venerdì 13 maggio 2016


LEE VAN CLEEF ( Clarence Leroy Van Cleef jr., Somerville, New Jersey, USA, 09/01/25- 16/12/89, Oxnard, California, USA)
Figlio di genitori dalla provenienza olandese, come si può evincere dal cognome, LEE VAN CLEEF nacque nel New Jersey, all'inizio del 1925. Cominciò a lavorare come ragioniere, poi si arruolò in Marina, ove prestò servizio su un dragamine e su altre navi da guerra. Tornato a casa, ricominciò a lavorare come contabile, con la passione del teatro da dilettante. Un'audizione per un ruolo da professionista lo portò ad andare in tour recitando "Mr. Roberts": fu visto a teatro da STANLEY KRAMER, il quale lo fece scritturare per prendere parte a "MEZZOGIORNO DI FUOCO", dandogli il ruolo di Colby, uno dei sicari che attendono Frank Miller. Il personaggio non aveva battute da pronunciare, ma dette grande riconoscibilità a Van Cleef. Per tutti gli anni Cinquanta, l'attore interpretò parti da cattivo, soprattutto in western, come "GLI OSTAGGI" e "LA LEGGE DEL CAPESTRO", distinguendosi anche in polizieschi come "LA POLIZIA BUSSA ALLA PORTA". Il volto particolare, con il naso aquilino e gli occhi dal taglio quasi orientale spingevano i produttori ad arruolarlo come "villain", ed infatti Lee Van Cleef cominciò a coltivare l'attività di pittore, meditando di lasciare la recitazione, perchè si era stancato di troppi personaggi simili. Fu la chiamata in Italia, da parte di SERGIO LEONE , per assegnargli il personaggio del colonnello Mortimer in "PER QUALCHE DOLLARO IN PIU'", che cambiò la carriera dell'attore americano: il personaggio, infatti, è un rivale che poi si allea con il protagonista CLINT EASTWOOD, rivelando uno spessore da duro ma leale, un uomo ferito che cerca giustizia e non profitto dalla ricerca dell'Indio, il malvagio interpretato da GIAN MARIA VOLONTE'. Per Van Cleef si aprì un nuovo mondo, e fioccarono offerte per impersonare personaggi più positivi, o comunque villains di maggior spessore, come in "IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO" sempre con Leone e Eastwood. Negli anni Ottanta si dedicò maggiormente a film d'azione, dato il declino del western, e fu protagonista di "THE MASTER", una serie tv del 1984, tutta incentrata su arti marziali e molto movimentata. Dopo aver lavorato con lui in "1997: FUGA DA NEW YORK", JOHN CARPENTER lo avrebbe voluto anche nel cast de "LA COSA", per interpretare Garry, ma non fu possibile, e il ruolo andò a DONALD MOFFAT. Nel 1987 faceva parte di una ristretta lista per interpretare il personaggio poi andato a BRAD WHITAKER, del trafficante d'armi, in "007-ZONA PERICOLO". All'attore mancava l'ultima falange di un medio, menomazione piuttosto visibile in alcune scene de "Il buono, il brutto, il cattivo"; l'aveva persa costruendo una casetta di legno per una delle figlie, anche se, forse per accrescere la sua immagine di duro, a Hollywood era girata la voce che gli era successo in un incidente stradale. L'incidente lo ebbe realmente nel 1959, ma vi perse la rotula sinistra, e i dottori gli dissero che gli sarebbe stato impossibile salire di nuovo su un cavallo: sei mesi dopo, Van Cleef cavalcava un'altra volta! Inoltre, aveva un occhio verde ed uno azzurro. E' il modello di ispirazione per il personaggio Revolver Ocelot del videogame "Metal Gear". In un episodio della serie a fumetti "Lucky Luke" venne ritratto come bounty killer.  Si è sposato tre volte, e ha avuto tre figli, tutti dal primo matrimonio, e con la seconda moglie adottò una bambina. Morì nel 1989, di un attacco di cuore (era comunque malato di cancro alla gola), ed è stato sepolto al Forest Lawn, sulle colline hollywoodiane. 
COSI' PARLO' LEE VAN CLEEF:
"Avere occhi stretti è la cosa migliore che mi sia mai capitata."
"I tipi cattivi sono sempre stati il mio bagaglio: paio spietato senza fare niente. Il pubblico mi detesta automaticamente quando appaio sullo schermo. I film sono pieni di bravi uomini, che non funzionano. E' più complicato cercare un buon villain."
"Cominciai a portare l'orecchino al lobo destro quando servivo in Marina. Ho navigato in tutto il mondo, e questo è stato preso per un simbolo di rispetto per ogni cultura e popolo. Quando i registi si sono accorti che lo portavo, qualcuno ha voluto che lo mettessi anche di fronte alla macchina da presa."

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