGAN FREEMAN, KURT RUSSELL, TOM HANKS e LIAM NEESON, con quest'ultimo che venne preferito agli altri.  Neeson fu così entusiasta di prender parte al film, da firmare il contratto senza neanche dare un'occhiata alla sceneggiatura. Lucas era intenzionato dapprima a scegliere un attore americano per il ruolo, ma scelse Neeson per il suo carisma, e perchè riteneva che imprimesse forza e solidità al personaggio, anche quando restava in silenzio. Per Padme, Lucas volle NATALIE PORTMAN, da cui era rimasto fortemente colpito dopo averla vista in "LEON" e "BEAUTIFUL GIRLS". La voce dell'attrice venne digitalmente modificata, per evidenziare la differenza tra quando "era" Padme, e quando era la regina Amidala. Natalie Portman lavorò con un insegnante di dizione per scegliere che tipo di accento il suo personaggio dovesse avere: scelsero un tono imperioso, studiando dive del passato come KATHARINE HEPBURN e LAUREN BACALL. Quando la Portman e KEIRA KNIGHTLEY si trovarono sul set, perfettamente acconciate e truccate, con la seconda che sosteneva il breve ruolo di Sabè, la madre della Knightley stentò a riconoscere quale delle due fosse sua figlia. L'abito con cui Amidala entra in Senato era modellato su vestiti di nobildonne della Mongolia. Il vestito con cui Amidala invece è sul trono, richiese otto settimane per essere disegnato. La maggior cura nel disegno degli abiti di scena, per George Lucas, era dovuta al fatto che l'era narrata in questa trilogia fosse più sofisticata di quella seguente: la costumista TRISHA BIGGAR ed il suo team realizzarono più di 1000 costumi. La scelta iniziale per Darth Maul fu BENICIO DEL TORO, il quale, però  decise di lasciare la lavorazione, perchè Lucas tolse via via molte delle battute del personaggio, che infatti ne pronuncia solo tre in tutta la pellicola. Fu sostituito dall'esperto di arti marziali RAY PARKER. In tutto, Darth Maul compare sullo schermo per sei minuti totali di proiezione. Darth Maul è l'unico Sith che prima non sia stato uno Jedi. AHMED BEST, che fornì la voce a Jar-Jar Blinks, compare anche come cavaliere Jedi all'arrivo di Palpatine a Naboo. IAN MCDIARMID fu molto sorpreso, quando George Lucas offrì di nuovo a lui il ruolo del senatore Palpatine, futuro Imperatore Darth Sidious: l'attore britannico non si aspettava di essere scritturato, pensando che avrebbero scelto un attore più giovane per i tre capitoli-prequels. Prima che SAMUEL L. JACKSON esprimesse l'interesse sul partecipare alla saga, sembrava che Mace Windu ( il quale, nella primissima stesura della sceneggiatura del film del 1977, era il protagonista ) fosse destinato ad essere rappresentato da un animatrone. Pare che MICHAEL JACKSON avesse proposto a Lucas di interpretare Jar-Jar Blinks, ma il creatore di "Star Wars" avesse rifiutato, perchè temeva che la presenza della popstar avrebbe attirato troppo su di sè l'interesse dei media. Jar-Jar Blinks era stato creato per diventare un beniamino degli spettatori più piccoli, ed essere il personaggio comico della nuova trilogia, ma gli spettatori protestarono vivamente, criticandolo e denigrandolo, facendo rimanere attonito Lucas, che negli episodi successivi relegò il personaggio ad una partecipazione brevissima ( benchè proprio lui, al voto, dia una notevole spinta all'attuazione dell'Impero....). McDiarmid, ANTHONY DANIELS (C3-PO), FRANK OZ ( Yoda) e KENNY BAKER (R2-D2), sono i soli attori che abbiano preso parte ad entrambe le prime due trilogie. Daniels fornì la voce all'androide dorato, perchè le movenze furono invece opera del marionettista MICHAEL LYNCH: è l'unico film della serie in cui Anthony Daniels non "recita" fisicamente C3-PO, per via della struttura ancora incompleta del robot. Furono costruite