venerdì 30 settembre 2016

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IL TRENO ( The train, USA 1964)
DI JOHN FRANKENHEIMER
GUERRA
Inizialmente, il regista che avrebbe dovuto realizzare "IL TRENO", era ARTHUR PENN: dopo aver supervisionato la sceneggiatura, il regista di "ANNA DEI MIRACOLI" fu sul set il primo giorno di riprese, poi il successivo era festa. BURT LANCASTER non era affatto soddisfatto dell'approccio di Penn al film, e, risultando tra i produttori, decise di licenziare il regista, e di sostituirlo con JOHN FRANKENHEIMER. Il fatto era che Penn aveva inteso il soggetto come più focalizzato sull'intento da parte dei francesi di cercare di salvare dai nazisti la loro arte, mentre per la star/produttore era più fondamentale la parte circa il treno e la lotta contro il tempo per frenare la fuga dei tedeschi. Frankenheimer disse, in un'intervista, che Arthur Penn aveva intenzione di ambientare molta della prima parte della pellicola nella stazione, e il treno si sarebbe mosso solo quasi a metà racconto: lo script venne così riscritto parzialmente, causando una leggera sospensione delle riprese. Pare che Burt Lancaster abbia detto allo sceneggiatore WALTER BERNSTEIN che considerava Frankenheimer un mercenario, ma che avrebbe girato in maniera professionale, concentrato sull'obiettivo. Inoltre, Lancaster voleva che questo film avesse un buon successo commerciale, e secondo lui il regista di "SETTE GIORNI A MAGGIO" sapeva più di Penn come prendere il pubblico. Per l'attore, il mancato successo in USA de "IL GATTOPARDO" era stato un colpo duro da subire. Burt Lancaster era stato forzato dalla United Artists a girare  quattro lungometraggi, dietro un compenso di 150,000 dollari: "IL GIARDINO DELLA VIOLENZA", "L'UOMO DI ALCATRAZ", questo, e "LA CAROVANA DELL'ALLELUJA". La star compì i cinquant'anni girando questo lungometraggio. Il 28 Agosto 1963, Lancaster interruppe brevemente la lavorazione per volare in USA a far parte della "Marcia su Washington".  Tra l'altro, Lancaster, a differenza del suo personaggio, Labiche, era un collezionista d'arte. Sotto la regia di Frankenheimer, il budget in pratica raddoppiò, perchè il regista voleva maggior ritmo ed enfasi, soprattutto nelle sequenze più spettacolari riguardanti i treni: a fronte di una spesa di 6 milioni e 700,000 dollari, la United Artists mise la condizione di ultimare le riprese in sette settimane. Per il regista che realizzò il film, le scene dei treni dovevano avere il maggior tasso di realismo possibile: per questo, nello scontro tra treni, non vennero usati effetti speciali, ma si urtarono davvero dei convogli. Addirittura, i mezzi e i motori, producevano così tanto rumore, che per interrompere le riprese, il regista ed i suoi aiuti utilizzavano dei fischietti. A metà delle riprese, Lancaster era andato a giocare a golf, e si fece male ad un ginocchio, già infortunatosi tempo addietro. Frankenheimer ideò l'espediente di far sparare in una gamba al suo personaggio, facendolo poi zoppicare per metà film. La star fece senza controfigure tutto il film, comprese le sequenze più pericolose. Anche ALBERT REMY girò la scena in cui passa dal treno "finto" al treno in movimento senza stunts. La sequenza in cui Lancaster fugge da un attacco aereo portando ad alta velocità la locomotiva che sta guidando, è ispirata al vero assalto alla Grande Ferrovia d'Ovest, in Galles, durante la guerra: un caccia tedesco cominciò a sparare raffiche contro un treno non militare, che fu colpito, ma condotto dentro una galleria, e si arrestò finchè non venne giudicato che l'aereo nemico non se ne fosse andato. Il raid aereo venne filmato fuori Parigi, a Gargenville; ci vollero sei settimane di preparazione, per sistemare tutte le cariche, che poi deflagrarono in un minuto di riprese. Negli ultimi 33 minuti di film, Burt Lancaster pronuncia solo due frasi. Girando il confronto finale tra Labiche e il colonnello nazista era così freddo, che PAUL SCOFIELD mosse solamente le labbra, affinchè non si vedesse il vapore del fiato, e si doppiò successivamente. Originariamente, tra i due doveva esserci una sorta di duello, ma l'ingaggio di Scofield portò il cambiamento di una provocazione, da parte del nazista, per indurre il francese a ucciderlo. Le riprese si svolsero tra l'Agosto del 1963 ed il Maggio del 1964. L'incasso americano fu di 7 milioni e 400,000 dollari, e quello internazionale di 6, totalizzando 13 milioni e mezzo, circa. Il film ebbe una candidatura all'Oscar per la migliore sceneggiatura, e ai BAFTA ebbe la nomination come miglior film. 

