domenica 31 maggio 2015


L'AVVENTURIERO DI MACAO ( Macao, USA 1952)
DI JOSEF VON STERNBERG e NICHOLAS RAY (non accreditato)
NOIR
"L'AVVENTURIERO DI MACAO" venne affidato a JOSEF VON STERNBERG, ma HOWARD HUGHES, che produceva la pellicola, per dissidi con il regista tedesco, scontento di come lavorava, lo fece fuori dalla produzione ad un terzo delle riprese, sostituendolo con NICHOLAS RAY,  non accreditando il director futuro di "GIOVENTU' BRUCIATA": su questo permangono dei dubbi, perchè lo sceneggiatore WALTER NEWMAN dichiarò, in un'intervista del 1972, che lui e Ray erano intervenuti, in sostanza, sul film, per tre scene utili a collegare la storia, e nulla più. Per il ruolo di Margie vennero prese in considerazione JANE GREER e JOYCE MACKENZIE, ma la parte andò a GLORIA GRAHAME, moglie di Nicholas Ray. L'attrice non avrebbe voluto prender parte a questo lavoro: veniva da "IL DIRITTO DI UCCIDERE", che le aveva fruttato molti apprezzamenti, ma Hughes non aveva visto il film con HUMPHREY BOGART; l'attrice voleva lasciare questo set per girare "UN POSTO AL SOLE", però il produttore non ne volle sapere, e la obbligò a finire la lavorazione di questo. Hughes si rivolse a Nicholas Ray, che era in fase di separazione dalla donna, minacciando di rovinarle la carriera se si fosse ritirata dalle riprese: la Grahame, tempo dopo, rivelò che aveva recitato volutamente sopra le righe per far danno a Hughes.  Per il ruolo di Vincent Halloran, WILLIAM TALMAN sostenne un provino, ma la parte andò a uno dei futuri "MAGNIFICI SETTE", BRAD DEXTER. ROBERT MITCHUM non era soddisfatto della storia, trovandola in più punti senza senso, e quando Von Sternberg venne silurato, approfittò della complicità di Ray per riscrivere molte sue battute, e anche dei raccordi tra le sequenze. 