nove versioni di R2-D2: una per farvi entrare Kenny Baker, sette  costruite dalla ILM, contenenti due motori da sedia a rotelle elettronica, capaci di spostare un peso di 200 kilogrammi, veloce nel muoversi, ed una versione pneumatica, capace di spostarsi sulla sabbia per le riprese in Tunisia. Lucas descrisse Sebulba come "un ragno incrociato ad un orango, ancora incrociati con un bradipo, con il muso di un cammello, rivestito di un'armatura". La cosa più difficile nel creare il personaggio fu di fargli usare le mani come piedi e viceversa. Nel film ci sono delle comparse importanti: ad esempio, RICHARD ARMITAGE, all'epoca sconosciuto, come guardia reale, WARWICK DAVIS, che è seduto accanto a Watto durante la pod race, ROMAN COPPOLA e SOFIA COPPOLA, il primo una guardia di Naboo, e la seconda come un'ancella di corte. Lucas basò il cancelliere Valorum, interpretato da TERENCE STAMP, su BILL CLINTON: lo rivelò dicendo che lo riteneva "un brav'uomo, ma è assediato". Stamp non apprezzò lavorare a questa pellicola: all'offerta di riprendere il ruolo nelle pellicole seguenti, disse di no, spiegando che nei film, gli attori devono recitare con gli attori. Anakin appare sullo schermo dopo 32 minuti di proiezione. Darth Maul sbatte le palpebre una sola volta, nel film, quando viene tagliato in due da Obi Wan. Lucas era affascinato dall'idea di un cattivo che aveva perennemente gli occhi sbarrati. Nelle prime stesure della sceneggiatura, Obi Wan era l'unico negoziatore, Qui-Gon Jinn venne creato ed inserito dopo. Inizialmente, C3-PO sarebbe dovuto apparire appena, nelle scene della casa da schiavo di Anakin, ma poi il regista decise altrimenti, aumentando le sequenze con l'androide. Sempre nelle prime versioni del copione, il nome del pianeta di provenienza della regina Amidala si chiamava Utapau; era un nome per un pianeta già pensato ed accantonato per il primo film del 1977, e fu infine utilizzato per il luogo di scontro tra Kenobi ed il generale Grevious in "LA VENDETTA DEI SITH". Il nome Qui-Gonn Jinn viene dal cinese, e si tratta di un antico metodo di medicina alternativa chiamato "Qigong": "Jinn" deriva invece dall'arabo "Djnn", ovvero il Genio delle fiabe e dei miti. "Jar-Jar" fu invece un'invenzione del figlio di Lucas. Liam Neeson convinse George Lucas a mantenere la scena in cui Qui-Gonn Jinn pone una mano sulla spalla di Shmi Skywalker, la madre di Anakin: per il regista non era verosimile un gesto del genere da parte di uno Jedi, ma Neeson sostenne che avrebbe donato umanità ad un momento non facile per i due personaggi. L'attore irlandese compì da solo, senza controfigure, quasi tutte le sue scene d'azione, nonostante avesse a disposizione tre stuntmen: uno per il breve duello con Darth Maul su Tattooine, uno per lo scontro finale con il villain, ed un altro per un pò tutte le sequenze. La "vendetta" di cui parla Darth Maul non verrà mai specificata, verso quale avvenimento sarebbe compiuta. McGregor non fu particolarmente entusiasta della propria prova in questo capitolo: in un'intervista disse ironicamente che più che altro era consistito nell'entrare in stanze e ambienti, e guardare in alto. Anche Anthony Daniels, quando vide il film finito, espresse forte perplessità. "Padme" significa "Loto" in sanscrito, così come "Yoda", nella stessa lingua, vuol dire "Guerriero". Tattooine invece deve il suo nome alla città tunisina di Tataouine. In entrambe le prime due trilogie, Darth Sidious appare per la prima volta come ologramma: qui ai vicerè, ne "L'impero colpisce ancora" a Darth Vader. I vicerè nella versione italiana hanno un forte accento russo, mentre in quella tedesca lo hanno francese. La spada laser a doppia lama di Darth Maul viene dal comic-book "Tales of the Jedi: The Sith War", del 1996. Darth Maul ha in tutto dieci corna sulla testa. La ricetrasmittente di Qui-Gonn Jinn è un rasoio per donna, opportunamente riarrangiato. I droidi da battaglia avrebbero dovuto essere bianchi come gli Stormtroopers della prima trilogia, nelle intenzioni, ma Lucas decise diversamente, nella pre-produzione, di mutare il loro colore in beige. Nella sequenza in cui, in Senato, Amidala sfiducia il Cancelliere, e quasi tutti balzano in piedi, nell'angolo in basso a sinistra è possibile vedere dei simili di E.T. . Sono visibili, nella stessa scena, anche due wookies. Su 133 minuti di proiezione, solo poco più di 10 sono senza effetti speciali. Le scene di interni del palazzo reale di Naboo vennero realizzate nella Reggia di Caserta: alcuni candelabri vennero rimossi dalle pareti per non rischiare che venissero danneggiati. Uno dei curatori della Reggia interpretò uno dei consiglieri di Amidala. Nel 1997, una fortissima tempesta di sabbia distrusse molti dei set in Tunisia, a Tozeur, che avevano rappresentato Tattooine: le riprese avrebbero dovuto cominciare due giorni dopo, e Lucas prese questo per un buon segno, visto che era accaduta, in pratica, la stessa cosa, appena prima di avviare la lavorazione del primo film della serie, nel 1976. Nei titoli di coda, Jabba the Hutt è accreditato come "se stesso". Tra l'altro, si scopre il nome completo del personaggio: Jabba Desijic Tiure. Visualmente, è notevolmente diverso da come appare sia nella versione rieditata di "Una nuova speranza" e de "Il ritorno dello Jedi." Mentre girava le scene di combattimento con la spada laser, Ewan McGregor emetteva il suono tipico, con il ronzio, dell'arma: al montaggio se ne accorsero, e furono corrette sia le immagini, che il sonoro. Per creare il sonoro della platea per il pod race, il tecnico BEN BURTT andò a registrare gli spettatori durante una partita dei San Francisco 49ers. Per dare la massima verosimiglianza agli incidenti che accadono nella gara, i tecnici degli effetti speciali studiarono diverse gare del circuito NASCAR. Naboo venne modellato abbondantemente sul Rinascimento italiano, per quanto riguardava l'architettura e il design, mentre per l'arena dei pod race di Tattooine venne preso a modello il design romano dell'epoca all'inizio del Cristianesimo. Il palazzo reale di Naboo era già stato la sala da ballo dell'abitazione dei Frankenstein in "FRANKENSTEIN DI MARY SHELLEY". George Lucas affermò, al tempo della promozione della pellicola, che c'erano due scene girate in digitale, invece che su 35 mm, e sfidava gli spettatori più esperti a scoprire quali fossero: erano quella in cui Qui-Gonn preleva il sangue di Anakin, e la promozione a cavaliere Jedi di Obi Wan. Il tema di Anakin è una variazione del celebre tema di Darth Vader. Il tema "Duel of fates" include invece un testo, cantato in coro, dal poema "The white goddess" di ROBERT GRAVES, tradotto dal celtico. La musica della parata nel finale è melodicamente relazionabile al tema dell'Imperatore de "Il ritorno dello Jedi".  Il film ha evidenti paralleli con "Il ritorno dello Jedi": l'inizio vede una navicella che chiede di poter attraccare su una grande astronave, ed entrambi gli episodi si chiudono con la morte di un Jedi e di un Sith, con la cremazione di un Jedi. L'ultima scena girata fu la morte di Qui-Gonn Jinn. La reazione di Obi Wan all'uccisione del suo maestro, è la medesima di Luke Skywalker quando Kenobi viene colpito a morte da Darth Vader. Alla fine dei titoli di coda, è possibile sentire il suono del respiro di Darth Vader. La 20th Century Fox realizzò il primo trailer, consegnando le bobine a diverse sale, con le rigide istruzioni di non proiettarlo fino ad una