mercoledì 28 settembre 2016

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IL GRANDE CALDO ( The big heat, USA 1953)
DI FRITZ LANG
NOIR
Per il ruolo del detective Dave Bannion, il produttore de "IL GRANDE CALDO", JERRY WALD sperava di poter scritturare GEORGE RAFT, PAUL MUNI oppure EDWARD G.ROBINSON, poi venne scelto GLENN FORD. Per acquistare i diritti del racconto da cui la pellicola è tratta, furono spesi dalla Columbia 40,000 dollari. Per interpretare Debby Marsh, la major avrebbe voluto ingaggiare MARILYN MONROE, ma era sotto contratto con la 20th Century Fox, che chiese una cifra giudicata esosa per prestare l'attrice ai concorrenti: venne scelta allora GLORIA GRAHAME. La moglie del protagonista, Katie, venne interpretata da JOCELYN BRANDO, sorella del più celebre MARLON. REX REASON avrebbe dovuto interpretare Tierney, o il detective Burke, ma il suo agente, nonostante fosse in pratica già sotto contratto, insisteva perchè il suo assistito avesse un ruolo di maggior peso, e ciò comportò l'esclusione dell'attore dal cast, nonostante fosse già stato menzionato in giornali e riviste che avevano parlato del lungometraggio, durante le riprese.  La donna nel ritratto della madre di Lagana è CELIA LOVSKY, attrice ed ex-moglie di PETER LORRE.  Nella scena in cui si incontrano Ford e LEE MARVIN, la canzone in sottofondo è "Put the blame on mame", chiara citazione per Glenn Ford, visto che è una delle canzoni di "GILDA". La città in cui è ambientata la vicenda è fittizia, e si chiama Kenport. La rivista "Modern Screen", erroneamente, presentò il lungometraggio come "una pellicola per tutta la famiglia". La prima tv americana fu nel Gennaio 1967. E' uno dei noir di culto hollywoodiani, ed una delle pellicole di FRITZ LANG, tra quelle realizzate in America, tra le più amate e celebri. 

venerdì 23 settembre 2016

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STERLING HAYDEN ( Sterling Reyea Walter, Upper Montclair, New Jersey, USA, 26/03/16-Sausalito, California, USA, 23/05/86)
Nacque Sterling Reyea Walter, nel New Jersey,  e a nove anni perse il padre: l'uomo che risposò la madre si chiamava James Hayden, e per questo poi adottò il nome STERLING HAYDEN. Crebbe da girovago, tra New Hampshire,  Pennsylvania, Massachussetts, Washington D.C. e il Maine. A diciassette anni, anche per sfuggire alla povertà, scelse di prendere la via del mare e si imbarcò come mozzo, per poi diventare marinaio: girò attorno al mondo, diventando, col tempo, un rispettato capitano. Presentato da amici, conobbe il produttore EDWARD H. GRIFFITH, il quale, colpito dalla bellezza del giovane, che era alto quasi due metri, biondo e prestante, al punto da venir soprannominato "Il bel dio biondo vikingo", gli propose un contratto per lavorare come attore per la Paramount Pictures. L'esordio sullo schermo fu nel 1941, in "VIRGINIA", a cui seguirono altri film commerciali, come "PASSAGGIO A BAHAMA" e "LA TRACCIA DEL SERPENTE". Si innamorò di MADELEINE CARROLL, e presto la sposò, divorziando da lei quattro anni dopo . Successivamente, preferì arruolarsi come commando nel COI, che divenne poi l'OSS: più avanti, divenne un marine, con lo pseudonimo di "John Hamilton", e combattè con i partigiani jugoslavi contro i tedeschi, facendosi paracadutare in Croazia. Ottenne la Stella d'Argento e una citazione dal maresciallo Tito. Fu, per breve tempo, simpatizzante con il Partito Comunista Jugoslavo, per i legami stretti in tempo di guerra con molti partigiani, e aderì a quello Americano, quando tornò in patria. Tornò al cinema, ma l'aver avuto rapporti con paesi socialisti obbligò Hayden a collaborare con la Commissione per le Attività Antiamericane, la famigerata organizzazione governativa figlia dell'epoca del maccartismo: l'attore confessò i suoi rapporti con il Partito Comunista, e questo segnò la sua carriera. Questo fatto, inoltre, venne più volte rimpianto in interviste da parte di Hayden: aderì al gruppo di artisti del cinema, di cui facevano parte anche HUMPHREY BOGART, LAUREN BACALL, GENE KELLY, DANNY KAYE e JOHN HUSTON, i quali giurarono di non essere membri del Partito Comunista americano, ma erano contro la delazione e la persecuzione verso colleghi che avevano simpatie politiche in tal senso. Dopo la guerra, arrivò la grande occasione cinematografica, con "GIUNGLA D'ASFALTO". Gli anni Cinquanta furono la decade di massimo fulgore per la stella di Sterling Hayden; pellicole come "FUOCO A CARTAGENA", "LA CITTA' SPENTA", ma soprattutto i lungometraggi destinati a diventare classici, come "JOHNNY GUITAR", "RAPINA A MANO ARMATA".Gli venne offerto di interpretare Tarzan, per sostituire LEX BARKER, ma non accettò. Era la prima scelta di JOHN STURGES per il ruolo di Britt ne "I MAGNIFICI 7", ma Hayden si dette non disponibile, e la parte andò a JAMES COBURN. Nel 1963 pubblicò la propria autobiografia, "Wanderer", e nel 1976 il romanzo "Voyage", che ebbe un certo successo. Sempre nel 1963, Hayden accettò con molta riluttanza un ruolo in "SCANDALO AL SOLE", per l'allora considerevole cifra di 40,000 dollari: lo fece per pagare le spese del divorzio, e accettò 50,000 dollari per un documentario da girare sui suoi viaggi in mare. Non recitò nel film, nè girò mai il documentario. Negli anni Sessanta, in pratica, l'attore prese parte solo a show televisivi, e accettò di lavorare ne "IL DOTTOR STRANAMORE", perchè con Kubrick si era trovato bene già girando "Rapina a mano armata", ed apprezzava la sua scelta di andare a vivere in Inghilterra, e girare film in Europa, rifiutando il sistema hollywoodiano, dopo le vicende di "LOLITA". La breve ma incisiva apparizione nel ruolo del capitano di polizia corrotto McLuskey ne "IL PADRINO",  rilanciò Hayden quale attore di culto. Fu preso in considerazione per interpretare Quint ne "LO SQUALO", ma non accettò perchè rientrare in quel periodo in USA gli avrebbe causato problemi con il fisco, e probabilmente sarebbe finito in carcere. In quella fase della sua carriera, girò "IL LUNGO ADDIO" e "NOVECENTO", e visse in Europa, in Francia ed in Olanda, soprattutto. ERIC ROBERTS, che con lui lavorò ne "IL RE DEGLI ZINGARI", nel 1978, affermò che Hayden era uso fumare hashish abitualmente. Si è sposato cinque volte, di cui tre con la stessa donna, Betty Ann De Noon, ed ha avuto sei figli (quattro con la De Noon). Dopo il terzo divorzio da Betty Ann De Noon, Hayden prese i quattro figli avuti con la donna, e si imbarcò per Tahiti, nonostante il divieto del giudice che curava la situazione tra lui e la ex-moglie.  E' morto di cancro alla prostata nel 1986. 
COSI' PARLO' STERLING HAYDEN
"Sono partito in cima e ho costruito la mia via verso il basso."
"Credo non ci sia altro business in cui sei pagato bene e non sai che stai facendo."
"Non c'è abbastanza denaro per spingermi a fare un altro film con JOAN CRAWFORD. E mi piacciono i soldi!"