IL MASSACRO DI FORT APACHE (Fort Apache, USA 1948)
DI JOHN FORD
WESTERN 
Di fatto, "IL MASSACRO DI FORT APACHE" è il primo capitolo della "trilogia della Cavalleria" di JOHN FORD, anche se quando lo realizzò, non c'era il progetto di ampliare l'argomento:in realtà, questo lavoro venne dopo il fiasco di "LA CROCE DI FUOCO", per rilanciare la "Argosy Productions" fondata con MERIAN C. COOPER. Cooper aveva bisogno di un uomo esperto alla regia come Ford, che si prendesse cura del film dall'inizio della preparazione alle ultime rifiniture, e lavorasse velocemente. Il soggetto era vagamente ispirato alla storica disfatta di George A.Custer, mettendo Thursday al posto del giovane generale e gli Apaches a sostituire i Sioux: gli errori tattici e l'atteggiamento dei sopravvissuti ricordano infatti la folle grossolanità con cui il celebre militare nordista portò i suoi uomini ad essere trucidati a Little Big Horn.JOHN WAYNE amava recitare per John Ford,e forniva una totale disponibilità al regista,   Ford non andò d'accordo granchè con la diciannovenne SHIRLEY TEMPLE, e spesso la sfotteva per la sua mancanza di educazione e la sua maniera di recitare. All'epoca, la Temple era sposata con JOHN AGAR,che qui debuttò sullo schermo, ma neanche un paio d'anni dopo si divorziarono, e la stampa dette molto spazio all'eclatante fine del matrimonio, dovuto a comportamenti reciprocamente scorretti, problemi di alcool e infedeltà manifeste. La Temple era incinta durante le riprese, e temeva che andare a cavallo, o indossare corsetti troppo stretti avrebbero potuto farla abortire. Con Agar John Ford fu particolarmente ostile, chiamandolo in pubblico, più volte, "Mr. Temple",  deridendo la sua incompetenza a cavallo, rimbrottandolo se dimenticava delle battute da recitare. Un giorno, Agar sbottò e annunciò che abbandonava il set, ma fu fermato da John Wayne, che si fece carico delle sue maggiori difficoltà e gli dette mano per superarle. Anche WARD BOND subì dei maltrattamenti, ma non solo dal regista, pure da Wayne stesso: i due lo prendevano in giro per via del suo grosso posteriore,e Bond, che avrebbe voluto fare il protagonista di film romantici, e non il caratterista, rimase molto male per lo scherno di regista e attore principale. Fu l'ultimo film girato da HENRY FONDA, prima che venisse schedato per le sue attività politiche di sinistra. Benchè avessero girato altri otto film insieme, prima di questo, Fonda trovava frustrante la scarsa disponibilità del regista  a provare accuratamente le scene più emotive : se l'attore provava a discutere come dover girare una sequenza, o intonare una frase, Ford gli faceva capire che non aveva tempo, quando addirittura non gli intimava di tacere. E, nonostante le molte collaborazioni, il divo non si fece mai piacere i modi rudi del director. Anche se ha sempre ammesso la grande bravura registica di Ford, e che doveva molto, come attore, al suo lavoro. E comunque Henry Fonda arrivò su quel set molto provato: il fiasco de "La croce di fuoco", la carriera che sembrava segnare un pò il passo, matrimoni falliti alle spalle, difficoltà nei rapporti con i figli e un isolamento parziale da molte amicizie, John Ford ed il suo direttore della fotografia, ARCHIE STOUT, utilizzarono dei raggi infrarossi per alcune riprese: fino ad allora, erano stati usati per ricerche scientifiche, e il regista, che aveva imparato dal direttore della fotografia GABRIEL FIGUEROA, con cui aveva lavorato per "La croce di fuoco", che questo metodo faceva risultare molto meglio il blu,sulla pellicola in bianco e nero, a differenza delle macchine da presa normali, che l'avrebbero fatto parere nero, e far risaltare il colore del cielo. Di per contro, ciò rendeva molto pallidi i volti degli attori, che dovevano essere truccati con una tinta piuttosto scura, per evitarlo. Stout litigò spesso con Ford durante le riprese, e si rifiutò di girare, addirittura, delle scene come il regista avrebbe voluto. Durante una scena d'azione, uno degli stuntman si ferì gravemente alla schiena, uno dei mezzi che trasportava munizioni, nel film, si ribaltò e sbalzò fuori quattro persone, che avrebbero potuto sfracellarsi sulla roccia antistante: per fortuna, l'allora stuntman BEN JOHNSON intervenne e ridusse un incidente potenzialmente letale per i quattro, guadagnandosi la riconoscenza dei produttori, con un contratto di sette anni per la Argosy, e ruoli di maggior consistenza. Il forte costruito dalla produzione durò molti anni, e servì a girare numerose altre pellicole, e in molti episodi della serie tv "RIN TIN TIN". Si trovava nella Simi Valley, in California, ed è ancora possibile visitarne oggi la locazione. Le sequenze di battaglia vennero girate nella Monument Valley, in Arizona, perchè lì l'assicurazione per gli stunt era meno cara che nello Utah. Le riprese non vennero aiutate dal clima, che dava dei fortissimi sbalzi di temperatura, tra caldo forte e improvviso calo di gradi,e tempeste di sabbia e vento potente più di una volta portarono problemi alla lavorazione.  Gli indiani che impersonavano gli Apaches, erano in realtà Navajos.Il regista li considerava dei fantastici attori naturali, li rispettava e gli piaceva lavorare con loro; di conseguenza, a loro faceva piacere essere chiamati per girare film, perchè significava avere la possibilità di lavorare e guadagnare. Occorsero 200 uomini per impersonare i guerrieri, ed altri 100 tra donne e bambini.  La colonna sonora, all'inizio del film, presenta qualche parte della celebre canzone "SHE WORE A YELLOW RIBBON" che sarebbe stato il titolo del successivo film della trilogia della Cavalleria di Ford (da noi, "I CAVALIERI DEL NORD-OVEST"). Ford non gradiva la presenza sul set di mogli, mariti e partner vari, ma permise a John Wayne di portare il figlio Michael:anni dopo, il figlio della star ricordò in un'intervista che sei giorni di riprese alla settimana nel deserto, gli parevano infiniti, ma che il regista era perfettamente a suo agio con quella condizione di vita spartana. Inoltre, sembra che John Ford se la godesse mettendo in soggezione cast e troupe, avviando litigi e usando una certa prepotenza, di modo che un pò tutti lo temessero. Le riprese si svolsero dal Luglio all'Ottobre del 1947. Costato 2 milioni e mezzo di dollari, ne incassò negli Stati Uniti 6. Nel 1949, venne allestito un adattamento radiofonico da "Screen Director's Playhouse" con John Wayne e Ward Bond che riprendevano i ruoli originali. 