certa data: un cinema canadese contravvenne alla regola, mostrandolo il giorno prima della data prefissa, con il risultato che venne estromesso dalla distribuzione della pellicola. Nella prima settimana in cui il trailer veniva proiettato, in diversi cinema americani venne registrato un singolare fenomeno: molti spettatori pagavano il biglietto, e dopo aver visionato l'anteprima del nuovo "Star Wars", se ne andavano dalla sala! Natalie Portman si perse la prima del film, ed il relativo party a New York, essendo dovuta tornare a casa, per studiare per gli esami finali della scuola superiore che frequentava. Lucas stipulò un accordo con la Fox molto simile a quello che fece nel 1977: accettò una paga "normale" per la regia, ma ottenne il "final cut" ed una forte percentuale sulla vendita del merchandising intorno al lungometraggio. Durante le riprese, Steven Spielberg fece visita al set, mentre stava girando "SALVATE IL SOLDATO RYAN". Jake Lloyd ha affermato, in più interviste, che si era ritirato dalla recitazione a causa dell'effetto traumatico che aveva avuto, per lui, prendere parte a questo kolossal: avrebbe causato lo scherno da parte di altri ragazzi, nei suoi confronti, e molti fans avevano inveito contro la scelta dell'aver preso lui come Anakin Skywalker da ragazzino. Ciononostante, Lloyd ha comunque partecipato a meeting per fans di "Star wars" e ha prestato la propria voce ad alcuni videogames che riprendevano il suo personaggio. Ad oggi, l'unico film della saga in cui non venga fatta menzione nè della Morte Nera, nè degli Stormtroopers. Ed è l'unico film di "Star Wars" in cui l'attore più celebre del cast, Liam Neeson, fa un ruolo che compare in un solo episodio. E' stato il primo film della serie ad uscire in DVD, nell'Ottobre 2001, un anno dopo la sua uscita in VHS. Ed il primo a non vincere nemmeno un premio Oscar. Le riprese durarono dal Giugno al Settembre del 1997. Costò 115 milioni di dollari, incassò 474 milioni in patria, ed altri 552 nel resto del mondo: un totale di 1 miliardo e 27 milioni di dollari! Ebbe tre nominations all'Oscar, per il miglior sonoro, migliori effetti visivi, e migliori effetti sonori. Ai BAFTA, fu candidato per il sonoro e per gli effetti visivi. E' considerato, dai fans, un pò come l'episodio più debole dell'intera saga, ad oggi.

mercoledì 1 febbraio 2017

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BEETLEJUICE- Spiritello porcello ( Beetlejuice, USA 1988)
DI TIM BURTON
FANTASTICO/COMMEDIA
La sceneggiatura originale di "BEETLEJUICE" era un horror , ed il personaggio del titolo era raffigurato come un demone dall'aspetto di rettile alato che si tramutava in un uomo dall'aspetto insignificante per interagire con i Maitlands ed i Deetzes: Lydia era un personaggio più marginale, e maggior risalto aveva la sorella piccola Cathy capace di comunicare con i defunti Deetzes. Lo scopo di Betelgeuse era di spaventare a morte i Maitlands, e progressivamente ucciderli, stuprando anche Lydia. Via via, lo script fu sempre più orientato verso toni da commedia, e Beetlejuice divenne uno spettro cialtrone e guitto. Il nome del personaggio, Betelgeuse, fu dato in omaggio alla stella omonima della costellazione di Orione, dal colore rosso. Però la Geffen Company non voleva il titolo "Beetlejuice", che considerava ridicolo, e i produttori suggerirono "House Ghosts": TIM BURTON consigliò, per scherzo, "Scared sheetless", rimanendo di sasso quando alla Geffen presero sul serio e tenendo in considerazione questo titolo. Alla fine la spuntò il regista. Burton propose, per il ruolo di Beetlejuice, SAMMY DAVIS Jr., che era tra gli idoli della sua infanzia, ma la casa di produzione non prese neanche in esame l'attore ed entertainer. Venne