mercoledì 21 settembre 2016

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L'ERA GLACIALE ( The Ice Age, USA 2002)
DI CHRIS WEDGE
ANIMAZIONE
Quando venne presentata alla Fox Pictures, la sceneggiatura era, in pratica, quella di un film d'animazione, ma drammatico: furono i produttori a spingere sul versante brillante, affinchè venisse modificato lo script. Pare che allo sceneggiatore MICHAEL J. WILSON il personaggio di Scrat, l'animaletto che combina guai per agguantare la sua ghianda, sia stato ispirato dalla figlioletta Flora, che aveva ideato una creatura a metà tra uno scoiattolo ed un ratto, come infatti è Scrat, il cui nome è un acronimo delle due specie ( S(quirrel)cRAT). Il progetto venne inizialmente pensato per essere affidato a DON BLUTH e GARY GOLDMAN, ma il fallimento del loro "TITAN A.E.", nel 2000, fece sì che il lavoro venisse invece commissionato a CHRIS WEDGE e CARLOS SALDANHA . JOHN LEGUIZAMO, che doppia Sid nella versione originale, provò 30 differenti timbri vocali: dopo aver visto un documentario in cui scoprì che i bradipi possono tenere per diverso tempo del cibo in bocca senza ingerirlo, pensò che la voce adatta sarebbe stata tenendo qualcosa nella cavità orale! Per dare voce al mammuth Manny, erano stati presi in considerazione JAMES EARL JONES e VING RHAMES, poi fu scelto il meno conosciuto RAY ROMANO.  La sceneggiatura aveva volutamente messo le apparizioni di Scrat dopo i momenti meno ilari della storia, per alleggerire il racconto e abbassare la tensione. Chris Wedge, invece, doppia Scrat, ma sono suoni in pratica intelligibili: era previsto che il personaggio parlasse, ma poi fu deciso che avrebbe aumentato la sua forza comica non farlo esprimere chiaramente. Inizialmente, gli fu concessa la sequenza d'apertura nella neve, perchè nel film ghiaccio e paesaggi innevati non compaiono prima di 37 minuti di proiezione. Il successo riscontrato da Scrat fu tale, che fu inserito in tutti i lungometraggi della serie. Ogni doppiatore fu esortato a mettere più battute fuori dal copione, per aumentare il clima di spontaneità. Era previsto che la tigre dai denti a sciabola Diego morisse, nel primo finale realizzato, ma le proiezioni-test, che videro molti bambini in lacrime per questa scelta, fece sì che fosse creata un'altra conclusione, lasciando in vita Diego. Gli esseri umani che appaiono nel film sono Uomini di Neanderthal, e non pronunciano alcuna battuta. E' l'unico episodio in cui compaiono dei personaggi umani. Fu il primo lavoro della Blue Sky Studios totalmente in computer graphic, e l'ottavo lungometraggio del cinema americano ad essere realizzato in tale modo. La Blue Sky aveva perfezionato l'elaborazione di personaggi interamente realizzati con il computer lungo quindici anni: La pre-produzione richiese un anno. Il costo del film fu di 59 milioni di dollari. L'impatto commerciale del film sorprese i dirigenti della Fox Pictures: avevano pronosticato un primo weekend sui 30 milioni di introiti, e il risultato fu, invece, di 46 milioni. In tre settimane, "L'era glaciale" divenne il primo film del 2002 a raggiungere i 110 milioni di dollari di incasso. In USA il film totalizzò 176 milioni di dollari, ed altri 206 entrarono nelle casse della Fox dal mercato estero, per un risultato finale di 383 milioni. Ebbe la nomination all'Oscar per il miglior film d'animazione. Successivamente, sono stati girati quattro seguiti di questo lungometraggio. 