giovedì 28 maggio 2015


HAROLD LLOYD (Harold Clayton Lloyd, 20/08/1893, Burchard,Nebraska,USA-08/03/71,Beverly Hills,Los Angeles,California,USA)
Nato a Burchard, Nebraska, HAROLD LLOYD era figlio di una coppia molto litigiosa, la quale, cosa inaudita all'epoca, divorziò quando il futuro divo del cinema comico era bambino. Il ragazzo andò a scuola a Denver, poi a San Diego, ove si dette allo studio per la recitazione: era più legato al padre, quasi sempre disoccupato, che alla pressante madre. A dodici anni, il giovanissimo Harold Lloyd debuttò su un palco di teatro, e quando egli ed il padre si trasferirono in California, Harold si buttò, e fece da figurante in un film girato al San Diego Panamerican Exposition: sul set conobbe HAL ROACH, che sarebbe stato la persona, poi, di maggior influenza sulla sua vita professionale. Infatti, quando poco tempo dopo, Roach cominciò a produrre i film che voleva dirigere, commedie brillanti, e contattò Lloyd per fargli fare il protagonista. Roach aveva stipulato un contratto con la francese Pathe,ma i suoi film vivevano di sceneggiature improvvisate, riprese poco professionali, al punto che la casa di produzione bocciò i primi lavori del regista: in sostanza, Lloyd riproponeva, più o meno, il personaggio del Vagabondo di  CHARLES CHAPLIN. Poi, decise di mettere gli occhiali e adottare una personalità diversa, un giovane uomo che si ritrovava in situazioni assurde o al limite del possibile, ma capace di superare ogni ostacolo: nel 1917, con "OVER THE FENCE", Lloyd apparve per la prima volta con il look tipico con cui il grande pubblico l'ha conosciuto, e ogni nuova uscita che lo vedeva protagonista creava interesse presso le platee. Però i rapporti tra l'attore e Hal Roach si deteriorarono ben presto, e le discussioni agguerrite, sul set, tra i due, erano all'ordine del giorno. Il problema era che Lloyd non gradiva di essere subordinato a chicchessia, non era propriamente una questione personale con Roach. Poi, la star comica si innamorò di BEBE DANIELS, conosciuta recitando, ma la relazione non resse molto, seppure i due rimasero legati da amicizia in seguito. Nel 1919, per via di un'esplosione accidentale, perse il pollice  e l'indice destri, e rimase traumatizzato dall'avvenimento, dato che provò delle protesi, o comunque nascose il più possibile la menomazione, anche nelle foto. Dopo la sua degenza in ospedale, girò "HAUNTED SPOOKS", nel 1920. Da lì in poi, in pratica, Lloyd divenne il rivale vero e proprio di Chaplin, arrivando ad incassare più del celebre collega."A SAILOR-MADE MAN", praticamente due corti montati insieme, fu un successone, e "VIVA LO SPORT", ancora di più. Nel 1923 Lloyd si sposò per la seconda volta, con MILDRED DAVIS,altra donna conosciuta sul set, che abbandonò la recitazione. Il divo firmò un lauto contratto con la Paramount, e nel 1926 uscì "FOR HEAVEN'S SAKE", che alla critica non piacque molto, ma andò benissimo al box-office, arrivando a oltre due milioni e mezzo di dollari, sorprendendo perfino lo stesso protagonista. L'attore, con i forti guadagni fece costruire una villa con 32 stanze: ci vollero tre anni per finirla, e venne chiamata "Greenacres". Lloyd e la Davis ebbero tre figli. Di lì a poco, egli girò il suo ultimo film muto, "A ROTTA DI COLLO". Come per molte altre star dell'epoca, l'avvento del sonoro comportò una serie di problemi per l'attore. "EVVIVA IL PERICOLO!" totalizzò tre milioni di dollari di incassi, anche se era oggettivamente un brutto film. Altrettanto bene non andò alla sua pellicola successiva, "PIANO COI PIEDI", che era, più o meno, la versione sonora di "PREFERISCO L'ASCENSORE", e incassò circa un milione di dollari, preoccupando seriamente la star. Dopo "FOLLIE DEL CINEMA", con cui realizzò un altro buon successo, Lloyd passò dalla Paramount alla Fox: il primo film interpretato per il nuovo studio, "ZAMPA DI GATTO", costato 613 mila dollari, incassò solo ottanta mila dollari in più, risultando un fiasco assoluto.E così andò per le pellicole successive: "LA VIA LATTEA", "IL PRODE FARAONE","MARINAI ALLEGRI" risultarono dei flop. Era, in pratica, cominciato il suo declino, ma non lo accettava:a 45 anni, la sua carriera era in picchiata. Nel 1944, PRESTON STURGES, convinto di poter dare nuova energia all'attore, volle dirigerlo in "MEGLIO UN MERCOLEDI' DA LEONE", finanziato da HOWARD HUGHES, ma neanche questo lungometraggio rimise in carreggiata l'andamento della vita professionale di Lloyd. Fu tra i trentasei fondatori della Academy Motion Picture of Art and Sciences (Ampas). Harold Lloyd era comunque una personalità complessa:poteva essere generoso, anche se aveva la fama di forte taccagno, strenuamente superstizioso, era capace di strambi rituali per mandar via da sè la sfortuna. Non tutti sanno che Lloyd fu il modello, per i disegnatori della DC Comics, di Clark Kent, l'alter ego umano di Superman (mentre per quest'ultimo ci si ispirò a DOUGLAS FAIRBANKS).Con il passare degli anni, sviluppò una passione per vari hobbies, come le grandi auto, andare a donne, bowling, comprare dischi; pur essendo avendo dato una rigida educazione alle figlie,ed essendo un repubblicano di ferro,  era sorprendentemente di mentalità aperta per argomenti come gli omosessuali. C'erano voci su figli illegittimi, dato che aveva fama di donnaiolo, ma non sono mai state confermate. Dalla fine degli anni '40 ai primi anni '60, Lloyd si dette alla fotografia di modelle, perlopiù nude: però, si dette anche da fare nell'amministrazione dell'ospedale per bambini affetti da poliomielite e altri problemi alle gambe, di Los Angeles. Nel 1960, capeggiò la giuria al Festival di Berlino. All'avvento della tv, l'attore era contrario a cedere i diritti allo sfruttamento dei lavori che lo avevano visto protagonista ai canali, convinto che spot e interruzioni avrebbero danneggiato l'effetto delle sue gags. Si dedicò, poi, alla ristrutturazione di "Greenacres", dilapidando molto del suo patrimonio. Alla fine degli anni Sessanta gli venne diagnosticato un cancro alla prostata, che ne causò la morte, nel 1971. Il figlio HAROLD LLOYD,Jr., alcoolizzato, morì poco tempo dopo. La nipote Suzanne Lloyd si è occupata di ripristinare la fama di un comico di grande successo, amato da parte dei cinefili, ma che non seppe probabilmente gestire tanto la propria immagine, e le proprie scelte professionali. Parte de "IL MONDO DEI ROBOT" venne girato nella sua villa, "Greenacres".
COSI' PARLO' HAROLD LLOYD:
"La commedia viene da dentro. Viene dalla tua faccia. Viene dal tuo corpo."
"L'uomo che prova ad essere troppo buffo, è perduto. Perdere la propria naturalezza, significa anche perdere il favore del proprio pubblico."
"Più metti un uomo nei guai, più ne tiri fuori il lato comico."

