sabato 2 marzo 2013


TEMPI MODERNI (Modern times,USA 1936)
DI CHARLES CHAPLIN 
COMMEDIA
Benchè sia considerato il primo film sonoro di CHARLIE CHAPLIN,"TEMPI MODERNI" non contiene dialoghi veri e propri:le parole che si sentono vengono da radio,messaggi dagli altoparlanti e da emissioni meccaniche in genere,salvo i cantanti nel ristorante.Eppure per il film erano stati scritti dei dialoghi,ma Chaplin cambiò idea radicalmente mentre le riprese del film andavano avanti.Benchè ci siano stati casi di titoli successivi che le hanno adoperate,spesso a titolo di parodia o comico,comunque,si può considerare questo lungometraggio come l'ultimo che ha utilizzato didascalie al posto dei dialoghi.Pare che l'autore e protagonista fosse molto coinvolto anche nella realizzazione della colonna sonora,che seguiva assiduamente.Ai tempi delle riprese,PAULETTE GODDARD faceva parte anche di un coro per i Goldwyn Studios,a meno di 100 dollari la settimana:alcune sue idee sullo sviluppo del racconto furono importanti e inserite da Chaplin nel film finale.Per Chaplin,il personaggio del Vagabondo doveva parlare per la prima volta,rivolto alla macchina da presa nel ristorante,dicendo qualcosa di universalmente comprensibile:infine,egli non produce che un borbottìo,mimando con le mani,però,in modo da farsi comprendere piuttosto bene.Dopo aver terminato le riprese,il regista sforò i tempi della lavorazione per curare al meglio la colonna sonora.Inoltre,avrebbe voluto tagliare nel montaggio definitivo oltre 300 metri di pellicola del girato.Nel finale,il labiale del Vagabondo è abbastanza chiaro e leggibile,e dice "Sorridi,dai!" ("Smile!C'mon!").La conclusione originale,invece,prevedeva che Charlot prendesse un esaurimento nervoso,e fosse assistito dalla coprotagonista,divenuta suora:questo finale fu girato,e ne esistono testimonianze in foto di scena presenti nel dvd uscito nel 2003,ma Chaplin optò per una fine più speranzosa e positiva."Tempi moderni" è stato,per la carica emotiva e per le sensazioni che lascia percepire su argomenti come sfruttamento del lavoro e critica implicita dell'industrializzazione e del capitalismo,uno dei motivi per cui la commissione maccartista accusò Charles Chaplin di essere comunista (cosa sempre negata dall'interessato) e di svolgere attività antiamericane.

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