sabato 17 settembre 2016

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LA SOTTILE LINEA ROSSA ( The thin red line, USA 1998)
DI TERRENCE MALICK
GUERRA
Dal romanzo "LA SOTTILE LINEA ROSSA" di JAMES JONES fu tratto nel 1964 un film diretto da ANDREW MARTON: a vent'anni dal suo film d'esordio, "I GIORNI DEL CIELO", ne fece un lungometraggio anche TERRENCE MALICK, che era attesissimo da molti cinefili da anni. A Malick il progetto era stato suggerito, nel 1989, dal produttore ROBERT MICHAEL GESLER. Ad un certo punto, quando tutto era pronto, parve che il progetto saltasse: infatti, la Sony Pictures non era convinta del ritorno economico di un investimento di oltre 45 milioni di dollari. Fu provvidenziale l'intervento della Fox Pictures, che aggiunse del denaro per permettere la realizzazione dell'opera. Furono in molti gli attori celebri a offrirsi o essere in trattativa per prendere parte alla pellicola, incontrando anche Malick per parlare del film: JOHNNY DEPP, LEONARDO DI CAPRIO, MATTHEW MCCONAUGHEY, PETER BERG, ETHAN HAWKE, NICOLAS CAGE, BRAD PITT, KEVIN COSTNER, DERMOT MULRONEY, ma senza ottenere un ruolo. A ROBERT DE NIRO, ROBERT DUVALL, TOM CRUISE, EDWARD NORTON, venne inviata la sceneggiatura, ma non presero parte al film per altri impegni in corso. HARRISON FORD, invece, non accettò di interpretare Gordon Tall. TOM SIZEMORE aveva ottenuto una parte, ma, contattato da STEVEN SPIELBERG, preferì recitare in "SALVATE IL SOLDATO RYAN". Sotto la supervisione di Malick, BILLY BOB THORNTON registrò un commento-off lungo tre ore, ma nel film finito, sono otto dei personaggi a far sentire il proprio commento su ciò che stanno vivendo, e tutto il lavoro svolto da Thornton venne eliminato al montaggio. Così come non vennero incluse, nel lungometraggio, scene girate da LUKAS HAAS, GARY OLDMAN, JASON PATRIC, MARTIN SHEEN, BILL PULLMAN, MICKEY ROURKE. Il personaggio interpretato da ADRIEN BRODY, il caporale Fife, era uno dei principali nella sceneggiatura, nel film ha una sola battuta. Questo perchè quasi tutte le parti con lui in scena, vennero tagliate al montaggio: arrivato alla prima, Brody era convinto di essere, in pratica, il protagonista, e rimase sconvolto vedendo cosa restava della sua interpretazione. A quello di ELIAS KOTEAS, Malick cambiò nome a riprese finite: infatti, se vi si fa caso, riporta sull'uniforme il cognome Stein, e non Staros.  Il personalissimo "metodo" di Terrence Malick, che tende a girare molto più di quanto poi decida vale anche per la parte tecnica: HANS ZIMMER e JOHN POWELL composero oltre quattro ore di musica, ma il regista scelse pochissimi brani di quelli registrati dai due musicisti. Tuttavia, lavorare a questo film è stata la svolta della carriera del compositore tedesco: molti autori con cui, dopo, ha lavorato, gli hanno confidato ( CHRISTOPHER NOLAN, ad esempio), che erano rimasti molto colpiti dalle sue musiche in questo lavoro. Contrariamente a quel che erroneamente molte persone ritengono, i soldati del film sono dell'Esercito, e non del corpo dei Marines. Diverse frasi del film provengono da "Da qui all'eternità", e non da "La sottile linea rossa". Geisler e l'altro produttore, JOHN ROBERDEAU, in contrasto con il regista, dichiararono che avrebbero presenziato alla notte degli Oscar: Terrence Malick disse che, se c'erano loro, lui sarebbe rimasto a casa. Il risultato che nessuno dei tre fu presente alla serata. I rapporti tra il regista e i produttori, durante la lavorazione, si erano così rovinati, che Malick aveva vietato ai due di visitare il set. Uno dei motivi di attrito tra loro, fu la "violazione", secondo il director, del silenzio sulla pellicola: intervistati da "Vanity Fair", Geisler e Roberdeau avevano detto alcune cose sulla lavorazione, e questo aveva mandato su tutte le furie Malick. Le riprese presero 100 giorni in Australia, 24 alle isole Solomon, e 4 negli States. Il costo finale del film fu di 52 milioni di dollari, e gli incassi americani ammontarono a 36 milioni: nel resto del mondo, altri 61 milioni incassati portarono a un totale di 98, rendendo il film commercialmente non un trionfo, ma un buon risultato. Fu candidato a sette premi Oscar, tra cui miglior film, regia, sceneggiatura non originale, ma non vinse alcuna statuetta. Terrence Malick fu insignito dell'Orso d'oro per la miglior regia al festival di Berlino. 