martedì 26 maggio 2015


I FANTASTICI 4 ( Fantastic Four, USA 2005)
DI TIM STORY
FANTASTICO
Non fu il primo film realizzato su "I FANTASTICI 4". Nel 1994, i diritti cinematografici sui personaggi della Marvel erano in possesso del produttore BERND EICHIGER, ed erano sul punto di scadere, così commissionò a ROGER CORMAN un lungometraggio da girare velocemente, per poter continuare a esercitare la proprietà del brand:CHRIS COLUMBUS era prossimo a voler acquisire i diritti, e a scrivere un copione su un'avventura del gruppo di supereroi, e l'operazione di Eichiger voleva scongiurare questo rischio. La versione di Corman, realizzata in tempi record, costò non più di due milioni di dollari, e, come probabilmente dicevano gli accordi con Eichiger, fu fatta solamente per mantenere più a lungo i diritti, dato che, in pratica, non è mai uscita in sala, pubblicata in video, o trasmessa in tv: è possibile vederla solo in versione non ufficiale, e l'opinione comune è che si tratta veramente di un bruttissimo film. Con tutto ciò, poi i diritti passarono alla Fox, che, dopo il grande successo arriso nel 2002 a "SPIDER-MAN", cominciò a organizzare la produzione di questo film. Sia STEVEN SODERBERGH che SEAN ASTIN erano interessati alla regia del progetto,e ad un certo punto, sembrò che toccasse a PEYTON REED o RAJA GOSNELL dirigere il lungometraggio, ma il film venne affidato a TIM STORY, che veniva dal successo della versiona americana di  "TAXXI", e dal dittico "LA BOTTEGA DEL BARBIERE" 1 e 2. Columbus voleva che il film avesse una netta impronta umoristica, un pò nello stile della serie tv degli anni '60 "BATMAN": nonostante provenisse appunto da delle commedie, Story fu molto franco, e disse a Columbus che puntare su un tono troppo brillante, avrebbe potuto tradursi in un disastro commerciale, e sarebbe stato meglio che l'umorismo fosse comparso qua e là, senza strafare. Per approntare la sceneggiatura finale, comunque, ci vollero dieci anni, e alla fine venne firmata da SIMON KINBERG. Per il ruolo di Reed Richards, Mr.Fantastic, vennero presi in considerazione GEORGE CLOONEY e BRENDAN FRASER, anche se originariamente Chris Columbus aveva scritto la sceneggiatura pensando a DENNIS QUAID e MEG RYAN nei ruoli di Richards e Susan Storm, la Donna Invisibile: la parte dell'uomo più elastico del mondo dei fumetti venne offerta a HUGH JACKMAN, che non accettò, forse perchè era già ben inquadrato nel ruolo di Wolverine, PATRICK WILSON sostenne un provino per la parte, ma non fu preso, e il ruolo andò al gallese IOAN GRUFFUDD. Il personaggio di Susan Storm fu quello che richiese maggior dispiego di selezione di casting:KATE BOSWORTH, SCARLETT JOHANSSON, RACHEL MCADAMSELIZABETH BANKS,  JULIA STILES  e KADEE STRICKLAND furono tra le attrici valutate per la parte, e quando sembrava che il film sarebbe stato diretto da Peyton Reed, in pole position ci fu RENEE ZELLWEGER, ma infine, fu JESSICA ALBA ad impersonare la moglie di Reed Richards. Per dare corpo a Ben Grimm, "La Cosa", l'uomo di pietra, JAMES GANDOLFINI sembrò essere l'uomo giusto, ma JENNIFER GARNER consigliò i produttori di ingaggiare MICHAEL CHIKLIS, e infatti fu scritturato lui. Il personaggio di Johnny Storm, la "Torcia Umana",  dopo un iniziale interesse della produzione per PAUL WALKER, fu assegnato a CHRIS EVANS, il quale improvvisò buona parte delle battute del supereroe. E per la parte del cattivo, il Dottor Doom, si pensò dapprima a TIM ROBBINS, ma fu JULIAN MCMAHON ad impersonarlo sullo schermo. Fu un'idea di McMahon stesso, che veniva dalla serie "NIP/TUCK", in cui interpretava un chirurgo plastico,far apparire sul volto di Doom cicatrici che si rimarginavano . LAURIE HOLDEN, che interpreta la fidanzata di Ben Grimm, che poi decide di non volerlo rivedere quando egli si trasforma, apparva anche nella parte finale di una stagione di "THE SHIELD", il serial con Chiklis. Nel film, Alicia Masters è nera, mentre nei fumetti era bionda:nell'imminente reboot invece, Johnny Storm sarà nero, e suo padre pure, mentre Susan Storm è una figlia adottiva. Quando Ben chiede delle marionette nella galleria in cui Alicia espone le sue opere, lei risponde che sono di suo padre: infatti, uno dei nemici storici dei Fantastici 4 è il Burattinaio, padre della ragazza e fidanzata di Ben. Non fu semplice, per Michael Chiklis, indossare il costume ed il trucco della Cosa: dovette esercitarsi a parlare con i denti finti del personaggio, leggendo favole con la falsa dentatura al figlio, e il costume di scena era molto pesante, facendo provare un'alta temperatura costantemente all'interprete. Ciò, tuttavia, gli