sabato 17 settembre 2016

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LA SOTTILE LINEA ROSSA ( The thin red line, USA 1998)
DI TERRENCE MALICK
GUERRA
Dal romanzo "LA SOTTILE LINEA ROSSA" di JAMES JONES fu tratto nel 1964 un film diretto da ANDREW MARTON: a vent'anni dal suo film d'esordio, "I GIORNI DEL CIELO", ne fece un lungometraggio anche TERRENCE MALICK, che era attesissimo da molti cinefili da anni. A Malick il progetto era stato suggerito, nel 1989, dal produttore ROBERT MICHAEL GESLER. Ad un certo punto, quando tutto era pronto, parve che il progetto saltasse: infatti, la Sony Pictures non era convinta del ritorno economico di un investimento di oltre 45 milioni di dollari. Fu provvidenziale l'intervento della Fox Pictures, che aggiunse del denaro per permettere la realizzazione dell'opera. Furono in molti gli attori celebri a offrirsi o essere in trattativa per prendere parte alla pellicola, incontrando anche Malick per parlare del film: JOHNNY DEPP, LEONARDO DI CAPRIO, MATTHEW MCCONAUGHEY, PETER BERG, ETHAN HAWKE, NICOLAS CAGE, BRAD PITT, KEVIN COSTNER, DERMOT MULRONEY, ma senza ottenere un ruolo. A ROBERT DE NIRO, ROBERT DUVALL, TOM CRUISE, EDWARD NORTON, venne inviata la sceneggiatura, ma non presero parte al film per altri impegni in corso. HARRISON FORD, invece, non accettò di interpretare Gordon Tall. TOM SIZEMORE aveva ottenuto una parte, ma, contattato da STEVEN SPIELBERG, preferì recitare in "SALVATE IL SOLDATO RYAN". Sotto la supervisione di Malick, BILLY BOB THORNTON registrò un commento-off lungo tre ore, ma nel film finito, sono otto dei personaggi a far sentire il proprio commento su ciò che stanno vivendo, e tutto il lavoro svolto da Thornton venne eliminato al montaggio. Così come non vennero incluse, nel lungometraggio, scene girate da LUKAS HAAS, GARY OLDMAN, JASON PATRIC, MARTIN SHEEN, BILL PULLMAN, MICKEY ROURKE. Il personaggio interpretato da ADRIEN BRODY, il caporale Fife, era uno dei principali nella sceneggiatura, nel film ha una sola battuta. Questo perchè quasi tutte le parti con lui in scena, vennero tagliate al montaggio: arrivato alla prima, Brody era convinto di essere, in pratica, il protagonista, e rimase sconvolto vedendo cosa restava della sua interpretazione. A quello di ELIAS KOTEAS, Malick cambiò nome a riprese finite: infatti, se vi si fa caso, riporta sull'uniforme il cognome Stein, e non Staros.  Il personalissimo "metodo" di Terrence Malick, che tende a girare molto più di quanto poi decida vale anche per la parte tecnica: HANS ZIMMER e JOHN POWELL composero oltre quattro ore di musica, ma il regista scelse pochissimi brani di quelli registrati dai due musicisti. Tuttavia, lavorare a questo film è stata la svolta della carriera del compositore tedesco: molti autori con cui, dopo, ha lavorato, gli hanno confidato ( CHRISTOPHER NOLAN, ad esempio), che erano rimasti molto colpiti dalle sue musiche in questo lavoro. Contrariamente a quel che erroneamente molte persone ritengono, i soldati del film sono dell'Esercito, e non del corpo dei Marines. Diverse frasi del film provengono da "Da qui all'eternità", e non da "La sottile linea rossa". Geisler e l'altro produttore, JOHN ROBERDEAU, in contrasto con il regista, dichiararono che avrebbero presenziato alla notte degli Oscar: Terrence Malick disse che, se c'erano loro, lui sarebbe rimasto a casa. Il risultato che nessuno dei tre fu presente alla serata. I rapporti tra il regista e i produttori, durante la lavorazione, si erano così rovinati, che Malick aveva vietato ai due di visitare il set. Uno dei motivi di attrito tra loro, fu la "violazione", secondo il director, del silenzio sulla pellicola: intervistati da "Vanity Fair", Geisler e Roberdeau avevano detto alcune cose sulla lavorazione, e questo aveva mandato su tutte le furie Malick. Le riprese presero 100 giorni in Australia, 24 alle isole Solomon, e 4 negli States. Il costo finale del film fu di 52 milioni di dollari, e gli incassi americani ammontarono a 36 milioni: nel resto del mondo, altri 61 milioni incassati portarono a un totale di 98, rendendo il film commercialmente non un trionfo, ma un buon risultato. Fu candidato a sette premi Oscar, tra cui miglior film, regia, sceneggiatura non originale, ma non vinse alcuna statuetta. Terrence Malick fu insignito dell'Orso d'oro per la miglior regia al festival di Berlino. 

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