giovedì 15 settembre 2016

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ARTURO (Arthur, USA 1981)
DI STEVE GORDON
COMMEDIA
"ARTURO" è stato l'unico film diretto da STEVE GORDON, che ne scrisse anche la sceneggiatura: infatti, Gordon morì per un attacco cardiaco alla fine del 1982. Anche se DUDLEY MOORE, intervistato, dichiarò che era sempre stato l'attore che Steve Gordon aveva in mente per la parte principale, si sa che il ruolo del milionario con problemi di cuore e alcool era stato offerto precedentemente a ROBERT REDFORD, JOHN TRAVOLTA, BUD CORT, e sia JEFF BRIDGES che JOHN BELUSHI erano stati presi in considerazione per la parte. Poi pareva che la produzione puntasse su GEORGE SEGAL, ma, come già accaduto per "10", l'attore disse prima sì, poi si defilò prima di firmare il contratto, lasciando spazio a Moore. Sembra che Dudley Moore, quando Gordon gli parlò del film, rispose, probabilmente scherzando, che pensava si trattasse di una pellicola su re Artù.  Il ruolo della coprotagonista, Linda Turolla, venne invece offerto a TUESDAY WELD, CARRIE FISHER, le quali non accettarono: KAY LENZ invece si propose con insistenza, senza successo, perchè sentiva che questo ruolo avrebbe finalmente potuto lanciare la sua carriera. Prima di loro erano state vagliate FARRAH FAWCETT, MIA FARROW, KIM BASINGER, SUSAN SARANDON, GILDA RADNER, BARBARA HERSHEY, DIANE KEATON, JESSICA LANGE e CYBILL SHEPHERD, e la scelta definitiva fu LIZA MINNELLI. Il personaggio del maggiordomo del protagonista, Hobson, venne proposto a JOHN GIELGUD più volte, sempre con risposta negativa, ma alla fine il compenso offerto era talmente alto che l'attore inglese non potè dire di no. Prima di arrivare a Gielgud, si era pensato a DAVID NIVEN e ALEC GUINNESS. Dudley Moore, per interpretare Arturo, si ispirò fortemente a PETER COOK, con cui aveva lavorato molto negli anni Settanta, e aveva fin troppa confidenza con la bottiglia. Ad un certo punto della lavorazione, era previsto che la Minnelli dovesse prendere al volo un bus, cosa che fece, per accorgersi subito dopo che non era l'autobus della produzione, con comparse a bordo, ma un vero automezzo pubblico, con gran divertimento della troupe! La scena in cui Arturo è in pista con la sua "auto da corsa" venne girata alla Danbury Fair Racearena in Connecticut, oggi chiusa. Venne candidato a quattro premi Oscar, per l'attore protagonista (Moore), la sceneggiatura originale, per l'attore non protagonista (Gielgud) e la musica e canzone originale: vinse nelle due ultime categorie. Ai Golden Globes, cinque le nominations: film commedia, attore protagonista, attore non protagonista, canzone originale, miglior attrice, e vinse quattro premi, eccetto quello che sarebbe andato alla Minnelli. Ai BAFTA due candidature, per la musica e l'attore non protagonista a John Gielgud. Costato 7 milioni di dollari, ne incassò 95 solo negli USA, risultando il maggior successo del 1981, dopo "I PREDATORI DELL'ARCA PERDUTA". Ebbe un sequel nel 1988, "ARTURO 2-ON THE ROCKS", che ebbe scarso successo, e analogamente non incontrò il favore del pubblico il remake girato nel 1981.