tornò comodo girando lo scontro finale, a Dicembre, a Vancouver, in Canada: era l'unico che non sentisse freddo, dato che i suoi colleghi indossavano le tute azzurre dei Fantastici 4 e nient'altro. Chiklis era l'unico dei quattro attori principali, ad avere qualche dimestichezza con i fumetti originali: fin da bambino, infatti, era un fan convinto della Cosa, ed insistette con la produzione per girare più scene possibili, senza l'aiuto della CGI, nonostante la pesantezza dell'abito di scena. Ci volevano tre ore per indossare il costume, che pesava più di venti kilogrammi, e per rinfrescare l'attore, veniva rimossa una "pietra" dalla testa e veniva spruzzata aria fredda sulla pelle di Chiklis, per fargli provare un pò di sollievo. Mentre si sottoponeva alle faticose sedute di trucco, Michael Chiklis assisteva a partite dei Boston Red Sox, che vincevano il loro primo titolo dal 1918. Ioan Gruffudd doveva impegnarsi molto per mantenere un accento credibilmente americano, ed infatti, nuove battute rispetto al copione originale gli venivano fornite continuamente, obbligando l'attore a imparare a breve nuove frasi da recitare. Entusiasta di prender parte ad una grossa produzione hollywoodiana, Gruffudd invitò parenti a visitare il set, ma sfortunatamente, il giorno in cui i congiunti si recarono, l'attore doveva girare una banalissima scena mentre prendeva un ascensore! In una scena in cui Reed Richards e Sue Storm conversano, Jessica Alba venne ripresa a New York City, mentre Ioan Gruffudd si trovava a Vancouver. Nella sequenza in cui Reed esamina Ben, quest'ultimo dice all'altro che fuma; fino ai primi anni Novanta, infatti, la Cosa ogni tanto veniva disegnato con un sigaro acceso in bocca, ma quando JOE QUESADA divenne il nuovo capo-editor della Marvel Comics, attivò una politica anti-fumo per tutti i personaggi della casa. Jessica Alba, durante la lavorazione, soffrì di un'infezione ad un rene, e quasi svenne durante le riprese di una scena nella stazione spaziale con Julian McMahon. La sequenza in cui la Alba è ripresa in intimo, fu aggiunta dopo il consenso dell'attrice. Fu un idea di Ioan Gruffudd, far prendere appunti in continuazione a Reed Richards.  La scena di combattimento sul ponte, richiese cinque settimane di riprese: quella in cui Johnny Storm si tramuta in un uomo in fiamme e sorvola Manhattan, invece, ebbe bisogno di quattro mesi di preparazione. L'uomo che intende suicidarsi buttandosi dal ponte era un amico di Michael Chiklis, JASON SCHOMBING, e fu raccomandato ai produttori dall'attore. Una parte del ponte di Brooklyn venne ricostruita in Canada per girare alcune scene. La sequenza sul ponte venne girata, perlopiù, su un set alto sessanta metri circa, sullo sfondo di un blue screen in Canada, con la prospettiva di Manhattan proiettata successivamente sopra. Molti fans dei fumetti non apprezzarono il modo in cui venne ritratto il personaggio, al cinema: STAN LEE si disse d'accordo con loro. Stan Lee ha dichiarato, tempo dopo, che la sua interpretazione preferita di un personaggio Marvel, al cinema, è quella di Michael Chiklis della Cosa. E' la prima volta in cui Stan Lee, interpreta in uno dei suoi cameo, uno dei personaggi dei comics:è Willy Lumpkin, il vecchio postino del gruppo di supereroi. L'assistente di Doom (Dr.Destino nella versione italiana dei fumetti), effeminato e ciecamente devoto al suo "padrone", Leonard, è una citazione di "INTRIGO INTERNAZIONALE", in cui c'è un personaggio molto simile, che si chiama così. Nell'ultima sequenza del lungometraggio, Doom ibernato viene messo su un cargo che si chiama "Latveria": nei fumetti, è la terra d'origine del personaggio, un regime dittatoriale guidato con durezza da Doom/Destino. Alcune scene sono un dichiarato omaggio a JACK KIRBY, il grande disegnatore di fumetti che è ha co-creato i personaggi, insieme a Lee: i raggi cosmici simili a proiettili, la Torcia Umana gareggia con un missile, e altre citazioni. Nella pellicola ci sono circa 900 effetti speciali. Nel film ci sono oltre 25 cameo di impiegati della Fox. Fu il terzo film a tematiche supereroistiche uscito nel 2005: gli altri due furono "ELEKTRA" e "BATMAN BEGINS". La canzone-traino del film, che avrebbe aiutato il lancio, era "EVERYTHING BURNS", incisa da ANASTACIA e BEN MOODY.Costato 100 milioni di dollari, ne incassò 155 negli USA e altri 175 nel resto del mondo, per un totale di 330 milioni. Due anni dopo venne girato un sequel, "I FANTASTICI 4 E SILVER SURFER", con l'arrivo di un altro celebre personaggio della Marvel. Questa Estate, uscirà il reboot che azzera la storia e la fa ripartire.