preso in considerazione anche DUDLEY MOORE, ma il ruolo del dispettoso spirito venne offerto a MICHAEL KEATON, che dapprima declinò, ma DAVID GEFFEN convinse il suo agente a far fare all'attore una chiacchierata con Tim Burton, che riuscì a far accettare il ruolo a Keaton. Per il ruolo di Barbara Maitland fu considerata brevemente LINDA BLAIR, ma poi fu scelta GEENA DAVIS, che accettò subito di prendere parte al lungometraggio. Per interpretare Lydia, la cosa fu più complicata: JENNIFER CONNELLY, LORY LOUGHLIN, DIANE LANE, SARAH JESSICA PARKER, MOLLY RINGWALD, JUSTINE BATEMAN rifiutarono il ruolo, JULIETTE LEWIS fece un provino, ma non andò bene, e le candidate finali furono ALYSSA MILANO e WYNONA RYDER, la quale, in un primo momento, non voleva fare questo film. Fu la Ryder, infine, ad avere la parte. Quando chiese a Burton come dovesse rappresentare lo spirito Betelgeuse, il regista gli dette l'indicazione "Deve sembrare uno che ha vissuto per tutto il tempo fuori dal tempo.". L'attore così elaborò il bizzarro make-up, i capelli stralunati e la dentatura particolare del personaggio, ispirandosi, per come doveva muoversi, al Chop Top di "NON APRITE QUELLA PORTA PARTE 2". La libertà di poter gestire in larga parte il personaggio elettrizzò Keaton, che improvvisò molte delle battute di Beetlejuice: a tutt'oggi, l'attore ritiene questo il suo miglior ruolo. Michael Keaton fu sul set, nonostante il suo personaggio dia il titolo al film, solo per due settimane, e non entra in scena che venticinque minuti dopo l'inizio: su 92 minuti di proiezione, Beetlejuice si vede per soli 17. In sostanza, compare per neanche il 20% del film. Nella scena della cena "musicata" era previsto che i personaggi ballassero una canzone degli INK SPOTS, ma sia JEFFREY JONES che CATHERINE O'HARA suggerirono invece una musica calypso, e così fu scelta "Day-Oh". La O'Hara rimpiazzò all'ultimo tuffo ANJELICA HUSTON, la quale rinunciò al film per dei problemi di salute: sul set, Caterine O'Hara incontrò il futuro marito, il production designer BO WELCH.Tutti gli spettri nella sala d'attesa sono nelle condizioni in cui erano al momento del trapasso: però i Maitlands, che sono morti annegati, non sono bagnati per niente. Ciò perchè Burton pensava che tenere ALEC BALDWIN e Geena Davis fradici per tutto il tempo della ripresa della sequenza fosse poco pratico. Per la scena della trasformazione di Adam e Barbara, occorse una settimana per fare le sculture di creta. La sequenza del serpente venne realizzata prima che Michael Keaton facesse parte del cast, e quindi la creatura animatronica non somigliava per niente all'attore: venne aggiunto un innesto di seguito, più simile al volto di Keaton. Il nome di Betelgeuse viene pronunciato 15 volte nel corso del film: 8 volte lo dice Barbara, 2 da Juno, e 5 da Lydia. Venne creata una linea di giocattoli, riproducenti i personaggi principali del lungometraggio, come si usava dal 1977 in poi, dopo l'affermazione delle "action figures" di "GUERRE STELLARI". Le riprese si svolsero dal Marzo al Giugno del 1987. Costato 15 milioni di dollari, ne incassò 73 in patria, e "solo" una decina nel resto del mondo.  Il grande successo arriso al film creò i presupposti per un sequel, intitolato "Beetlejuice goes to Hawaaian", assicurando la presenza di Michael Keaton e Wynona Ryder, ma il progetto non interessava Tim Burton. Benchè la storia sia ambientata in Connecticut, le riprese si svolsero nel Vermont, nella piccola città di East Corinth;  Nel 1996, la Warner sembrò voler allestire veramente il seguito, ma la cosa non si concretizzò. Dal 2015, sia Burton che i due attori principali paiono fare sul serio e voler girare il numero due delle avventure di Betelgeuse.