martedì 13 settembre 2016

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1975: OCCHI BIANCHI SUL PIANETA TERRA
( The Omega man, USA 1971)
DI BORIS SAGAL
FANTASCIENZA
Il romanzo "IO SONO LEGGENDA", di RICHARD MATHESON, è alla base della sceneggiatura di "1975:OCCHI BIANCHI SUL PIANETA TERRA", scritta da JOHN WILLIAM CORRINGTON e JOYCE COOPER CORRINGTON, cui dette contributo, senza figurare ufficialmente, l'autore del romanzo "L'ESORCISTA", WILLIAM PETER BLATTY. CHARLTON HESTON ebbe modo di leggere il romanzo di Matheson su un aereo che lo riportava in California, e annunciò di essere molto interessato a recitare in una versione per il cinema: la star non sapeva che ne era già stata girata una in Italia, "L'ULTIMO UOMO DELLA TERRA", con VINCENT PRICE, nel 1964, per la regia di UBALDO RAGONA.  Anche la Hammer Films, qualche anno prima, aveva provato a metter su un lungometraggio tratto dal romanzo fantascientifico, affidando allo stesso Matheson lo script, ma ai produttori la visione che lo scrittore aveva parve troppo grafica, estetizzata, e non se ne fece più niente. Heston, una volta partito il progetto, provò a contattare ORSON WELLES, con cui aveva girato "L'INFERNALE QUINLAN", per farglielo dirigere, ma non ci fu verso: la regia fu affidata a BORIS SAGAL. Il compenso di Heston per questo lavoro fu di 300,000 dollari. Per il ruolo di Lisa, alla Warner avrebbero voluto DIAHANE CARROLL, venne presa in considerazione JUDY PACE, ma venne ingaggiata ROSALIND CASH. L'idea degli sceneggiatori di mostrare una relazione tra un uomo bianco e una donna afroamericana fu una scelta abbastanza controversa per l'inizio degli anni Settanta, ma in un contesto in cui l'umanità è stata in pratica spazzata via, era abbastanza logico che i pochi rimasti vivi non si facessero di questi problemi. Fu il film di debutto per BRIAN TOCHI.  Rosalind Cash si sentiva a disagio nel girare la scena in cui va a letto con il protagonista: in un'intervista disse "Non è facile sedurre Mosè....". Nel film, il morbo che ha causato la quasi totale estinzione della specie umana è dovuto ad una guerra batteriologica tra URSS e Cina. Nella realtà, nel 1969 si erano registrate forti tensioni tra le due potenze comuniste, che poi si attenuarono. La compagnia di produzione voleva che le scenografie ricordassero una grande città abbandonata, ma i costi per realizzarle erano troppo alti per il budget a disposizione. I produttori esecutivi scovarono una zona nel Downtown di Los Angeles in cui non c'erano negozi, e le scene necessarie vennero girate là nei fine settimana. Il protagonista usa una pistola Smith&Wesson con un puntatore luminoso: quando la Famiglia lo attacca la prima volta, Neville usa una BAR (Browning Automatic Rifle) a mirino infrarosso. Un calendario che Neville nota riporta che verrà proiettato per la terza volta in tre anni il celebre documentario "WOODSTOCK", il che fa ambientare, nonostante il titolo italiano, la pellicola nel 1977. Richard Matheson, quando vide questo lungometraggio, commentò che era così diversificato dal suo romanzo, che non lo riconosceva come tratto da una sua idea. Nel 2007 è stato tratto un nuovo adattamento dal romanzo, "IO SONO LEGGENDA", con WILL SMITH, diretto da FRANCIS LAWRENCE