sabato 23 maggio 2015


SOMMERSBY (Sommersby,USA 1993)
DI JON AMIEL
DRAMMATICO
Nel 1982, uscì il film francese "IL RITORNO DI MARTIN GUERRE", con GERARD DEPARDIEU e NATHALIE BAYE, su un caso accaduto davvero in Francia, nel 1548: un uomo scomparso per otto anni, fece ritorno alla sua casa, ed alla sua famiglia, nel 1556, e, nonostante fossero notati molti cambiamenti nel suo atteggiamento, ed anche nell'aspetto, convinse tuttavia la moglie, dalla quale ebbe due figli, ma uno zio paterno avanzò dei sospetti sulla sua identità, che portarono alla scoperta del fatto che l'uomo era un impostore, che si chiamava in realtà Arnaud De Tihl, e venne processato per aver usurpato personalità e casa di Martin Guerre, e successivamente condannato all'impiccagione, nel 1560. Dalla vicenda NICHOLAS MEYER trasse una sceneggiatura, che, però, la Warner Bros. non volle far dirigere a lui: Meyer si estromise dalla produzione, e lo studio affidò a SARA KERNOCHAN la riscrittura del copione. La sceneggiatrice avvertì i manager della Warner che era meglio annunciare che il film sarebbe stato un remake, adattato agli Stati Uniti, del film francese, e sulle prime incontrò resistenza dagli executives, che volevano negare il fatto: la Kernochan sottolineò che era meglio pagare dei diritti, sia agli autori della pellicola dell'82, che a Meyer, che rischiare di incappare in una causa per plagio, e così i produttori cambiarono idea, dandole ragione. JODIE FOSTER incontrò sul set CYDNEY BERNARD, con la quale intraprese una relazione lunga sedici anni, che ha dato due figli. La mucca dei Sommersby è chiamata Clarice, in omaggio al personaggio di Clarice Starling, l'eroina interpretata dalla Foster ne "IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI". Costato circa 30 milioni di dollari, ne incassò 50 negli USA, ed altri 90 nel resto del mondo, per un totale di 140 milioni.

mercoledì 20 maggio 2015


YOUNG GUNS- Giovani pistole ( Young guns, USA 1988)
DI CHRISTOPHER CAIN
WESTERN
Film su una leggenda del West come Billy the Kid ne erano stati già realizzati diversi, ma questa fu un'operazione per mettere insieme un gruppo di giovani promettenti star, che avrebbero potuto catturare l'interesse di spettatori meno adulti e avvicinarli al western. EMILIO ESTEVEZ giunse sul set molto giù di morale: si era appena lasciato con la fidanzata, ed una notte LOU DIAMOND PHILLIPS volle fargli uno scherzo per tirar su il morale al collega. Con l'aiuto di membri della troupe truccò una pecora, le mise dei vestiti femminili e la introdussero nella camera di Estevez.  Lou Diamond Phillips non si rese ben conto che quando era stato convocato era per assegnargli il ruolo di Chavez, pensando di andare a sostenere un provino, mentre invece il produttore JOHN FUSCO aveva proprio lui in mente per il personaggio. Nella scena in cui i pistoleri vanno a cavallo verso il villaggio indiano, "Doc" capeggia il gruppo, con un fazzoletto a coprire quasi tutto il volto:successe perchè KIEFER SUTHERLAND, il giorno delle riprese, aveva abbandonato il set perchè gli era nato il primo figlio. CHARLIE SHEEN era del tutto negato come cavaliere: girando delle scene in cui cavalcava, non riusciva a mantenere l'equilibrio e cadde svariate volte. Dopo la sparatoria con Henry Hill, il cavallo partì al galoppo e Sheen non sapeva assolutamente come fermarlo. E' il primo film in cui viene riportato il vero nome del fuorilegge: in altri film viene detto che in realtà si chiamava William H. Bonney, mentre sembra che fosse un nome fittizio, e quello reale era Henry McCarty. Come in altre pellicole sull'argomento, John Tunstall, l'uomo che fa da padre putativo a Billy the Kid viene descritto come maturo ed elegante, ma nella realtà aveva solo ventiquattro anni quando venne ucciso. Tuttavia, è un film ben curato storicamente, nei dettagli: infatti, anche nella sequenza in cui il colonnello Nathan Dudley arriva con un drappello a sbaragliare l'assedio alla casa dei McSween, i soldati sono neri. Infatti, al tempo, il 9° Cavalleggeri, operante nel New Mexico, era composto da soldati di pelle nera, coordinati da ufficiali bianchi. In una scena, Billy legge, contrariato, su un giornale che egli sarebbe mancino: questo dipende dal fatto che nelle foto che ritraevano il bandito, era stato spesso immortalato con la pistola nella mano sinistra, ma era perchè le macchine dell'epoca invertivano le posizioni delle cose. Tuttavia, ci sono anche libertà varie rispetto ai fatti storici, come personaggi che qui muoiono, mentre invece sopravvissero alle vicende narrate, oppure, per esempio, la banda dei "Regulators", capeggiata da Billy the Kid, qui è formata da sei elementi, mentre invece furono undici membri. Nella sparatoria al saloon le munizioni erano foderate con ceramica e plastica, per aumentare il volume del botto quando esplodevano, con il risultato che al momento dello scoppio, Estevez fu colpito al volto da frammenti bollenti e DERMOT MULRONEY alla spalla, causando qualche giorno di sosta delle riprese per i danni agli attori.Nello scontro finale, in un giorno in cui non doveva girare inquadrature che lo riguardassero, Emilio Estevez prese parte comunque alle riprese, vestito come uno dei nemici dei "Regulators" e sparando contro di loro. Nella sequenza della sparatoria, un baffuto TOM CRUISE è dietro una staccionata, tra le comparse, dato che era andato in visita sul set e gli era stata proposta questa amichevole partecipazione.  Alcune comparse erano affiliati degli Hell's Angels. Il personaggio di "Dirty Steve" era basato su un personaggio realmente esistito, "Dirty Dave" Rudabaugh, che compare nel sequel del film, ma ribattezzato "Arkansas" Dave. La colonna sonora fu originariamente composta da JAMES HORNER, ma quando i produttori, ed il regista CHRISTOPHER CAIN non la apprezzarono, ritenendola troppo influenzata dallo stile irlandese, e chiamarono a comporre le musiche BRIAN BANKS e ANTHONY MARINELLI: la partitura di Horner non è mai stata pubblicata. Costato 13 milioni di dollari, ne incassò oltre 45 nei soli USA: nel 1990 venne girato il seguito, "YOUNG GUNS II", con colonna sonora di JON BON JOVI in versione solista, senza la sua band, ma non ebbe il successo sperato.

domenica 17 maggio 2015


CARTER (Get Carter, GB 1971)
DI MIKE HODGES
AZIONE
"CARTER" è tratto dal romanzo "GET CARTER" di TED LEWIS: fu il film d'esordio da regista per MIKE HODGES, che ne scrisse la sceneggiatura. All'origine, il regista e sceneggiatore avrebbe voluto, nel ruolo di Carter, IAN HENDRY, ma poi gli venne preferito il più noto MICHAEL CAINE:a Hendry andò la parte dell'antagonista Eric Paice, ma l'attore non prese bene il fatto che Caine gli avesse "soffiato" il ruolo, e trattò con antipatia per tutta la lavorazione il collega. Hodges dichiarò che la tensione tra i due personaggi fu acuita dalle frizioni tra i due attori in scena. Tuttavia, come ebbe ad affermare il regista, fu letteralmente "un sogno" lavorare con il divo, che fu molto professionale e disponibile sul set, tranne una volta, in cui perse le staffe durante le riprese di una scena particolarmente emotiva, per via della messa a fuoco non riuscita, della macchina da presa, che fece sprecare una ripresa. Fu il film d'esordio per ALUN ARMSTRONG. BRITT EKLAND non era molto convinta di questo progetto, ma accettò di prendervi parte quando la sua situazione economica si fece preoccupante, per colpa del suo contabile, che aveva buttato molto del suo denaro in investimenti sbagliati: tempo dopo, si disse contenta di non aver rifiutato la parte.  La Metro Goldwyn Mayer, che produsse la pellicola, avrebbe voluto, per il ruolo di Cliff Brumby TELLY SAVALAS, ma venne invece ingaggiato BRYAN MOSLEY.La scena all'ippodromo, con Carter ed Eric Paice venne girata con una sola ripresa.  Quando Carter entra nella casa di Cyril Kinnear, c'è uno scudo zulu appeso ad una parete: è una citazione per Caine, il cui primo successo cinematografico era appunto "ZULU". Nella prima inquadratura nel bar, si può notare che uno dei clienti presenti ha sei dita: non è un effetto speciale, la comparsa in questione aveva proprio questa anomalia, lo si vede quando impugna un boccale. JOHN OSBORNE non aveva in pratica mai giocato a carte prima di girare questo film, e prese parte a diverse partite di poker per essere più in parte nella scena al tavolo da gioco. Il cecchino che ucciderà Carter può esser visto seduto non distante dal protagonista, nel treno, durante i titoli di testa: per Hodges, che fin dall'inizio voleva che alla fine della storia Carter morisse, era un simbolo della Morte, che aleggia per tutto il tempo. Nella storia era compreso un inseguimento in auto, come appunta narrato nella sceneggiatura, ma furono Michael Caine e MICHAEL KLINGER  a dissuadere Mike Hodges dal realizzare la scena, ritenendo che in questo modo il film avrebbe somigliato troppo a "BULLITT".  L'arma preferita di Carter, che impugna nei manifesti, non spara un solo colpo in tutta la pellicola. Non molto tempo dopo l'uscita della pellicola, Michael Caine si trovava nel West End, ed incontrò il gangster Jack Carter, al quale il soggetto era ispirato: l'uomo lo apostrofò dicendogli che in realtà non c'era un criminale come lui, che non aveva figli, donne e nessuna responsabilità. Per non avere problemi, Caine si disse d'accordo con lui e se ne andò. La censura appioppò al lungometraggio una "X", massimo divieto, per nudità femminili e violenza, successivamente, però, divenne una più leggera "R", perchè molti film usciti dopo furono ancora più violenti. La versione inglese, e quella americana, hanno una diversificazione: all'inizio della pellicola, Carter guarda un film porno con un gangster che parla smaccatamente con accento Cockney, e appunto nella versione USA, venne ridoppiata questa parte, perchè la produzione riteneva che l'accento fosse troppo duro e potessero non capire il dialogo. Le riprese vennero effettuate in soli 40 giorni. Il film ebbe un sonoro successo, divenendo un classico del cinema d'azione, e nel 2001 ne è stato realizzato un remake con SYLVESTER STALLONE nel ruolo principale, e lo stesso Michael Caine in una parte importante ma secondaria.