domenica 11 settembre 2016

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IL SIPARIO STRAPPATO ( Torn curtain, USA 1966)
DI ALFRED HITCHCOCK
THRILLER
Anche se oggi è comunque un cult-movie, tra i tanti film di ALFRED HITCHCOCK, "IL SIPARIO STRAPPATO" non è nato sotto una buona stella. Per il ruolo principale, inizialmente Hitch aveva in mente CARY GRANT, e gli propose di partecipare, ma la star rispose che era troppo vecchio per il ruolo, e che il suo ritiro dalle scene era ormai definitivo.  Il regista non era convinto di PAUL NEWMAN e JULIE ANDREWS per il loro ingaggio alto: negli anni seguenti, Hitchcock non volle più dirigere star vere e proprie. A detta di ANTHONY PERKINS, il regista aveva in mente anche lui per il ruolo del professor Armstrong, ma la Universal espresse nettamente disaccordo per questa ipotesi, puntando su Newman. Anche la scelta per la coprotagonista, fu relativamente complicata: Hitchcock avrebbe voluto EVE MARIE SAINT, ma alla Universal considerarono, a 42 anni compiuti, l'attrice troppo matura per il ruolo. Venne così scelta la più giovane, e più solida al box-office, Julie Andrews, anche se il regista aveva considerato l'idea di ingaggiare SAMANTHA EGGAR. Per il ruolo della contessa Kuchinska venne presa in considerazione ZDENKA PROCHAKZOVA, ma poi fu LILA KEDROVA ad avere la parte. La decisione di prendere la Andrews cambiò le cose anche in fase di sceneggiatura: era stata assegnata a BRIAN MOORE, ma la star aveva poco tempo per contratti già stipulati, e film prossimi da iniziare a girare, così il lavoro di Moore venne ritoccato da WILLIS HALL e  KEITH WATERHOUSE. Nella scena in cui Hitch fa il suo rituale cameo, la musica cambia velocemente in "Danza di morte per una marionetta", di CHARLES GOUNOD, il celeberrimo motivo della serie "ALFRED HITCHCOCK PRESENTA". Hitchcock era così scontento del risultato finale da, cosa inusuale per lui, non volersi inserire nel trailer per la pellicola, ed è noto che sia stato uno dei suoi lavori che ha meno amato. Come confessò a FRANCOIS TRUFFAUT nel famoso libro/intervista, Hitchcock non era rimasto soddisfatto assolutamente della prova di Newman, mentre invece aveva apprezzato WOLFGANG KIELING, nel ruolo di Gromek. La sequenza in cui viene ucciso questo personaggio, tra le più crude, lunghe e verosimili scene di delitto mai girate, venne così realizzata per volere del regista, per mostrare quanto fosse difficile,e terribile, uccidere una persona. Hitchcock aveva affidato le musiche del lungometraggio a BERNARD HERRMANN, il quale compose nove brani; ma i produttori esecutivi della Universal facevano forte pressione sul regista, affinchè usasse HENRY MANCINI, sebbene Hitchcock difendesse la propria scelta, nonostante i dirigenti trovassero la colonna sonora composta poco affine ad un film di suspence. Nei giorni successivi, però, Hitchcock disse al suo compositore di fiducia che il lavoro eseguito non aveva tenuto conto delle sue indicazioni: ciò causò, di netto, lìinterruzione di rapporti tra il regista ed il musicista, il quale tentò a più riprese di avere un colloquio chiarificatore con Hitchcock, senza risposta. In sostanza, pare che il regista inglese si fosse offeso per avere  difeso il suo collaboratore, venendone ripagato, a suo giudizio, con poco rispetto per le sue direttive. La colonna sonora, infine, andò proprio a Henry Mancini. La colonna sonora di Herrmann fu comunque incisa ed editata. I due, però, non lavorarono mai più insieme. Nei giorni in cui era in visita all'Actor's Studio, un giovanissimo STEVEN SPIELBERG capitò su un set del film, potendo vedere Alfred Hitchcock all'opera, prima di essere scacciato da un assistente. Nonostante tutte le complicazioni della lavorazione, "Il sipario strappato" fu uno dei grossi successi del 1966. Venne girato tra l'Ottobre del 1965 e il Febbraio del 1966 tra Danimarca, Germania e Stati Uniti. Costò sei milioni di dollari, e ne incassò negli USA circa tredici. A dispetto dell'essere considerato un film "minore" nella carriera di un cineasta tra i più grandi di sempre, negli ultimi anni ha conosciuto una vera e propria riscoperta.