mercoledì 13 maggio 2015


L'OCCHIO CHE UCCIDE (Peeping Tom, GB 1960)
DI MICHAEL POWELL
THRILLER
 Il primo film che adotta il punto di vista di un assassino è "L'OCCHIO CHE UCCIDE". Per il ruolo del disturbato protagonista Mark, vennero dapprima presi in considerazione DIRK BOGARDE e LAURENCE HARVEY, ma poi venne scelto KARLHEINZ BOHM . Per il personaggio di Vivian era stata scelta inizialmente NATASHA PARRY, ma poi le venne preferita MOIRA SHEARER,dopo che vennero prese in considerazione JOAN PLOWRIGHT, che il regista non considerava però adeguata al personaggio, e JULIE ANDREWS, troppo conosciuta . Nei filmini familiari del protagonista Mark Lewis, il padre è MICHAEL POWELL in persona, Mark da ragazzo è il vero figlio di Powell,Columba, e la madre, ripresa senza vita nel letto, è la moglie di Powell, FRANKIE REIDY. Il personaggio di Don Jarvis, il produttore, è una versione parodistica di JOHN DAVIS, celebre producer. La battuta che Milly rivolge a Mark "Guarda chi c'è:CECIL BEATON!" si riferisce a un celebre fotografo di moda inglese, molto conosciuto all'epoca.  Il film, alla sua uscita, creò una vera e propria ondata di scandalo per il tema e la morbosità del racconto, che in pratica distrusse la carriera di Michael Powell: solo pochi anni dopo, era già divenuto un cult assoluto per molti cinefili. La censura intervenne pesantemente, sulle sequenze degli omicidi di Dora e Vivian, foto di ragazze nude vennero eliminate al montaggio, il suicidio finale dell'assassino venne drasticamente accorciato, e alcuni dialoghi ritenuti morbosi, vennero ridotti.Alcune di queste sequenze sono state recuperate per le edizioni in dvd dell'opera.  Per la rivista "Premiere", è uno dei 25 lungometraggi più "pericolosi" della storia del cinema. Costato 135.000 sterline, non riuscì a trasformarsi in un successo commerciale.

martedì 12 maggio 2015


TARANTOLA (Tarantola, USA 1955)
DI JACK ARNOLD
FANTASTICO
All'origine di "TARANTOLA" c'è un film per la tv,"NO FOOD FOR THOUGHT" di R.M. FRESCO: nello stile di JACK ARNOLD, il film venne girato per il maggior minutaggio possibile all'aperto, usando per lo più le luci naturali nel deserto, riducendo all'osso i dialoghi, senza troppe spiegazioni, per aumentare la dinamicità della narrazione. Il ragno gigante non è un modello ricostruito: sono vere tarantole, riprese vicino a miniature, colpite con minuscoli getti di aria compressa, per spingerle a muoversi come desiderato. Seppur ambientato in Arizona, il lungometraggio venne girato quasi interamente in California, con le scene desertiche realizzate a Apple Valley, in particolare a Lucerne Valley, ove si erano girate molte scene di western. Ad un certo punto del film, il professor Deemer profetizza che nel 2000 la razza umana sarà composta da 3 miliardi e 600 milioni di persone: non è esatta, saranno il doppio, circa...  Nel finale, se si guarda con attenzione, è possibile notare un giovane CLINT EASTWOOD nel ruolo del capo-squadra degli aviatori che attaccano la tarantola verso il finale. Fu il primo film che lanciò un "mostro" classico come il ragno gigante, oggi è considerato un "cult" della fantascienza con pochi mezzi ma ingegnosa di artigiani come Arnold.