lunedì 5 settembre 2016

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GIULIO CESARE ( Julius Caesar, USA 1953)
DI JOSEPH L. MANKIEWICZ
DRAMMATICO
Il produttore JOHN HOUSEMAN aveva già finanziato una versione teatrale del "GIULIO CESARE" di WILLIAM SHAKESPEARE, nel 1937, con ORSON WELLES, che riscosse gran successo. Ma Houseman e Welles, in seguito, ebbero disaccordi, e quindi non venne neanche preso in considerazione per la versione cinematografica. Il regista prescelto fu JOSEPH L. MANKIEWICZ, il quale si recò a vedere un "Giulio Cesare" a Stratford-On-Avon, e rimase folgorato dalla prova di JOHN GIELGUD nell'interpretare Cassio, e lo volle per interpretare la parte anche nel suo film: Mankiewicz, in verità, era andato a visionare PAUL SCOFIELD per affidargli il ruolo di Marco Antonio, ma quando vide il provino sostenuto da MARLON BRANDO, scelse quest'ultimo. Questo venne reputato molto rischioso, nell'ambiente hollywoodiano, perchè Brando tendeva a strascicare le battute e non pronunciarle scandendole nettamente, come era suo stile: "UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO" era stato un grande successo per l'attore, ma non in pochi avevano sottolineato questo suo modo di recitare come un problema. Brando minacciò di abbandonare il set, perchè riteneva che il regista, che aveva già lavorato con JAMES MASON in "OPERAZIONE CICERO", tendeva a favorire il collega riservandogli le migliori inquadrature, e facendo sentire lui meno importante sulla scena. Con John Gielgud, al contrario, Brando sviluppò un'amicizia, chiedendo spesso al collega più anziano come declamare un verso. Gielgud poi invitò Brando a recitare per una stagione a Londra, sotto la sua direzione, ma nonostante le promesse reciproche, ciò non avvenne. Mankiewicz ha girato due film con Marco Antonio tra i protagonisti, perchè oltre a questo, realizzò anni dopo "CLEOPATRA".  John Gielgud, invece, interpretò di nuovo Cassio nel 1970, per "23 PUGNALI PER CESARE". I tempi delle riprese furono piuttosto brevi, solo 35 giorni, anche perchè venne utilizzata parte dei set di "QUO VADIS?", trasportati da Roma a Hollywood e riassemblati; per Houseman, non venne mai presa in considerazione l'idea di girare il film a colori, e Mankiewicz era d'accordo, anche perchè gli piaceva che il suo lungometraggio avesse il taglio dei notiziari dell'epoca. Anche se il film fu realizzato in mono, la colonna sonora era incisa su quattro piste stereofoniche: la versione in laserdisc e DVD è comunque stereo. E' stato l'unico ruolo shakespeariano sostenuto da Brando al cinema. JOHN HUSTON lodò pubblicamente la performance di Marlon Brando, definendola "Una fornace bollente in una stanza oscura". SPENCER TRACY, invece, affermò che la miglior prova del film era quella di 
EDMOND O' BRIEN nel ruolo di Casca. La prova di Marlon Brando portò la terza nomination consecutiva per l'attore, dopo "Un tram che si chiama desiderio", e "VIVA ZAPATA!".: l'anno seguente, con la quarta candidatura di seguito, per "FRONTE DEL PORTO", Brando riuscì a vincere l'Oscar. Le candidature in tutto furono cinque, tra le quali miglior film, e il lungometraggio ne vinse uno, per la miglior direzione artistica in bianco e nero. Vinse inoltre due BAFTA per le prove di John Gielgud e di Marlon Brando. Costato oltre 2 milioni di dollari, incassò 3 milioni e 900,000 dollari a livello mondiale. 

giovedì 1 settembre 2016

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LA GUERRA LAMPO DEI FRATELLI MARX
( Duck soup, USA 1933)
DI LEO MCCAREY
COMICO
"LA GUERRA LAMPO DEI FRATELLI MARX" venne scritto pensando a una pièce teatrale intitolata "Of thee I sing" di GEORGE KAUFMAN, che aveva già lavorato con i fratelli Marx, e MOLLIE RISKIND, che satireggiava i rapporti ufficiali tra Francia e USA. I Marx per un pò volevano trasporre proprio la commedia, ma poi fecero sì di includere nello script di questo loro lavoro molte idee di quell'opera. Anche due progetti paralleli sul gruppo comico ebbero peso sulla realizzazione di questo film: "GAMBE DA UN MILIONE DI DOLLARI", con W.C.FIELDS, e un'altra pellicola su un paese immaginario chiamato Klopstokia. Il titolo originale, secondo GROUCHO MARX, intende "Prendete due tacchini, un'oca, e non un'anatra e fatene una zuppa...mangerete zuppa d'anatra tutta la vita, poi!" , ma pare che in slang di quell'epoca significasse "qualcosa di semplice". LEO MCCAREY fu scelto dai fratelli dopo che ebbero visto "IL RE DELL'ARENA". Secondo Groucho, fu proprio il regista a imprimere maggior carica satirica contro la guerra alla pellicola. Anni dopo, in un'intervista ai "Cahiers du cinema", McCarey disse che non era affatto soddisfatto di questo suo lavoro, e che la regia gli era stata quasi imposta dall'insistenza entusiasta dei Marx Brothers: sul set, secondo lui, erano difficilissimi da gestire in quanto...matti.  E' uno dei pochi film dei Marx in cui HARPO MARX non tocca un'arpa. Fu l'ultimo film girato da ZEPPO MARX: dopo la prima, annunciò che lasciava il gruppo, perchè riteneva che lo script non lo mettesse in evidenza, e che in qualche modo risultasse quello non divertente dei fratelli Marx.  L'inesistente città  Sylvania in alcune stesure era chiamata  "Amnesia". In una delle prime versioni dello script c'erano scene ambientate in un teatro dell'opera e su un dirigibile. La gag dei cappelli tra Harpo e CHICO MARX e EDGAR KENNEDY è ispirata a una scena di "ASPETTANDO GODOT".Benito Mussolini fece bandire il film dall'Italia perchè riteneva che il film lo attaccasse direttamente; quando i Marx vennero a saperlo, ne furono felici! Fu il sesto incasso americano del 1933, eppure fu percepito come un insuccesso, soprattutto se paragonato al risultato commerciale de "I FRATELLI MARX AL COLLEGE"